Vedova "fai da te" 2.

Scritto da , il 2020-10-09, genere etero

Dopo una notte trascorsa tra pompini, scopate ed inculate da lasciarmi decisamente distrutto ma felice e lo era anche lei poi, ci svegliammo trovandoci abbracciati tremendamente avvinghiati e subito ci scambiammo roventi baci slinguando appassionatamente. Avrei voluto scendere a leccarle la figa ma la stanchezza ancora non era passata e così dopo i lunghi baci ci alzammo dal letto per fare una robusta colazione, cosa che avvenne abbondantemente e riprendemmo le preziose energie. Mentre ci godevamo il fare colazione in terrazza al sole tiepido e gradito, Suonò il suo telefonino ed era la sua nipote, una ragazza che mi descrisse molto carina che spesso veniva a trovarla per lenire la sua solitudine di vedova. Quel mattino la nipotina arrivò per l'ora di pranzo e quando mi conobbe notai subito che mi squadrava in lungo e largo, poi, quando ci sedemmo a tavola per il pranzo, la ragazzina si sedette di fronte a me e dopo un poco, improvvisamente, mi sentii un piedino suo sfruguliarmi l'imguine facendo una leggera pressione sul povero cazzo che subito risorse e lei potè constatare che era abbastanza fornito. Io sussultai a tal punto che se ne accorse anche Rosa e mi chiese se stavo bene ed allora con prontezza le risposi che soffrivo spesso di singhiozzo e si diede da fare subito per farmelo passare ed io recitai la parte del singhiozzante. La ragazzina se la rideva di nascosto ed io presi a parlare con lei chiedendole se andava a scuola ma mi rispose che ormai aveva concluso gli studi ed era in cerca di lavoro. A quella risposta addrizzai le orecchie ed allora, senza inibizioni, remore e pudore, mi sfilai una scarpa ed accostai il piede al suo inguine spingendo con l'alluce stuzzicandole la già ben intrisa di umori mutandina. Nel mentre la fissavo negli occhi e lei ad un certo punto abbassò lo sguardo e si morse il labbro e sua zia vedendola così le chiese se si sentiva bene e lei rispose di sì. Dopo il caffè, Gianna la nipotina disse che doveva tornare a casa e subito colsi l'occasione per stare solo con la ragazzina accompagnandola a casa con la mia auto. Lei accettò il passaggio e, dopo che avevo baciato a lungo Rosa, andai con Gianna alla mia auto e partimmo. Subito notai che la sua gonnellina larga stava risalendo sulle sue cosce ben tornite e subito posai la mano sulle sue gambe che lei strinse trattenendola immobile ma poi le allentò ed io corsi subito a sfiorare la sua fighina ben celata da mutandine microscopiche e subito le sentii inzuppate di umori. Le dissi che non l'avrei accompagnata a casa sua ma le avrei fatto conoscere il posto dove portavo le mie donne conquistate e amoreggiavamo appassionatamente ed infine le confessai che dovevo assolutamente scopare lei e si mise a ridere perchè sicura che gliela avrei chiesta. Dopo un breve giro arrivammo alla periferia di Roma e, lungo il Tevere mi fermai accanto ad una baracca che era chiusa e ci entrammo sbloccando un chiavistello, trovando ancora lì dentro un giornale con la data di più di dieci anni fa ed io ricordai che lo avevo portao lì io stesso per sdraiarsi in terra con l'erba ancora umida dalla pioggia ma poi col tempo la arredai con un pagliericcio ed un mobiletto dove nel cassetto ancora c'erano due confezioni di scatole di preservativi che naturalmente ormai erano inusabili e ci risi sopra con la ragazzina tutta presa invece che a guardare l'arredamento a notare la mia erezione assai evidente anche sotto i pantaloni. La abbracciai alla vita e scesi con la mano alle sue mutandine che feci scivolare giù lungo le cosce e ravani la fighetta pelosissima ed intrisa di umori. La spogliai completamente e poi la presi in braccio facendola sdraiare sulla paglia asciutta e fresca poi mi spogliai tutto e le presi una mano per posarla sul cazzo già ritto e ben turgido, poi mi sdraiai accanto a lei e l'abbracciai stringendola ai fianchi e piazzandole il cazzo in mezzo alle cosce che lei subito strinse l'una contro l'altra. Le leccai la figa e passai subito dopo ai seni, scendendo dopo di nuovo alla fighina e quando sentii che stava gemendo sempre più forte, allora le accostai il cazzo e glielo infilai tutto dentro di lei facendola gridare dal piacere che stava provando. Dopo che la scopai a lungo senza sosta e facendola venire di piacere più volte, allora la girai a pancia sotto e e le leccai l'ano, dicendole di mettersi a pecorina perchè volevo anche incularla ma lei subito si oppose dicendo che dietro non voleva essere posseduta e rimanere vergine. La presi per i fianchi ed andai a piazzarle il cazzo sull'ano facendole credere di volerla possedere e lei si divincolò cercando di opporsi ma la tenni saldamente e le sussurrai all'orecchio che se a tavola mi aveva provocato molto, ora doveva subire il mio desiderio di incularla. Mi supplicò, mi pregò di risparmiarle quel gran dolore ma io recitai fino in fondo che volevo assolutamente possederla e lei dai a chiedermi di non romperle il culetto. Dopo che la tenei sui carboni ardenti, le dissi che per quella volta la avrei risparmiata ma in futuro doveva prima o poi aspettarsi che la avrei posseduta analmente. La rigirai ancora e la scopai altre volte sempre con foga, impetuosamente e lei gridava di dolore e di piacere insieme ed io...godevo solo! Dopo che ci rivestimmo ripresi l'auto ed andammo sotto casa sua dove la lasciai dandole un solo bacio sulla guancia per non destare sospetti e subito la lasciai scendere e volai a casa di Rosa per abbracciarla forte, dicendole che la sua nipotina era veramente una gran bella ragazza ma una donna come lei mi accendeva un fuoco che nessuno sapeva dominare ed io la volevo subito possedere e farla godere con passione.

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