L'Elementalista ( 1 di 8 )

di
genere
pulp

I

Faceva veramente caldo per essere i primi di luglio, e la macchia non deludeva, sapeva di resina e rosmarino. Di rosmarino c'era un cespuglio fiorito più alto di lui, dove la pineta si faceva scogliera, lo guardava ballare nel vento. Era seduto sul terreno polveroso tra pigne secche ed erba gialla, aveva delle braghette da pescatore piene di tasche e una maglietta sporca tutta sudata, i sandali erano abbandonati accanto alla borsa.
Una libellula gli si era posata su una nocca, faceva solletico.

" Tu, anche tu, cosa non faresti per buttar su della legna ? "

La bestiolina volò via senza rispondere, imitandola si alzò per mettersi all'opera.
Conosceva già il punto giusto, se la Forestale l'avesse pluccato a pescare con la rete in area protetta avrebbe finito di vivere, ma quello era il solo modo per non fare del male ai pesci, visto che gli servivano da esca e non li avrebbe mangiati. Per le sue necessità bastava un lancio, massimo due.

Quattro pesciolini finirono nel secchio di legno con l'acqua di mare, nessuna parte in ferro, la rete tornò nel doppio fondo della borsa da spiaggia, poi i vestiti sopra.
Era rimasto in costume da bagno, unto di crema solare, era tornato al suo solito scoglio, quello più lontano dall'acqua, col muschio sul lato rivolto verso terra.
Stendendosi sul fianco aveva appoggiato la guancia su quel muschio, gli rimaneva solo da entrare in uno stato sognante senza veramente dormire. Era il quarto giorno di caccia.

Il primo cambiamento rispetto ai giorni prima fu nei profumi, si era aggiunto qualcosa di nuovo, come mughetto. E un soffio d'aria appena più fresco, le cicale che si erano zittite.
Sorrise e aprì gli occhi.

Lei camminava a piedi nudi tra i sassi e gli aghi di pino come se fossero la sabbia di una spiaggia, aveva un costume intero azzurro e grigio, anche loro col tempo imparano le mode.

She moved through the fair
Through the fairy mist she came to me

I capelli neri, lunghi come nelle fiabe, ondeggiavano di traverso nel soffio della brezza di mare, le sue proporzioni erano così perfette che solo un occhio allenato poteva notare l'abbondanza delle forme, come se l'acqua dentro di lei fosse stata viva e tendesse la pelle minacciando di straripare.

Si mise seduto ai piedi dello scoglio, lei si era avvicinata come se lo conoscesse, si era accucciata davanti al secchio dei pesci toccando l'acqua con un dito, l'espressione assorta.

" Sono piccoli questi pesci, dopo averli puliti non ti rimarrà nulla. Eppure sono fatti per non avere limiti, credi che non sappiano di essere in una prigione ? "

La voce era più ovattata che acuta, gli occhi erano di un colore indefinibile, cambiavano dal blu puro fino al verde a seconda di come cadeva la luce.

" Li ho pescati e sono miei, ci farò quel che preferisco ".

Senza discutere passò avanti e andò a sedersi sopra lo scoglio muschioso, con i piedi quasi sotto al naso del pescatore.
Questo di fronte a quell'invasione del suo spazio si sentì autorizzato a toccare con un dito il piede più vicino, all'attaccatura della caviglia, e far scorrere la punta fino alle dita.
Lei lo fissava in silenzio dall'alto e non si spostava.
Le labbra seguirono la traccia del dito, la mano era passata sotto a sostegno, la pelle della pianta era liscia e fredda, nessun callo, eppure l'aveva vista camminare su scogli spigolosi.
Il piede si spostò sulla sua spalla, ora la testa era tra le gambe e poteva risalire.

Pluf pluf pluf, il secchio era volato in mare, rovesciato ancora in aria, i pesci erano tornati da dove erano venuti. Non aveva più importanza.

Anche loro sanno di pesce fresco, l'odore proveniva intenso dall'attaccatura delle gambe, dove iniziava il costume. Lo stesso sapore di quelle gambe splendide che avrebbero potuto spezzargli il cranio come una noce. Perchè sono più forti di un essere umano, molto più forti, ma sapeva di essere protetto dal karma, non aveva fatto male alla libellula, non aveva fatto male ai pesci, e lei si sarebbe lasciata spupazzare senza stringere.

Non aveva colto l'attimo in cui si era tolta il costume, ma aveva sentito le mani sotto il suo.

Se avesse voluto una cosa senza pericolo gli sarebbe bastato rimanere in albergo e aspettare che la moglie tornasse dal giro dei negozi, mentre la zia teneva i bambini.
Gli occhi e il viso cambiavano con la distanza o l'angolazione, come se fosse stato abbracciato a più persone nello stesso tempo. Tutte meglio.

Und dann hat er sie gekusst, wo das meer zu ende ist
Ihre lippen schwab und glas

Nuotava nel suo mare mentre il sole gli pizzicava le spalle e lei non gli permetteva di concludere. Lo guidava, se necessario stringeva i muscoli per fermarlo, poi ancora si abbandonava. E intanto col dito gli toccava le labbra, lo portava sotto il mento per alzarlo appena e baciarlo sul lato del collo.
Lui sapeva che in realtà lo stava assaggiando per valutare la quantità di endorfine, questo pensiero lo faceva ridere come un ubriaco, ci dava e rideva e lei anticipava ogni movimento.

Arrivato il momento lei sgusciò via, fluida come acqua, con lo stesso movimento tornò in piedi e fece due passi indietro fino al margine degli scogli, dove si lasciò cadere tra le onde.
Lui fu più lento ad alzarsi, il cuore batteva a martello mentre raggiungeva a sua volta l'orlo.
Con braccia e gambe allargate , i capelli che avevano formato una corona attorno alla testa, sembrava una stella, un vortice.
Al centro del vortice la luce di quegli occhi pieni di fuoco interiore. Sorrideva ancora più di prima.

Uno con meno esperienza avrebbe scambiato per lussuria quel desiderio che era invece appetito, l'avrebbe raggiunta e lei avrebbe retto il suo peso, avrebbe affondato il viso tra quei seni e sarebbe finalmente venuto nel suo abbraccio. Lei a quel punto gli avrebbe spezzato il collo con un colpo secco per non permettere alla paura di cambiargli il sapore.

Scivolare nel vortice, morbido, esplodere, un lampo di luce definitivo, fine di tutte le preoccupazioni. Come sarebbe stato ?

" Ho una donna che mi aspetta a casa, non verrò con te. "

Il sorriso si increspò mentre lei capiva di essere stata ingannata, senza agitarsi come se fossero stati ancora vicini, mosse appena le labbra a formare una parola.

" Stronzo."

" Scema. "

Lei chiuse gli occhi e si lasciò inghiottire dal mare, come se l'acqua in quel punto non fosse stata bassa, come se non ci fosse mai stata.
Lui tornò alla terra e all'erba.
Si distese, aveva ancora due ore o più per prendere il sole prima che fosse ora di tornare alla macchina.
Il cuore ancora scalpitava, sentiva l'eco del battito nella sua erezione, il vento era come il tocco della libellula di prima.
Quella notte con la moglie sarebbe stato come i primi mesi.
scritto il
2018-08-22
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