Perché lei è quel che è

di
genere
bondage

" Nella mia doccia c'è un accappatoio con la cintura. Portamela. "

Sono seduti sul divano nel salotto, lei seduta su di lui in realtà. La testa poggiata sulla sua spalla, le mani di lui dentro la sua maglietta, sotto il maglione viola, strizzano i seni.

Ci sono dei bei quadri, ma non li guardano. Il buio dicembrino fuori dalla porta finestra è una parete opaca.

Lei non dice una parola, ma si scioglie dall'abbraccio, passa nell'anticamera, da li nella camera da letto e poi nell'angolo doccia, piastrellato, che sporge fuori dall'abitazione. Uno scorcio di nuvole nere nel finestrino.

Lui l'ha seguita nella camera da letto, riceve la cintura dalle sue mani.

"Spogliati adesso. "

Lei esegue, i suoi polsi vengono legati assieme dietro la schiena, è spugna morbida e bianca. Non fa male.

Bianca come la barba di lui, che contrasta con la maglietta nera.

"Non abbassare gli occhi "

Lei si lascia guardare, nuda, eretta, vuole dimenticare i dubbi che ha sempre avuto sul proprio aspetto.
Poi, intuendo cosa vuole lui, si lascia cadere di schiena sul letto.
Non ha ancora detto una parola.

Il suo amante apre il cassetto del comodino di fianco al letto, estrae una catena con due morsetti alle estremità.
Gli occhi di lei hanno un lampo che non può essere nascosto.

Lo ha sopra di lei adesso, schiacciata dal suo peso, accoglie tra i seni una nerchia dura, rigida.

I morsetti si chiudono sui capezzoli e il dolore acuto le strappa un sospiro, non voleva altro, succhia le dita dell'uomo, che intanto usa il cazzo per strattonare la catena.

È una di quelle cose che a pensarci a mente fredda farebbero ridere, ma quando ci si è dentro cambia tutto, lei sente solo i morsi freddi, e ogni fitta scende fino alle gambe, come se avesse un terzo morsetto sul clitoride. Non c'è, eppure lo sente.

" Lo vorresti adesso ? "

" Si padrone. '
Finalmente si può sentire la sua voce. Meno acuta di quanto si potesse pensare.

" E dove. Bocca ? Figa ? Dove. "

" Dove vuoi tu. "

" Pensi di meritarlo ? "

Le pupille di lei si restringono. Il suo vero io si manifesta per un attimo in un mezzo sorriso. Si capisce cosa vorrebbe rispondere.

" No. "

" Vedi quella sedia ? Sotto la giacca c'è una cintura rossa con i rilievi."

Per il fatto che lei è quel che è, non c'è bisogno di dire altro. Si sfila da sotto di lui, va alla sedia, anche con le mani legate riesce a recuperare la cintura giusta. La durezza del cuoio e i rilievi come denti di una lima non le lasciano dubbi.

Consegna la cintura nelle mani dell'amante e riprende la posizione di prima.

Il primo colpo arriva sul solco tra i seni. Lui colpisce secco, lascia un attimo fermo il polso per trasferire tutto l'urto, poi con una torsione la fa strisciare sulla pelle.
Il secondo colpo cade sull'ombelico. Il terzo sotto il monte di venere.
Lei sente una lacrima scorrere, calda, ma continua a offrirsi.

" Girati adesso. "

Lei si sistema in ginocchio, sedere in alto e viso schiacciato sulla coperta. La morde con un altro sospiro.
La catena appesa ai suoi capezzoli sembra improvvisamente così pesante.

È così bagnata che a malapena lo sente entrare, ma sente la mano da sotto premere il pube e strusciare la parte anteriore contro quell'affare duro dentro di lei.
Così come stridono i colpi della cintura sulle sue chiappe e sulle braccia legate che coprono la schiena.

Non conta i colpi. Non c'è una parola segreta che possa salvarla.
Ma lei alza ancora più in alto il sedere per riceverne di più, e questo è tutto quel che serve sapere.
scritto il
2024-12-30
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