Rottura dello status quo
di
Serena Rossi
genere
sentimentali
L'ostracismo nei miei confronti era il dato oggettivo successivo al nostro ultimo incontro. Non che andasse meglio a Luisa l'unica con cui avevo ancora una frequentazione. La incontravo quotidianamente nel bar vicino al suo ufficio per un aperitivo al termine della giornata lavorativa.
Qui mi aveva confidato che il Master organizzava almeno tre incontri settimanali con slave usa e getta, una addirittura l' aveva vista due volte, contro ogni sua abitudine.
La sborra era solo ed esclusivamente per loro e mai per lei.
Luisa poteva essere solo cameriera e spettatrice di quegli incontri carnali. Di più, Andrea l'aveva esclusa anche dal talamo dovendosi accontentare della cameretta degli ospiti.
Non la sfiorava nemmeno con un dito e non desiderava essere toccato.
Una sera mentre lei era intenta a leggere un libro seduta in poltrona lo vide masturbarsi sul divano, incominciò a fissarlo con occhi imploranti e pieni di desiderio.
Lui la gelo', "puoi guardarmi ma non puoi toccarti!"
"Andrea mi concedi almeno la tua sborra?"
Ricevette un secco no stizzito. Venne in un pezzo di carta, era come sempre tanta, densissima, una gioia per gli occhi e per il palato se solo avesse potuta averla. Buttò il pezzo di carta nel wc in modo che lei non potesse recuperarlo più tardi.
Luisa nella solitudine del suo letto si masturbo' con disperazione finché non la colse il sonno.
Una sera davanti al nostro aperitivo decido di affrontarla.
"Tesoro sono da sempre una persona analitica, per carattere e per obblighi lavorativi. Ho riflettuto a lungo, questa vita che conduciamo ma che conduci soprattutto tu non ha più senso.
In questi quattro anni hai lasciato tutto per lui e guarda come ti ritrovi..
Porto con me un senso di colpa enorme, forse se non mi fossi intromessa adesso non saresti a questo punto."
Sfiora con l'indice le mie labbra come a tacermi, ha gli occhi che si stanno rigando di lacrime, "non voglio perderti Camilla".
Le sposto il dito, appoggio il palmo della mano sul suo viso, le do una carezza e dopo averle dato un bacio la fisso nei suoi occhioni, "cara Luisa non voglio perderti nemmeno io.."
Accenna un sorriso dolcissimo, le tengo la mano sul mio petto per farle percepire il mio batticuore.
"E allora Luisa dobbiamo a tutti i costi forzare questo stato di cose, rompere lo stallo. Siamo due Troie ma è giunto il momento che lui prenda una decisione, che svolti definitivamente. Vogliamo essere sue ma in certo modo lui deve essere "nostro". Ci vuole entrambe? E allora sia, ma non più a queste condizioni. Vogliamo godere con lui, di lui anche con le altre. Desideriamo la sua infinita perversione creativa ma dobbiamo essere le Troie elette, le Api Regine di questo menage erotico sessuale, riconosciute come tali!
Credimi, solo rischiando di perderci possiamo farlo cambiare. Pensaci, ciò che è successo nelle ultime settimane, come si è comportato e come agisce è dettato dai suoi timori, dalle sue debolezze che noi abbiamo visto.
E ora di rischiare, ho il gioco cambia oppure lo perderemo, scenario assolutamente possibile, non è più procrastinabile la scelta."
Mi guarda interdetta, ciò che ha paura di aver capito vuole sentirmelo dire. "Scusami Camilla, ma esattamente cosa mi stai proponendo?"
"Luisa devi lasciare quella casa!"
Mi interrompo per darle il tempo di incassare il pugno allo stomaco che le toglie il fiato. Adesso è colta da un pianto singulto, trema in maniera vistosa come una foglia autunnale.
"Luisa lascerò anche io casa mia, ho trovato un piccolo appartamento, un bilocale, non ci serve altro di più. Butto al vento tutto anche io, ripartiremo da noi due, saremo la forza l'una dell' altra. Vedrai possiamo farcela, non dobbiamo temere il futuro."
"Fra tre giorni mi hai detto prima che sarà fuori con i suoi amici, quello sarà il momento. Mi farò trovare sotto casa alle 21, caricheremo ciò che vuoi prendere e ci sistemeremo."
La bacio con trasporto, con desiderio, voluttà, per infonderle coraggio.
Le metto una mano in mezzo alle gambe e lei fa altrettanto. Trovo le sue labbra grosse, spesse, sporgenti, così diverse dalle mie, sicuramente è una sua caratteristica che con le pratiche riservatele dal Master in questi anni ha ulteriormente sviluppate.
"Sei vicina tesoro?" Le chiedo e lei annuisce. "Anche io..". Viene poco prima lei di me.
Sono passate le 21 da dieci minuti, sono in macchina, nell' appartamento la luce è accesa, temo che non abbia il coraggio. Invece dopo cinque minuti la vedo arrivare.
Il nostro viaggio è un oceano di silenzio, forse ci stiamo chiedendo entrambe verso quale vita stiamo andando, difficile dirlo, quello che è certo è cosa stiamo lasciando.
Solo giunte in casa ci sciogliamo in un abbraccio liberatorio. Mente lei da le spalle alla porta finestra io posso vedere la strada sottostante ed è in quel momento che lo vedo.
L'ha seguita, forse ha inserito un gps nei suoi effetti personali.
È uno sguardo difficile da interpretare, impenetrabile è forse l'aggettivo più calzante.
Bacio Luisa mentre lui continua a fissarci.
Qui mi aveva confidato che il Master organizzava almeno tre incontri settimanali con slave usa e getta, una addirittura l' aveva vista due volte, contro ogni sua abitudine.
La sborra era solo ed esclusivamente per loro e mai per lei.
Luisa poteva essere solo cameriera e spettatrice di quegli incontri carnali. Di più, Andrea l'aveva esclusa anche dal talamo dovendosi accontentare della cameretta degli ospiti.
Non la sfiorava nemmeno con un dito e non desiderava essere toccato.
Una sera mentre lei era intenta a leggere un libro seduta in poltrona lo vide masturbarsi sul divano, incominciò a fissarlo con occhi imploranti e pieni di desiderio.
Lui la gelo', "puoi guardarmi ma non puoi toccarti!"
"Andrea mi concedi almeno la tua sborra?"
Ricevette un secco no stizzito. Venne in un pezzo di carta, era come sempre tanta, densissima, una gioia per gli occhi e per il palato se solo avesse potuta averla. Buttò il pezzo di carta nel wc in modo che lei non potesse recuperarlo più tardi.
Luisa nella solitudine del suo letto si masturbo' con disperazione finché non la colse il sonno.
Una sera davanti al nostro aperitivo decido di affrontarla.
"Tesoro sono da sempre una persona analitica, per carattere e per obblighi lavorativi. Ho riflettuto a lungo, questa vita che conduciamo ma che conduci soprattutto tu non ha più senso.
In questi quattro anni hai lasciato tutto per lui e guarda come ti ritrovi..
Porto con me un senso di colpa enorme, forse se non mi fossi intromessa adesso non saresti a questo punto."
Sfiora con l'indice le mie labbra come a tacermi, ha gli occhi che si stanno rigando di lacrime, "non voglio perderti Camilla".
Le sposto il dito, appoggio il palmo della mano sul suo viso, le do una carezza e dopo averle dato un bacio la fisso nei suoi occhioni, "cara Luisa non voglio perderti nemmeno io.."
Accenna un sorriso dolcissimo, le tengo la mano sul mio petto per farle percepire il mio batticuore.
"E allora Luisa dobbiamo a tutti i costi forzare questo stato di cose, rompere lo stallo. Siamo due Troie ma è giunto il momento che lui prenda una decisione, che svolti definitivamente. Vogliamo essere sue ma in certo modo lui deve essere "nostro". Ci vuole entrambe? E allora sia, ma non più a queste condizioni. Vogliamo godere con lui, di lui anche con le altre. Desideriamo la sua infinita perversione creativa ma dobbiamo essere le Troie elette, le Api Regine di questo menage erotico sessuale, riconosciute come tali!
Credimi, solo rischiando di perderci possiamo farlo cambiare. Pensaci, ciò che è successo nelle ultime settimane, come si è comportato e come agisce è dettato dai suoi timori, dalle sue debolezze che noi abbiamo visto.
E ora di rischiare, ho il gioco cambia oppure lo perderemo, scenario assolutamente possibile, non è più procrastinabile la scelta."
Mi guarda interdetta, ciò che ha paura di aver capito vuole sentirmelo dire. "Scusami Camilla, ma esattamente cosa mi stai proponendo?"
"Luisa devi lasciare quella casa!"
Mi interrompo per darle il tempo di incassare il pugno allo stomaco che le toglie il fiato. Adesso è colta da un pianto singulto, trema in maniera vistosa come una foglia autunnale.
"Luisa lascerò anche io casa mia, ho trovato un piccolo appartamento, un bilocale, non ci serve altro di più. Butto al vento tutto anche io, ripartiremo da noi due, saremo la forza l'una dell' altra. Vedrai possiamo farcela, non dobbiamo temere il futuro."
"Fra tre giorni mi hai detto prima che sarà fuori con i suoi amici, quello sarà il momento. Mi farò trovare sotto casa alle 21, caricheremo ciò che vuoi prendere e ci sistemeremo."
La bacio con trasporto, con desiderio, voluttà, per infonderle coraggio.
Le metto una mano in mezzo alle gambe e lei fa altrettanto. Trovo le sue labbra grosse, spesse, sporgenti, così diverse dalle mie, sicuramente è una sua caratteristica che con le pratiche riservatele dal Master in questi anni ha ulteriormente sviluppate.
"Sei vicina tesoro?" Le chiedo e lei annuisce. "Anche io..". Viene poco prima lei di me.
Sono passate le 21 da dieci minuti, sono in macchina, nell' appartamento la luce è accesa, temo che non abbia il coraggio. Invece dopo cinque minuti la vedo arrivare.
Il nostro viaggio è un oceano di silenzio, forse ci stiamo chiedendo entrambe verso quale vita stiamo andando, difficile dirlo, quello che è certo è cosa stiamo lasciando.
Solo giunte in casa ci sciogliamo in un abbraccio liberatorio. Mente lei da le spalle alla porta finestra io posso vedere la strada sottostante ed è in quel momento che lo vedo.
L'ha seguita, forse ha inserito un gps nei suoi effetti personali.
È uno sguardo difficile da interpretare, impenetrabile è forse l'aggettivo più calzante.
Bacio Luisa mentre lui continua a fissarci.
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