Viaggio in autobus
di
RackHammer
genere
etero
Sono un uomo di una certa età.
Non mi reputo vecchio ma, diciamo che l’agognata pensione non è più un così lontano miraggio.
Quella mattina esco di casa per andare a lavoro, la sera prima avevo dovuto lasciare l’auto dal meccanico per l’annuale controllo e quindi per arrivare in ufficio mi toccava usare l’autobus.
I biglietti li avevo presi il giorno prima, quindi me ne andai direttamente alla fermata.
Non c’erano molte persone alla fermata e mi illusi pensando ad un viaggio tranquillo.
Dopo una attesa interminabile finalmente il mezzo arriva ed è già quasi pieno.
Timbro e, rassegnato a farmi il viaggio in piedi, mi sposto verso il centro del mezzo in modo da non essere tra i piedi di chi sale e scende.
Alla fermata successiva sale altra gente e la situazione peggiora.
Mi ritrovo contro il bordo, con due ragazze davanti quasi contro di me.
Le squadro un attimo. Mi danno entrambe le spalle. Sono giovani con un fisico niente male, soprattutto il culo che è messo in evidenza dai pantaloni attillati che ne risaltano le forme.
Mi vengono in mente quei porno dove un tizio sui mezzi pubblici, sfruttando la folla, inizia a palpare una ragazza fino a farla eccitare e venire.
Sposto la mano con cui tengo la borsa dietro la schiena e quella con cui mi tengo più in alto.
Certe cose vanno bene solo nei film, nella realtà è meglio evitarle anche solo per sbaglio.
L’autobus arriva ad un semaforo e frena in modo brusco.
Una delle due ragazze davanti mi viene addosso.
Mi ritrovo con i sui capelli in faccia e il suo bel culo premuto contro il mio membro che, a causa dei pensieri di poco prima, era già con una parziale erezione.
La ragazza mi butta un occhiata, si scusa e si stacca da me.
La vedo dire qualcosa all’orecchio dell’amica che mi da una rapida occhiata.
Si mettono a ridacchiare.
Io faccio finta di niente e mi metto a guardare da un altra parte ma continuo ad osservarle con la coda dell’occhio.
Alla curva successiva mi ritrovo ancora contro la ragazza di prima, anche se la curva non era stata poi così brusca.
Si scusa di nuovo, questa volta sorridendomi e torna a parlottare con l’amica.
Altre risatine, poi l’amica le dice qualcosa e noto che si spostano un po’.
Altro semaforo. L’autobus sobbalza leggermente e l’altra ragazza mi viene addosso.
Sento le sue natiche premere e strusciarsi contro il membro un attimo di troppo per essere casuale.
Ride, si scusa e si stacca.
Tornano a parlare tra di loro dandomi qualche occhiatina.
Si stanno divertendo a stuzzicarmi? Forse dal loro punto di vista mi stanno prendendo in giro.
Di sicuro sono riuscite a farmelo diventare duro per bene.
Faccio mente locale sulla strada. Prima della mia fermata ci sono ancora due rotatorie, mi chiedo che intenzioni avranno.
Alla prima, la seconda ragazza mi si appoggia di nuovo contro.
Questa volta mi irrigidisco e glielo faccio sentire per bene tra i glutei.
Devo averla colta di sorpresa perché quando si volta a guardarmi è rossa in viso e farfuglia il solito scusa.
Torna dall’amica, le dice qualcosa, per risposta la fa spostare.
La prossima vuole essere lei?
Alla rotonda mi si appoggia come mi aspettavo.
Faccio come prima e lo faccio sentire bene anche a lei.
Quando si volta per scusarmi mi sorride e mi fa l’occhiolino.
Siamo quasi alla mia fermata. Mi sposto verso le porte.
Passando dietro di loro faccio strofinare la mano con cui tengo la borsa contro i loro bei culi e le supero.
Non mi volto a guardarle ma le sento ridere.
Alla fermata scendo.
Non me li ricordavo così interessanti i viaggi in autobus.
Non mi reputo vecchio ma, diciamo che l’agognata pensione non è più un così lontano miraggio.
Quella mattina esco di casa per andare a lavoro, la sera prima avevo dovuto lasciare l’auto dal meccanico per l’annuale controllo e quindi per arrivare in ufficio mi toccava usare l’autobus.
I biglietti li avevo presi il giorno prima, quindi me ne andai direttamente alla fermata.
Non c’erano molte persone alla fermata e mi illusi pensando ad un viaggio tranquillo.
Dopo una attesa interminabile finalmente il mezzo arriva ed è già quasi pieno.
Timbro e, rassegnato a farmi il viaggio in piedi, mi sposto verso il centro del mezzo in modo da non essere tra i piedi di chi sale e scende.
Alla fermata successiva sale altra gente e la situazione peggiora.
Mi ritrovo contro il bordo, con due ragazze davanti quasi contro di me.
Le squadro un attimo. Mi danno entrambe le spalle. Sono giovani con un fisico niente male, soprattutto il culo che è messo in evidenza dai pantaloni attillati che ne risaltano le forme.
Mi vengono in mente quei porno dove un tizio sui mezzi pubblici, sfruttando la folla, inizia a palpare una ragazza fino a farla eccitare e venire.
Sposto la mano con cui tengo la borsa dietro la schiena e quella con cui mi tengo più in alto.
Certe cose vanno bene solo nei film, nella realtà è meglio evitarle anche solo per sbaglio.
L’autobus arriva ad un semaforo e frena in modo brusco.
Una delle due ragazze davanti mi viene addosso.
Mi ritrovo con i sui capelli in faccia e il suo bel culo premuto contro il mio membro che, a causa dei pensieri di poco prima, era già con una parziale erezione.
La ragazza mi butta un occhiata, si scusa e si stacca da me.
La vedo dire qualcosa all’orecchio dell’amica che mi da una rapida occhiata.
Si mettono a ridacchiare.
Io faccio finta di niente e mi metto a guardare da un altra parte ma continuo ad osservarle con la coda dell’occhio.
Alla curva successiva mi ritrovo ancora contro la ragazza di prima, anche se la curva non era stata poi così brusca.
Si scusa di nuovo, questa volta sorridendomi e torna a parlottare con l’amica.
Altre risatine, poi l’amica le dice qualcosa e noto che si spostano un po’.
Altro semaforo. L’autobus sobbalza leggermente e l’altra ragazza mi viene addosso.
Sento le sue natiche premere e strusciarsi contro il membro un attimo di troppo per essere casuale.
Ride, si scusa e si stacca.
Tornano a parlare tra di loro dandomi qualche occhiatina.
Si stanno divertendo a stuzzicarmi? Forse dal loro punto di vista mi stanno prendendo in giro.
Di sicuro sono riuscite a farmelo diventare duro per bene.
Faccio mente locale sulla strada. Prima della mia fermata ci sono ancora due rotatorie, mi chiedo che intenzioni avranno.
Alla prima, la seconda ragazza mi si appoggia di nuovo contro.
Questa volta mi irrigidisco e glielo faccio sentire per bene tra i glutei.
Devo averla colta di sorpresa perché quando si volta a guardarmi è rossa in viso e farfuglia il solito scusa.
Torna dall’amica, le dice qualcosa, per risposta la fa spostare.
La prossima vuole essere lei?
Alla rotonda mi si appoggia come mi aspettavo.
Faccio come prima e lo faccio sentire bene anche a lei.
Quando si volta per scusarmi mi sorride e mi fa l’occhiolino.
Siamo quasi alla mia fermata. Mi sposto verso le porte.
Passando dietro di loro faccio strofinare la mano con cui tengo la borsa contro i loro bei culi e le supero.
Non mi volto a guardarle ma le sento ridere.
Alla fermata scendo.
Non me li ricordavo così interessanti i viaggi in autobus.
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