Estate
          
            
              di
Serena Rossi
            
            
              genere
poesie
            
          
        
        
          Era un venerdì. Un'estate torrida.
Un sole opprimente, un vento che renderebbe sordi.
Una spiaggia affollata. Una folla spettacolare.
Una moltitudine di corpi vestiti con orribili costumi da bagno.
Dritto davanti, il mare immenso e intimidatorio.
Dietro una diga, alcuni bar vecchio stile, affollati, inondati da striduli richiami di uccelli,
e tanto cemento quanti sono i turisti maleducati.
Una visione infernale, insomma, da cui devi fuggire in fretta,
un quadro pieno di sporcizia e osservazioni eccessivamente tristi,
capitalismo duro, sporcizia sconfinata.
Ti viene un'idea: camminare. Cammina lungo la spiaggia.
Vai il più lontano possibile. Inizia a sognare a occhi aperti.
Prendi in ostaggio tutti i tuoi sogni uno per uno.
Incontra un brutto sogno e poi distruggilo.
Torna in te: la spiaggia è deserta,
o quasi. In lontananza, dietro, la folla di persone.
Davanti a te, alcuni corpi nudi, sdraiati e inerti.
Perché no. Pensa per mezzo secondo.
Metti giù la borsa. Togli il resto.
Fuma una sigaretta. Guardati intorno:
Un uomo che si applica la crema solare
Sul corpo mentre fissa la tua fica senza esitazione.
Volgare e ripugnante. Distogli lo sguardo.
Dall'altra parte, vedi da sei metri
Un orribile parasole i cui motivi antiquati
nascondono malamente un uomo
che penetra coraggiosamente la moglie. Volgare ed eccitante.
Cambia posizione per ammirare la scena
Afferra un'erezione dura in un istante.
Senti gemiti. La coppia impazzisce.
Accarezza la tua fica. Accelera, massaggia
Le tue labbra gonfie e bagnate in un conciso avanti e indietro.
Guarda oltre senza stancarti.
Improvvisamente, c'è silenzio. Poi, qualcuno ti dice: "Avvicinati
, cara". Senti il sangue gelarsi.
Una bella risata soffocata. Una seconda, più profonda.
Attraversa l'ombrellone, nuda, rigida e sopraffatta.
Ora, chiaramente, con voce molto soave:
"Dai, non essere timida". Avvicinati un po' di più.
Meraviglia del desiderio, opulenta fantasticheria.
Un sorriso e le parole: "Ti piace? Se vuoi,
vieni su di me." Fantasia. Carezze lunghe e lente.
La punta della lingua che sfiora un glande già in fiamme.
Morbidezza calda e umida. Bocca succulenta.
Trema, gemi, soddisfati in queste due mani esperte.
Gemi di nuovo. Senti le tue gambe abbandonarti
E cadere in ginocchio. Infine, suona l'allarme.
Esplodi. Un succo denso che scorre dal suo cazzo.
Un orgasmo memorabile che si abbatte sui
seni morbidi di una donna matura.
        
        Un sole opprimente, un vento che renderebbe sordi.
Una spiaggia affollata. Una folla spettacolare.
Una moltitudine di corpi vestiti con orribili costumi da bagno.
Dritto davanti, il mare immenso e intimidatorio.
Dietro una diga, alcuni bar vecchio stile, affollati, inondati da striduli richiami di uccelli,
e tanto cemento quanti sono i turisti maleducati.
Una visione infernale, insomma, da cui devi fuggire in fretta,
un quadro pieno di sporcizia e osservazioni eccessivamente tristi,
capitalismo duro, sporcizia sconfinata.
Ti viene un'idea: camminare. Cammina lungo la spiaggia.
Vai il più lontano possibile. Inizia a sognare a occhi aperti.
Prendi in ostaggio tutti i tuoi sogni uno per uno.
Incontra un brutto sogno e poi distruggilo.
Torna in te: la spiaggia è deserta,
o quasi. In lontananza, dietro, la folla di persone.
Davanti a te, alcuni corpi nudi, sdraiati e inerti.
Perché no. Pensa per mezzo secondo.
Metti giù la borsa. Togli il resto.
Fuma una sigaretta. Guardati intorno:
Un uomo che si applica la crema solare
Sul corpo mentre fissa la tua fica senza esitazione.
Volgare e ripugnante. Distogli lo sguardo.
Dall'altra parte, vedi da sei metri
Un orribile parasole i cui motivi antiquati
nascondono malamente un uomo
che penetra coraggiosamente la moglie. Volgare ed eccitante.
Cambia posizione per ammirare la scena
Afferra un'erezione dura in un istante.
Senti gemiti. La coppia impazzisce.
Accarezza la tua fica. Accelera, massaggia
Le tue labbra gonfie e bagnate in un conciso avanti e indietro.
Guarda oltre senza stancarti.
Improvvisamente, c'è silenzio. Poi, qualcuno ti dice: "Avvicinati
, cara". Senti il sangue gelarsi.
Una bella risata soffocata. Una seconda, più profonda.
Attraversa l'ombrellone, nuda, rigida e sopraffatta.
Ora, chiaramente, con voce molto soave:
"Dai, non essere timida". Avvicinati un po' di più.
Meraviglia del desiderio, opulenta fantasticheria.
Un sorriso e le parole: "Ti piace? Se vuoi,
vieni su di me." Fantasia. Carezze lunghe e lente.
La punta della lingua che sfiora un glande già in fiamme.
Morbidezza calda e umida. Bocca succulenta.
Trema, gemi, soddisfati in queste due mani esperte.
Gemi di nuovo. Senti le tue gambe abbandonarti
E cadere in ginocchio. Infine, suona l'allarme.
Esplodi. Un succo denso che scorre dal suo cazzo.
Un orgasmo memorabile che si abbatte sui
seni morbidi di una donna matura.
            
            
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