Il vero dolore ai piedi

di
genere
sadomaso

Si crede che la tortura ai piedi siano le frustate, la bastonate, il cos'ì detto bastinado.
La vera tortura ai piedi è tutt'altro.
Per noi feticisti della tortura dei piedi non c'è niente di meglio che percorrerre il ballast di una ferrovia.
Ho avuto un appuntamento con della gente che dietro pagamento mi avrebbe fatto soffrire come una bestia.
Mi avevano illustrato il loro metodo e chiesto il loro prezzo.
La cosa mi eccitava, pagai via telematica quanto richiesto.
E la sera prevista mi trovai all'appuntamento.
L'appuntamento era previsto presso una ferrovia abbandonata.
Quando arrivai e venne verificato il mio pagamento mi fecero spogliare nuda, poi mi legarono le mani dietro la schiena e mi misero un bavaglio in bocca.
Nuda oscenamente esposta mi disserò che avrei fatto il trattamento insieme ad una altra cliente.
La tizia arrivò dopo pochi minuti, venne verificato il suo pagamento e venne fatta spogliare e legata come me.
Ci guardammo incuriosite.
Senz'altro pronte a condividere la stessa esperienza.
Restò solamente un tizio mentre gli altri se ne andarono a godere i nostri soldi.
Renato come disse di chiamarsi ci invitò a salire al centro di quella ferrovia abbandonata.
Dopo i primi passi capii che sarebbe stato un calvario.
La ghiaia della ferrovia mi schiantava i piedi e già dai primi passi cominciai a gemere ed a lacrimare per il dolore.
La mia compagna si comportava alla stessa maniera, gemendo e piangendo per il dolore.
Ma avevamo pagato per un trattamento completo; Renato ci indusse a continuare su quella strada di tormento.
Ogni passo era una sofferenza terribile; la ghiaia spigolosa straziava i nostri piedi.
Camminavo su quel tormento lacrimando per il dolore temevo di non riuscire ad andare avanti, sbavavo e lacrimavo per il dolore.
Le asperità di quella ghiaia erano veramente terribili, nessun bastinado era paragonabile a quel tormento.
Dubitavo di poter resistere e di allontarmi dalla ferrovia ma mi resi conto che mi stavo eccitando quel dolore mi piaceva ed il mio cazzo era sempre più duro ed eretto.
Dopo alcune centinaia di metri percorse nel tormento Renato disse che il suo impegno era finito; ci liberò le mani e ci abbandonò.
Io e la misteriosa ragazza doloranti come bestie adagiate al suolo cominciammo a masturbarci furiosamente.
Una volta calmati facemmo le presentazioni lei si chiamava Cinzia ed era una masochista cosa ovvia.
Io ero di nuovo eccittata e penso che anche lei lo fosse; infoiato la presi con violenza, godei dentro di lei guardando il suo sguardo enigmatico ma che senz'altro sembrava apprezzare la violenza che le facevo ed avvertii che la sua era contenta.
Nude e doloranti con i piedi massacrati raggiungemmo le macchine; ci concedemmo una sigaretta, sedute per terra nude con le spalle alle macchine.
Cominciammo a scambiare quattro chiacchiere per conoscerci meglio.
Le quattro chiacchiere diventarono molto lunghe, scambiandoci tutte le nostre personalità.
Verso l'alba, dopo aver consumato una caterva di sigarette e di chiacchiere, facemmo l'amore ancora una volta.
Stavolta non la presi con tanta violenza come qualche ora fà, cosa che comunque le era piaciuta; ma la asseccondai per farla godere.
Terminato il nostro piacere ci avviammo alle macchine scambiandoci i recapiti per incontrarci ancora.


scritto il
2025-09-21
5 4
visite
1
voti
valutazione
7
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Conoscenze estive
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.