Sussidio didattico
di
Tato
genere
bondage
Poi improvvisamente mi venne in mente che Tato mi aveva appena ringraziato per averlo rimesso a posto per la seconda volta. Così interruppi il piacevole contatto con le sue labbra per chiedergli:” Come sarebbe che ti ho rimesso a posto per due volte e come hai fatto a scoprirlo amore?” .
Quando rinvenni dal quinto KO subito in quella giornata, sentivo Clara che trafficava con la serratura della manetta di castità che portavo e contemporaneamente mi sentì più sollevato. Non avevo più il limone di Sorrento infilato su per il culo, pure le manette serra pollici e le mollette erano sparite. Mi sentivo ancora come se fossi stato investito due volte da un taxi, ma senza i tormenti e soprattutto senza più il limone di Sorrento nel culo. Non provavo più quella spiacevole e fastidiosa sensazione di venire sodomizzato da un rinoceronte.
A quel punto Clara mi ha detto che era finita, che dovevamo solo più uscire dall’ istituto e poi con la sua magia mi avrebbe guarito istantaneamente. Mi feci forza e con il suo aiuto, uscì finalmente dall’ istituto di produzione e punizione. Non appena le è stato possibile il mio amore mi ha tolto finalmente il balgag, immediatamente mi ha baciato e mentre lo faceva mi sono sentito inebriato come non mi era mai capitato prima. È stato breve, brevissimo ma intenso, catartico e risanante. In un’ attimo sono passato dall’ abisso di dolore in cui ero sprofondato alla completa e totale guarigione.
È stato incredibile ero di nuovo in piedi ed a quel punto mi è tornato in mente, quando anni prima Clara era entrata nella mia vita. Allora ero costretto su di una sedia a rotelle dopo essere stato investito da un taxi e secondo i medici sarei dovuto restarci su quella maledetta sedia a rotelle. Invece ogni volta che ero vicino alla mia Fata sentivo una sottile sensazione di inebriamento e piano piano mi rimisi in piedi. Per i medici che mi avevano in cura fu un miracolo. Io già allora mi ero convinto, che la causa della mia guarigione era stata Clara. Adesso ne sono certo, perché la stessa sensazione inebriante che allora percepivo appena, quando ero in sua presenza. La ho sentita pervadermi come un ciclone oggi quando il mio fatato amore mi ha baciato guarendomi all’ istante.
Dopo che mi ha tolto la benda, ho finalmente potuto posare lo sguardo sulla stella polare che segue la bussola del mio cuore ed era magnifica. I miei occhi indugiarono a lungo sulla sua sinuosa figura, fasciata in pelle nera. Nonostante la spiacevole esperienza che avevo avuto con le tormentatrici, la divisa che indossavano era adorata dal feticista che è in me. Vedere la mia Fata con indosso quella divisa mi scombussolava piacevolmente, adesso aveva un giubbotto di pelle nera sopra la camicia, si era rimessa il cappello e portava ancora i guanti. La guardai a lungo e con attenzione, volevo memorizzare quella sua immagine ed averla impressa nella memoria per sempre. Dall’ alto al basso me la mangiai con gli occhi. Soffermandomi in fine sui cuissardes dal tacco a spillo vertiginoso che calzava e che trovavo divini. Poi spostai il mio sguardo verso i miei piedi completamente e sorprendente sani ma ancora fasciati con degli stracci bianchi intrisi di sangue e scoprì che fine aveva fatto la camicia della divisa, che Clara si era tolta prima di portarmi nel suo spogliatoio. Lo feci presente al mio amore, ringraziandola per avermi guarito per la seconda volta e poi le chiesi un’ altro bacio. Oddio avrei voluto anche mettere le mani addosso a lei ed a tutto quel bendidio che si portava appresso. Essendo però ancora strettamente legato, con i polsi ammanettati dietro la schiena ed incatenati all’addome. I gomiti erano anche loro ammanettati con un paio di manette la cui catena di collegamento era lunga una cinquantina di centimetri, come quella che collegava le manette che univano le mie caviglie. Così dovetti accontentarmi di un bacio, che lei immediatamente mi diede. Intanto il mio soldatino stava preparando un apocalittico presentatarm, per salutare il suo ingresso nel mondo delle Fate
Stavamo ancora baciandoci, quando Ezada e Julie ci sono passate vicino blaterando tra di loro. Fu un quel momento che Clara interruppe il nostro bacio bruscamente chiedendomi come avevo scoperto che mi aveva già aiutato con la sua magia.
“ Quando ci siamo conosciuti anni fa, ero destinato a passare il resto della mia vita su di una sedia a rotelle, almeno secondo i medici che mi avevano in cura. Poi i miei genitori hanno insistito perché ti conoscessi. Nonostante mi fossi chiuso in me a causa della menomazione subita e non volessi vedere nessuno. Ho accettato di conoscerti per farli contenti, ma dalla prima volta che mi hai sorriso mi sono perdutamente innamorato di te. Ogni volta che ci vedevamo, mi sentivo meglio, ero sottilmente inebriato dalla tua presenza. Ho avuto la stessa sensazione poco fa quando mi hai baciato, solo che oggi è stata prorompente e non sottile. Fatto sta che dopo essere stato inebriato da te, ero guarito perfettamente, come tanti anni fa. Ancora grazie amore.”. Lei mi stava ancora abbracciando ed approfittando della nostra vicinanza la ho baciata con passione. Mentre il soldatino eseguiva il suo presentatarm.
Noi Fate purtroppo abbiamo la tendenza a sottovalutare le capacità intellettive umane. Con Tato mi capita anche senza volerlo, fino a quando con l’ arguzia che lo contraddistingue, lui mi ricorda che nell’ usare il cervello non è assolutamente inferiore a me. Ero felicemente abbracciata al mio uomo e mentre lo guardavo a bocca aperta, ancora stupita dalla sua scoperta. Approfittando della situazione lui mi ha baciata dimostrandomi che anche riguardo alla passione non è inferiore a me. Anche il suo soldatino come passione non era inferiore a nessuno, ed ha scelto proprio quel momento per farmelo notare. Con la sua gentile ma robusta pressione a livello inguinale, che ho sentito mentre abbracciavo il mio amore e che mi ha fatto quasi bagnare.
Distaccandomi da lui gli dissi:” Amore credo sia giunto il momento di portarti a casa nostra per farti vedere come la ho arredata ed in questo momento mi viene voglia di iniziare la visita dalla camera da letto. Su andiamo.”. e lo spinsi amichevolmente verso il parcheggio dove era posteggiata la mia macchina. Tato allora mi disse:” Però immaginavo che le misure dì contenzione a cui avrei dovuto sottostare nel tuo mondo fossero più restrittive. Invece adesso che sono distante da te un paio di metri, potrei scappare dalla tua custodia, se lo volessi.”.
“ Si certo nudo ed ammanettato come sei potresti scapparmi proprio lontano, no Tato tu adesso sei mio e lo sarai per il resto della tua vita.” gli risposi ed a scanso di equivoci lo agguantai per un braccio, lo feci salire a bordo della mia macchina e lo legai al sedile lato passeggero con una doppia cintura di sicurezza incrociata modificata in modo da incollarlo alla seduta.
Sono salita a mia volta in macchina e dopo essermi sistemata dietro al volante, sporgendomi verso il mio amore per controllare l’efficacia dei suoi legami gli ho detto:” Ecco adesso non puoi più scappare, però credo di riuscire a darti un motivo per non farlo.”. Poi dopo essermi tolta il cappello, mi sono avvicinata ulteriormente a lui, mi sono chinata sulla sue parti basse e gli ho fatto un pompino che lui ed il nostro soldatino non dimenticheranno facilmente. Dopodiché mi sono ripassata il rossetto sulle labbra, perché a furia di baci ed altre effusioni stava sparendo. Ho accarezzato Tato su di una guancia mentre gli sorridevo. Infine ho acceso la macchina e siamo partiti in direzione del nostro nido d’ amore, dove ho tutta l’ intenzione di continuare ad approfittare sessualmente del mio uomo. Intanto credo che mi divertirò a stuzzicarlo un po’ e lui legato come è non può fare niente per impedirmelo. Lo amo da impazzire, è nelle mie mani e posso fargli tutto quello che voglio, la qualcosa mi piace sempre di più.
Clara mi ha piacevolmente stupito con il servizietto che mi ha fatto. Perché sinceramente non mi aspettavo che le Fate facessero certe cose e così bene tra l’altro. Poi mi ha estasiato con la sua naturale grazia, esibita in un gesto semplice come ripassarsi il rossetto. Un fiore colore rubino è sbocciato sulle sue tumide e voluttuose labbra, mentre sorridendomi con una mano inguantata in pelle nera, soavemente mi accarezzava una guancia. Potrà sembrare strano, perché sono nudo, ammanettato, legato al sedile della macchina del mio amore ed alla sua totale mercé. Però sono proprio felice e follemente innamorato della mia Fata.
Distrattamente guardo fuori dal finestrino. Stiamo attraversando la periferia della città principale del mondo delle Fate. Gli edifici che ci circondano, hanno uno stile tutto loro, che ricorda vagamente il barocco con qualche influenza di gotico new age, ma i colori che li tingono sono sgargianti, principalmente viola, rosso o rosa nelle loro diverse tonalità. Praticamente un pool cromatico che farebbe venir mal di testa ad un daltonico. Per un po’ incuriosito dal paesaggio il mio sguardo è distratto. Poi però si fissa sulla mia compagna perché è di gran lunga l’immagine più bella che possa guardare. Si è tolta il cappello ed il sole tramontando, trae magnifici bagliori di oro antico dai suoi fluenti capelli biondi, acconciati in una lunga treccia. Adesso ha un paio di occhiali da sole a goccia con la montatura nera, che le conferiscono un’ aria misteriosa. Tanto che per un po’ mi sembra di essere prigioniero di Catwoman o di Eva Kant. Anziché della mia adorata Fata, che alla guida anche lei come le suddette icone femminili, non si fa problemi a pigiare sull’ acceleratore. Le sue mani inguantate di pelle nera sono sicure sul volante ed ogni tanto la destra si stacca da esso per appoggiarsi sulla mia coscia e pigramente stuzzicare il mio soldatino. Lo stuzzica fino a farlo inturgidire, per poi fermarsi proprio sul più bello. Allontanando la mano per cambiare la marcia, con un sorriso malandrino che le illumina il volto di gioia. Questo tira e molla potrebbe anche piacermi, se non fosse che l’ ultima mia minzione la ho fatta letteralmente in un altro mondo ed ora incomincio a sentire un certo stimolo. Acuito dal fatto che dopo aver lasciato la città siamo su di una sinuosa strada di campagna che scorre vicino ad un torrente impetuoso. Stoicamente provo a resistere. Dato che mi sembra poco carino pisciare contro un albero a lato strada, in un mondo così lindo e perfetto come può esserlo solo il mondo delle Fate che al momento ci ospita. Però anche la natura vuole la sua parte ed alla fine incominciando a sentire il solito pallone da basket che inizia a rimbalzarmi nel basso ventre, sono costretto a chiedere alla mia adorata carceriera: “ Amore mi sembra di capire che i tuoi progetti per il nostro futuro prossimo, includano anche il soldatino e la cosa ci rende felici ovviamente. Però mi duole farti notare che l’ultima volta in cui è stata cambiata l’acqua al pappagallo era in un altro mondo. Clara non vorrei sembrarti ripetitivo ma mi scappa di nuovo urgentemente. Non è che possiamo fermarci alla prossima stazione di servizio o bar, al fine di fare una scappata al cesso?”.
“ Mi dispiace Tato ma non ci sono stazioni di servizio né bar, questa è una strada secondaria poco trafficata. In mezz’ora saremo a casa credi di riuscire a resistere fino ad allora?”. Mi ha risposto prontamente Clara, incominciando a preoccuparsi per l’ incolumità del sedile a cui ero legato e che essendo in alcantara si sarebbe sicuramente inzuppato.
“ Temo di no amore, mi dispiace ma e meglio che ci fermiamo un’ attimo per una pausa pipi. Oltretutto qui ci sono parecchi alberi contro cui potrei pisciare, come un bravo cagnolino, anche se mi sarà difficile alzare la zampa con le caviglie ammanettate.”
A quanto pare ci tocca una fermata pipì, per fortuna che alla nostra destra c’è un punto panoramico con un’ area sosta annessa. Dopo avere parcheggiato e prima di liberare Tato dal sedile a cui lo ho legato, prendo dal bagagliaio un collare di cuoio nero con relativo guinzaglio fatto dello stesso materiale. Poi mettendo il collare al mio amore gli dico:” Ecco qua il mio cagnolino è pronto per la sua passeggiatina. Su scendi da bravo che ti porto a spasso.”. Lo ho liberato dal sedile a cui era legato, ho attaccato il guinzaglio al suo collare e ci siamo avvicinati ad una quercia secolare, contro il cui tronco Tato si è liberato dei suoi cataboliti liquidi. Il guinzaglio è lungo un paio di metri, permettendomi così di stare alla larga fa eventuali schizzi, poi lo ho tirato fino a portare il volto del mio uomo quasi a contatto col mio viso e gli ho infilato la lingua in bocca con prepotenza. Un vantaggio nel calzare stivali con il tacco a spillo di dodici centimetri è che sono alta come Tato e per baciarlo non devo mettermi in punta di piedi.
Stavamo ancora baciandoci appassionatamente, quando ho sentito il classico rumore che fa una macchina quando viaggia a bassa velocità con una gomma bucata. Mi sono girata a guardare ed ho visto un’ utilitaria fermarsi vicino al mio SUV. Dalla macchina sono uscite quelle due grasse stronze di Ezada e Julie, mentre discutevano animatamente tra loro. Ezada in particolare modo inveiva contro Julie, la cui guida poco convenzionale secondo lei aveva causato la foratura della gomma. Distratte dalla diatriba non si sono accorte di me e di Tato, hanno aperto il bagagliaio ed hanno tirato fuori la ruota di scorta e gli strumenti per cambiarla. Poi, apparentemente ignare della nostra, presenza hanno provato a cambiare la gomma. Decisamente con scarso successo, dato che non riuscivano nemmeno a svitare il primo bullone dei quattro che tenevano la ruota attaccata al mozzo. Le due stronze erano uno spettacolo decisamente ilare, mentre insultandosi vicendevolmente provavano a girare con la chiave il resistente bullone. Julie era arrivata al punto di mettersi a saltare a piè pari sul braccio della chiave per svitare il bullone, al secondo salto ha preso l’ equilibrio, cascando violentemente su di Ezada che le stava vicino e le due si sono date vicendevolmente una capocciata tremenda, finendo col rotolarsi in una pozza di fango. A quel punto sia io che Tato siamo scoppiati a ridere a crepapelle e le stronze sovrappeso si sono finalmente accorte della nostra presenza.
“ Tormentatrice capo Clara cosa fai qui con l’ anomalia e perché non è imbavagliato?”. Mi disse sgarbatamente Ezada mentre si massaggiava intorno ad un occhio dove la fronte di Julie la aveva colpita.
“ Ho paura che se non usi un po’ di magia per curarti, domani avrai un bell’ occhio nero tormentatrice assistente Ezada. Comunque per quanto riguarda il modo di gestire il mio uomo non è affare tuo, fintanto che è contenuto come prescritto con vincoli certificati dal consiglio delle Fate elette. Inoltre riguardo al bavaglio, in mancanza di cartelli che ne indichino l’ uso è mia facoltà decidere se è quando imbavagliare il mio compagno.”. Ho risposto ad un’ infangata e malconcia Ezada. A quel punto si è intromesso Tato che con un sorriso sulle labbra ha detto:” Forse posso aiutare io le signorine con quei bulloni troppo stretti. A volte basta fare forza nel modo giusto e si svitano facilmente.”. “ Amore sono certa che riusciresti a svitare quei bulloni con facilità, ma io non posso toglierti le manette.” Gli ho fatto presente.
“ Chi ha parlato di essere slegato tesoro, basta che tu mi porti vicino alla macchina ed inserisca la chiave sul bullone, al resto ci penso io.”. Mi ha risposto Tato e così ho fatto, sempre tenendolo per il guinzaglio. Lui ha impugnato la chiave con una delle mani che aveva ammanettate dietro la schiena e senza il minimo sforzo ha svitato il bullone, avendo cura di lasciarlo comunque fissato nel mozzo. Dopo aver fatto la stessa cosa per i restanti bulloni, si è rivolto garbatamente alle stronze che lo stavano guardando a bocca aperta. Stupite dalla sua forza, esibita con nonchalance, nonostante le disagiate condizioni in cui aveva agito. Ad essere onesti un po’ ha stupito pure me, dato che ritenevo impossibile fare una cosa del genere con le mani ammanettate dietro la schiena e fissate all’addome con una catena, però conoscendo la forza di Tato sono riuscita ad evitare di rimanere a bocca aperta. “ Gentili signorine se adesso alzate la macchina con il krick, magari riuscite a cambiare la gomma prima che il temporale, minacciato dai nuvoloni che ci stanno fluttuando sulla testa, si scateni. Naturalmente se avete ancora bisogno dei miei servizi sono a vostra disposizione.” Ha detto loro con un’ inchino, un po’ goffo tra l’altro ma legato come è non poteva fare di meglio.
Le due mentecatte infangate dopo essersi riprese dallo stupore e senza nemmeno ringraziarlo, hanno fatto come lui aveva loro consigliato. Combinando un casino, dato che sono riuscite a rompere la manovella del krick ed hanno ricominciato ad insultarsi vicendevolmente e pesantemente.
A risolvere la situazione ci ha pensato Tato, portandosi sul retro dell’utilitaria in corrispondenza del gancio traino. Poi sempre ammanettato come era, ha preso tra le mani il gancio ed ha alzato il posteriore della macchina senza nemmeno sudare, chiedendomi gentilmente: ” Clara amore credi di riuscire a cambiare la ruota adesso?”.
Io lo ho guardato esterrefatta da questa sua clamorosa dimostrazione di forza fisica, rimanendo a bocca aperta in compagnia delle due infangate deficienti che hanno immediatamente smesso di litigare. Dopo qualche istante per riprendermi e chiudere la bocca, ingenuamente gli ho chiesto:” Tato ma come fai a sollevare una macchina a mani nude?”.
Lui mi ha guardato e mi ha strizzato l’occhio dicendomi:” Magia “ aggiungendo che comunque non stava sollevando una macchina, ma solo parte di essa. Dallo stupore per il gesto del mio krick umano, sono rapidamente passata a mangiarmi con gli occhi tutti quei muscoli in funzione, piacevolmente eccitandomi un po’ .Fino a quando un fulmine ha lampeggiato nel cielo, seguito dal cupo brontolio di un tuono riportandomi alla realtà ed ho cambiato la gomma alla macchina delle stronze il più in fretta possibile, perché stava incominciando a piovere. Infine Tato dopo avere posato a terra la macchina, ha voluto dare una ulteriore stretta ai bulloni che fissano la ruota al mozzo, praticamente saldandoceli insieme.
Le due mentecatte si sono in parte riprese dallo stupore e quella stronza di Julie ha detto:” Con una forza del genere, anche se in catene, ritengo che la tua anomalia sia troppo pericolosa per girare nel nostro mondo. Farò presente la cosa a tua madre ed al consiglio delle Fate elette, puoi starne certa tormentatrice capo Clara.”.
“ Già e puoi stare anche certa che faremo di tutto per toglierlo dalla tua custodia e farlo rinchiudere nell’ istituto di produzione e punizione.”. Ha aggiunto quell’ altra stronza di Ezada.
Per niente preoccupata dalle vane minacce di quelle due dementi. Dato che io e Tato stavamo svolgendo un importantissimo esperimento, per conto e sotto la supervisione del consiglio delle Fate elette ed oltretutto avendo brillantemente superato la prove delle Fate adesso ufficialmente eravamo una coppia. Con un malcelato sorriso risposi a quelle ridicole Fate sovrappeso:” Fate pure se volete, prima però vi consiglio di darvi una ripulita, perché fate veramente schifo al momento. Sembrate due fattucchiere uscite da un letamaio.”.
“ Auguro ad ambedue gentili signorine una buona serata”. Ha detto Tato ed io per evitare che dicesse altro, lo ho baciato rapidamente e poi conducendolo per il guinzaglio, lo ho portato alla mia macchina . Ce lo ho caricato sopra, legandolo stretto al sedile con le cinture apposite, ho sganciato il guinzaglio dal collare e mi sono seduta dietro al volante. Infine ho acceso il motore, ingranato la prima e sono partita sgommando a tutta velocità. Casualmente le ruote posteriori del mio SUV erano immerse nel fango, così ho dato una bella infangata extra alle due stronze che erano ancora rimaste impalate davanti alla loro macchina e mi sono allontanata diretta verso il nostro nido d’ amore a tutto gas. Riprendendo a stuzzicare il nostro soldatino con estremo piacere ho detto a Tato:” Amore non preoccuparti per quello che dicono quelle due, non tornerai nell’ istituto e non ci separeranno mai. Tu però avresti potuto lasciare che si arrangiassero con quella gomma. Dopo quello che ti hanno fatto, sarebbe stato più che comprensibile. Comunque io sono rimasta colpita molto piacevolmente dalla tua dimostrazione di forza, anzi direi eccitata. Non vedo l’ora di essere a casa per averti tutto per me.”. Intanto è squillato il mio cellulare, dal numero sul display ho visto che era mia madre. Evidentemente le due stronze non avevano perso tempo. Ho acceso il vivavoce dicendo:” Ciao mamma cosa ti hanno detto Ezada e Julie?”.
“ Mi hanno detto che il modo in cui contieni la tua anomalia, non è sicuro per l’ incolumità delle Fate di questo mondo. Inoltre si sono lamentate perché le hai schizzate di fango. O almeno questo e quello che ho capito dal farfugliare isterico di quelle due dementi. Insomma si può sapere che cosa è successo?” .
Stavo per rispondere a mia madre quando Tato ha detto allegramente:” Buona sera eccellenza abbiamo solo aiutato le signorine, cambiando la lvgmmhp!!”. Ho tappato la bocca del mio uomo con una mano inguantata in pelle nera, mentre fermavo la macchina e dicevo a mia madre :” Scusa un’ attimo mamma, imbavaglio Tato e possiamo riprendere la nostra conversazione.”.
“ Sarà meglio “. Ha risposto glaciale l’ eletta anziana suprema in carica. Nel frattempo io ho estratto dal vano portaoggetti un balgag ed ho detto a Tato:” Forza amore apri la bocca, da bravo che è per il tuo bene.”. Dopo di che lo ho imbavagliato per bene, avendo cura di non stringere eccessivamente la fibbia del balgag ed ho detto a mia madre, mentre riprendevo a guidare:” Avevo fermato la macchina a bordo strada ed eravamo scesi a fare due passi, quando Ezada e Julie si sono fermate nello stesso posto perché la loro macchina aveva una gomma a terra. Hanno provato a svitare i bulloni della gomma, ma non ci sono riuscite, nel farlo si sono scontrate fra di loro e sono cascate in una pozza di fango. Tato aveva i polsi ammanettati dietro la schiena e fissati in vita da una catena. I gomiti legati da un paio di manette la cui catena di collegamento è lunga cinquanta centimetri, così come le sue caviglie ed inoltre aveva un robusto collare di cuoio intorno al collo a cui era agganciato un guinzaglio, tramite il quale lo conducevo a spasso. Sebbene fosse legato si è offerto di aiutare le due tormentatrici assistenti a svitare i bulloni che tenevano attaccata la ruota al mozzo e che loro non riuscivano a svitare. Senza problemi e nonostante fosse legato nel modo che ti ho descritto, il mio uomo è riuscito a svitare tutti i bulloni della ruota. A quel punto le due dementi hanno rotto la manovella del krick e si sono messe a litigare tra di loro. Allora Tato ha sollevato la parte posteriore della macchina delle due, chiedendomi se riuscivo a cambiare la ruota. Sono riuscita a cambiare la ruota facilmente e c’è ne siamo andati via. Partendo mi è scappato il piede sull’ acceleratore, a causa dei tacchi a spillo con cui guido ed ho coperto di fango le due dementi. È stato un incidente assolutamente non voluto, come quella volta che tu hai investito Ifigenia nel cortile del collegio per Fate dove mi avevi iscritta. In breve questo è quanto è successo e non mi sembra sia poi stato un granché. Nonostante il modo sgarbato in cui ci hanno trattato le abbiamo gentilmente aiutate.”.
“ Non è stato un granché! Mi hai appena detto che la tua anomalia nonostante sia ammanettato ha sollevato una macchina!”. Ha esclamato mia madre. “ Non vedo cosa ci sia da stupirsi mamma, credevi che tutti quei muscoli Tato li avesse per una questione estetica. Comunque nonostante tutta la sua forza, legato così bene come si trova, è totalmente indifeso ed in mio potere. Per cui non vedo cosa ci sia da preoccuparsi. Al di là del fatto che comunque, anche fosse libero non farebbe male ad una mosca.”.
“ Vallo a dire ai dieci disgraziati che ha steso sul ring, ho indagato sulla tua anomalia e mi sono anche guardata tutti gli incontri di boxe che ha disputato da professionista. Guardandoli sono rimasta allibita dalla brutale ferocia con cui aggrediva lo sfortunato che gli capitava come avversario, d’altronde ai tempi era soprannominato la bestia penso per questo motivo. Non riesco a capire che cosa trovi in un animale del genere. Come non riesco a comprendere come l’interazione fra di voi produca una così spropositata quantità di energia e solo per questo motivo ti permetterò di continuare con lui come abbiamo stabilito con Ifigenia. Ad ogni modo tu te lo sei scelto e tu ne sei responsabile. Cerca di evitare che faccia altre esibizioni di forza spaventando delle Fate e soprattutto che faccia dei danni.
Per quanto riguarda il tuo futuro nelle tormentatrici, da dopodomani incomincerai la tua carriera come insegnante presso l’ accademia delle tormentatrici. Insegnerai metodi di contenzione e punizione dei maschi. Ti porterai dietro la tua anomalia, in modo da fare degli esempi di situazioni reali e permettere alle tue studentesse di fare pratica su di lui.”. “ Ma così Tato seguirà praticamente il destino di un candidato colpevole, venendo punito giornalmente e ripetutamente. Non solo da me ma anche dalle mie allieve!”. Ho fatto presente a mia madre, disperata per il fatto che avrei dovuto nuovamente infierire sul mio amore. “ Sinceramente non mi importa se la tua anomalia si fa la bua, oltretutto essendo un masochista potrebbe apprezzare il suo ruolo, ad ogni modo potrai sempre usare la tua magia per guarirlo come hai già fatto in più di un’ occasione. Il consiglio delle Fate elette ha deciso così e così tu farai. Presentati dopodomani cioè lunedì mattina alle otto presso l’accademia con il tuo bruto al guinzaglio, ammanettato come è adesso, imbavagliato e con indosso la manetta di castità. Li troverai Ifigenia ad accoglierti, ti spiegherà in dettaglio le tue funzioni. La nostra conversazione finisce qui e fai in modo che non mi giungano più alle orecchie racconti delle vostre bravate.”.
Con mia madre le nostre conversazioni finiscono quasi sempre così, lei mi ordina che cosa devo fare senza darmi la possibilità di replicare. La qualcosa mi ha sempre dato fastidio ed è uno dei motivi per cui anni fa lasciai il mondo delle Fate per andare a vivere nel mondo dove ho conosciuto Tato e dove spero torneremo il prima possibile.
Intanto però mi toccherà insegnare a delle giovani Fate come legare e tormentare un uomo. Utilizzando il mio uomo per fare alle mie studentesse degli esempi concreti e per permettere a loro di fare pratica su di un maschio in carne ed ossa, il mio amore. Intanto tolgo il balgag a Tato dicendogli:” Amore hai sentito quello che hanno deciso per noi. Mi dispiace ma temo che per te ci saranno ancora torture da subire e per la maggior parte sarò io ad infliggertele. Non hai idea di quanto mi faccia soffrire il pensiero di quello che ti farò a partire da dopodomani.”.
“ Devo ammettere che quando mi sono offerto di aiutare voi Fate. Non mi aspettavo certo di essere bastonato così forte, da finire KO più volte in meno di una giornata in vostra compagnia, di quanti KO abbia subito in tutta la mia carriera pugilistica sia da professionista che da dilettante ed anche durante gli allenamenti. Ne tanto meno di finire a fare il sussidio didattico per delle tormentatrici in erba. Però ci sei tu Clara, mi sei entrata nell’ anima, io ti amo con tutto il mio cuore e per starti vicino sono disposto a sopportare questo ed altro. Persino una suocera come tua madre.”. Ho detto alla mia conturbante Fata facendo fiorire un sorriso sulle sue tumide e voluttuose labbra, oggi evidenziate da un rossetto rosso come il peccato. È di una bellezza clamorosa e qualsiasi suo gesto conscio od inconscio che sia, è compiuto con una grazia innata tale da ipnotizzarmi. Il temporale incominciato poco fa, adesso sembra il preludio al diluvio universale. Offuscandomi la vista del mondo delle Fate, mentre Clara mi accarezza con delicatezza il volto dicendomi.
“ Tato Tato non so come fai ma riesci sempre a mettermi di buon umore ed ha rinfrancarmi allo stesso tempo. Anche io ti amo, più di quanto avrei mai immaginato. Però questa situazione mi fa sentire tremendamente in colpa nei tuoi confronti. Perché non è giusto quello che stai subendo e quella stronza di mia madre si permette anche di fare dell’ ironia sui tuoi gusti sessuali; che io approvo con estremo piacere invece. È ingiusto eppure non posso fare niente per evitarlo. Posso solo cercare di rendere il più piacevole possibile il tempo che passeremo insieme solo noi due ed è quello che ho intenzione di fare adesso. Siamo arrivati a casa e per fortuna che è dotata di garage, così eviteremo di bagnarci.”. Una volta entrati in garage ho staccato Tato dal sedile cui era legato, lo ho aiutato ad uscire dalla macchina prendendolo per un braccio e lo ho condotto in casa attraverso il corridoio che la collega al garage. Oltrepassata la porta che conduce alla cantina dove si trova una cella per contenzione anomalie, certificata dal concilio delle Fate elette. Siamo entrati nel nostro nido d’ amore ed ho immediatamente cambiato i progetti che avevo fatto per me Tato e la camera da letto. Perché avevo una voglia matta di approfittare sessualmente del mio uomo ed erano dieci anni che mi mancava. Ho incominciato a ficcargli la lingua in bocca in salotto, mentre mi toglievo il giubbotto ed il cinturone con la pistola e la frusta, lanciandoli in giro. Poi sempre continuando a baciarlo è stata la volta della camicia e del reggiseno a venire scagliati frettolosamente sul divano l’uno e sul lampadario a soffitto l’ altro. Per levarmi i pantaloni però dovevo prima togliermi i cuissardes. Nel farlo mi sono ritrovata di nuovo alla mia altezza normale e per continuare a limonare con il mio amore dovevo mettermi in punta di piedi. La cosa non mi andava bene, così dopo essermi levata di dosso anche i pantaloni di pelle nera e le mutandine, ho calzato nuovamente i cuissardes per essere alla sua altezza. Anche se subito dopo lo ho fatto sedere su di una robusta sedia e me lo sono scopato a cavalcioni con enorme piacere. Dopo avere placato in parte il desiderio di Tato che covavo da ormai dieci anni, mi sono alzata, ho impugnato il nostro soldatino e senza dire una parola, ho condotto lui ed il mio amore in camera da letto. Dove abbiamo continuato a fare all’ amore per lungo tempo, divorati da una comune passione.
Clara è incredibile, camaleontica e di una bellezza allucinante. È in grado di passare dallo stadio di tenera Fata affranta per quello che le destina il futuro, a quello di vertigine bionda capace di scombussolarmi fino alla follia. Dopo la telefonata di sua madre, era triste e depressa. Io no, la sola idea di essere legato e torturato da lei, davanti a delle future tormentatrici, mi eccitava all’ ennesima potenza. Camminare essendo ammanettato, imbavagliato e portato al guinzaglio dalla mia Fata in mezzo ad una moltitudine di Fate vestite di pelle nera, era un sogno che diventa realtà per il maso-feticista che è in me. Di conseguenza, per evitare di rendere troppo evidente la mia eccitazione per quello che mi aspettava all’ accademia delle tormentatrici, la buttai sul ridere con un paio di battute e ribadendo tutto l’amore che provo per Clara.
Ha funzionato, perché il mio fatato amore ha smesso di commiserarsi ed appena entrati in casa mi è saltata addosso. Con le labbra incollate alle mie si è liberata della maggior parte dei capi di abbigliamento che indossava. È rimasta solo con indosso i guanti di pelle nera, i cuissardes e tutta la sua devastante bellezza. Così abbigliata mi scopato su di una sedia in salotto, poi ha impugnato il soldatino ed usandolo come un guinzaglio mi ha condotto in camera da letto. Dove in un paio d’ ore a cercato di recuperare dieci anni di astinenza sessuale. Non so se ci sia riuscita, ma per fortuna che ad un certo punto si è fermata. Perché se continuava ancora un po’ , mi avrebbe messo KO per la sesta volta in questa magnifica giornata.
Eravamo ancora sdraiati sul letto, l’ uno al fianco dell’ altra, in nostri visi erano quasi a contatto tra loro ed io specchiandomi nei magnetici occhi azzurri di Clara le dissi in un soffio:“ Santo cielo amore se continui di questo passo, lunedì mattina ti resterà poco di me da portare in accademia. Non che la cosa mi dispiaccia tra l’altro. Però se vuoi avere un sussidio didattico in efficienza da presentare alle tue allieve, è meglio che ogni tanto tu mi lasci riposare un po’.”.
“ Va bene sussidio didattico ti lascerò riposare un poco, mentre mi do una sistemata ed ordino la cena in uno dei ristoranti che fa l’ asporto. Ti andrebbe del sushi?”. Ho chiesto a Tato mentre lo aiutavo ad alzarsi dal letto, perché ammanettato com’è perde parecchio in agilità. Poi dopo una sua risposta affermativa gli ho detto:” Ti metterò per un po’ nella tua cella di contenzione, così potrai avere un po’ più di libertà di movimento. Dato che quando sei chiuso in cella posso attenuare le tue misure di contenimento. Su andiamo “. Lui era d’accordo sia sulla cena che sul riposo in cella e mi ha seguito docile come un cagnolino in quella che in un certo senso è camera sua.
La cella di contenzione per anomalie certificata dal consiglio delle Fate elette è in realtà una grossa gabbia d’ acciaio posta al centro di un’ enorme stanzone che una volta era la cantina di casa nostra. La chiamerò cella per distinguerla dalla gabbia di contenimento, come quella di cui era dotato il mio spogliatoio privato nell’ istituto di produzione e punizione. Dalla cella è possibile uscire dalla porta principale. Oppure tramite un sistema dei porte scorrevoli, accedere ad una gabbia di contenimento notevolmente più piccola appunto, dato che in essa l’anomalia può solo restare in piedi. La funzione della gabbia di contenimento è quella di consentire il togliere ed il mettere i vincoli all’ anomalia, in tutta sicurezza per la sua custode. Nella cella si trova una branda fissata al pavimento, una tazza del water, un lavandino ed una doccia dotata anche di un sistema di asciugatura ad infrarossi. Su di una parete ai due lati della porta di ingresso alla cantina, sono appesi la maggior parte dei mezzi di contenimento esistenti. A partire dalle corde di vari materiali e spessori, manette, catene e così via. Il tutto ovviamente certificato dal consiglio delle Fate elette. Tato è rimasto molto colpito dalla mia collezione ed ha immediatamente chiesto, se una volta tornati nel nostro mondo potevamo portarla con noi.
Poi ci si è presentato un piccolo problema idraulico al momento di mettere una gabbia di castità al nostro soldatino. Il quale eccitato oltremodo da tutte quelle corde e manette, aveva fieramente assunto una postura eretta e non aveva la benché minima intenzione di essere messo in gabbia. Così mi è toccato fare una sega a Tato con molto piacere e con altrettanto piacere pulire il nostro eroico soldatino, prima di rinchiuderlo. Perché secondo le disposizioni del consiglio delle Fate elette, quando l’anomalia è rinchiusa in cella oltre alle mani ammanettate sul davanti e le cavigliere, deve anche indossare un dispositivo di castità perché non gli è permesso masturbarsi.
Una volta ingabbiato il soldatino, ho rinchiuso Tato nella gabbia di contenimento gli ho temporaneamente liberato le braccia dalle manette e gli ho tolto la catena che aveva in vita. Infine gli ho ammanettato i polsi sul davanti, lo ho fatto entrare in cella attraverso il corridoio di porte scorrevoli e lo ho rinchiuso dicendogli:” Amore forse non lo hai ancora notato ma sulla parete opposta a quella di ingresso c’è un maxi schermo televisivo da centoventi pollici, il più grande che sia riuscita a trovare. Purtroppo in cella non posso lasciarti tenere nessun oggetto. Però ho collegato lo schermo ad un computer e puoi dare loro comandi vocali tramite Alexa. Inoltre sempre tramite Alexa puoi comandare le luci e tutti i sanitari della tua cella che per regolamento devono essere privi di rubinetti. Ho registrato un piccolo video in cui ti spiego come utilizzare al meglio le prestazioni di Alexa, lo faccio partire uscendo così avrai modo di famigliarizzarti con il sistema di comandi vocali. La televisione è sintonizzata anche sui canali TV del nostro mondo ed il computer ha un’ archivio fornitissimo di film, musica e libri scannerizzati che puoi comodamente leggere sul maxischermo. Mi dispiace Tato ma questo è il massimo di libertà che posso concederti in questo mondo. Ti chiedo ancora perdono e ti lascio con il video esplicativo. Nel frattempo io vado a darmi una aggiustatina ed ad organizzare per la cena”. Ho baciato il mio uomo attraverso le sbarre della cella e dopo aver fatto partire il video sono uscita dalla cantina chiudendo la porta blindata a chiave.
La parete tappezzata di mezzi di contenzione mi ha lasciato senza parole, tanto che mi sono dimenticato di dire alla mia Fata, quanto bene le stessero quei cuissardes e quei guanti di pelle nera che ancora indossava. Inoltre non la ho nemmeno ringraziata per il tempo che ha impiegato ad allestire la mia cella. Nel frattempo è partito il video, immediatamente ha attirato tutta la mia attenzione e mi sono fatto un appunto mentale di ringraziare il mio amore anche per quello.
Sul maxischermo da centoventi pollici era comparsa Clara ed ha subito iniziato a spiegarmi i comandi vocali per comunicare con Alexa. Spiegazione che non ho minimamente seguito, perché totalmente ipnotizzato dalla mia compagna che era più stupenda del solito. Indossava con grazia e nonchalance una vestaglia corta di seta nera. La cintura che la teneva chiusa era mollemente allacciata e permetteva di vedere chiaramente che sotto la vestaglia, Clara vestiva una guepierre di pizzo nero con reggicalze e reggiseno a balconcino incorporati. Un perizoma nero probabilmente fatto con il filo interdentale, le copriva parzialmente le pudenda. Le sue gambe erano inguainate in calze di seta nera ed ai piedi calzava un paio di décolleté in vernice nera con il tacco a spillo di dodici centimetri. Portava i capelli sciolti, le sue magnifiche labbra erano dipinte con un rossetto beige chiaro che ne metteva in risalto la forma perfetta ed i suoi occhi magnetici avevano i contorni evidenziati con la matita nera. Un vero schianto, il soldatino non ha resistito ed è partito con il presentatarm, scontrandosi con la gabbia di acciaio che lo conteneva.
Stavo guardando il video esplicativo per la quarta volta, seduto sulla mia branda ed ero anche riuscito a farmi una doccia, per rendermi il più presentabile possibile. Quando ho sentito la porta della cantina aprirsi, poi un delizioso rumore di tacchi a spillo sul parquet che, il mio amore ha generosamente usato per rivestire il pavimento della cantina e della mia cella. Infine ho sentito la sua voce melodiosa che allegramente mi diceva:” Tato oramai dovresti sapere a memoria il contenuto di quel video, ma quante volte lo hai visto?”.
“Quatr…” le ho parzialmente risposto perché mi sono girato e la ho vista. Avendo immediatamente una ptosi mandibolare indotta mentre gli occhi mi schizzavano fuori dalle orbite. Clara era vestita e truccata esattamente come nel video esplicativo. Io ed il mio soldatino non eravamo minimamente preparati ad una simile visione ed abbiamo rischiato ancora una volta il sesto KO della giornata. Dopo averla mangiata con gli occhi per un tempo che mi è sembrato infinito, sono riuscito a riprendermi e le ho detto: “ Quattro sono quattro le volte che ho visto il video e sarebbero state di più se non avessi provato la doccia ed il sistema di asciugatura ad infrarossi. Sei bellissima amore ed io mi sento l’ uomo più fortunato dell’ universo, anche se oggi mi ha messo KO cinque volte e stavi per mettermici un’ altra volta con questa tua apparizione. Temo però che avremo un problema al momento di estrarre il soldatino dalla gabbia. Dato che si è entusiasmato un po’ troppo per il tuo modesto abbigliamento. Oh a proposito me lo daresti uno dei tuoi baci adesso?”. Lei ha immediatamente esaudito la mia richiesta e mi ha detto che se volevo, potevo palparle i suoi magnifici seni attraverso le sbarre della gabbia. Approfittando del fatto che avevo i polsi ammanettati sul davanti. Cosa che ho piacevolmente fatto, ma che sarebbe stata molto più piacevole se non avessi avuto l’ uccello in gabbia.
Poi il mio amore ha azionato il sistema di porte scorrevoli e mi ha rinchiuso nella gabbia di contenimento. I comandi delle porte scorrevoli sono vicino alla porta, su di una delle pareti ornata da tutti quei mezzi di contenzione che tanto hanno ingolosito il masochista che è in me. Fra tutti questi legami Clara ha scelto due voluminose matasse di corda di seta bianca e mentre veniva verso di me sorridendo mi ha chiesto se conoscevo lo Hojojutsu.
Dopo avere ordinato il sushi mi sono fatta una doccia, dicendomi che la prossima la avrei fatta con Tato e sarebbe stata sicuramente più divertente e movimentata. Ho deciso di vestirmi e di truccarmi come nel video esplicativo che avevo girato per il mio uomo. Perché ero convinta di piacergli abbigliata così e di fargli schizzare gli occhi fuori dalle orbite, lasciandolo a bocca aperta, in effetti sono stata accontentata. Sono entrata in cantina, Tato era seduto sulla branda dandomi le spalle, perché impegnato nella visione del video che avevo preparato per lui. Si è girato rimanendo quasi folgorato dal mio look, che credo abbia apprezzato moltissimo, almeno a giudicare dalla faccia che ha fatto e dal tempo che è rimasto a bocca aperta. Dopo un’ attimo per riprendersi mi ha chiesto di baciarlo, cosa che ho immediatamente fatto molto volentieri. Dopo averlo fatto gli ho chiesto se voleva darmi un palpata alle tette attraverso le sbarre della gabbia, dato che aveva le mani ammanettate sul davanti. Lui ha accettato con entusiasmo ed a me sono piaciute moltissimo le sue manipolazioni. Poi lo ho chiuso nella gabbia di contenimento tramite il sistema di porte scorrevoli, i cui comandi sono su di una parete a lato della porta di ingresso alla cantina. Fra gli strumenti di contenzione appesi alla parete ho scelto due matasse di corda di seta bianca e mi sono avvicinata a Tato con un sorriso dicendogli:” Amore conosci lo Hojojutsu?”. “ Vagamente ma sono convinto che mi piacerà un sacco. Comunque ha qualcosa a che fare con il Giappone e con la scarsità di ferro che si trova in quel parse se non sbaglio.”. Ha risposto il mio amato prigioniero, ansioso di approfondire le sue cognizioni in materia.
“ In effetti lo Hojojutsu è un’ arte marziale che ha avuto origine nel periodo Edo, all’ incirca nel 1600 dc. Le sue regole principali sono quattro. Primo: non lasciare che il tuo prigioniero sciolga le legature. Secondo: non causare nessun danno fisico o mentale al tuo prigioniero. Terzo: non permettere che gli altri osservino le tue tecniche. Quarto: fai in modo che il risultato sia corretto anche esteticamente.
Ho pensato che tenerti costantemente ammanettato, alla lunga sarebbe stato oltremodo fastidioso per te amore. Così ho cercato dei metodi di contenimento alternativi che ti arrecassero il minor fastidio possibile. Trovando nello Hojojutsu una valida soluzione credo. In questi dieci anni che ho trascorso senza te, ho avuto modo di studiare e fare pratica in materia con profitto. Adesso sono cintura nera quinto dan di Hojojutsu, nonché istruttrice accreditata dal consiglio delle Fate elette e molto ansiosa di mostrarti queste mie nuove abilità.”.
Detto questo ho proceduto, liberando Tato dalle manette che gli serravano i polsi, per poi ordinargli di mettere le braccia dietro la schiena e legarle saldamente ad essa con un intricato ed esteticamente corretto intreccio di corde e nodi ben stretti. Dopo avergli tolto le cavigliere sostituendole, con un viluppo di funi semplice ma efficace, che gli avrebbe impedito di fare un passo più lungo di mezzo metro. Lo ho finalmente fatto uscire dalla gabbia di contenimento, per poi abbracciarlo stretto con passione. Ho poi provato a liberare il nostro soldatino dalla sua gabbia di castità e ci si è presentato ancora una volta un problema idraulico. Per risolvere il quale siamo dovuti andare in cucina e prendere del ghiaccio da applicare all’ organo in questione, che oltremodo eccitato dagli ultimi eventi accadutigli. Era in uno stato di turgore tale da impedirgli fisicamente di fuoriuscire dalla gabbia di castità in cui, per volontà del consiglio delle Fate elette lo avevo rinchiuso. Poi per farlo riprendere dalla prigionia, perché dopo il trattamento col ghiaccio mi sembrava un po’ patito. Gli ho fatto un bel massaggio, mentre baciavo Tato e sia lui che il nostro soldatino lo hanno gradito molto.
Ci siamo spostati in salotto dove sul tavolo avevo posato, l’esagerata ordinazione di sushi che avevo fatto. Avendo approfittato della cena per sei che era in offerta. Inoltre il mio uomo è molto goloso di sushi e per nutrire quel corpaccione che si ritrova necessita di una quantità spropositata di cibo. Anche se non pensavo che sarebbe riuscito a mangiare tutto, come invece ha fatto senza problemi. Io ho dovuto imboccarlo per tutto il tempo con molto piacere. Perché legato come lo avevo impacchettato, avrebbe potuto alimentarsi solo usando la bocca come fanno i cani e non mi sembrava carino costringerlo a mangiare così.
Distratto dal periodo trascorso nell’ istituto di produzione e punizione, dal viaggio in macchina con pit stop annesso e dal feroce nonché molto gradito assalto erotico di cui la mia adorata Fata, mi aveva fatto oggetto, non appena entrati in casa nostra. Mi ero dimenticato di essere digiuno dall’ ultima colazione fatta in un’ altro mondo, ormai almeno una dozzina di ore fa. Così come uno squalo mi sono avventato sul sushi e con l’ aiuto di Clara che dopo avermi fatto sedere su di una sedia, mi si era seduta sulle cosce e pazientemente mi imboccava utilizzando le bacchette con infinita grazia. Ho rapidamente ingurgitato una quantità di cibo esagerata e sufficiente a sostentare una famiglia numerosa per almeno due giorni.
Finita la cena, principalmente perché sul tavolo non si trovava più niente di commestibile ed influenzato dalla situazione nipponica in cui versavo. Tra lo Hojojutsu ed il sushi mi ero quasi convinto di essere a Tokyo. Per cui come il bon-ton del paese del sol levante prescrive al fine di dimostrare il gradimento del pasto appena concluso, mi è scappato un rutto colossale.
Clara per fortuna la ha presa bene ed è scoppiata a ridere come una matta. Mentre io provavo a scusare la mia cafonaggine dicendo:” Scusa amore ma tra lo Hojojutsu ed il sushi, ho paura di averti scambiato per una sofistica Geisha e se non sbaglio in Giappone per dimostrare il gradimento per il cibo mangiato si fa cosi.”. Lei che aveva appena smesso di ridere, ha ripreso a farlo con foga, mentre mi abbracciava affondando il suo viso sul mio petto. Ci ha messo un po’ a riprendersi ma poi ha ripreso anche il comando delle operazioni dicendomi.
“ Si certo una Geisha ma Tato cosa ti inventi. Comunque adesso che hai finito il cibo, forse è il caso di lavarti i denti e già che ci siamo ti farò la barba. Su alzati che il bagno ti attende!”. Mi sono alzata dalle sue muscolose cosce su cui ero piacevolmente seduta e lo ho portato in bagno dove gli ho lavato la faccia ed i denti. Dopo di ché lo ho fatto sedere su di una sedia davanti al lavabo ed ho tirato fuori l’attrezzatura per raderlo. Ho preparato il sapone e glielo ho spennellato sulla faccia. Quando ho tirato fuori il rasoio a mano libera ed ho incominciato ad affilarlo sulla cinghia. Tato mi ha guardata preoccupato ma fidandosi ciecamente di me mi ha lasciato fare, pregandomi di lasciargli almeno un’ orecchia per poter ascoltare la mia voce melodiosa. Io sono scoppiata a ridere ed ho dovuto posticipare la rasatura, per il tempo di smettere di farlo. Alla fine sono riuscita a raderlo per bene e dopo avergli sistemato i capelli, me lo sono scopato sulla sedia con enorme piacere reciproco. Siamo passati sul divano in salotto dove abbiamo trovato il modo di fare una lunga chiacchierata su di noi, lasciando fuori dai nostri discorsi il mondo delle Fate, l’ esperimento ed il nostro futuro all’ accademia delle tormentatrici. Ad un certo punto Tato è scivolato giù dal divano volontariamente, con un movimento rapido e coordinato. Mettendosi poi in ginocchio di fronte a me che ero ancora seduta sul divano mi ha chiesto di sposarlo e mentre piacevolmente sorpresa valutavo la sua proposta. Mi si è insinuato tra le cosce ed ha iniziato a perorare oralmente la sua richiesta, praticandomi un cunnilingus che mi ha fatta letteralmente sciogliere. Esclusivamente oralmente nessuno prima di lui, nessuno uomo o donna che fosse, era riuscito a farmi avere una serie di orgasmi clitoridei multipli così appagante ed intensa. Infine si è staccato dalle mie parti basse e pur restando in ginocchio. È riuscito a portare il nostro soldatino nel posto giusto, chiedendomi gentilmente se a quel punto potevo dargli una mano. Io non me lo sono fatta ripetere due volte, ho guidato il soldatino nella mia lubrificatissima vagina ed ho ricevuto una stantufata fantasmagorica che mi ha lasciata letteralmente senza fiato. Felice ed appagata come non lo ero mai stata.
Dopo la cena la mia vertigine bionda mi ha portato in bagno per lavarmi i denti e farmi la barba. Dato che legato come sono, le braccia e le mani non posso utilizzarle. Al momento di radermi dopo avermi insaponato la faccia, ha tirato fuori un rasoio a mano libera dall’ aspetto inquietante. Un po’ preoccupato le ho chiesto umilmente di lasciarmi almeno un’ orecchio, per poter continuare ad ascoltare la sua voce. Lei è scoppiata a ridere ed una volta ricompostasi mi ha rasato alla perfezione. Dopo avermi messo in ordine i capelli ed essersi liberata della vestaglia e del perizoma, mi ha scopato sulla sedia dove mi aveva fatto sedere. Io ed il nostro soldatino ci eravamo già eccitati molto durante la rasatura. Quella lama letale impugnata dalla mia Fata, che usandola con perizia mi aveva rasato, mentre io ero impotente perché legato come un salame. Aveva stimolato oltremodo la nostra anima masochista. Di conseguenza sono quasi certo che abbiamo fatto una bella figura.
Ci siamo trasferiti sul divano in salotto e la vestaglia ed il perizoma di Clara sono rimasti in bagno. Comodamente stravaccati sul divano ed abbiamo parlato fra di noi. Io dopo tutto quello che ci era successo, ero oramai perdutamente innamorato di lei e sentivo il bisogno di ufficializzare la nostra relazione. Per cui mi sono messo in ginocchio di fronte al mio amore e con tutta la serietà possibile, dato che ero nudo e legato per bene, le ho detto:” Clara sei bellissima, sensuale, intelligente, divertente, premurosa, molto affettuosa, ridi alle mie battute e sei una Fata cintura nera di Hojojutsu quinto dan. Praticamente il sogno della mia vita. So che potresti trovarne mille di uomini meglio di me, ma faresti di me l’ essere umano più felice dell’universo se prendesti in considerazione l’ idea di diventare mia moglie.”.
Detto questo mi sono intrufolato tra le sue cosce inguainate in seta nera ed ho messo tutto il mio amore in cunnilingus accurato. Quando mi sembrava che si fosse lubrificata a sufficienza, ho portato l’ uccello all’ altezza della passera di Clara, chiedendole una mano per il nostro soldatino e dopo che lei lo ha accolto con piacere. Ci siamo accoppiati godendo una cifra, con i nostri cuori che battevano all’ unisono ed a ritmo sfrenato.
Non avrò recuperato dieci anni di astinenza sessuale in mezza giornata col mio uomo. Però se continuiamo a farlo con questa frequenza e qualità non dovrei metterci molto.
Tato mi ha piacevolmente sfinita con il nostro ultimo amplesso e resa la Fata più felice di tutti i mondi con la sua proposta di matrimonio. Così appena il mio cuore ha ripreso un ritmo normale, con un tono di voce arrochito dalla passione gli rispondo felice:” Tato amore mio fosse per me ti sposerei seduta stante, perché sei l’ uomo dei miei sogni. Purtroppo però abbiamo questo esperimento per conto del consiglio delle Fate elette da portare a termine e non credo che contempli un matrimonio tra di noi. In oltre a quella bacchettona di mia madre verrebbe un attacco apoplettico, se mi sposassi con un maschio umano nel mondo delle Fate. Mi dispiace ma ci sposeremo nel mondo in cui ti ho conosciuto, nel momento stesso in cui ci torneremo. Te lo giuro amore e ti assicuro anche che per tutto il tempo che resterai mio prigioniero, continuerò ad approfittare sessualmente di te il più possibile.”. Poi lo ho abbracciato e baciato con trasporto. “ D’accordo allora appena tornati a casa farò di te una Fata onesta e poi avvieremo la nostra libreria profumeria. Adesso cosa facciamo, io sarei per una dormita e tu?”. Ha detto Tato in un’ intervallo tra di un bacio e l’ altro. “ Anche io dormirei volentieri, magari utilizzando una tua spalla come cuscino. Però secondo le regole stabilite dal consiglio delle Fate elette, per dormire nel letto con me necessiti di una contenzione a livello superiore. Dovrò legarti le ginocchia unite tra loro e le caviglie incrociate in modo da non permetterti di saltellare. Devo anche metterti il collare fissandolo alla sponda del letto con una fune, bendarti ed imbavagliarti. Mi dispiace ma se vuoi dormire con maggiore libertà di movimento, posso rinchiuderti nella tua cella. Non preoccuparti non mi offendo di certo, se preferisci dormire più comodo.”. “Se dormo con te dovrò indossare la gabbia di castità come se fossi nella mia cella?”. Mi ha chiesto lui ed alla mia risposta negativa. Ha detto che avrebbe dormito molto volentieri con la sua futura moglie. Chiedendomi inoltre se l’ idea del bavaglio, era una regola imposta dal consiglio delle Fate elette. Oppure una mia personale aggiunta, per non essere tenuta sveglia dal suo russare. Ovviamente io sono scoppiata a ridere mentre lo accompagnavo in bagno. Abbiamo compiuto le nostre abluzioni serali. O meglio io mi sono struccata e lavata ed infine ho lavato Tato meglio che potevo, dato che era legato come un salame. Arrivati nella nostra alcova ho legato il mio futuro marito al letto e nel modo prescritto dal consiglio delle Fate elette. Mi sono spogliata ed ho indossato una camicia da notte corta in seta azzurra. Mi sono messa a letto, ho bendato Tato con una bandana ripiegata e prima di imbavagliarlo me lo sono ancora sbaciucchiato un po’. Infine lo ho imbavagliato per bene con un’ altra bandana arrotolata intorno ad una pallina di gomma, in una sorta di balgag artigianale. Con l’aggiunta di un’ ulteriore bandana intorno alla bocca, anche essa legata ben stretta dietro la nuca e scherzosamente lo ho sfidato a russare. Il tempo di accucciarmi sulla sua muscolosa spalla, coprendoci con la trapunta ed ero già felicemente addormentata
Quando rinvenni dal quinto KO subito in quella giornata, sentivo Clara che trafficava con la serratura della manetta di castità che portavo e contemporaneamente mi sentì più sollevato. Non avevo più il limone di Sorrento infilato su per il culo, pure le manette serra pollici e le mollette erano sparite. Mi sentivo ancora come se fossi stato investito due volte da un taxi, ma senza i tormenti e soprattutto senza più il limone di Sorrento nel culo. Non provavo più quella spiacevole e fastidiosa sensazione di venire sodomizzato da un rinoceronte.
A quel punto Clara mi ha detto che era finita, che dovevamo solo più uscire dall’ istituto e poi con la sua magia mi avrebbe guarito istantaneamente. Mi feci forza e con il suo aiuto, uscì finalmente dall’ istituto di produzione e punizione. Non appena le è stato possibile il mio amore mi ha tolto finalmente il balgag, immediatamente mi ha baciato e mentre lo faceva mi sono sentito inebriato come non mi era mai capitato prima. È stato breve, brevissimo ma intenso, catartico e risanante. In un’ attimo sono passato dall’ abisso di dolore in cui ero sprofondato alla completa e totale guarigione.
È stato incredibile ero di nuovo in piedi ed a quel punto mi è tornato in mente, quando anni prima Clara era entrata nella mia vita. Allora ero costretto su di una sedia a rotelle dopo essere stato investito da un taxi e secondo i medici sarei dovuto restarci su quella maledetta sedia a rotelle. Invece ogni volta che ero vicino alla mia Fata sentivo una sottile sensazione di inebriamento e piano piano mi rimisi in piedi. Per i medici che mi avevano in cura fu un miracolo. Io già allora mi ero convinto, che la causa della mia guarigione era stata Clara. Adesso ne sono certo, perché la stessa sensazione inebriante che allora percepivo appena, quando ero in sua presenza. La ho sentita pervadermi come un ciclone oggi quando il mio fatato amore mi ha baciato guarendomi all’ istante.
Dopo che mi ha tolto la benda, ho finalmente potuto posare lo sguardo sulla stella polare che segue la bussola del mio cuore ed era magnifica. I miei occhi indugiarono a lungo sulla sua sinuosa figura, fasciata in pelle nera. Nonostante la spiacevole esperienza che avevo avuto con le tormentatrici, la divisa che indossavano era adorata dal feticista che è in me. Vedere la mia Fata con indosso quella divisa mi scombussolava piacevolmente, adesso aveva un giubbotto di pelle nera sopra la camicia, si era rimessa il cappello e portava ancora i guanti. La guardai a lungo e con attenzione, volevo memorizzare quella sua immagine ed averla impressa nella memoria per sempre. Dall’ alto al basso me la mangiai con gli occhi. Soffermandomi in fine sui cuissardes dal tacco a spillo vertiginoso che calzava e che trovavo divini. Poi spostai il mio sguardo verso i miei piedi completamente e sorprendente sani ma ancora fasciati con degli stracci bianchi intrisi di sangue e scoprì che fine aveva fatto la camicia della divisa, che Clara si era tolta prima di portarmi nel suo spogliatoio. Lo feci presente al mio amore, ringraziandola per avermi guarito per la seconda volta e poi le chiesi un’ altro bacio. Oddio avrei voluto anche mettere le mani addosso a lei ed a tutto quel bendidio che si portava appresso. Essendo però ancora strettamente legato, con i polsi ammanettati dietro la schiena ed incatenati all’addome. I gomiti erano anche loro ammanettati con un paio di manette la cui catena di collegamento era lunga una cinquantina di centimetri, come quella che collegava le manette che univano le mie caviglie. Così dovetti accontentarmi di un bacio, che lei immediatamente mi diede. Intanto il mio soldatino stava preparando un apocalittico presentatarm, per salutare il suo ingresso nel mondo delle Fate
Stavamo ancora baciandoci, quando Ezada e Julie ci sono passate vicino blaterando tra di loro. Fu un quel momento che Clara interruppe il nostro bacio bruscamente chiedendomi come avevo scoperto che mi aveva già aiutato con la sua magia.
“ Quando ci siamo conosciuti anni fa, ero destinato a passare il resto della mia vita su di una sedia a rotelle, almeno secondo i medici che mi avevano in cura. Poi i miei genitori hanno insistito perché ti conoscessi. Nonostante mi fossi chiuso in me a causa della menomazione subita e non volessi vedere nessuno. Ho accettato di conoscerti per farli contenti, ma dalla prima volta che mi hai sorriso mi sono perdutamente innamorato di te. Ogni volta che ci vedevamo, mi sentivo meglio, ero sottilmente inebriato dalla tua presenza. Ho avuto la stessa sensazione poco fa quando mi hai baciato, solo che oggi è stata prorompente e non sottile. Fatto sta che dopo essere stato inebriato da te, ero guarito perfettamente, come tanti anni fa. Ancora grazie amore.”. Lei mi stava ancora abbracciando ed approfittando della nostra vicinanza la ho baciata con passione. Mentre il soldatino eseguiva il suo presentatarm.
Noi Fate purtroppo abbiamo la tendenza a sottovalutare le capacità intellettive umane. Con Tato mi capita anche senza volerlo, fino a quando con l’ arguzia che lo contraddistingue, lui mi ricorda che nell’ usare il cervello non è assolutamente inferiore a me. Ero felicemente abbracciata al mio uomo e mentre lo guardavo a bocca aperta, ancora stupita dalla sua scoperta. Approfittando della situazione lui mi ha baciata dimostrandomi che anche riguardo alla passione non è inferiore a me. Anche il suo soldatino come passione non era inferiore a nessuno, ed ha scelto proprio quel momento per farmelo notare. Con la sua gentile ma robusta pressione a livello inguinale, che ho sentito mentre abbracciavo il mio amore e che mi ha fatto quasi bagnare.
Distaccandomi da lui gli dissi:” Amore credo sia giunto il momento di portarti a casa nostra per farti vedere come la ho arredata ed in questo momento mi viene voglia di iniziare la visita dalla camera da letto. Su andiamo.”. e lo spinsi amichevolmente verso il parcheggio dove era posteggiata la mia macchina. Tato allora mi disse:” Però immaginavo che le misure dì contenzione a cui avrei dovuto sottostare nel tuo mondo fossero più restrittive. Invece adesso che sono distante da te un paio di metri, potrei scappare dalla tua custodia, se lo volessi.”.
“ Si certo nudo ed ammanettato come sei potresti scapparmi proprio lontano, no Tato tu adesso sei mio e lo sarai per il resto della tua vita.” gli risposi ed a scanso di equivoci lo agguantai per un braccio, lo feci salire a bordo della mia macchina e lo legai al sedile lato passeggero con una doppia cintura di sicurezza incrociata modificata in modo da incollarlo alla seduta.
Sono salita a mia volta in macchina e dopo essermi sistemata dietro al volante, sporgendomi verso il mio amore per controllare l’efficacia dei suoi legami gli ho detto:” Ecco adesso non puoi più scappare, però credo di riuscire a darti un motivo per non farlo.”. Poi dopo essermi tolta il cappello, mi sono avvicinata ulteriormente a lui, mi sono chinata sulla sue parti basse e gli ho fatto un pompino che lui ed il nostro soldatino non dimenticheranno facilmente. Dopodiché mi sono ripassata il rossetto sulle labbra, perché a furia di baci ed altre effusioni stava sparendo. Ho accarezzato Tato su di una guancia mentre gli sorridevo. Infine ho acceso la macchina e siamo partiti in direzione del nostro nido d’ amore, dove ho tutta l’ intenzione di continuare ad approfittare sessualmente del mio uomo. Intanto credo che mi divertirò a stuzzicarlo un po’ e lui legato come è non può fare niente per impedirmelo. Lo amo da impazzire, è nelle mie mani e posso fargli tutto quello che voglio, la qualcosa mi piace sempre di più.
Clara mi ha piacevolmente stupito con il servizietto che mi ha fatto. Perché sinceramente non mi aspettavo che le Fate facessero certe cose e così bene tra l’altro. Poi mi ha estasiato con la sua naturale grazia, esibita in un gesto semplice come ripassarsi il rossetto. Un fiore colore rubino è sbocciato sulle sue tumide e voluttuose labbra, mentre sorridendomi con una mano inguantata in pelle nera, soavemente mi accarezzava una guancia. Potrà sembrare strano, perché sono nudo, ammanettato, legato al sedile della macchina del mio amore ed alla sua totale mercé. Però sono proprio felice e follemente innamorato della mia Fata.
Distrattamente guardo fuori dal finestrino. Stiamo attraversando la periferia della città principale del mondo delle Fate. Gli edifici che ci circondano, hanno uno stile tutto loro, che ricorda vagamente il barocco con qualche influenza di gotico new age, ma i colori che li tingono sono sgargianti, principalmente viola, rosso o rosa nelle loro diverse tonalità. Praticamente un pool cromatico che farebbe venir mal di testa ad un daltonico. Per un po’ incuriosito dal paesaggio il mio sguardo è distratto. Poi però si fissa sulla mia compagna perché è di gran lunga l’immagine più bella che possa guardare. Si è tolta il cappello ed il sole tramontando, trae magnifici bagliori di oro antico dai suoi fluenti capelli biondi, acconciati in una lunga treccia. Adesso ha un paio di occhiali da sole a goccia con la montatura nera, che le conferiscono un’ aria misteriosa. Tanto che per un po’ mi sembra di essere prigioniero di Catwoman o di Eva Kant. Anziché della mia adorata Fata, che alla guida anche lei come le suddette icone femminili, non si fa problemi a pigiare sull’ acceleratore. Le sue mani inguantate di pelle nera sono sicure sul volante ed ogni tanto la destra si stacca da esso per appoggiarsi sulla mia coscia e pigramente stuzzicare il mio soldatino. Lo stuzzica fino a farlo inturgidire, per poi fermarsi proprio sul più bello. Allontanando la mano per cambiare la marcia, con un sorriso malandrino che le illumina il volto di gioia. Questo tira e molla potrebbe anche piacermi, se non fosse che l’ ultima mia minzione la ho fatta letteralmente in un altro mondo ed ora incomincio a sentire un certo stimolo. Acuito dal fatto che dopo aver lasciato la città siamo su di una sinuosa strada di campagna che scorre vicino ad un torrente impetuoso. Stoicamente provo a resistere. Dato che mi sembra poco carino pisciare contro un albero a lato strada, in un mondo così lindo e perfetto come può esserlo solo il mondo delle Fate che al momento ci ospita. Però anche la natura vuole la sua parte ed alla fine incominciando a sentire il solito pallone da basket che inizia a rimbalzarmi nel basso ventre, sono costretto a chiedere alla mia adorata carceriera: “ Amore mi sembra di capire che i tuoi progetti per il nostro futuro prossimo, includano anche il soldatino e la cosa ci rende felici ovviamente. Però mi duole farti notare che l’ultima volta in cui è stata cambiata l’acqua al pappagallo era in un altro mondo. Clara non vorrei sembrarti ripetitivo ma mi scappa di nuovo urgentemente. Non è che possiamo fermarci alla prossima stazione di servizio o bar, al fine di fare una scappata al cesso?”.
“ Mi dispiace Tato ma non ci sono stazioni di servizio né bar, questa è una strada secondaria poco trafficata. In mezz’ora saremo a casa credi di riuscire a resistere fino ad allora?”. Mi ha risposto prontamente Clara, incominciando a preoccuparsi per l’ incolumità del sedile a cui ero legato e che essendo in alcantara si sarebbe sicuramente inzuppato.
“ Temo di no amore, mi dispiace ma e meglio che ci fermiamo un’ attimo per una pausa pipi. Oltretutto qui ci sono parecchi alberi contro cui potrei pisciare, come un bravo cagnolino, anche se mi sarà difficile alzare la zampa con le caviglie ammanettate.”
A quanto pare ci tocca una fermata pipì, per fortuna che alla nostra destra c’è un punto panoramico con un’ area sosta annessa. Dopo avere parcheggiato e prima di liberare Tato dal sedile a cui lo ho legato, prendo dal bagagliaio un collare di cuoio nero con relativo guinzaglio fatto dello stesso materiale. Poi mettendo il collare al mio amore gli dico:” Ecco qua il mio cagnolino è pronto per la sua passeggiatina. Su scendi da bravo che ti porto a spasso.”. Lo ho liberato dal sedile a cui era legato, ho attaccato il guinzaglio al suo collare e ci siamo avvicinati ad una quercia secolare, contro il cui tronco Tato si è liberato dei suoi cataboliti liquidi. Il guinzaglio è lungo un paio di metri, permettendomi così di stare alla larga fa eventuali schizzi, poi lo ho tirato fino a portare il volto del mio uomo quasi a contatto col mio viso e gli ho infilato la lingua in bocca con prepotenza. Un vantaggio nel calzare stivali con il tacco a spillo di dodici centimetri è che sono alta come Tato e per baciarlo non devo mettermi in punta di piedi.
Stavamo ancora baciandoci appassionatamente, quando ho sentito il classico rumore che fa una macchina quando viaggia a bassa velocità con una gomma bucata. Mi sono girata a guardare ed ho visto un’ utilitaria fermarsi vicino al mio SUV. Dalla macchina sono uscite quelle due grasse stronze di Ezada e Julie, mentre discutevano animatamente tra loro. Ezada in particolare modo inveiva contro Julie, la cui guida poco convenzionale secondo lei aveva causato la foratura della gomma. Distratte dalla diatriba non si sono accorte di me e di Tato, hanno aperto il bagagliaio ed hanno tirato fuori la ruota di scorta e gli strumenti per cambiarla. Poi, apparentemente ignare della nostra, presenza hanno provato a cambiare la gomma. Decisamente con scarso successo, dato che non riuscivano nemmeno a svitare il primo bullone dei quattro che tenevano la ruota attaccata al mozzo. Le due stronze erano uno spettacolo decisamente ilare, mentre insultandosi vicendevolmente provavano a girare con la chiave il resistente bullone. Julie era arrivata al punto di mettersi a saltare a piè pari sul braccio della chiave per svitare il bullone, al secondo salto ha preso l’ equilibrio, cascando violentemente su di Ezada che le stava vicino e le due si sono date vicendevolmente una capocciata tremenda, finendo col rotolarsi in una pozza di fango. A quel punto sia io che Tato siamo scoppiati a ridere a crepapelle e le stronze sovrappeso si sono finalmente accorte della nostra presenza.
“ Tormentatrice capo Clara cosa fai qui con l’ anomalia e perché non è imbavagliato?”. Mi disse sgarbatamente Ezada mentre si massaggiava intorno ad un occhio dove la fronte di Julie la aveva colpita.
“ Ho paura che se non usi un po’ di magia per curarti, domani avrai un bell’ occhio nero tormentatrice assistente Ezada. Comunque per quanto riguarda il modo di gestire il mio uomo non è affare tuo, fintanto che è contenuto come prescritto con vincoli certificati dal consiglio delle Fate elette. Inoltre riguardo al bavaglio, in mancanza di cartelli che ne indichino l’ uso è mia facoltà decidere se è quando imbavagliare il mio compagno.”. Ho risposto ad un’ infangata e malconcia Ezada. A quel punto si è intromesso Tato che con un sorriso sulle labbra ha detto:” Forse posso aiutare io le signorine con quei bulloni troppo stretti. A volte basta fare forza nel modo giusto e si svitano facilmente.”. “ Amore sono certa che riusciresti a svitare quei bulloni con facilità, ma io non posso toglierti le manette.” Gli ho fatto presente.
“ Chi ha parlato di essere slegato tesoro, basta che tu mi porti vicino alla macchina ed inserisca la chiave sul bullone, al resto ci penso io.”. Mi ha risposto Tato e così ho fatto, sempre tenendolo per il guinzaglio. Lui ha impugnato la chiave con una delle mani che aveva ammanettate dietro la schiena e senza il minimo sforzo ha svitato il bullone, avendo cura di lasciarlo comunque fissato nel mozzo. Dopo aver fatto la stessa cosa per i restanti bulloni, si è rivolto garbatamente alle stronze che lo stavano guardando a bocca aperta. Stupite dalla sua forza, esibita con nonchalance, nonostante le disagiate condizioni in cui aveva agito. Ad essere onesti un po’ ha stupito pure me, dato che ritenevo impossibile fare una cosa del genere con le mani ammanettate dietro la schiena e fissate all’addome con una catena, però conoscendo la forza di Tato sono riuscita ad evitare di rimanere a bocca aperta. “ Gentili signorine se adesso alzate la macchina con il krick, magari riuscite a cambiare la gomma prima che il temporale, minacciato dai nuvoloni che ci stanno fluttuando sulla testa, si scateni. Naturalmente se avete ancora bisogno dei miei servizi sono a vostra disposizione.” Ha detto loro con un’ inchino, un po’ goffo tra l’altro ma legato come è non poteva fare di meglio.
Le due mentecatte infangate dopo essersi riprese dallo stupore e senza nemmeno ringraziarlo, hanno fatto come lui aveva loro consigliato. Combinando un casino, dato che sono riuscite a rompere la manovella del krick ed hanno ricominciato ad insultarsi vicendevolmente e pesantemente.
A risolvere la situazione ci ha pensato Tato, portandosi sul retro dell’utilitaria in corrispondenza del gancio traino. Poi sempre ammanettato come era, ha preso tra le mani il gancio ed ha alzato il posteriore della macchina senza nemmeno sudare, chiedendomi gentilmente: ” Clara amore credi di riuscire a cambiare la ruota adesso?”.
Io lo ho guardato esterrefatta da questa sua clamorosa dimostrazione di forza fisica, rimanendo a bocca aperta in compagnia delle due infangate deficienti che hanno immediatamente smesso di litigare. Dopo qualche istante per riprendermi e chiudere la bocca, ingenuamente gli ho chiesto:” Tato ma come fai a sollevare una macchina a mani nude?”.
Lui mi ha guardato e mi ha strizzato l’occhio dicendomi:” Magia “ aggiungendo che comunque non stava sollevando una macchina, ma solo parte di essa. Dallo stupore per il gesto del mio krick umano, sono rapidamente passata a mangiarmi con gli occhi tutti quei muscoli in funzione, piacevolmente eccitandomi un po’ .Fino a quando un fulmine ha lampeggiato nel cielo, seguito dal cupo brontolio di un tuono riportandomi alla realtà ed ho cambiato la gomma alla macchina delle stronze il più in fretta possibile, perché stava incominciando a piovere. Infine Tato dopo avere posato a terra la macchina, ha voluto dare una ulteriore stretta ai bulloni che fissano la ruota al mozzo, praticamente saldandoceli insieme.
Le due mentecatte si sono in parte riprese dallo stupore e quella stronza di Julie ha detto:” Con una forza del genere, anche se in catene, ritengo che la tua anomalia sia troppo pericolosa per girare nel nostro mondo. Farò presente la cosa a tua madre ed al consiglio delle Fate elette, puoi starne certa tormentatrice capo Clara.”.
“ Già e puoi stare anche certa che faremo di tutto per toglierlo dalla tua custodia e farlo rinchiudere nell’ istituto di produzione e punizione.”. Ha aggiunto quell’ altra stronza di Ezada.
Per niente preoccupata dalle vane minacce di quelle due dementi. Dato che io e Tato stavamo svolgendo un importantissimo esperimento, per conto e sotto la supervisione del consiglio delle Fate elette ed oltretutto avendo brillantemente superato la prove delle Fate adesso ufficialmente eravamo una coppia. Con un malcelato sorriso risposi a quelle ridicole Fate sovrappeso:” Fate pure se volete, prima però vi consiglio di darvi una ripulita, perché fate veramente schifo al momento. Sembrate due fattucchiere uscite da un letamaio.”.
“ Auguro ad ambedue gentili signorine una buona serata”. Ha detto Tato ed io per evitare che dicesse altro, lo ho baciato rapidamente e poi conducendolo per il guinzaglio, lo ho portato alla mia macchina . Ce lo ho caricato sopra, legandolo stretto al sedile con le cinture apposite, ho sganciato il guinzaglio dal collare e mi sono seduta dietro al volante. Infine ho acceso il motore, ingranato la prima e sono partita sgommando a tutta velocità. Casualmente le ruote posteriori del mio SUV erano immerse nel fango, così ho dato una bella infangata extra alle due stronze che erano ancora rimaste impalate davanti alla loro macchina e mi sono allontanata diretta verso il nostro nido d’ amore a tutto gas. Riprendendo a stuzzicare il nostro soldatino con estremo piacere ho detto a Tato:” Amore non preoccuparti per quello che dicono quelle due, non tornerai nell’ istituto e non ci separeranno mai. Tu però avresti potuto lasciare che si arrangiassero con quella gomma. Dopo quello che ti hanno fatto, sarebbe stato più che comprensibile. Comunque io sono rimasta colpita molto piacevolmente dalla tua dimostrazione di forza, anzi direi eccitata. Non vedo l’ora di essere a casa per averti tutto per me.”. Intanto è squillato il mio cellulare, dal numero sul display ho visto che era mia madre. Evidentemente le due stronze non avevano perso tempo. Ho acceso il vivavoce dicendo:” Ciao mamma cosa ti hanno detto Ezada e Julie?”.
“ Mi hanno detto che il modo in cui contieni la tua anomalia, non è sicuro per l’ incolumità delle Fate di questo mondo. Inoltre si sono lamentate perché le hai schizzate di fango. O almeno questo e quello che ho capito dal farfugliare isterico di quelle due dementi. Insomma si può sapere che cosa è successo?” .
Stavo per rispondere a mia madre quando Tato ha detto allegramente:” Buona sera eccellenza abbiamo solo aiutato le signorine, cambiando la lvgmmhp!!”. Ho tappato la bocca del mio uomo con una mano inguantata in pelle nera, mentre fermavo la macchina e dicevo a mia madre :” Scusa un’ attimo mamma, imbavaglio Tato e possiamo riprendere la nostra conversazione.”.
“ Sarà meglio “. Ha risposto glaciale l’ eletta anziana suprema in carica. Nel frattempo io ho estratto dal vano portaoggetti un balgag ed ho detto a Tato:” Forza amore apri la bocca, da bravo che è per il tuo bene.”. Dopo di che lo ho imbavagliato per bene, avendo cura di non stringere eccessivamente la fibbia del balgag ed ho detto a mia madre, mentre riprendevo a guidare:” Avevo fermato la macchina a bordo strada ed eravamo scesi a fare due passi, quando Ezada e Julie si sono fermate nello stesso posto perché la loro macchina aveva una gomma a terra. Hanno provato a svitare i bulloni della gomma, ma non ci sono riuscite, nel farlo si sono scontrate fra di loro e sono cascate in una pozza di fango. Tato aveva i polsi ammanettati dietro la schiena e fissati in vita da una catena. I gomiti legati da un paio di manette la cui catena di collegamento è lunga cinquanta centimetri, così come le sue caviglie ed inoltre aveva un robusto collare di cuoio intorno al collo a cui era agganciato un guinzaglio, tramite il quale lo conducevo a spasso. Sebbene fosse legato si è offerto di aiutare le due tormentatrici assistenti a svitare i bulloni che tenevano attaccata la ruota al mozzo e che loro non riuscivano a svitare. Senza problemi e nonostante fosse legato nel modo che ti ho descritto, il mio uomo è riuscito a svitare tutti i bulloni della ruota. A quel punto le due dementi hanno rotto la manovella del krick e si sono messe a litigare tra di loro. Allora Tato ha sollevato la parte posteriore della macchina delle due, chiedendomi se riuscivo a cambiare la ruota. Sono riuscita a cambiare la ruota facilmente e c’è ne siamo andati via. Partendo mi è scappato il piede sull’ acceleratore, a causa dei tacchi a spillo con cui guido ed ho coperto di fango le due dementi. È stato un incidente assolutamente non voluto, come quella volta che tu hai investito Ifigenia nel cortile del collegio per Fate dove mi avevi iscritta. In breve questo è quanto è successo e non mi sembra sia poi stato un granché. Nonostante il modo sgarbato in cui ci hanno trattato le abbiamo gentilmente aiutate.”.
“ Non è stato un granché! Mi hai appena detto che la tua anomalia nonostante sia ammanettato ha sollevato una macchina!”. Ha esclamato mia madre. “ Non vedo cosa ci sia da stupirsi mamma, credevi che tutti quei muscoli Tato li avesse per una questione estetica. Comunque nonostante tutta la sua forza, legato così bene come si trova, è totalmente indifeso ed in mio potere. Per cui non vedo cosa ci sia da preoccuparsi. Al di là del fatto che comunque, anche fosse libero non farebbe male ad una mosca.”.
“ Vallo a dire ai dieci disgraziati che ha steso sul ring, ho indagato sulla tua anomalia e mi sono anche guardata tutti gli incontri di boxe che ha disputato da professionista. Guardandoli sono rimasta allibita dalla brutale ferocia con cui aggrediva lo sfortunato che gli capitava come avversario, d’altronde ai tempi era soprannominato la bestia penso per questo motivo. Non riesco a capire che cosa trovi in un animale del genere. Come non riesco a comprendere come l’interazione fra di voi produca una così spropositata quantità di energia e solo per questo motivo ti permetterò di continuare con lui come abbiamo stabilito con Ifigenia. Ad ogni modo tu te lo sei scelto e tu ne sei responsabile. Cerca di evitare che faccia altre esibizioni di forza spaventando delle Fate e soprattutto che faccia dei danni.
Per quanto riguarda il tuo futuro nelle tormentatrici, da dopodomani incomincerai la tua carriera come insegnante presso l’ accademia delle tormentatrici. Insegnerai metodi di contenzione e punizione dei maschi. Ti porterai dietro la tua anomalia, in modo da fare degli esempi di situazioni reali e permettere alle tue studentesse di fare pratica su di lui.”. “ Ma così Tato seguirà praticamente il destino di un candidato colpevole, venendo punito giornalmente e ripetutamente. Non solo da me ma anche dalle mie allieve!”. Ho fatto presente a mia madre, disperata per il fatto che avrei dovuto nuovamente infierire sul mio amore. “ Sinceramente non mi importa se la tua anomalia si fa la bua, oltretutto essendo un masochista potrebbe apprezzare il suo ruolo, ad ogni modo potrai sempre usare la tua magia per guarirlo come hai già fatto in più di un’ occasione. Il consiglio delle Fate elette ha deciso così e così tu farai. Presentati dopodomani cioè lunedì mattina alle otto presso l’accademia con il tuo bruto al guinzaglio, ammanettato come è adesso, imbavagliato e con indosso la manetta di castità. Li troverai Ifigenia ad accoglierti, ti spiegherà in dettaglio le tue funzioni. La nostra conversazione finisce qui e fai in modo che non mi giungano più alle orecchie racconti delle vostre bravate.”.
Con mia madre le nostre conversazioni finiscono quasi sempre così, lei mi ordina che cosa devo fare senza darmi la possibilità di replicare. La qualcosa mi ha sempre dato fastidio ed è uno dei motivi per cui anni fa lasciai il mondo delle Fate per andare a vivere nel mondo dove ho conosciuto Tato e dove spero torneremo il prima possibile.
Intanto però mi toccherà insegnare a delle giovani Fate come legare e tormentare un uomo. Utilizzando il mio uomo per fare alle mie studentesse degli esempi concreti e per permettere a loro di fare pratica su di un maschio in carne ed ossa, il mio amore. Intanto tolgo il balgag a Tato dicendogli:” Amore hai sentito quello che hanno deciso per noi. Mi dispiace ma temo che per te ci saranno ancora torture da subire e per la maggior parte sarò io ad infliggertele. Non hai idea di quanto mi faccia soffrire il pensiero di quello che ti farò a partire da dopodomani.”.
“ Devo ammettere che quando mi sono offerto di aiutare voi Fate. Non mi aspettavo certo di essere bastonato così forte, da finire KO più volte in meno di una giornata in vostra compagnia, di quanti KO abbia subito in tutta la mia carriera pugilistica sia da professionista che da dilettante ed anche durante gli allenamenti. Ne tanto meno di finire a fare il sussidio didattico per delle tormentatrici in erba. Però ci sei tu Clara, mi sei entrata nell’ anima, io ti amo con tutto il mio cuore e per starti vicino sono disposto a sopportare questo ed altro. Persino una suocera come tua madre.”. Ho detto alla mia conturbante Fata facendo fiorire un sorriso sulle sue tumide e voluttuose labbra, oggi evidenziate da un rossetto rosso come il peccato. È di una bellezza clamorosa e qualsiasi suo gesto conscio od inconscio che sia, è compiuto con una grazia innata tale da ipnotizzarmi. Il temporale incominciato poco fa, adesso sembra il preludio al diluvio universale. Offuscandomi la vista del mondo delle Fate, mentre Clara mi accarezza con delicatezza il volto dicendomi.
“ Tato Tato non so come fai ma riesci sempre a mettermi di buon umore ed ha rinfrancarmi allo stesso tempo. Anche io ti amo, più di quanto avrei mai immaginato. Però questa situazione mi fa sentire tremendamente in colpa nei tuoi confronti. Perché non è giusto quello che stai subendo e quella stronza di mia madre si permette anche di fare dell’ ironia sui tuoi gusti sessuali; che io approvo con estremo piacere invece. È ingiusto eppure non posso fare niente per evitarlo. Posso solo cercare di rendere il più piacevole possibile il tempo che passeremo insieme solo noi due ed è quello che ho intenzione di fare adesso. Siamo arrivati a casa e per fortuna che è dotata di garage, così eviteremo di bagnarci.”. Una volta entrati in garage ho staccato Tato dal sedile cui era legato, lo ho aiutato ad uscire dalla macchina prendendolo per un braccio e lo ho condotto in casa attraverso il corridoio che la collega al garage. Oltrepassata la porta che conduce alla cantina dove si trova una cella per contenzione anomalie, certificata dal concilio delle Fate elette. Siamo entrati nel nostro nido d’ amore ed ho immediatamente cambiato i progetti che avevo fatto per me Tato e la camera da letto. Perché avevo una voglia matta di approfittare sessualmente del mio uomo ed erano dieci anni che mi mancava. Ho incominciato a ficcargli la lingua in bocca in salotto, mentre mi toglievo il giubbotto ed il cinturone con la pistola e la frusta, lanciandoli in giro. Poi sempre continuando a baciarlo è stata la volta della camicia e del reggiseno a venire scagliati frettolosamente sul divano l’uno e sul lampadario a soffitto l’ altro. Per levarmi i pantaloni però dovevo prima togliermi i cuissardes. Nel farlo mi sono ritrovata di nuovo alla mia altezza normale e per continuare a limonare con il mio amore dovevo mettermi in punta di piedi. La cosa non mi andava bene, così dopo essermi levata di dosso anche i pantaloni di pelle nera e le mutandine, ho calzato nuovamente i cuissardes per essere alla sua altezza. Anche se subito dopo lo ho fatto sedere su di una robusta sedia e me lo sono scopato a cavalcioni con enorme piacere. Dopo avere placato in parte il desiderio di Tato che covavo da ormai dieci anni, mi sono alzata, ho impugnato il nostro soldatino e senza dire una parola, ho condotto lui ed il mio amore in camera da letto. Dove abbiamo continuato a fare all’ amore per lungo tempo, divorati da una comune passione.
Clara è incredibile, camaleontica e di una bellezza allucinante. È in grado di passare dallo stadio di tenera Fata affranta per quello che le destina il futuro, a quello di vertigine bionda capace di scombussolarmi fino alla follia. Dopo la telefonata di sua madre, era triste e depressa. Io no, la sola idea di essere legato e torturato da lei, davanti a delle future tormentatrici, mi eccitava all’ ennesima potenza. Camminare essendo ammanettato, imbavagliato e portato al guinzaglio dalla mia Fata in mezzo ad una moltitudine di Fate vestite di pelle nera, era un sogno che diventa realtà per il maso-feticista che è in me. Di conseguenza, per evitare di rendere troppo evidente la mia eccitazione per quello che mi aspettava all’ accademia delle tormentatrici, la buttai sul ridere con un paio di battute e ribadendo tutto l’amore che provo per Clara.
Ha funzionato, perché il mio fatato amore ha smesso di commiserarsi ed appena entrati in casa mi è saltata addosso. Con le labbra incollate alle mie si è liberata della maggior parte dei capi di abbigliamento che indossava. È rimasta solo con indosso i guanti di pelle nera, i cuissardes e tutta la sua devastante bellezza. Così abbigliata mi scopato su di una sedia in salotto, poi ha impugnato il soldatino ed usandolo come un guinzaglio mi ha condotto in camera da letto. Dove in un paio d’ ore a cercato di recuperare dieci anni di astinenza sessuale. Non so se ci sia riuscita, ma per fortuna che ad un certo punto si è fermata. Perché se continuava ancora un po’ , mi avrebbe messo KO per la sesta volta in questa magnifica giornata.
Eravamo ancora sdraiati sul letto, l’ uno al fianco dell’ altra, in nostri visi erano quasi a contatto tra loro ed io specchiandomi nei magnetici occhi azzurri di Clara le dissi in un soffio:“ Santo cielo amore se continui di questo passo, lunedì mattina ti resterà poco di me da portare in accademia. Non che la cosa mi dispiaccia tra l’altro. Però se vuoi avere un sussidio didattico in efficienza da presentare alle tue allieve, è meglio che ogni tanto tu mi lasci riposare un po’.”.
“ Va bene sussidio didattico ti lascerò riposare un poco, mentre mi do una sistemata ed ordino la cena in uno dei ristoranti che fa l’ asporto. Ti andrebbe del sushi?”. Ho chiesto a Tato mentre lo aiutavo ad alzarsi dal letto, perché ammanettato com’è perde parecchio in agilità. Poi dopo una sua risposta affermativa gli ho detto:” Ti metterò per un po’ nella tua cella di contenzione, così potrai avere un po’ più di libertà di movimento. Dato che quando sei chiuso in cella posso attenuare le tue misure di contenimento. Su andiamo “. Lui era d’accordo sia sulla cena che sul riposo in cella e mi ha seguito docile come un cagnolino in quella che in un certo senso è camera sua.
La cella di contenzione per anomalie certificata dal consiglio delle Fate elette è in realtà una grossa gabbia d’ acciaio posta al centro di un’ enorme stanzone che una volta era la cantina di casa nostra. La chiamerò cella per distinguerla dalla gabbia di contenimento, come quella di cui era dotato il mio spogliatoio privato nell’ istituto di produzione e punizione. Dalla cella è possibile uscire dalla porta principale. Oppure tramite un sistema dei porte scorrevoli, accedere ad una gabbia di contenimento notevolmente più piccola appunto, dato che in essa l’anomalia può solo restare in piedi. La funzione della gabbia di contenimento è quella di consentire il togliere ed il mettere i vincoli all’ anomalia, in tutta sicurezza per la sua custode. Nella cella si trova una branda fissata al pavimento, una tazza del water, un lavandino ed una doccia dotata anche di un sistema di asciugatura ad infrarossi. Su di una parete ai due lati della porta di ingresso alla cantina, sono appesi la maggior parte dei mezzi di contenimento esistenti. A partire dalle corde di vari materiali e spessori, manette, catene e così via. Il tutto ovviamente certificato dal consiglio delle Fate elette. Tato è rimasto molto colpito dalla mia collezione ed ha immediatamente chiesto, se una volta tornati nel nostro mondo potevamo portarla con noi.
Poi ci si è presentato un piccolo problema idraulico al momento di mettere una gabbia di castità al nostro soldatino. Il quale eccitato oltremodo da tutte quelle corde e manette, aveva fieramente assunto una postura eretta e non aveva la benché minima intenzione di essere messo in gabbia. Così mi è toccato fare una sega a Tato con molto piacere e con altrettanto piacere pulire il nostro eroico soldatino, prima di rinchiuderlo. Perché secondo le disposizioni del consiglio delle Fate elette, quando l’anomalia è rinchiusa in cella oltre alle mani ammanettate sul davanti e le cavigliere, deve anche indossare un dispositivo di castità perché non gli è permesso masturbarsi.
Una volta ingabbiato il soldatino, ho rinchiuso Tato nella gabbia di contenimento gli ho temporaneamente liberato le braccia dalle manette e gli ho tolto la catena che aveva in vita. Infine gli ho ammanettato i polsi sul davanti, lo ho fatto entrare in cella attraverso il corridoio di porte scorrevoli e lo ho rinchiuso dicendogli:” Amore forse non lo hai ancora notato ma sulla parete opposta a quella di ingresso c’è un maxi schermo televisivo da centoventi pollici, il più grande che sia riuscita a trovare. Purtroppo in cella non posso lasciarti tenere nessun oggetto. Però ho collegato lo schermo ad un computer e puoi dare loro comandi vocali tramite Alexa. Inoltre sempre tramite Alexa puoi comandare le luci e tutti i sanitari della tua cella che per regolamento devono essere privi di rubinetti. Ho registrato un piccolo video in cui ti spiego come utilizzare al meglio le prestazioni di Alexa, lo faccio partire uscendo così avrai modo di famigliarizzarti con il sistema di comandi vocali. La televisione è sintonizzata anche sui canali TV del nostro mondo ed il computer ha un’ archivio fornitissimo di film, musica e libri scannerizzati che puoi comodamente leggere sul maxischermo. Mi dispiace Tato ma questo è il massimo di libertà che posso concederti in questo mondo. Ti chiedo ancora perdono e ti lascio con il video esplicativo. Nel frattempo io vado a darmi una aggiustatina ed ad organizzare per la cena”. Ho baciato il mio uomo attraverso le sbarre della cella e dopo aver fatto partire il video sono uscita dalla cantina chiudendo la porta blindata a chiave.
La parete tappezzata di mezzi di contenzione mi ha lasciato senza parole, tanto che mi sono dimenticato di dire alla mia Fata, quanto bene le stessero quei cuissardes e quei guanti di pelle nera che ancora indossava. Inoltre non la ho nemmeno ringraziata per il tempo che ha impiegato ad allestire la mia cella. Nel frattempo è partito il video, immediatamente ha attirato tutta la mia attenzione e mi sono fatto un appunto mentale di ringraziare il mio amore anche per quello.
Sul maxischermo da centoventi pollici era comparsa Clara ed ha subito iniziato a spiegarmi i comandi vocali per comunicare con Alexa. Spiegazione che non ho minimamente seguito, perché totalmente ipnotizzato dalla mia compagna che era più stupenda del solito. Indossava con grazia e nonchalance una vestaglia corta di seta nera. La cintura che la teneva chiusa era mollemente allacciata e permetteva di vedere chiaramente che sotto la vestaglia, Clara vestiva una guepierre di pizzo nero con reggicalze e reggiseno a balconcino incorporati. Un perizoma nero probabilmente fatto con il filo interdentale, le copriva parzialmente le pudenda. Le sue gambe erano inguainate in calze di seta nera ed ai piedi calzava un paio di décolleté in vernice nera con il tacco a spillo di dodici centimetri. Portava i capelli sciolti, le sue magnifiche labbra erano dipinte con un rossetto beige chiaro che ne metteva in risalto la forma perfetta ed i suoi occhi magnetici avevano i contorni evidenziati con la matita nera. Un vero schianto, il soldatino non ha resistito ed è partito con il presentatarm, scontrandosi con la gabbia di acciaio che lo conteneva.
Stavo guardando il video esplicativo per la quarta volta, seduto sulla mia branda ed ero anche riuscito a farmi una doccia, per rendermi il più presentabile possibile. Quando ho sentito la porta della cantina aprirsi, poi un delizioso rumore di tacchi a spillo sul parquet che, il mio amore ha generosamente usato per rivestire il pavimento della cantina e della mia cella. Infine ho sentito la sua voce melodiosa che allegramente mi diceva:” Tato oramai dovresti sapere a memoria il contenuto di quel video, ma quante volte lo hai visto?”.
“Quatr…” le ho parzialmente risposto perché mi sono girato e la ho vista. Avendo immediatamente una ptosi mandibolare indotta mentre gli occhi mi schizzavano fuori dalle orbite. Clara era vestita e truccata esattamente come nel video esplicativo. Io ed il mio soldatino non eravamo minimamente preparati ad una simile visione ed abbiamo rischiato ancora una volta il sesto KO della giornata. Dopo averla mangiata con gli occhi per un tempo che mi è sembrato infinito, sono riuscito a riprendermi e le ho detto: “ Quattro sono quattro le volte che ho visto il video e sarebbero state di più se non avessi provato la doccia ed il sistema di asciugatura ad infrarossi. Sei bellissima amore ed io mi sento l’ uomo più fortunato dell’ universo, anche se oggi mi ha messo KO cinque volte e stavi per mettermici un’ altra volta con questa tua apparizione. Temo però che avremo un problema al momento di estrarre il soldatino dalla gabbia. Dato che si è entusiasmato un po’ troppo per il tuo modesto abbigliamento. Oh a proposito me lo daresti uno dei tuoi baci adesso?”. Lei ha immediatamente esaudito la mia richiesta e mi ha detto che se volevo, potevo palparle i suoi magnifici seni attraverso le sbarre della gabbia. Approfittando del fatto che avevo i polsi ammanettati sul davanti. Cosa che ho piacevolmente fatto, ma che sarebbe stata molto più piacevole se non avessi avuto l’ uccello in gabbia.
Poi il mio amore ha azionato il sistema di porte scorrevoli e mi ha rinchiuso nella gabbia di contenimento. I comandi delle porte scorrevoli sono vicino alla porta, su di una delle pareti ornata da tutti quei mezzi di contenzione che tanto hanno ingolosito il masochista che è in me. Fra tutti questi legami Clara ha scelto due voluminose matasse di corda di seta bianca e mentre veniva verso di me sorridendo mi ha chiesto se conoscevo lo Hojojutsu.
Dopo avere ordinato il sushi mi sono fatta una doccia, dicendomi che la prossima la avrei fatta con Tato e sarebbe stata sicuramente più divertente e movimentata. Ho deciso di vestirmi e di truccarmi come nel video esplicativo che avevo girato per il mio uomo. Perché ero convinta di piacergli abbigliata così e di fargli schizzare gli occhi fuori dalle orbite, lasciandolo a bocca aperta, in effetti sono stata accontentata. Sono entrata in cantina, Tato era seduto sulla branda dandomi le spalle, perché impegnato nella visione del video che avevo preparato per lui. Si è girato rimanendo quasi folgorato dal mio look, che credo abbia apprezzato moltissimo, almeno a giudicare dalla faccia che ha fatto e dal tempo che è rimasto a bocca aperta. Dopo un’ attimo per riprendersi mi ha chiesto di baciarlo, cosa che ho immediatamente fatto molto volentieri. Dopo averlo fatto gli ho chiesto se voleva darmi un palpata alle tette attraverso le sbarre della gabbia, dato che aveva le mani ammanettate sul davanti. Lui ha accettato con entusiasmo ed a me sono piaciute moltissimo le sue manipolazioni. Poi lo ho chiuso nella gabbia di contenimento tramite il sistema di porte scorrevoli, i cui comandi sono su di una parete a lato della porta di ingresso alla cantina. Fra gli strumenti di contenzione appesi alla parete ho scelto due matasse di corda di seta bianca e mi sono avvicinata a Tato con un sorriso dicendogli:” Amore conosci lo Hojojutsu?”. “ Vagamente ma sono convinto che mi piacerà un sacco. Comunque ha qualcosa a che fare con il Giappone e con la scarsità di ferro che si trova in quel parse se non sbaglio.”. Ha risposto il mio amato prigioniero, ansioso di approfondire le sue cognizioni in materia.
“ In effetti lo Hojojutsu è un’ arte marziale che ha avuto origine nel periodo Edo, all’ incirca nel 1600 dc. Le sue regole principali sono quattro. Primo: non lasciare che il tuo prigioniero sciolga le legature. Secondo: non causare nessun danno fisico o mentale al tuo prigioniero. Terzo: non permettere che gli altri osservino le tue tecniche. Quarto: fai in modo che il risultato sia corretto anche esteticamente.
Ho pensato che tenerti costantemente ammanettato, alla lunga sarebbe stato oltremodo fastidioso per te amore. Così ho cercato dei metodi di contenimento alternativi che ti arrecassero il minor fastidio possibile. Trovando nello Hojojutsu una valida soluzione credo. In questi dieci anni che ho trascorso senza te, ho avuto modo di studiare e fare pratica in materia con profitto. Adesso sono cintura nera quinto dan di Hojojutsu, nonché istruttrice accreditata dal consiglio delle Fate elette e molto ansiosa di mostrarti queste mie nuove abilità.”.
Detto questo ho proceduto, liberando Tato dalle manette che gli serravano i polsi, per poi ordinargli di mettere le braccia dietro la schiena e legarle saldamente ad essa con un intricato ed esteticamente corretto intreccio di corde e nodi ben stretti. Dopo avergli tolto le cavigliere sostituendole, con un viluppo di funi semplice ma efficace, che gli avrebbe impedito di fare un passo più lungo di mezzo metro. Lo ho finalmente fatto uscire dalla gabbia di contenimento, per poi abbracciarlo stretto con passione. Ho poi provato a liberare il nostro soldatino dalla sua gabbia di castità e ci si è presentato ancora una volta un problema idraulico. Per risolvere il quale siamo dovuti andare in cucina e prendere del ghiaccio da applicare all’ organo in questione, che oltremodo eccitato dagli ultimi eventi accadutigli. Era in uno stato di turgore tale da impedirgli fisicamente di fuoriuscire dalla gabbia di castità in cui, per volontà del consiglio delle Fate elette lo avevo rinchiuso. Poi per farlo riprendere dalla prigionia, perché dopo il trattamento col ghiaccio mi sembrava un po’ patito. Gli ho fatto un bel massaggio, mentre baciavo Tato e sia lui che il nostro soldatino lo hanno gradito molto.
Ci siamo spostati in salotto dove sul tavolo avevo posato, l’esagerata ordinazione di sushi che avevo fatto. Avendo approfittato della cena per sei che era in offerta. Inoltre il mio uomo è molto goloso di sushi e per nutrire quel corpaccione che si ritrova necessita di una quantità spropositata di cibo. Anche se non pensavo che sarebbe riuscito a mangiare tutto, come invece ha fatto senza problemi. Io ho dovuto imboccarlo per tutto il tempo con molto piacere. Perché legato come lo avevo impacchettato, avrebbe potuto alimentarsi solo usando la bocca come fanno i cani e non mi sembrava carino costringerlo a mangiare così.
Distratto dal periodo trascorso nell’ istituto di produzione e punizione, dal viaggio in macchina con pit stop annesso e dal feroce nonché molto gradito assalto erotico di cui la mia adorata Fata, mi aveva fatto oggetto, non appena entrati in casa nostra. Mi ero dimenticato di essere digiuno dall’ ultima colazione fatta in un’ altro mondo, ormai almeno una dozzina di ore fa. Così come uno squalo mi sono avventato sul sushi e con l’ aiuto di Clara che dopo avermi fatto sedere su di una sedia, mi si era seduta sulle cosce e pazientemente mi imboccava utilizzando le bacchette con infinita grazia. Ho rapidamente ingurgitato una quantità di cibo esagerata e sufficiente a sostentare una famiglia numerosa per almeno due giorni.
Finita la cena, principalmente perché sul tavolo non si trovava più niente di commestibile ed influenzato dalla situazione nipponica in cui versavo. Tra lo Hojojutsu ed il sushi mi ero quasi convinto di essere a Tokyo. Per cui come il bon-ton del paese del sol levante prescrive al fine di dimostrare il gradimento del pasto appena concluso, mi è scappato un rutto colossale.
Clara per fortuna la ha presa bene ed è scoppiata a ridere come una matta. Mentre io provavo a scusare la mia cafonaggine dicendo:” Scusa amore ma tra lo Hojojutsu ed il sushi, ho paura di averti scambiato per una sofistica Geisha e se non sbaglio in Giappone per dimostrare il gradimento per il cibo mangiato si fa cosi.”. Lei che aveva appena smesso di ridere, ha ripreso a farlo con foga, mentre mi abbracciava affondando il suo viso sul mio petto. Ci ha messo un po’ a riprendersi ma poi ha ripreso anche il comando delle operazioni dicendomi.
“ Si certo una Geisha ma Tato cosa ti inventi. Comunque adesso che hai finito il cibo, forse è il caso di lavarti i denti e già che ci siamo ti farò la barba. Su alzati che il bagno ti attende!”. Mi sono alzata dalle sue muscolose cosce su cui ero piacevolmente seduta e lo ho portato in bagno dove gli ho lavato la faccia ed i denti. Dopo di ché lo ho fatto sedere su di una sedia davanti al lavabo ed ho tirato fuori l’attrezzatura per raderlo. Ho preparato il sapone e glielo ho spennellato sulla faccia. Quando ho tirato fuori il rasoio a mano libera ed ho incominciato ad affilarlo sulla cinghia. Tato mi ha guardata preoccupato ma fidandosi ciecamente di me mi ha lasciato fare, pregandomi di lasciargli almeno un’ orecchia per poter ascoltare la mia voce melodiosa. Io sono scoppiata a ridere ed ho dovuto posticipare la rasatura, per il tempo di smettere di farlo. Alla fine sono riuscita a raderlo per bene e dopo avergli sistemato i capelli, me lo sono scopato sulla sedia con enorme piacere reciproco. Siamo passati sul divano in salotto dove abbiamo trovato il modo di fare una lunga chiacchierata su di noi, lasciando fuori dai nostri discorsi il mondo delle Fate, l’ esperimento ed il nostro futuro all’ accademia delle tormentatrici. Ad un certo punto Tato è scivolato giù dal divano volontariamente, con un movimento rapido e coordinato. Mettendosi poi in ginocchio di fronte a me che ero ancora seduta sul divano mi ha chiesto di sposarlo e mentre piacevolmente sorpresa valutavo la sua proposta. Mi si è insinuato tra le cosce ed ha iniziato a perorare oralmente la sua richiesta, praticandomi un cunnilingus che mi ha fatta letteralmente sciogliere. Esclusivamente oralmente nessuno prima di lui, nessuno uomo o donna che fosse, era riuscito a farmi avere una serie di orgasmi clitoridei multipli così appagante ed intensa. Infine si è staccato dalle mie parti basse e pur restando in ginocchio. È riuscito a portare il nostro soldatino nel posto giusto, chiedendomi gentilmente se a quel punto potevo dargli una mano. Io non me lo sono fatta ripetere due volte, ho guidato il soldatino nella mia lubrificatissima vagina ed ho ricevuto una stantufata fantasmagorica che mi ha lasciata letteralmente senza fiato. Felice ed appagata come non lo ero mai stata.
Dopo la cena la mia vertigine bionda mi ha portato in bagno per lavarmi i denti e farmi la barba. Dato che legato come sono, le braccia e le mani non posso utilizzarle. Al momento di radermi dopo avermi insaponato la faccia, ha tirato fuori un rasoio a mano libera dall’ aspetto inquietante. Un po’ preoccupato le ho chiesto umilmente di lasciarmi almeno un’ orecchio, per poter continuare ad ascoltare la sua voce. Lei è scoppiata a ridere ed una volta ricompostasi mi ha rasato alla perfezione. Dopo avermi messo in ordine i capelli ed essersi liberata della vestaglia e del perizoma, mi ha scopato sulla sedia dove mi aveva fatto sedere. Io ed il nostro soldatino ci eravamo già eccitati molto durante la rasatura. Quella lama letale impugnata dalla mia Fata, che usandola con perizia mi aveva rasato, mentre io ero impotente perché legato come un salame. Aveva stimolato oltremodo la nostra anima masochista. Di conseguenza sono quasi certo che abbiamo fatto una bella figura.
Ci siamo trasferiti sul divano in salotto e la vestaglia ed il perizoma di Clara sono rimasti in bagno. Comodamente stravaccati sul divano ed abbiamo parlato fra di noi. Io dopo tutto quello che ci era successo, ero oramai perdutamente innamorato di lei e sentivo il bisogno di ufficializzare la nostra relazione. Per cui mi sono messo in ginocchio di fronte al mio amore e con tutta la serietà possibile, dato che ero nudo e legato per bene, le ho detto:” Clara sei bellissima, sensuale, intelligente, divertente, premurosa, molto affettuosa, ridi alle mie battute e sei una Fata cintura nera di Hojojutsu quinto dan. Praticamente il sogno della mia vita. So che potresti trovarne mille di uomini meglio di me, ma faresti di me l’ essere umano più felice dell’universo se prendesti in considerazione l’ idea di diventare mia moglie.”.
Detto questo mi sono intrufolato tra le sue cosce inguainate in seta nera ed ho messo tutto il mio amore in cunnilingus accurato. Quando mi sembrava che si fosse lubrificata a sufficienza, ho portato l’ uccello all’ altezza della passera di Clara, chiedendole una mano per il nostro soldatino e dopo che lei lo ha accolto con piacere. Ci siamo accoppiati godendo una cifra, con i nostri cuori che battevano all’ unisono ed a ritmo sfrenato.
Non avrò recuperato dieci anni di astinenza sessuale in mezza giornata col mio uomo. Però se continuiamo a farlo con questa frequenza e qualità non dovrei metterci molto.
Tato mi ha piacevolmente sfinita con il nostro ultimo amplesso e resa la Fata più felice di tutti i mondi con la sua proposta di matrimonio. Così appena il mio cuore ha ripreso un ritmo normale, con un tono di voce arrochito dalla passione gli rispondo felice:” Tato amore mio fosse per me ti sposerei seduta stante, perché sei l’ uomo dei miei sogni. Purtroppo però abbiamo questo esperimento per conto del consiglio delle Fate elette da portare a termine e non credo che contempli un matrimonio tra di noi. In oltre a quella bacchettona di mia madre verrebbe un attacco apoplettico, se mi sposassi con un maschio umano nel mondo delle Fate. Mi dispiace ma ci sposeremo nel mondo in cui ti ho conosciuto, nel momento stesso in cui ci torneremo. Te lo giuro amore e ti assicuro anche che per tutto il tempo che resterai mio prigioniero, continuerò ad approfittare sessualmente di te il più possibile.”. Poi lo ho abbracciato e baciato con trasporto. “ D’accordo allora appena tornati a casa farò di te una Fata onesta e poi avvieremo la nostra libreria profumeria. Adesso cosa facciamo, io sarei per una dormita e tu?”. Ha detto Tato in un’ intervallo tra di un bacio e l’ altro. “ Anche io dormirei volentieri, magari utilizzando una tua spalla come cuscino. Però secondo le regole stabilite dal consiglio delle Fate elette, per dormire nel letto con me necessiti di una contenzione a livello superiore. Dovrò legarti le ginocchia unite tra loro e le caviglie incrociate in modo da non permetterti di saltellare. Devo anche metterti il collare fissandolo alla sponda del letto con una fune, bendarti ed imbavagliarti. Mi dispiace ma se vuoi dormire con maggiore libertà di movimento, posso rinchiuderti nella tua cella. Non preoccuparti non mi offendo di certo, se preferisci dormire più comodo.”. “Se dormo con te dovrò indossare la gabbia di castità come se fossi nella mia cella?”. Mi ha chiesto lui ed alla mia risposta negativa. Ha detto che avrebbe dormito molto volentieri con la sua futura moglie. Chiedendomi inoltre se l’ idea del bavaglio, era una regola imposta dal consiglio delle Fate elette. Oppure una mia personale aggiunta, per non essere tenuta sveglia dal suo russare. Ovviamente io sono scoppiata a ridere mentre lo accompagnavo in bagno. Abbiamo compiuto le nostre abluzioni serali. O meglio io mi sono struccata e lavata ed infine ho lavato Tato meglio che potevo, dato che era legato come un salame. Arrivati nella nostra alcova ho legato il mio futuro marito al letto e nel modo prescritto dal consiglio delle Fate elette. Mi sono spogliata ed ho indossato una camicia da notte corta in seta azzurra. Mi sono messa a letto, ho bendato Tato con una bandana ripiegata e prima di imbavagliarlo me lo sono ancora sbaciucchiato un po’. Infine lo ho imbavagliato per bene con un’ altra bandana arrotolata intorno ad una pallina di gomma, in una sorta di balgag artigianale. Con l’aggiunta di un’ ulteriore bandana intorno alla bocca, anche essa legata ben stretta dietro la nuca e scherzosamente lo ho sfidato a russare. Il tempo di accucciarmi sulla sua muscolosa spalla, coprendoci con la trapunta ed ero già felicemente addormentata
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Anomalia 2
Commenti dei lettori al racconto erotico