DTPS
          
            
              di
Tato
            
            
              genere
bondage
            
          
        
        
          Clara mi ha risvegliato con una secchiata di acqua ghiacciata, poi è toccato alle sue allieve esercitarsi con la canna di bambù sulla pianta dei miei piedi. Per un’ ora di fila sono andate avanti ed io sono svenuto due volte nel frattempo. Dopo di che le cadette hanno sostituito la canna di bambù con una robusta pagaia e per un’ altra ora mi hanno bastonato, mentre io non riuscivo più a restare cosciente. Perché hanno finito il lavoro brillantemente iniziato da Clara, frantumandomi il coccige in più parti. Per fortuna dopo un tale devastante trattamento sono precipitato nell’ incoscienza. Stato in cui non percepivo più il dolore, ma ero tormentato da incubi in cui Clara mi faceva un male pazzesco.
Dopo un certo tempo che potrebbe essere durato venti minuti oppure un secolo, tanto nello stato in cui ero il fluire del tempo era ininfluente. Sono stato riportato in me, perché qualcuno mi stava togliendo il balgag ed ho sentito la mia Fata che mi diceva preoccupata:” Tato amore sono io Clara rispondimi ti prego!”. Io sono appena riuscito a risponderle:” Clara abbi pietà di me e non mi picchiare più!” e poi sono scoppiato a piangere. Ho scoperto che c’era anche Dafne perché è intervenuta prendendo il comando della situazione. Mentre Clara mi tratteneva per le spalle, lei ha sganciato le manette dalla catena che le teneva appese al soffitto. Non ero più imbavagliato, così ho incominciato a strillare dal dolore, perché ambedue le mie spalle erano slogate ed i muscoli ad esse collegati erano strappati. Di conseguenza partivo le pene dell’ inferno anche solo stando fermo, figuriamoci se qualcuno le movimentava. Ho fatto presente alle due Fate, la disperata situazione anatomopatologica in cui vessavano le mie spalle e quando Dafne delicatamente ha estratto il plug anale dal mio retto, io urlando le ho messe al corrente del mio coccige fratturato in più punti. Però io a quel punto non riuscivo più a smettere di strillare dal male che sentivo e sempre Dafne scusandosi mi ha nuovamente imbavagliato. Onde evitare che con i miei esagerati vocalizzi richiamassi una torma di Fate nell’ aula della mia agonia. Dopo un tempo che a me è sembrato infinito e di cui ho vaghi e devastanti ricordi, sono stato legato a pancia in giù su di una tavola e sono stato trasportato all’ aperto. Mi hanno posato per terra e prima ancora di slegarmi dalla tavola Clara mi ha risanato. Ho sentito la solita sensazione di inebriamento ed ero fisicamente come nuovo ma non psichicamente. Purtroppo dopo tutto quello che avevo patito durante il mio primo giorno di scuola, ero in preda alla DTPS ovvero la sindrome da stress post traumatico. La conoscevo bene perché dopo l’incidente che aveva posto fine alla mia carriera di pugile e che mi aveva inchiodato su di una sedia a rotelle, ne ero stato vittima. Poi su insistenza dei miei genitori, avevo conosciuto Clara, lei con la magia mi aveva rimesso in piedi e la DTPS era sparita. Adesso era tornata più preponderante che mai, portandosi appresso tutto il suo corollario di: pensieri intrusivi, evitamento dei ricordi traumatici, flashback, incubi, umore negativo ed ipervigilanza. Però questa volta a scatenarla non era stato un taxista pachistano ubriaco investendomi. No era stata la mia amata Fata che seguendo gli ordini che le erano stati impartiti, mi aveva torturato per mezza giornata. La stessa Fata che dopo avermi guarito, mi aveva aiutato ad alzarmi, mi aveva tolto la manetta di castità ed il balgag e che stava per baciarmi. Io però a causa degli effetti della DTPS ero terrorizzato da lei e non volevo che mi toccasse. Così prima che lo facesse, ho raccontato a lei ed a Dafne il ricatto di Ofelia ed Ifigenia ed ho anche confessato a Clara che avevo paura di lei. Avevo bisogno di stare da solo, così ho chiesto al mio amore di essere rinchiuso nella mia cella di contenzione. Ho salutato Dafne ringraziandola e mi sono avvicinato alla macchina di Clara. Lei mi ha fatto salire, mi ha legato al sedile del passeggero e siamo partiti. Mentre tornavamo a casa mi ha detto che avrebbe ordinato la cena a domicilio e mi ha chiesto cosa volessi mangiare. Io le ho risposto che non avevo fame e che volevo essere rinchiuso nella mia cella di contenzione e starmene da solo. Lei ha fatto come le avevo chiesto e la ho sentita piangere mentre entrava in casa.
Io mi sono fatto la doccia perché nonostante stessi bene ero ancora sporco di sangue secco. Mi sono sdraiato sulla branda a fissare il soffitto e mi sono chiuso in me stesso come mi capita quando sono colpito dalla DTPS. Ero dispiaciuto per come avevo trattato la mia futura moglie, ma non potevo farci niente. Perché sentivo ancora le sue frustate sulla mia pelle ed ogni istante che la avevo vicina provavo terrore per quello che mi avrebbe fatto. Non era colpa sua ne mia, era solo che il cervello umano è fatto in un certo modo ed a volte a seguito dei traumi che subisce. Si rinchiude in sé stesso, come una lumaca che percependo il pericolo rientra nel suo guscio. Però qualcosa per lei dovevo farlo dato che nonostante tutto continuavo ad amarla perdutamente ed il modo in cui la stavo trattando non mi piaceva affatto. Così utilizzando il sistema Alexa, le ho mandato un messaggio vocale sulla segreteria del suo telefonino dicendole:” Clara amore mio perdonami per come mi sto comportando. Purtroppo però devi sapere che al momento sono in preda alla sindrome da stress post traumatico e la mia mente è infestata da flashback ed incubi in cui tu mi torturi. Ne sono così infestato che sento ancora sulla pelle i morsi delle tue frustate, ogni volta che poso il mio sguardo su di te o che sento la tua voce. Se fossimo nel mio mondo, un buon terapista ed una cura con farmaci antidepressivi potrebbe aiutarmi ad uscire dal tunnel della DTPS. Però siamo nel tuo mondo e di aiuto qui io non ne posso trovare. Senza contare che domani è un altro giorno di scuola e chissà cosa ti ordineranno di farmi. È vero mi sono offerto volontario ed essendo maso-feticista apprezzo le donne che mi trattano rudemente e soprattutto essere legato. Nondimeno a tutto c’è un limite e sono sempre più vicino al punto di superarlo.
Mi fido di Dafne ed apprezzo il suo aiuto, ma non credo che riuscirà a fare qualcosa per noi, almeno nell’ immediato. Ciò significa che domani mi toccherà soffrire per compiacere quelle due vecchie sanguinarie arpie. Tu farai quello che ti verrà ordinato, dal canto mio io cercherò di resistere ma non posso assicurarti di riuscire a farlo. Mi dispiace vorrei essere con te in questo momento per confortarti ed adorarti, ma tu non hai idea del terrore cieco che provo adesso solo a pensare a te.
Tutto questo mio discorso non è un addio, o almeno non vorrebbe esserlo. Però se da domani non dovessimo vederci più, perché non c’è la ho più fatta a sopportare il dolore e mi sono arreso. Se non altro spero tu comprenda perché ti ho lasciata. Scusa se sono stato brutale con le mie parole e scusa se ti chiedo di non venire a trovarmi, fino a quando domani non dovremo andare a scuola, ma in questo momento purtroppo tu sei la ultima persona che vorrei vedere ed io ho bisogno di stare da solo a studiare come risolvere la situazione.
Buona notte amore!”.
Sdraiata sul letto mi sentivo persa senza Tato, lui era di la rinchiuso nella cella di contenzione ed ammanettato come prescritto dal consiglio delle Fate elette. Era in mio totale controllo, avrei potuto andare da lui ed imporgli la mia presenza. Però visto come lo avevo torturato, non mi sentivo in diritto di farlo. Anche perché, a meno che Dafne facesse un miracolo, domani avrei dovuto torturarlo ancora. Dafne, tutto dipendeva da lei adesso. Se fosse riuscita ad estromettere dal consiglio delle Fate elette mia madre ed Ifigenia, per il mio amore e per me le cose sarebbero migliorare ed avremmo potuto riavvicinarci. Se non ci fosse riuscita temevo che io e Tato avremmo finito col separarci.
Ho preso il mio telefonino per vedere se la mia amica mi avesse mandato un messaggio ed ho visto che c’è ne era uno vocale di Tato. Lo ho immediatamente ascoltato ed il mondo mi è crollato addosso. Il mio amore era di la rinchiuso nella sua cella di contenzione, continuava a soffrire per quello che io gli avevo fatto ed io non potevo andare ad aiutarlo, perché ero io la causa della sua sofferenza. Mi sono sentita malissimo, oppressa da un complesso di colpa tremendo non riuscivo a fare altro che piangere. Commiserandomi il tempo è volato e ad un certo punto è squillato il campanello di casa. Sono corsa all’ uscio ed ho aperto a Dafne sperando di avere buone notizie da lei, ma l’ espressione mortificata che aveva, mi ha gelato il sangue nelle vene.
“ Mi dispiace ma non sono riuscita ad estromettere tua madre ed Ifigenia dal consiglio delle Fate elette per ora. Domani durante la sessione pomeridiana programmata è possibile, sempre che io riesca a trovare delle prove concrete che dimostrino il ricatto che hanno imposto a Tato ed è inutile che io ti dica che la sua testimonianza non è valida. Dato che siamo nel mondo delle Fate e qui da noi non c’è spazio per i maschi umani, se non per succhiare loro il massimo di energia magica possibile.
Comunque per domani vi è imposto di seguire il programma didattico concepito da quelle due emerite stronze e tua madre mi ha affidato il compito di consegnati il programma di lezioni, che avevi dimenticato nell’ ufficio di Ifigenia. Non ho avuto il coraggio di leggerlo, ma forse è il caso di farlo adesso. Però non dobbiamo scoraggiarci, se riusciamo a trovare le prove che quelle due vecchie inacidite hanno preposto i loro interessi personali a quelli della nostra specie. Sono certa che riusciremo ad avere ragione, Clara mi dispiace ma più di così per ora non riesco a fare. Però Tato come sta e perché non siete insieme?”. Non sono riuscita a risponderle, ho preso il mio telefonino e le ho fatto ascoltare il messaggio di Tato piangendo. Lei dopo averlo ascoltato mi ha abbracciato versando lacrime amare con me.
Dopo un po’ Dafne si è ripresa e mi ha detto:” Non dobbiamo darci per vinte adesso, quelle due vecchiacce ragionano come Fate di altri tempi e sono certa che non hanno tenuto conto delle telecamere di sorveglianza ultimamente installate in tutta l’accademia. Ho con me i video potremmo guardarli e magari riusciremo a trovare le prove che ci necessitano.”.
Abbiamo iniziato a guardare i video del supplizio di Tato e non è stato assolutamente facile vedermi mentre lo frustavo. Dafne mandava avanti veloce le immagini dove non erano presenti le arpie, ma anche a velocità maggiorata vedere quei fotogrammi mi faceva stare male. Per fortuna siamo riuscite a trovare le prove di cui avevamo bisogno ed erano solide nonché incontrovertibili, mia madre ed Ifigenia erano fregate. L’ euforia per avere le prove dell’ indegno comportamento delle due emerite stronze è durata poco però. Perché comunque domani Tato avrebbe fatto il sussidio didattico ed io sarei stata costretta ad infierire su di lui ancora. Dato che la riunione del consiglio delle Fate elette si sarebbe tenuto nel pomeriggio, mentre invece io dovevo tenere la mia lezione in mattinata ed ancora non sapevo come avrei dovuto torturare Tato domani. Allora ho preso il programma di lezioni che mi aveva fatto recapitare mia madre e con orrore ho scoperto che domani a Tato sarebbe toccata la sedia.
La sedia è un termine generico, ma in realtà raccoglie tutta una serie di tormenti che si possono praticare quando il candidato colpevole è legato ad una sedia. Domani al mio amore sarebbero toccati: pugni, scariche elettriche, waterboarding e ferri roventi. Ovviamente sarei stata io ad infliggergli tali supplizi, per mostrare alle mie alunne il mondo più doloroso per torturare un maschio e poi sarei dovuta stare a guardare le cadette che si esercitavano su di lui.
Non appena ho letto il destino riservato al mio amore, sono nuovamente scoppiata a piangere dicendo a Dafne che non lo avrei fatto. Lei però pragmatica come sempre, mi ha fatto notare che rifiutandomi di eseguire gli ordini avrei peggiorato la situazione mia ed anche di Tato. Dato che lui sarebbe stato torturato lo stesso ed io sarei finita a fare compagnia ad Ezada e Julie in cella. Infine viste le condizioni in cui mi trovavo si è offerta di restare a tenermi compagnia, ma soprattutto di essere al mio fianco la mattina dopo. Quando sarei dovuta andare a prelevare Tato dalla cella di contenzione dove era rinchiuso ed avrei dovuto spiegargli che sarebbe stato ancora torturato da me.
        
        
        Dopo un certo tempo che potrebbe essere durato venti minuti oppure un secolo, tanto nello stato in cui ero il fluire del tempo era ininfluente. Sono stato riportato in me, perché qualcuno mi stava togliendo il balgag ed ho sentito la mia Fata che mi diceva preoccupata:” Tato amore sono io Clara rispondimi ti prego!”. Io sono appena riuscito a risponderle:” Clara abbi pietà di me e non mi picchiare più!” e poi sono scoppiato a piangere. Ho scoperto che c’era anche Dafne perché è intervenuta prendendo il comando della situazione. Mentre Clara mi tratteneva per le spalle, lei ha sganciato le manette dalla catena che le teneva appese al soffitto. Non ero più imbavagliato, così ho incominciato a strillare dal dolore, perché ambedue le mie spalle erano slogate ed i muscoli ad esse collegati erano strappati. Di conseguenza partivo le pene dell’ inferno anche solo stando fermo, figuriamoci se qualcuno le movimentava. Ho fatto presente alle due Fate, la disperata situazione anatomopatologica in cui vessavano le mie spalle e quando Dafne delicatamente ha estratto il plug anale dal mio retto, io urlando le ho messe al corrente del mio coccige fratturato in più punti. Però io a quel punto non riuscivo più a smettere di strillare dal male che sentivo e sempre Dafne scusandosi mi ha nuovamente imbavagliato. Onde evitare che con i miei esagerati vocalizzi richiamassi una torma di Fate nell’ aula della mia agonia. Dopo un tempo che a me è sembrato infinito e di cui ho vaghi e devastanti ricordi, sono stato legato a pancia in giù su di una tavola e sono stato trasportato all’ aperto. Mi hanno posato per terra e prima ancora di slegarmi dalla tavola Clara mi ha risanato. Ho sentito la solita sensazione di inebriamento ed ero fisicamente come nuovo ma non psichicamente. Purtroppo dopo tutto quello che avevo patito durante il mio primo giorno di scuola, ero in preda alla DTPS ovvero la sindrome da stress post traumatico. La conoscevo bene perché dopo l’incidente che aveva posto fine alla mia carriera di pugile e che mi aveva inchiodato su di una sedia a rotelle, ne ero stato vittima. Poi su insistenza dei miei genitori, avevo conosciuto Clara, lei con la magia mi aveva rimesso in piedi e la DTPS era sparita. Adesso era tornata più preponderante che mai, portandosi appresso tutto il suo corollario di: pensieri intrusivi, evitamento dei ricordi traumatici, flashback, incubi, umore negativo ed ipervigilanza. Però questa volta a scatenarla non era stato un taxista pachistano ubriaco investendomi. No era stata la mia amata Fata che seguendo gli ordini che le erano stati impartiti, mi aveva torturato per mezza giornata. La stessa Fata che dopo avermi guarito, mi aveva aiutato ad alzarmi, mi aveva tolto la manetta di castità ed il balgag e che stava per baciarmi. Io però a causa degli effetti della DTPS ero terrorizzato da lei e non volevo che mi toccasse. Così prima che lo facesse, ho raccontato a lei ed a Dafne il ricatto di Ofelia ed Ifigenia ed ho anche confessato a Clara che avevo paura di lei. Avevo bisogno di stare da solo, così ho chiesto al mio amore di essere rinchiuso nella mia cella di contenzione. Ho salutato Dafne ringraziandola e mi sono avvicinato alla macchina di Clara. Lei mi ha fatto salire, mi ha legato al sedile del passeggero e siamo partiti. Mentre tornavamo a casa mi ha detto che avrebbe ordinato la cena a domicilio e mi ha chiesto cosa volessi mangiare. Io le ho risposto che non avevo fame e che volevo essere rinchiuso nella mia cella di contenzione e starmene da solo. Lei ha fatto come le avevo chiesto e la ho sentita piangere mentre entrava in casa.
Io mi sono fatto la doccia perché nonostante stessi bene ero ancora sporco di sangue secco. Mi sono sdraiato sulla branda a fissare il soffitto e mi sono chiuso in me stesso come mi capita quando sono colpito dalla DTPS. Ero dispiaciuto per come avevo trattato la mia futura moglie, ma non potevo farci niente. Perché sentivo ancora le sue frustate sulla mia pelle ed ogni istante che la avevo vicina provavo terrore per quello che mi avrebbe fatto. Non era colpa sua ne mia, era solo che il cervello umano è fatto in un certo modo ed a volte a seguito dei traumi che subisce. Si rinchiude in sé stesso, come una lumaca che percependo il pericolo rientra nel suo guscio. Però qualcosa per lei dovevo farlo dato che nonostante tutto continuavo ad amarla perdutamente ed il modo in cui la stavo trattando non mi piaceva affatto. Così utilizzando il sistema Alexa, le ho mandato un messaggio vocale sulla segreteria del suo telefonino dicendole:” Clara amore mio perdonami per come mi sto comportando. Purtroppo però devi sapere che al momento sono in preda alla sindrome da stress post traumatico e la mia mente è infestata da flashback ed incubi in cui tu mi torturi. Ne sono così infestato che sento ancora sulla pelle i morsi delle tue frustate, ogni volta che poso il mio sguardo su di te o che sento la tua voce. Se fossimo nel mio mondo, un buon terapista ed una cura con farmaci antidepressivi potrebbe aiutarmi ad uscire dal tunnel della DTPS. Però siamo nel tuo mondo e di aiuto qui io non ne posso trovare. Senza contare che domani è un altro giorno di scuola e chissà cosa ti ordineranno di farmi. È vero mi sono offerto volontario ed essendo maso-feticista apprezzo le donne che mi trattano rudemente e soprattutto essere legato. Nondimeno a tutto c’è un limite e sono sempre più vicino al punto di superarlo.
Mi fido di Dafne ed apprezzo il suo aiuto, ma non credo che riuscirà a fare qualcosa per noi, almeno nell’ immediato. Ciò significa che domani mi toccherà soffrire per compiacere quelle due vecchie sanguinarie arpie. Tu farai quello che ti verrà ordinato, dal canto mio io cercherò di resistere ma non posso assicurarti di riuscire a farlo. Mi dispiace vorrei essere con te in questo momento per confortarti ed adorarti, ma tu non hai idea del terrore cieco che provo adesso solo a pensare a te.
Tutto questo mio discorso non è un addio, o almeno non vorrebbe esserlo. Però se da domani non dovessimo vederci più, perché non c’è la ho più fatta a sopportare il dolore e mi sono arreso. Se non altro spero tu comprenda perché ti ho lasciata. Scusa se sono stato brutale con le mie parole e scusa se ti chiedo di non venire a trovarmi, fino a quando domani non dovremo andare a scuola, ma in questo momento purtroppo tu sei la ultima persona che vorrei vedere ed io ho bisogno di stare da solo a studiare come risolvere la situazione.
Buona notte amore!”.
Sdraiata sul letto mi sentivo persa senza Tato, lui era di la rinchiuso nella cella di contenzione ed ammanettato come prescritto dal consiglio delle Fate elette. Era in mio totale controllo, avrei potuto andare da lui ed imporgli la mia presenza. Però visto come lo avevo torturato, non mi sentivo in diritto di farlo. Anche perché, a meno che Dafne facesse un miracolo, domani avrei dovuto torturarlo ancora. Dafne, tutto dipendeva da lei adesso. Se fosse riuscita ad estromettere dal consiglio delle Fate elette mia madre ed Ifigenia, per il mio amore e per me le cose sarebbero migliorare ed avremmo potuto riavvicinarci. Se non ci fosse riuscita temevo che io e Tato avremmo finito col separarci.
Ho preso il mio telefonino per vedere se la mia amica mi avesse mandato un messaggio ed ho visto che c’è ne era uno vocale di Tato. Lo ho immediatamente ascoltato ed il mondo mi è crollato addosso. Il mio amore era di la rinchiuso nella sua cella di contenzione, continuava a soffrire per quello che io gli avevo fatto ed io non potevo andare ad aiutarlo, perché ero io la causa della sua sofferenza. Mi sono sentita malissimo, oppressa da un complesso di colpa tremendo non riuscivo a fare altro che piangere. Commiserandomi il tempo è volato e ad un certo punto è squillato il campanello di casa. Sono corsa all’ uscio ed ho aperto a Dafne sperando di avere buone notizie da lei, ma l’ espressione mortificata che aveva, mi ha gelato il sangue nelle vene.
“ Mi dispiace ma non sono riuscita ad estromettere tua madre ed Ifigenia dal consiglio delle Fate elette per ora. Domani durante la sessione pomeridiana programmata è possibile, sempre che io riesca a trovare delle prove concrete che dimostrino il ricatto che hanno imposto a Tato ed è inutile che io ti dica che la sua testimonianza non è valida. Dato che siamo nel mondo delle Fate e qui da noi non c’è spazio per i maschi umani, se non per succhiare loro il massimo di energia magica possibile.
Comunque per domani vi è imposto di seguire il programma didattico concepito da quelle due emerite stronze e tua madre mi ha affidato il compito di consegnati il programma di lezioni, che avevi dimenticato nell’ ufficio di Ifigenia. Non ho avuto il coraggio di leggerlo, ma forse è il caso di farlo adesso. Però non dobbiamo scoraggiarci, se riusciamo a trovare le prove che quelle due vecchie inacidite hanno preposto i loro interessi personali a quelli della nostra specie. Sono certa che riusciremo ad avere ragione, Clara mi dispiace ma più di così per ora non riesco a fare. Però Tato come sta e perché non siete insieme?”. Non sono riuscita a risponderle, ho preso il mio telefonino e le ho fatto ascoltare il messaggio di Tato piangendo. Lei dopo averlo ascoltato mi ha abbracciato versando lacrime amare con me.
Dopo un po’ Dafne si è ripresa e mi ha detto:” Non dobbiamo darci per vinte adesso, quelle due vecchiacce ragionano come Fate di altri tempi e sono certa che non hanno tenuto conto delle telecamere di sorveglianza ultimamente installate in tutta l’accademia. Ho con me i video potremmo guardarli e magari riusciremo a trovare le prove che ci necessitano.”.
Abbiamo iniziato a guardare i video del supplizio di Tato e non è stato assolutamente facile vedermi mentre lo frustavo. Dafne mandava avanti veloce le immagini dove non erano presenti le arpie, ma anche a velocità maggiorata vedere quei fotogrammi mi faceva stare male. Per fortuna siamo riuscite a trovare le prove di cui avevamo bisogno ed erano solide nonché incontrovertibili, mia madre ed Ifigenia erano fregate. L’ euforia per avere le prove dell’ indegno comportamento delle due emerite stronze è durata poco però. Perché comunque domani Tato avrebbe fatto il sussidio didattico ed io sarei stata costretta ad infierire su di lui ancora. Dato che la riunione del consiglio delle Fate elette si sarebbe tenuto nel pomeriggio, mentre invece io dovevo tenere la mia lezione in mattinata ed ancora non sapevo come avrei dovuto torturare Tato domani. Allora ho preso il programma di lezioni che mi aveva fatto recapitare mia madre e con orrore ho scoperto che domani a Tato sarebbe toccata la sedia.
La sedia è un termine generico, ma in realtà raccoglie tutta una serie di tormenti che si possono praticare quando il candidato colpevole è legato ad una sedia. Domani al mio amore sarebbero toccati: pugni, scariche elettriche, waterboarding e ferri roventi. Ovviamente sarei stata io ad infliggergli tali supplizi, per mostrare alle mie alunne il mondo più doloroso per torturare un maschio e poi sarei dovuta stare a guardare le cadette che si esercitavano su di lui.
Non appena ho letto il destino riservato al mio amore, sono nuovamente scoppiata a piangere dicendo a Dafne che non lo avrei fatto. Lei però pragmatica come sempre, mi ha fatto notare che rifiutandomi di eseguire gli ordini avrei peggiorato la situazione mia ed anche di Tato. Dato che lui sarebbe stato torturato lo stesso ed io sarei finita a fare compagnia ad Ezada e Julie in cella. Infine viste le condizioni in cui mi trovavo si è offerta di restare a tenermi compagnia, ma soprattutto di essere al mio fianco la mattina dopo. Quando sarei dovuta andare a prelevare Tato dalla cella di contenzione dove era rinchiuso ed avrei dovuto spiegargli che sarebbe stato ancora torturato da me.
            
            
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