Primo giorno di scuola 2
di
Tato
genere
bondage
Parcheggiata la macchina Clara mi ha slegato dal sedile, fatto scendere dal veicolo, messo il guinzaglio e dopo avermi ammutolito a furia di baci ha provveduto ad imbavagliarmi come le era stato ordinato. Poi ci siamo diretti verso la scalinata che porta all’ ingresso principale, dove agghindata come un lampadario di Merano, truccata come un semaforo e con indosso un abbagliante vestito da sirena con lo strascico in paillettes dorate; ci aspettava Ifigenia.
Se devo essere onesto a livello architettonico questa accademia delle tormentatrici mi stava un po’ deludendo. Già gli edifici grigi e squadrati che la componevano erano tristi ed opprimenti di loro, se poi ci aggiungervi che a parte Ifigenia, Clara e me non si vedeva anima viva; beh allora il livello di allegria del luogo, raggiungeva quello del muro di cinta perimetrale di un cimitero. La mia adorata Fata e sua eccellenza madama Dorė non si sono interfacciate in maniera particolarmente affabile, anzi per dirla tutta sembravano due tigri femmine che volevano marcare il loro territorio, senza però arrivare allo scontro aperto. Il primo round temo però che lo abbia vinto la vecchia, perché mi toccherà essere separato da Clara e rimanere legato da qualche parte in classe. Mentre la mia futura moglie ed Ifigenia andranno nell’ ufficio di quest’ ultima, per discutere del programma scolastico. Peccato avrei gradito sapere cosa mi sarebbe capitato in futuro nel mio nuovo ruolo di sussidio didattico e non gradivo affatto essere separato dal mio fatato amore. Intanto dopo aver percorso degli anonimi ed ampi corridoi, purtroppo privi della folla di giovani e graziose Fate abbigliate in pelle nera che mi ero immaginato; eravamo arrivati davanti alla porta oltre la quale si accedeva all’ aula dove Clara avrebbe insegnato metodi di contenzione e punizione dei maschi. Ifigenia probabilmente era già in aula perché non la si vedeva da nessuna parte. Così varcammo la porta, entrando in una spaziosa aula ad anfiteatro. Dritto davanti a noi si trovava una scalinata in discesa che portava ad un ampio spazio antistante ad un massiccia cattedra, appeso dietro la quale c’era un enorme schermo a cristalli liquidi. Nella parete di fronte alla porta da cui eravamo entrati ai lati della cattedra si trovavano due porte che conducevano, una all’ ufficio di Clara e l’ altra al suo spogliatoio privato. Appesa alle pareti laterali si trovava una panoplia di mezzi di contenzione, fruste, manganelli e falli di svariate dimensioni che avrebbe fatto invidia al marchese de Sade e che a me incominciava a preoccupare, soprattutto i falli. Al centro dell’ ampio spazio tra la cattedra e la prima fila di banchi, si trovava una gogna di legno scuro fissata al pavimento, più o meno sessanta centimetri di fronte ad essa sul pavimento era imbullonato un gancio di ferro ed a circa un metro di distanza da esso da un argano fissato al soffitto pendeva una lunga catena ed io purtroppo sapevo a cosa serviva e chi vi sarebbe stato legato. Vicino alla gogna c’erano Ifigenia e la mia futura suocera che non perse tempo ed ordinò perentoriamente a sua figlia di legarmi come un candidato a processo e di seguirla nell’ ufficio della preside.
Clara non ha provato nemmeno a protestare questa volta, purtroppo ciò che ordina l’ eletta anziana suprema è legge per le Fate. Così dopo avermi legato come le era stato ordinato, mi ha dato un bacio sulla fronte e teneramente scompigliandomi i capelli ha detto che mi amava e che sarebbe tornata il prima possibile.
Adesso sono qui in un’ aula vuota a guardare davanti a me i banchi vuoti, nuovamente legato in ginocchio nella scomoda posizione di strappado, però fortunatamente questa volta non ho il limone di Sorrento infilato nel culo. Felice di ciò non mi resta che aspettare il ritorno della mia amata Fata e l’ inizio delle lezioni.
Dopo poco tempo ho sentito aprirsi una porta alle mie spalle, stupito del rapido ritorno della mia futura moglie, a fatica sono riuscito a girare la testa, per scoprire che erano entrate quelle due stronze di Ezada e Julie ed io legato ed imbavagliato come mi trovavo ero nuovamente alla loro totale mercé. Indossavano tutte e due delle ampie tute in ecopelle nera, che a stento trattenevano le loro forme, ai piedi calzavano degli anfibi neri ed in testa portavano un berretto da baseball in ecopelle nera. Sul taschino della tuta c’era scritto vice sostituta bidella. Santo cielo non me le ricordavo così grasse, certo il fatto che non portassero più quegli adorabili stivali con il tacco a spillo vertiginoso aveva ridotto l’ altezza della loro figura, aumentandola otticamente in ampiezza. Però rispetto all’ ultima volta che le avevo viste quelle due odiose Fate sembravano lievitate.
Ezada non ha perso tempo, mi è arrivata alle spalle e mentre mi tirava un calcio nelle palle ha detto allegramente:” Ciao verme ti sono mancata?”. Poi si è diretta verso le fruste che erano appese alle pareti ma fortunatamente Julie la ha fermata dicendole:” Ferma Ezada lo sai che non siamo più autorizzate ad usare la frusta da quando ci hanno degradate e se ci beccano anche solo con uno scudiscio in mano verremo espulse dalle tormentatrici.”. “Maledizione a quella stronza dell’ eletta anziana suprema, non le era bastato toglierci la magia, anche il piacere di usare una frusta doveva levarci! Però il verme di quella puttanella di sua figlia non la passerà liscia. Studiamoci qualcosa per tormentarlo.”. ha detto una sempre più arrabbiata Ezada prima di tirarmi un secondo calcio nelle palle. A quel punto con un sorriso diabolico Julie ha detto guardando la parte fallica della panoplia di tormenti esposta:” Beh i falli ed i vibratori non c’è li hanno vietati e quindi nemmeno lo strap on.”. “ Che idea stupenda Julie inculiamoci il verme di Clara!” ha esclamato felice Ezada mentre si dirigeva verso uno strap on che montava un fallo di dimensioni inquietanti. Dopo averlo indossato è venuta ad inginocchiarsi dietro di me e poeticamente potrei dire che mi ha letteralmente aperto un mondo davanti agli occhi. Mentre nella realtà quello mi aveva aperto non era davanti a me, bensì dietro a me ed il mondo non era un mondo ma purtroppo il mio culo. Poi è toccato a Julie che mentre mi sodomizzava si è anche divertita a strizzarmi le palle per bene. Intanto Ezada si era portata di fronte a me iniziando a prendermi violentemente a ceffoni e cazzotti, ha iniziato anche ad inveire pesantemente e con notevole fantasia contro: l’eletta anziana suprema, Ifigenia, Clara e tutto il concilio delle Fate elette. Julie ridendo sguaiatanente e facendo uso di un turpiloquio degno di una vecchia meretrice di strada, si è messa a competere con la sua amica nell’invettiva contro l’ enstabilishment delle Fate. Si sono date il cambio di posto per almeno altre tre o quattro volte sempre continuando ad insultare questa e quella ed io non mi ricordo più bene chi di loro mi stesse inculando e chi mi stesse prendendo a pugni in faccia. Quando ho udito la voce della mia adorata Clara tuonare mentre urlava alle due grasse stronze :” Chi vi ha dato il permesso di mettere le vostre luride zampe grasse addosso al mio uomo! Preside Ifigenia, eletta anziana suprema pretendo per loro un punizione esemplare, affinché un fatto del genere non si ripeta mai più “.
Dopo essere stata costretta nuovamente a legare il mio amore nella crudele posizione di strappado prescritta per i candidati a processo, ho dovuto lasciarlo e seguire mia madre ed Ifigenia nell’ ufficio della preside. L’ ufficio di Ifigenia non era cambiato dall’ ultima volta che vi ero entrata, quando ero allieva dell’ accademia. A parte che anche qui era stato installato un maxi schermo a cristalli liquidi ed in questo caso era acceso, suddiviso in più riquadri, che mostravano le immagini riprese dalle varie telecamere di sorveglianza installate in accademia. Praticamente in tutte si vedevano ambienti vuoti, eccetto una in cui si trovava Tato in ginocchio e crudelmente legato nella posizione di strappado, al centro di un’ aula ad anfiteatro vuota. Mi si strinse il cuore a vederlo così e non riuscivo a smettere di guardarlo. Mia madre mi riportò alla realtà sbattendo un plico di documenti sulla scrivania di Ifigenia dicendo:” Questo è il programma di lezioni a cui ci aspettiamo tu ti attenga scrupolosamente. È stato studiato da me e da Ifigenia in modo da sperimentare sulla tua anomalia tutti i metodi che utilizziamo sui candidati colpevoli per produrre energia. Non è il caso che tu ti metta a leggerlo adesso, lo farai con comodo più tardi. Anche perché riguardo ad esso non c’è da discutere e tu farai quello che ti è stato ordinato.
Ora riguardo alla prima lezione che terrai oggi, voglio che tu la inizi con una dimostrazione della tua abilità con la frusta da quattro metri in dotazione alle tormentatrici. Sulle tue allieve farà sicuramente effetto direi che trenta frustate ben assestate saranno sufficienti, così dopo aver conquistato la loro attenzione, potrai insegnare loro come si usano la pagaia e la canna di bambù su di un candidato a processo correttamente. Io ed Ifigenia assisteremo alla tua dimostrazione con la frusta e se ci accorgiamo che le tue frustate sono deboli. Verrai sostituita immediatamente come insegnante. Da quel momento in poi il tuo compito qui in accademia sarà quello di portare ogni giorno l’ anomalia e consegnarlo alla tormentatrice che ti sostituirà come insegnante in metodi di contenzione e punizione dei maschi, affinché lei lo utilizzi come più le aggrada durante le sue lezioni e tu starai a guardare.”. Disse pomposamente quella bacchettona di mia madre ed io le risposi di foga:” Ma che cosa vi salta in mente! Possibile che ancora non avete capito che Tato non è come i candidati colpevoli, lui produce e mi inonda di energia spontaneamente e man mano che viene punito questa sua produzione si affievolisce fino a cessare del tutto. Controllate i dati che avete raccolto durante il suo processo, i numeri mi daranno ragione. Andiamo non fatevi influenzare dalla vostra misandria, come mi avete più volte fatto notare in ballo c’è la sopravvivenza della nostra specie e mi sembra che l’ istituto di produzione e punizione con i suoi metodi barbari non ci stiamo aiutando un granché. Di conseguenza potreste incominciare a valutare altre alternative, forse un po’ innovative…
Ma che diavolo stanno facendo quelle due a Tato!”. Stavo difendendo il mio amore a spada tratta quando il mio sguardo si è nuovamente posato sullo schermo ed ho visto quelle due grasse stronze di Ezada e Julie che stavano sodomizzando il mio uomo.
“ Quelle due in questo momento dovrebbero stare lucidando i sanitari dei bagni della palestra delle allieve in un’ altro edificio. Però potrebbero esserci utili ai fini di valutare la sensibilità rettale dell’ anomalia. Come ben saprai Clara la maggior parte dei candidati colpevoli produce il cinque per cento di energia in più, quando è sottoposta a questo trattamento. Lasciamo che si divertano, intanto raccoglieremo più dati possibili. Quando tu sodomizzerai il tuo uomo, come prescritto dal programma scolastico che tua madre ti ha appena consegnato. Raccoglieremo i dati per confrontarli con quelli ottenuti oggi.”. Disse Ifigenia mentre con il telecomando ingrandiva l’ immagine dello stupro di Tato ed accendeva l’ audio. Per fortuna di Tato direi, dato che dopo aver ascoltato per qualche minuto la caterva di insulti che Ezada e Julie riversavano su di loro mentre infierivano sul mio amore. Le due vecchie inacidite sono partite in quarta alla volta della classe dove il mio uomo era in balia di quelle due grasse stronze, con l’ unico intento di punire il più severamente possibile Ezada e Julie in quanto colpevoli di lesa maestà. Essendo decisamente più giovane di loro ma soprattutto più motivata nonché incazzata, in breve tempo le ho raggiunte e superate entrando per prima in aula gridando alle merdaccie obese:” Chi vi ha dato il permesso di mettere le vostre luride zampe grasse addosso al mio uomo! Preside Ifigenia, eletta anziana suprema pretendo per loro un punizione esemplare, affinché un fatto del genere non si ripeta mai più “. Poi sono entrate mia madre ed Ifigenia arrabbiate come non le avevo mai viste e l’ eletta anziana suprema mi ha ordinato:” Clara dopo che si saranno spogliate ammanetta immediatamente queste due imbecilli come fossero dei candidati da portare a processo, poi imbavagliale e portale nella sezione detentiva dell’ accademia. Li troverai una stanza che contiene due gabbie di contenimento, chiudicele dentro in modo che possano guardarsi in faccia. Inoltre applicherai ai loro capezzoli due mollette di acciaio collegate tra loro da una catenella, che appenderai ad una delle sbarre trasversali ad una altezza tale che per non subire danni queste due dementi dovranno stare in punta di piedi. Io ed Ifigenia assieme al consiglio delle Fate elette decideremo il loro destino nella riunione che terremo oggi pomeriggio”. Poi rivolgendosi ad Ezada e Julie con un tono di voce glaciale ha ordinato:” Voi due spogliatevi completamente e vedete di sbrigarvi che tra poco c’è la lezione di Clara e lei dopo essersi occupata di voi deve arrivare qui in tempo per iniziarla.”. “ Per quello non c’è problema, io e te accoglieremo le future allieve di tua figlia e terremo loro un piccolo discorso inaugurale. Tu Clara occupati per bene di queste due fate obese dalla bocca larga e pure sporca visto tutte le parolacce che dicono. Anzi fammi il favore di prelevare dalle scorte dei bagni due saponette profumate e dalla farmacia un rotolo di cerotto da dieci centimetri. Poi prima di metterle nella gabbia di contenimento, sostituisci loro il balgag con una saponetta e numerosi giri di cerotto intorno al loro volto affinché non la sputino.”. Mi ha ordinato Ifigenia e mia madre ha approvato con un freddo sorriso ed un cenno. Io stavo per fare loro presenti le condizioni di Tato, quando ci ha pensato lui a palesarsi con una scoreggia colossale, seguita immediatamente da un mugugno di scusa. Poveretto si vede che con tutte le stantufate che aveva ricevuto dell’ aria si era accumulata nel suo retto ed avendo lo sfintere anale esageratamente dilatato al momento, non riusciva a trattenersi. Schifata mia madre mi ha ordinato :” Mentre le deficienti si spogliano tu guarisci il tuo uomo prima che ci caghi in classe e sempre con la magia fai sparire questa puzza!”.
Io ho immediatamente fatto come mi era stato ordinato e nel farlo ho visto in che stato lo avevano ridotto. Il suo sedere era messo male in particolare la zona perianale che era congesta e sanguinante; ma la sua faccia pareva peggio ambedue le sopracciglia erano spaccate e sanguinanti ed una delle due arcate sopraccigliari era così malmessa che gonfiando gli aveva praticamente chiuso un occhio. Il setto nasale era sicuramente rotto e Tato faceva fatica a respirare, visto che era ancora imbavagliato. Davvero era in condizioni tali che mi sono messa a piangere mentre lui mi mugugnava un saluto da sotto al bavaglio. La mia magia lo ha guarito all’ istante e con sollievo ho potuto rivedere il volto del mio amore risanato, poi lo ho baciato chiedendogli scusa ed infine ho avuto il piacere di occuparmi di Ezada e Julie.
Ho ammanettato le due ciccione ignude come aveva ordinato l’ eletta anziana suprema. Polsi ammanettati dietro la schiena fissati in vita con una catena, gomiti ammanettati tra loro sempre dietro la schiena con un paio di manette la cui catena di collegamento è lunga cinquanta centimetri, esattamente come le manette che legavano loro le caviglie limitandole nell’ incedere. Le ho imbavagliate ed infine ho applicato ai loro capezzoli le mollette di acciaio, mentre Ezada e Julie continuavano a versare lacrime amare perché finalmente avevano capito di essersi rovinate con il loro comportamento.
Stavo spingendole fuori dalla classe quando è intervenuta Ifigenia che evidentemente non aveva ancora smaltito l’ incazzatura nei confronti delle due frignone, perché mi ha detto:” Clara aspetta a queste due ciccione piace fare le cose insieme, per cui accontentiamole!”. Quindi dopo aver temporaneamente staccato una delle mollette fissata ad uno dei capezzoli di Julie, ha fatto passare la catenella che univa le mollette, intorno alla catena di collegamento delle manette che legavano i gomiti di Ezada dietro la schiena ed ha nuovamente fissato la molletta al capezzolo di Julie. In questo modo le due grassone erano costrette a camminare una dietro l’ altra. Sempre Ifigenia ha infine preso la catenella delle mollette che Ezada aveva fissate ai capezzoli e me la ha consegnata dicendomi:” Ecco vedi così è più ordinato, le prigioniere cammineranno in fila una dietro l’ altra e tu hai anche una sorta di guinzaglio per condurle”.
Con molto piacere ho preso la catenella ed ho condotto il tandem di stronze fuori dalla classe ordinando loro:” Prigioniere muoversi che non ho tempo da perdere!”.
Il mio fatato amore non sarà arrivata in tempo per salvarmi dall’ oltraggioso stupro però almeno è riuscita ad interromperlo e per me ma soprattutto per il mio culo era stata una gran cosa. Poi sono arrivate Ofelia ed Ifigenia e devo ammettere che questa volta ho sinceramente apprezzato le loro decisioni in merito alle mie due aguzzine over size. Però purtroppo il danno era stato fatto ed io ero nuovamente in condizioni disastrose. Oltre al fatto che provavo le disgustosa sensazione di aver cagato un’ anguria tanto il mio sfintere anale era dilatato e sanguinante per le lacerazioni subite. Anche in faccia non è che fossi messo tanto bene, perché le due stronze oltre agli sganassoni mi avevano preso anche a cazzotti in faccia. Ci vedevo solo da un’ occhio e respiravo male perché il naso me lo avevano rotto con un paio di pugni ben assestati. I danni maggiori credo però che fossero al mio interno, perché il retto ripetutamente trapassato in una maniera oltraggiosa, ha incominciato ad avere degli spasmi tonico clonici. Io ho provato a tenerla fino che ho potuto, ma alla fine mi è scappata una scoreggia apocalittica ed avrei fatto anche di peggio, se la mia futura suocera non avesse ordinato al mio fatato amore di guarirmi con la sua magia, perché stavo per cagarmi addosso. Dopo avermi risanato ed avere fatto sparire i residui olfattivi della mia sonora produzione, Clara si è occupata delle mie stupratrici come le era stato ordinato ed è uscita dall’ aula con il tandem di stronze al guinzaglio, ordinando loro di muoversi perché non voleva perdere tempo. Lasciandomi con sua madre ed Ifigenia, in ginocchio legato nella spiacevole posizione di strappado, in un’ aula ad anfiteatro semivuota. In attesa delle giovani Fate che dovevano seguire il suo corso sui metodi di contenzione e punizione dei maschi.
“ Santo cielo che orribile odore che ha emanato l’ anomalia di tua figlia, per un’ attimo ho temuto di svenire. Solo un maschio potrebbe produrre una puzza simile. Certo adesso che è stato magicamente guarito non dovrebbe più avere flautolenze deleterie, però se fosse una sua reazione naturale al dolore subito. Pensa cosa potrebbe capitare se quando le studentesse affolleranno l’ aula, questo qui tirasse una scoreggia come quella di prima perché Clara lo ha frustato come le era stato richiesto. Ofelia tu che hai avuto modo di interrogarlo durante il processo hai per caso notato se dopo essere stato bastonato la sua reazione era una scoreggia?”.
Oh oh adesso non mi piace affatto il discorso che sta facendo Ifigenia ed ho paura che finirà male per me.
“ No Ifigenia durante il processo l’ anomalia non ha emesso perniciose flautolenze e ti assicuro che me ne sarei accorta. È anche vero che durante l’ interrogatorio lui portava i tormenti che gli erano stati imposti da Ezada e Julie, tra cui un plug anale di generose dimensioni. Probabilmente ha fatto da tappo impedendogli di scoreggiare.
Non vorrei mai che delle giovani Fate sentissero una puzza così rivoltante. Dobbiamo fare qualcosa per impedire anche solo la possibilità che ciò avvenga.”.
Detto questo la mia futura suocera si è diretta verso la panoplia da cui ha prelevato un plug anale di generose dimensioni ed un tubo di lubrificante (bontà sua). È venuta a posizionarsi alle mie spalle e senza esitazione ha inserito il molesto ed unto intruso nel mio bistrattato ano. Girando più volte la chiave lo ha dilatato al massimo, praticamente sigillandomi il buco del culo. Lo sapevo che prima o poi il limone di Sorrento si sarebbe insinuato nelle mie più profonde intimità.
“ Ecco fatto, così non dovrebbe più emettere odoracci e giusto in tempo stanno entrando le nuove cadette!”. Ha esclamato soddisfatta la mia futura suocera ed io ho volto lo sguardo per vedere se le future tormentatrici erano gnocche come mi ero immaginato. Fortunatamente questa volta non sono stato deluso perché le ragazze erano proprio deliziose e la divisa che indossavano differiva da quella delle tormentatrici: per il colore della camicia che nel caso delle cadette era nera e per l’ altezza dei tacchi a spillo che nel caso delle cadette era di sei centimetri mentre per le tormentatrici i centimetri erano dodici.
Sono rimasto un po’ deluso dal numero di giovani e deliziose Fate che frequentava il corso tenuto da Clara. Erano al massimo una ventina di studentesse ed in una aula ad anfiteatro che poteva comodamente ospitarne centocinquanta, sembravano un po’ poche. Il vantaggio era che tutte hanno occupato l’ anello più basso dell’ aula ad anfiteatro, quello più vicino al luogo dove ero legato in ginocchio ed in posizione di strappado. Di conseguenza ho avuto modo di scannerizzare per bene la futura generazione di tormentatrici prossima a venire. Però la mia curiosità nei loro confronti era decisamente inferiore alla curiosità delle cadette nei confronti miei. Dato che io qualche Fata la avevo già vista, mentre invece loro un maschio in carne, ossa e manette credo fosse la prima volta che lo vedevano e questo ha creato un po’di scompiglio tra le cadette.
Battendo le mani la mia futura suocera ha riportato l’ ordine in classe ed ha preso la parola dicendo:” Bene ragazze come avrete sicuramente notato, quello che state per incominciare non è il solito corso in metodi di contenzione e punizione dei maschi. Perché abbiamo qui un maschio della specie umana, che la vostra insegnante utilizzerà durante le sue lezioni e su cui voi potrete esercitarvi. Adesso lascio la parola alla vostra preside Ifigenia.”.
“ Carissime cadette innanzitutto ci tengo a complimentarmi con voi per aver scelto di entrare in questa prestigiosa accademia. Perché essere una tormentatrice non è solo un lavoro, è una missione per permettere alla nostra specie di persistere nel tempo. Da oggi in poi il vostro principale compito sarà…………”.
Bla bla bla, che diamine il discorso di Ifigenia è più molesto del limone di Sorrento che la mia futura suocera mi infilato su per il culo. Se non fosse che le cadette sono ancora emozionate per avere visto un maschio umano e stanno cercando in tutti i modi di attrarre la mia attenzione, a quest’ ora probabilmente si sarebbero già addormentate e quelle rimaste sveglie starebbero valutando seriamente l’ ipotesi di suicidarsi.
Dal canto mio spero che Clara arrivi presto a frustarmi come le è stato ordinato. Perché anche solo più di dieci minuti del discorso di madama Dorè, potrebbero causarmi seri problemi intestinali; i quali avendo io il buco del culo tutt’ ora sigillato, mi cagionerebbero seri ma proprio seri problemi nello smaltimento.
Intanto le sue future allieve sembrava stessero facendo a gara per catturare il mio sguardo ed almeno una credo stesse esagerando. Cenni con la mano, linguacce, occhiolini e bacetti mi sembra possano essere normali; ma c’era una brunetta che è riuscita a farmi vedere ripetutamente le sue deliziose tette.
Per fortuna che Clara in previsione di una simile situazione a colazione mi ha bombato di bromuro. Altrimenti adesso il cazzone la sotto starebbe facendo le bizze, incurante come al solito dell’ ingabbiata situazione in cui vessa. Clara chissà dove è adesso, cosa sta pensando e facendo; ma soprattutto è minimamente preparata ad un ecumenico pistolotto come quello che Ifigenia sta sciorinando al momento.
Trascinare il tandem di stronze fino alla sezione detentiva dell’ accademia, è stato penosamente lento ed uno strazio per le mie orecchie. Perché sia Ezada che Julie hanno frignato e mugugnato nei loro bavagli per tutto il tempo. Ho anche dovuto fare un paio di soste per recuperare le saponette ed il cerotto come voleva Ifigenia, il che mi ha ulteriormente rallentato ed io ho fretta. Perché lasciare Tato in balia di mia madre mi preoccupa un po’ .
Alla fine siamo giunte nella stanza in cui si trovavano le due gabbie, indicatami dall’ eletta anziana suprema. Non mi restava altro che sostituire il loro balgag con una saponetta e rinchiuderle nelle gabbie come mia madre mi aveva ordinato.
Ho separato le due stronze, lasciando temporaneamente Julie attaccata alle sbarre esterne di una delle due gabbie di contenimento, tramite la catenella che univa le due mollette che aveva fissate ai capezzoli dicendole:” Adesso tu starai qui da brava mentre mi occupo della tua amichetta e poi toccherà a te”. Mi sono avvicinata ad Ezada e le ho tolto il balgag, a quel punto lei mi ha detto con voce rotta dall’ emozione:” Clara abbi pietà non puoi trattarci come un candidato maschio, noi siamo Fate tormentatrici Mmmphg Mmmphff mmmmmpphhh gggg “. Mentre parlava le ho ficcato in bocca la saponetta e rapidamente la ho sigillata con numerosi giri di cerotto, poi dopo averla rinchiusa nella gabbia di contenimento, ho preso la catenella che collegava le mollette fissate ai suoi capezzoli dicendole:” Ezada tu noi sei più una tormentatrice, sei una prigioniera in attesa di essere giudicata. Mi è stato ordinato dall’ eletta anziana suprema di fare così e tu non hai idea di quanto io sia felice di eseguire il suo ordine in questo caso. Quindi adesso o ti metti in punta di piedi tu o devo tirare questa catenella fino a farti raggiungere la posizione che ti è stata inflitta.” . Dato che Ezada si rifiutava di collaborare, mi è toccato dare qualche strattone alla catenella per convincerla. Alla fine però era appesa come mi era stato ordinato.
Julie fin dall’inizio ha voluto darmi filo da torcere con il suo comportamento riottoso e laconico. Dopo averle tolto il balgag, la stronza si è rifiutata di aprire la bocca per permettermi di infilarvi la saponetta. Così mi è toccato tapparle il naso e quando per respirare ha dovuto aprire la sua boccaccia, le ho cacciato in gola la saponetta. Sigillandole poi la bocca, con numerosi giri di cerotto telato bianco medicale. Una volta che la ho rinchiusa nella gabbia di fronte a quella in cui era contenuta Ezada, non le ho nemmeno chiesto di mettersi in punta di piedi. Ho semplicemente tirato in alto la catenella di collegamento delle mollette che aveva fissate ai capezzoli fino al punto dove dovevo agganciarla e Julie mugugnando ha dovuto adeguarsi. “ Bene ciccione ora che siete ammanettate, imbavagliate, rinchiuse ed appese in gabbia in modo che possiate guardarvi in faccia l’ un l’ altra come mi è stato ordinato. Direi che qui ho finito, non mi resta che salutarvi augurandovi un scomoda e possibilmente lunga permanenza come ospiti della sezione detentiva dell’ accademia delle tormentatrici.”. Ho detto alle due ex tormentatrici che nude, appese e sovrappeso come erano sembravano più due mortadelle che due Fate. Poi per uscire sono dovuta passare in mezzo alle due gabbie di contenimento dove le avevo rinchiuse e non ho potuto esimermi dallo strattonare le catenelle che le tenevano appese, augurando loro buon divertimento con un sorriso soddisfatto che mi illuminava il viso. Lungo il tragitto che mi avrebbe riportata in classe e da Tato, mi sono fermata nell’ aula di tecnologia dove ho preso un misuratore di energia emessa perché mi era venuto in mente di fare un esperimento a mia volta.
Per entrare in classe ho deciso di passare per il mio spogliatoio privato, in modo da lasciare il cappello e la giacca attaccati all’ appendiabiti. Poi mentre mi sistemavo i capelli e controllavo se il trucco fosse ancora a posto davanti ad uno specchio, ho avuto modo di ascoltare qualche frase del discorso di Ifigenia.
Con il tempo la sua prosopopea e la sua logorrea erano decisamente peggiorate, tanto che mi sarei aspettata di ritrovare la maggior parte delle cadette addormentate sui banchi o sul punto di avere una crisi epilettica. Invece quando entrai in aula, ebbi la sorpresa di vedere tutte le mie future allieve ben sveglie e molto impegnate a cercare di attirare l’attenzione del mio uomo. Ebbi anche la sgradevole sorpresa di vedere che a Tato era stato inflitto nuovamente il tormento del plug anale. Mentre la preside dell’ accademia delle tormentatrici terminava il suo pomposo discorso, chiesi sotto voce e con gentilezza a mia madre perché il mio futuro marito avesse nuovamente il buco del culo impegnato e lei mi ha risposto che era per prevenire eventuali fughe di gas.
Intanto Ifigenia terminando il suo stucchevole discorso, mi ha presentata alle cadette come la loro insegnante in metodi di contenzione e punizione dei maschi, nonché fidanzata ufficiale e custode accreditata dell’ anomalia che al momento era legata in ginocchio in posizione di strappado davanti a loro.
Bene adesso tocca a me e devo ammettere che sono un po’ emozionata, per il ruolo di insegnante che mi è stato assegnato e che non ero minimamente preparata ad una simile evenienza. Anche perché vista la mia eterosessualità dichiarata, non avrei mai pensato che il concilio delle Fate elette mi affidasse il compito di forgiare le giovani menti della futura generazione di tormentatrici. Ho posato sulla cattedra il misuratore di energia emessa e poi mi sono messa di fianco al mio futuro marito, nel farlo mi sono assestata il cinturone con frusta e pistola di ordinanza che porto allacciato in vita. Dopo essermi messa ad accarezzare amorevolmente la testa del mio amato prigioniero, mi sono rivolta alle mie allieve dicendo:” Buongiorno ragazze io sono la tormentatrice capo Clara e questo bel fusto in manette è il mio fidanzato ufficiale, con cui ho da poco superato la prova delle Fate. Lui si chiama Tato e se non fosse imbavagliato sono certa che direbbe di essere felice di fare la vostra conoscenza. Come ha detto la preside Ifigenia è una anomalia e più precisamente una anomalia del sistema. In quanto gli atti del processo che ha subito presso l’ istituto di produzione e punizione stabiliscono così. Non è dunque assolutamente un candidato colpevole e non è stato richiamato in questo mondo magicamente e forzatamente come avviene nel caso dei candidati. No lui è venuto nel nostro mondo di sua spontanea volontà ed ha accettato di patire punizioni e subire la coercitiva cattività in cui è costantemente tenuto per un semplice motivo, perché mi ama e farebbe di tutto per me. L’ amore è un sentimento tipicamente umano che molto spesso noi Fate sottovalutiamo eppure si dice che sia in grado di smuovere le montagne.
Ora io non so se sia effettivamente così, quello che so perché lo vivo ogni giorno e che il mio uomo con il suo amore per me, mi rifornisce costantemente di energia solo guardandomi. Quando ci baciamo la quantità di energia prodotta aumenta e quando facciamo del sesso la sua fornitura di energia raggiunge dei picchi altissimi. Viceversa i tormenti e le punizioni diminuiscono la sua produzione di energia e più ne subisce meno energia produce fino a cessare del tutto.
Durante il corso di metodi di contenzione e punizione dei maschi, per seguire il programma scolastico stabilito dalla preside e dall’ eletta anziana suprema sarò costretta ad infierire ripetutamente su di lui e tutt’ ora sono obbligata a tenerlo costantemente legato. Questo modo di trattare il mio compagno non mi piace e mi fa venire un enorme complesso di colpa nei confronti di Tato. Però come Fata e tormentatrice sono tenuta ad eseguire gli ordini impartitimi dall’ eletta anziana suprema, così farò e credo che questa mia ottusa ottemperanza alle decisioni di altri a me gerarchicamente superiori, potrebbe essere per voi il mio primo insegnamento come docente. Perché se ancora non lo aveste capito la nostra società e la nostra specie funzionano così, chi comanda decide anche per gli altri, senza che ai dissenzienti sia possibile esprimere la propria opinione.
Comunque sempre che la nostra stimata preside e l’ eletta anziana suprema siano concordi, ho deciso di misurare costantemente l’ energia emessa dal mio uomo durante le lezioni di questo corso. In modo da dimostrare che Tato è quello che è, cioè un’ anomalia e volere utilizzare su di lui i cruenti metodi inflitti ai candidati colpevoli per produrre energia è un po’ come volere cavare sangue da una rapa.”.
“ Molto bene tormentatrice capo Clara ti è concesso di misurare la quantità di energia emessa dalla tua anomalia. Però adesso è ora che tu cominci la tua lezione, con una dimostrazione della tua abilità con la frusta di quattro metri, come ti è stato ordinato e pretendo che ogni frustata delle trenta che vibrerai, marchi a sangue il tuo fidanzato ufficiale.”.
Dopo gli iniqui ordini impartitemi da quella emerita stronza di mia madre, ho lasciato temporaneamente Tato, per andare ad accendere il misuratore di energia emessa e collegare il suo display al maxi schermo presente in classe. In modo che tutte le presenti in classe (preside ed eletta anziana suprema comprese) potessero vedere, gli effettivi effetti sulla produttività energetica del mio compagno, a seguito delle violenze che sarei stata costretta ad infliggergli. Appena lo ho acceso ho avuto la conferma che il mio amato prigioniero, in quantità appena percettibili mi stava rifornendo di energia. Allora ho deciso di giocarmi un jolly, sono tornata da Tato e gli ho tolto il balgag che oramai lo ammutoliva da più di una ora. Poi sono andata a posizionarmi davanti a lui. Mi sono piegata sulle gambe, accucciandomi in modo da avere il mio volto all’ altezza del suo ed indossando una gonna aderente in pelle nera che mi sta benissimo, ma che ovviamente altera la mia mobilità. Posso confessarvi che non è stato facile, soprattutto perché calzavo un paio di stivali dal tacco a spillo di dodici centimetri. Senza dire una parola ho preso il suo voto tra le mani e gli ho infilato la lingua in bocca con frenetica passione. Il misuratore di energia emessa ha iniziato a fischiare come una pentola a pressione dimenticata sul gas acceso e sul punto di esplodere, misurando una elevata emissione di energia. Fino a quando non ho interrotto il bacio distaccando le mie labbra dalle sue e continuando a tenere il suo amato volto tra le mie mani inguantate in pelle nera, affranta gli ho detto:” Amore adesso sarò costretta a frustarti fino a fare sgorgare il tuo sangue ed il dolore che ti infliggerò sarà tremendo. Perdonami se puoi e ricorda che nonostante tutto io ti amo e per il resto delle nostre vite cercherò di farmi perdonare da te.”. Prima che lo imbavagliassi di nuovo Tato è riuscito a dire:” Non c’è niente da perdonare amore, tu sei la stella polare che segue la bussola del mio cuore ed io sono ben felice di seguire le sue indicazioni.”.
Ifigenia ha voluto precisare:” Trenta frustate Clara e per ogni una di esse che gli somministrerai, voglio vedere stigmate di sangue sulla sua pelle e tu dovrai contare a voce alta ogni colpo che gli infliggerai.”.
Una volta terminato di imbavagliare Tato, mi sono alzata gli ho dato ancora una lunga carezza partendo dalla sua testa fino in fondo alla schiena e staccando la frusta lunga quattro metri che porto appesa al cinturone, sono andata a posizionarmi alle sue spalle. Ad una distanza idonea per scatenare tutta la letalità della frusta che brandivo. “Una!” ed ho incominciato ad infierire crudelmente sull’ amore della mia vita.
Se devo essere onesto a livello architettonico questa accademia delle tormentatrici mi stava un po’ deludendo. Già gli edifici grigi e squadrati che la componevano erano tristi ed opprimenti di loro, se poi ci aggiungervi che a parte Ifigenia, Clara e me non si vedeva anima viva; beh allora il livello di allegria del luogo, raggiungeva quello del muro di cinta perimetrale di un cimitero. La mia adorata Fata e sua eccellenza madama Dorė non si sono interfacciate in maniera particolarmente affabile, anzi per dirla tutta sembravano due tigri femmine che volevano marcare il loro territorio, senza però arrivare allo scontro aperto. Il primo round temo però che lo abbia vinto la vecchia, perché mi toccherà essere separato da Clara e rimanere legato da qualche parte in classe. Mentre la mia futura moglie ed Ifigenia andranno nell’ ufficio di quest’ ultima, per discutere del programma scolastico. Peccato avrei gradito sapere cosa mi sarebbe capitato in futuro nel mio nuovo ruolo di sussidio didattico e non gradivo affatto essere separato dal mio fatato amore. Intanto dopo aver percorso degli anonimi ed ampi corridoi, purtroppo privi della folla di giovani e graziose Fate abbigliate in pelle nera che mi ero immaginato; eravamo arrivati davanti alla porta oltre la quale si accedeva all’ aula dove Clara avrebbe insegnato metodi di contenzione e punizione dei maschi. Ifigenia probabilmente era già in aula perché non la si vedeva da nessuna parte. Così varcammo la porta, entrando in una spaziosa aula ad anfiteatro. Dritto davanti a noi si trovava una scalinata in discesa che portava ad un ampio spazio antistante ad un massiccia cattedra, appeso dietro la quale c’era un enorme schermo a cristalli liquidi. Nella parete di fronte alla porta da cui eravamo entrati ai lati della cattedra si trovavano due porte che conducevano, una all’ ufficio di Clara e l’ altra al suo spogliatoio privato. Appesa alle pareti laterali si trovava una panoplia di mezzi di contenzione, fruste, manganelli e falli di svariate dimensioni che avrebbe fatto invidia al marchese de Sade e che a me incominciava a preoccupare, soprattutto i falli. Al centro dell’ ampio spazio tra la cattedra e la prima fila di banchi, si trovava una gogna di legno scuro fissata al pavimento, più o meno sessanta centimetri di fronte ad essa sul pavimento era imbullonato un gancio di ferro ed a circa un metro di distanza da esso da un argano fissato al soffitto pendeva una lunga catena ed io purtroppo sapevo a cosa serviva e chi vi sarebbe stato legato. Vicino alla gogna c’erano Ifigenia e la mia futura suocera che non perse tempo ed ordinò perentoriamente a sua figlia di legarmi come un candidato a processo e di seguirla nell’ ufficio della preside.
Clara non ha provato nemmeno a protestare questa volta, purtroppo ciò che ordina l’ eletta anziana suprema è legge per le Fate. Così dopo avermi legato come le era stato ordinato, mi ha dato un bacio sulla fronte e teneramente scompigliandomi i capelli ha detto che mi amava e che sarebbe tornata il prima possibile.
Adesso sono qui in un’ aula vuota a guardare davanti a me i banchi vuoti, nuovamente legato in ginocchio nella scomoda posizione di strappado, però fortunatamente questa volta non ho il limone di Sorrento infilato nel culo. Felice di ciò non mi resta che aspettare il ritorno della mia amata Fata e l’ inizio delle lezioni.
Dopo poco tempo ho sentito aprirsi una porta alle mie spalle, stupito del rapido ritorno della mia futura moglie, a fatica sono riuscito a girare la testa, per scoprire che erano entrate quelle due stronze di Ezada e Julie ed io legato ed imbavagliato come mi trovavo ero nuovamente alla loro totale mercé. Indossavano tutte e due delle ampie tute in ecopelle nera, che a stento trattenevano le loro forme, ai piedi calzavano degli anfibi neri ed in testa portavano un berretto da baseball in ecopelle nera. Sul taschino della tuta c’era scritto vice sostituta bidella. Santo cielo non me le ricordavo così grasse, certo il fatto che non portassero più quegli adorabili stivali con il tacco a spillo vertiginoso aveva ridotto l’ altezza della loro figura, aumentandola otticamente in ampiezza. Però rispetto all’ ultima volta che le avevo viste quelle due odiose Fate sembravano lievitate.
Ezada non ha perso tempo, mi è arrivata alle spalle e mentre mi tirava un calcio nelle palle ha detto allegramente:” Ciao verme ti sono mancata?”. Poi si è diretta verso le fruste che erano appese alle pareti ma fortunatamente Julie la ha fermata dicendole:” Ferma Ezada lo sai che non siamo più autorizzate ad usare la frusta da quando ci hanno degradate e se ci beccano anche solo con uno scudiscio in mano verremo espulse dalle tormentatrici.”. “Maledizione a quella stronza dell’ eletta anziana suprema, non le era bastato toglierci la magia, anche il piacere di usare una frusta doveva levarci! Però il verme di quella puttanella di sua figlia non la passerà liscia. Studiamoci qualcosa per tormentarlo.”. ha detto una sempre più arrabbiata Ezada prima di tirarmi un secondo calcio nelle palle. A quel punto con un sorriso diabolico Julie ha detto guardando la parte fallica della panoplia di tormenti esposta:” Beh i falli ed i vibratori non c’è li hanno vietati e quindi nemmeno lo strap on.”. “ Che idea stupenda Julie inculiamoci il verme di Clara!” ha esclamato felice Ezada mentre si dirigeva verso uno strap on che montava un fallo di dimensioni inquietanti. Dopo averlo indossato è venuta ad inginocchiarsi dietro di me e poeticamente potrei dire che mi ha letteralmente aperto un mondo davanti agli occhi. Mentre nella realtà quello mi aveva aperto non era davanti a me, bensì dietro a me ed il mondo non era un mondo ma purtroppo il mio culo. Poi è toccato a Julie che mentre mi sodomizzava si è anche divertita a strizzarmi le palle per bene. Intanto Ezada si era portata di fronte a me iniziando a prendermi violentemente a ceffoni e cazzotti, ha iniziato anche ad inveire pesantemente e con notevole fantasia contro: l’eletta anziana suprema, Ifigenia, Clara e tutto il concilio delle Fate elette. Julie ridendo sguaiatanente e facendo uso di un turpiloquio degno di una vecchia meretrice di strada, si è messa a competere con la sua amica nell’invettiva contro l’ enstabilishment delle Fate. Si sono date il cambio di posto per almeno altre tre o quattro volte sempre continuando ad insultare questa e quella ed io non mi ricordo più bene chi di loro mi stesse inculando e chi mi stesse prendendo a pugni in faccia. Quando ho udito la voce della mia adorata Clara tuonare mentre urlava alle due grasse stronze :” Chi vi ha dato il permesso di mettere le vostre luride zampe grasse addosso al mio uomo! Preside Ifigenia, eletta anziana suprema pretendo per loro un punizione esemplare, affinché un fatto del genere non si ripeta mai più “.
Dopo essere stata costretta nuovamente a legare il mio amore nella crudele posizione di strappado prescritta per i candidati a processo, ho dovuto lasciarlo e seguire mia madre ed Ifigenia nell’ ufficio della preside. L’ ufficio di Ifigenia non era cambiato dall’ ultima volta che vi ero entrata, quando ero allieva dell’ accademia. A parte che anche qui era stato installato un maxi schermo a cristalli liquidi ed in questo caso era acceso, suddiviso in più riquadri, che mostravano le immagini riprese dalle varie telecamere di sorveglianza installate in accademia. Praticamente in tutte si vedevano ambienti vuoti, eccetto una in cui si trovava Tato in ginocchio e crudelmente legato nella posizione di strappado, al centro di un’ aula ad anfiteatro vuota. Mi si strinse il cuore a vederlo così e non riuscivo a smettere di guardarlo. Mia madre mi riportò alla realtà sbattendo un plico di documenti sulla scrivania di Ifigenia dicendo:” Questo è il programma di lezioni a cui ci aspettiamo tu ti attenga scrupolosamente. È stato studiato da me e da Ifigenia in modo da sperimentare sulla tua anomalia tutti i metodi che utilizziamo sui candidati colpevoli per produrre energia. Non è il caso che tu ti metta a leggerlo adesso, lo farai con comodo più tardi. Anche perché riguardo ad esso non c’è da discutere e tu farai quello che ti è stato ordinato.
Ora riguardo alla prima lezione che terrai oggi, voglio che tu la inizi con una dimostrazione della tua abilità con la frusta da quattro metri in dotazione alle tormentatrici. Sulle tue allieve farà sicuramente effetto direi che trenta frustate ben assestate saranno sufficienti, così dopo aver conquistato la loro attenzione, potrai insegnare loro come si usano la pagaia e la canna di bambù su di un candidato a processo correttamente. Io ed Ifigenia assisteremo alla tua dimostrazione con la frusta e se ci accorgiamo che le tue frustate sono deboli. Verrai sostituita immediatamente come insegnante. Da quel momento in poi il tuo compito qui in accademia sarà quello di portare ogni giorno l’ anomalia e consegnarlo alla tormentatrice che ti sostituirà come insegnante in metodi di contenzione e punizione dei maschi, affinché lei lo utilizzi come più le aggrada durante le sue lezioni e tu starai a guardare.”. Disse pomposamente quella bacchettona di mia madre ed io le risposi di foga:” Ma che cosa vi salta in mente! Possibile che ancora non avete capito che Tato non è come i candidati colpevoli, lui produce e mi inonda di energia spontaneamente e man mano che viene punito questa sua produzione si affievolisce fino a cessare del tutto. Controllate i dati che avete raccolto durante il suo processo, i numeri mi daranno ragione. Andiamo non fatevi influenzare dalla vostra misandria, come mi avete più volte fatto notare in ballo c’è la sopravvivenza della nostra specie e mi sembra che l’ istituto di produzione e punizione con i suoi metodi barbari non ci stiamo aiutando un granché. Di conseguenza potreste incominciare a valutare altre alternative, forse un po’ innovative…
Ma che diavolo stanno facendo quelle due a Tato!”. Stavo difendendo il mio amore a spada tratta quando il mio sguardo si è nuovamente posato sullo schermo ed ho visto quelle due grasse stronze di Ezada e Julie che stavano sodomizzando il mio uomo.
“ Quelle due in questo momento dovrebbero stare lucidando i sanitari dei bagni della palestra delle allieve in un’ altro edificio. Però potrebbero esserci utili ai fini di valutare la sensibilità rettale dell’ anomalia. Come ben saprai Clara la maggior parte dei candidati colpevoli produce il cinque per cento di energia in più, quando è sottoposta a questo trattamento. Lasciamo che si divertano, intanto raccoglieremo più dati possibili. Quando tu sodomizzerai il tuo uomo, come prescritto dal programma scolastico che tua madre ti ha appena consegnato. Raccoglieremo i dati per confrontarli con quelli ottenuti oggi.”. Disse Ifigenia mentre con il telecomando ingrandiva l’ immagine dello stupro di Tato ed accendeva l’ audio. Per fortuna di Tato direi, dato che dopo aver ascoltato per qualche minuto la caterva di insulti che Ezada e Julie riversavano su di loro mentre infierivano sul mio amore. Le due vecchie inacidite sono partite in quarta alla volta della classe dove il mio uomo era in balia di quelle due grasse stronze, con l’ unico intento di punire il più severamente possibile Ezada e Julie in quanto colpevoli di lesa maestà. Essendo decisamente più giovane di loro ma soprattutto più motivata nonché incazzata, in breve tempo le ho raggiunte e superate entrando per prima in aula gridando alle merdaccie obese:” Chi vi ha dato il permesso di mettere le vostre luride zampe grasse addosso al mio uomo! Preside Ifigenia, eletta anziana suprema pretendo per loro un punizione esemplare, affinché un fatto del genere non si ripeta mai più “. Poi sono entrate mia madre ed Ifigenia arrabbiate come non le avevo mai viste e l’ eletta anziana suprema mi ha ordinato:” Clara dopo che si saranno spogliate ammanetta immediatamente queste due imbecilli come fossero dei candidati da portare a processo, poi imbavagliale e portale nella sezione detentiva dell’ accademia. Li troverai una stanza che contiene due gabbie di contenimento, chiudicele dentro in modo che possano guardarsi in faccia. Inoltre applicherai ai loro capezzoli due mollette di acciaio collegate tra loro da una catenella, che appenderai ad una delle sbarre trasversali ad una altezza tale che per non subire danni queste due dementi dovranno stare in punta di piedi. Io ed Ifigenia assieme al consiglio delle Fate elette decideremo il loro destino nella riunione che terremo oggi pomeriggio”. Poi rivolgendosi ad Ezada e Julie con un tono di voce glaciale ha ordinato:” Voi due spogliatevi completamente e vedete di sbrigarvi che tra poco c’è la lezione di Clara e lei dopo essersi occupata di voi deve arrivare qui in tempo per iniziarla.”. “ Per quello non c’è problema, io e te accoglieremo le future allieve di tua figlia e terremo loro un piccolo discorso inaugurale. Tu Clara occupati per bene di queste due fate obese dalla bocca larga e pure sporca visto tutte le parolacce che dicono. Anzi fammi il favore di prelevare dalle scorte dei bagni due saponette profumate e dalla farmacia un rotolo di cerotto da dieci centimetri. Poi prima di metterle nella gabbia di contenimento, sostituisci loro il balgag con una saponetta e numerosi giri di cerotto intorno al loro volto affinché non la sputino.”. Mi ha ordinato Ifigenia e mia madre ha approvato con un freddo sorriso ed un cenno. Io stavo per fare loro presenti le condizioni di Tato, quando ci ha pensato lui a palesarsi con una scoreggia colossale, seguita immediatamente da un mugugno di scusa. Poveretto si vede che con tutte le stantufate che aveva ricevuto dell’ aria si era accumulata nel suo retto ed avendo lo sfintere anale esageratamente dilatato al momento, non riusciva a trattenersi. Schifata mia madre mi ha ordinato :” Mentre le deficienti si spogliano tu guarisci il tuo uomo prima che ci caghi in classe e sempre con la magia fai sparire questa puzza!”.
Io ho immediatamente fatto come mi era stato ordinato e nel farlo ho visto in che stato lo avevano ridotto. Il suo sedere era messo male in particolare la zona perianale che era congesta e sanguinante; ma la sua faccia pareva peggio ambedue le sopracciglia erano spaccate e sanguinanti ed una delle due arcate sopraccigliari era così malmessa che gonfiando gli aveva praticamente chiuso un occhio. Il setto nasale era sicuramente rotto e Tato faceva fatica a respirare, visto che era ancora imbavagliato. Davvero era in condizioni tali che mi sono messa a piangere mentre lui mi mugugnava un saluto da sotto al bavaglio. La mia magia lo ha guarito all’ istante e con sollievo ho potuto rivedere il volto del mio amore risanato, poi lo ho baciato chiedendogli scusa ed infine ho avuto il piacere di occuparmi di Ezada e Julie.
Ho ammanettato le due ciccione ignude come aveva ordinato l’ eletta anziana suprema. Polsi ammanettati dietro la schiena fissati in vita con una catena, gomiti ammanettati tra loro sempre dietro la schiena con un paio di manette la cui catena di collegamento è lunga cinquanta centimetri, esattamente come le manette che legavano loro le caviglie limitandole nell’ incedere. Le ho imbavagliate ed infine ho applicato ai loro capezzoli le mollette di acciaio, mentre Ezada e Julie continuavano a versare lacrime amare perché finalmente avevano capito di essersi rovinate con il loro comportamento.
Stavo spingendole fuori dalla classe quando è intervenuta Ifigenia che evidentemente non aveva ancora smaltito l’ incazzatura nei confronti delle due frignone, perché mi ha detto:” Clara aspetta a queste due ciccione piace fare le cose insieme, per cui accontentiamole!”. Quindi dopo aver temporaneamente staccato una delle mollette fissata ad uno dei capezzoli di Julie, ha fatto passare la catenella che univa le mollette, intorno alla catena di collegamento delle manette che legavano i gomiti di Ezada dietro la schiena ed ha nuovamente fissato la molletta al capezzolo di Julie. In questo modo le due grassone erano costrette a camminare una dietro l’ altra. Sempre Ifigenia ha infine preso la catenella delle mollette che Ezada aveva fissate ai capezzoli e me la ha consegnata dicendomi:” Ecco vedi così è più ordinato, le prigioniere cammineranno in fila una dietro l’ altra e tu hai anche una sorta di guinzaglio per condurle”.
Con molto piacere ho preso la catenella ed ho condotto il tandem di stronze fuori dalla classe ordinando loro:” Prigioniere muoversi che non ho tempo da perdere!”.
Il mio fatato amore non sarà arrivata in tempo per salvarmi dall’ oltraggioso stupro però almeno è riuscita ad interromperlo e per me ma soprattutto per il mio culo era stata una gran cosa. Poi sono arrivate Ofelia ed Ifigenia e devo ammettere che questa volta ho sinceramente apprezzato le loro decisioni in merito alle mie due aguzzine over size. Però purtroppo il danno era stato fatto ed io ero nuovamente in condizioni disastrose. Oltre al fatto che provavo le disgustosa sensazione di aver cagato un’ anguria tanto il mio sfintere anale era dilatato e sanguinante per le lacerazioni subite. Anche in faccia non è che fossi messo tanto bene, perché le due stronze oltre agli sganassoni mi avevano preso anche a cazzotti in faccia. Ci vedevo solo da un’ occhio e respiravo male perché il naso me lo avevano rotto con un paio di pugni ben assestati. I danni maggiori credo però che fossero al mio interno, perché il retto ripetutamente trapassato in una maniera oltraggiosa, ha incominciato ad avere degli spasmi tonico clonici. Io ho provato a tenerla fino che ho potuto, ma alla fine mi è scappata una scoreggia apocalittica ed avrei fatto anche di peggio, se la mia futura suocera non avesse ordinato al mio fatato amore di guarirmi con la sua magia, perché stavo per cagarmi addosso. Dopo avermi risanato ed avere fatto sparire i residui olfattivi della mia sonora produzione, Clara si è occupata delle mie stupratrici come le era stato ordinato ed è uscita dall’ aula con il tandem di stronze al guinzaglio, ordinando loro di muoversi perché non voleva perdere tempo. Lasciandomi con sua madre ed Ifigenia, in ginocchio legato nella spiacevole posizione di strappado, in un’ aula ad anfiteatro semivuota. In attesa delle giovani Fate che dovevano seguire il suo corso sui metodi di contenzione e punizione dei maschi.
“ Santo cielo che orribile odore che ha emanato l’ anomalia di tua figlia, per un’ attimo ho temuto di svenire. Solo un maschio potrebbe produrre una puzza simile. Certo adesso che è stato magicamente guarito non dovrebbe più avere flautolenze deleterie, però se fosse una sua reazione naturale al dolore subito. Pensa cosa potrebbe capitare se quando le studentesse affolleranno l’ aula, questo qui tirasse una scoreggia come quella di prima perché Clara lo ha frustato come le era stato richiesto. Ofelia tu che hai avuto modo di interrogarlo durante il processo hai per caso notato se dopo essere stato bastonato la sua reazione era una scoreggia?”.
Oh oh adesso non mi piace affatto il discorso che sta facendo Ifigenia ed ho paura che finirà male per me.
“ No Ifigenia durante il processo l’ anomalia non ha emesso perniciose flautolenze e ti assicuro che me ne sarei accorta. È anche vero che durante l’ interrogatorio lui portava i tormenti che gli erano stati imposti da Ezada e Julie, tra cui un plug anale di generose dimensioni. Probabilmente ha fatto da tappo impedendogli di scoreggiare.
Non vorrei mai che delle giovani Fate sentissero una puzza così rivoltante. Dobbiamo fare qualcosa per impedire anche solo la possibilità che ciò avvenga.”.
Detto questo la mia futura suocera si è diretta verso la panoplia da cui ha prelevato un plug anale di generose dimensioni ed un tubo di lubrificante (bontà sua). È venuta a posizionarsi alle mie spalle e senza esitazione ha inserito il molesto ed unto intruso nel mio bistrattato ano. Girando più volte la chiave lo ha dilatato al massimo, praticamente sigillandomi il buco del culo. Lo sapevo che prima o poi il limone di Sorrento si sarebbe insinuato nelle mie più profonde intimità.
“ Ecco fatto, così non dovrebbe più emettere odoracci e giusto in tempo stanno entrando le nuove cadette!”. Ha esclamato soddisfatta la mia futura suocera ed io ho volto lo sguardo per vedere se le future tormentatrici erano gnocche come mi ero immaginato. Fortunatamente questa volta non sono stato deluso perché le ragazze erano proprio deliziose e la divisa che indossavano differiva da quella delle tormentatrici: per il colore della camicia che nel caso delle cadette era nera e per l’ altezza dei tacchi a spillo che nel caso delle cadette era di sei centimetri mentre per le tormentatrici i centimetri erano dodici.
Sono rimasto un po’ deluso dal numero di giovani e deliziose Fate che frequentava il corso tenuto da Clara. Erano al massimo una ventina di studentesse ed in una aula ad anfiteatro che poteva comodamente ospitarne centocinquanta, sembravano un po’ poche. Il vantaggio era che tutte hanno occupato l’ anello più basso dell’ aula ad anfiteatro, quello più vicino al luogo dove ero legato in ginocchio ed in posizione di strappado. Di conseguenza ho avuto modo di scannerizzare per bene la futura generazione di tormentatrici prossima a venire. Però la mia curiosità nei loro confronti era decisamente inferiore alla curiosità delle cadette nei confronti miei. Dato che io qualche Fata la avevo già vista, mentre invece loro un maschio in carne, ossa e manette credo fosse la prima volta che lo vedevano e questo ha creato un po’di scompiglio tra le cadette.
Battendo le mani la mia futura suocera ha riportato l’ ordine in classe ed ha preso la parola dicendo:” Bene ragazze come avrete sicuramente notato, quello che state per incominciare non è il solito corso in metodi di contenzione e punizione dei maschi. Perché abbiamo qui un maschio della specie umana, che la vostra insegnante utilizzerà durante le sue lezioni e su cui voi potrete esercitarvi. Adesso lascio la parola alla vostra preside Ifigenia.”.
“ Carissime cadette innanzitutto ci tengo a complimentarmi con voi per aver scelto di entrare in questa prestigiosa accademia. Perché essere una tormentatrice non è solo un lavoro, è una missione per permettere alla nostra specie di persistere nel tempo. Da oggi in poi il vostro principale compito sarà…………”.
Bla bla bla, che diamine il discorso di Ifigenia è più molesto del limone di Sorrento che la mia futura suocera mi infilato su per il culo. Se non fosse che le cadette sono ancora emozionate per avere visto un maschio umano e stanno cercando in tutti i modi di attrarre la mia attenzione, a quest’ ora probabilmente si sarebbero già addormentate e quelle rimaste sveglie starebbero valutando seriamente l’ ipotesi di suicidarsi.
Dal canto mio spero che Clara arrivi presto a frustarmi come le è stato ordinato. Perché anche solo più di dieci minuti del discorso di madama Dorè, potrebbero causarmi seri problemi intestinali; i quali avendo io il buco del culo tutt’ ora sigillato, mi cagionerebbero seri ma proprio seri problemi nello smaltimento.
Intanto le sue future allieve sembrava stessero facendo a gara per catturare il mio sguardo ed almeno una credo stesse esagerando. Cenni con la mano, linguacce, occhiolini e bacetti mi sembra possano essere normali; ma c’era una brunetta che è riuscita a farmi vedere ripetutamente le sue deliziose tette.
Per fortuna che Clara in previsione di una simile situazione a colazione mi ha bombato di bromuro. Altrimenti adesso il cazzone la sotto starebbe facendo le bizze, incurante come al solito dell’ ingabbiata situazione in cui vessa. Clara chissà dove è adesso, cosa sta pensando e facendo; ma soprattutto è minimamente preparata ad un ecumenico pistolotto come quello che Ifigenia sta sciorinando al momento.
Trascinare il tandem di stronze fino alla sezione detentiva dell’ accademia, è stato penosamente lento ed uno strazio per le mie orecchie. Perché sia Ezada che Julie hanno frignato e mugugnato nei loro bavagli per tutto il tempo. Ho anche dovuto fare un paio di soste per recuperare le saponette ed il cerotto come voleva Ifigenia, il che mi ha ulteriormente rallentato ed io ho fretta. Perché lasciare Tato in balia di mia madre mi preoccupa un po’ .
Alla fine siamo giunte nella stanza in cui si trovavano le due gabbie, indicatami dall’ eletta anziana suprema. Non mi restava altro che sostituire il loro balgag con una saponetta e rinchiuderle nelle gabbie come mia madre mi aveva ordinato.
Ho separato le due stronze, lasciando temporaneamente Julie attaccata alle sbarre esterne di una delle due gabbie di contenimento, tramite la catenella che univa le due mollette che aveva fissate ai capezzoli dicendole:” Adesso tu starai qui da brava mentre mi occupo della tua amichetta e poi toccherà a te”. Mi sono avvicinata ad Ezada e le ho tolto il balgag, a quel punto lei mi ha detto con voce rotta dall’ emozione:” Clara abbi pietà non puoi trattarci come un candidato maschio, noi siamo Fate tormentatrici Mmmphg Mmmphff mmmmmpphhh gggg “. Mentre parlava le ho ficcato in bocca la saponetta e rapidamente la ho sigillata con numerosi giri di cerotto, poi dopo averla rinchiusa nella gabbia di contenimento, ho preso la catenella che collegava le mollette fissate ai suoi capezzoli dicendole:” Ezada tu noi sei più una tormentatrice, sei una prigioniera in attesa di essere giudicata. Mi è stato ordinato dall’ eletta anziana suprema di fare così e tu non hai idea di quanto io sia felice di eseguire il suo ordine in questo caso. Quindi adesso o ti metti in punta di piedi tu o devo tirare questa catenella fino a farti raggiungere la posizione che ti è stata inflitta.” . Dato che Ezada si rifiutava di collaborare, mi è toccato dare qualche strattone alla catenella per convincerla. Alla fine però era appesa come mi era stato ordinato.
Julie fin dall’inizio ha voluto darmi filo da torcere con il suo comportamento riottoso e laconico. Dopo averle tolto il balgag, la stronza si è rifiutata di aprire la bocca per permettermi di infilarvi la saponetta. Così mi è toccato tapparle il naso e quando per respirare ha dovuto aprire la sua boccaccia, le ho cacciato in gola la saponetta. Sigillandole poi la bocca, con numerosi giri di cerotto telato bianco medicale. Una volta che la ho rinchiusa nella gabbia di fronte a quella in cui era contenuta Ezada, non le ho nemmeno chiesto di mettersi in punta di piedi. Ho semplicemente tirato in alto la catenella di collegamento delle mollette che aveva fissate ai capezzoli fino al punto dove dovevo agganciarla e Julie mugugnando ha dovuto adeguarsi. “ Bene ciccione ora che siete ammanettate, imbavagliate, rinchiuse ed appese in gabbia in modo che possiate guardarvi in faccia l’ un l’ altra come mi è stato ordinato. Direi che qui ho finito, non mi resta che salutarvi augurandovi un scomoda e possibilmente lunga permanenza come ospiti della sezione detentiva dell’ accademia delle tormentatrici.”. Ho detto alle due ex tormentatrici che nude, appese e sovrappeso come erano sembravano più due mortadelle che due Fate. Poi per uscire sono dovuta passare in mezzo alle due gabbie di contenimento dove le avevo rinchiuse e non ho potuto esimermi dallo strattonare le catenelle che le tenevano appese, augurando loro buon divertimento con un sorriso soddisfatto che mi illuminava il viso. Lungo il tragitto che mi avrebbe riportata in classe e da Tato, mi sono fermata nell’ aula di tecnologia dove ho preso un misuratore di energia emessa perché mi era venuto in mente di fare un esperimento a mia volta.
Per entrare in classe ho deciso di passare per il mio spogliatoio privato, in modo da lasciare il cappello e la giacca attaccati all’ appendiabiti. Poi mentre mi sistemavo i capelli e controllavo se il trucco fosse ancora a posto davanti ad uno specchio, ho avuto modo di ascoltare qualche frase del discorso di Ifigenia.
Con il tempo la sua prosopopea e la sua logorrea erano decisamente peggiorate, tanto che mi sarei aspettata di ritrovare la maggior parte delle cadette addormentate sui banchi o sul punto di avere una crisi epilettica. Invece quando entrai in aula, ebbi la sorpresa di vedere tutte le mie future allieve ben sveglie e molto impegnate a cercare di attirare l’attenzione del mio uomo. Ebbi anche la sgradevole sorpresa di vedere che a Tato era stato inflitto nuovamente il tormento del plug anale. Mentre la preside dell’ accademia delle tormentatrici terminava il suo pomposo discorso, chiesi sotto voce e con gentilezza a mia madre perché il mio futuro marito avesse nuovamente il buco del culo impegnato e lei mi ha risposto che era per prevenire eventuali fughe di gas.
Intanto Ifigenia terminando il suo stucchevole discorso, mi ha presentata alle cadette come la loro insegnante in metodi di contenzione e punizione dei maschi, nonché fidanzata ufficiale e custode accreditata dell’ anomalia che al momento era legata in ginocchio in posizione di strappado davanti a loro.
Bene adesso tocca a me e devo ammettere che sono un po’ emozionata, per il ruolo di insegnante che mi è stato assegnato e che non ero minimamente preparata ad una simile evenienza. Anche perché vista la mia eterosessualità dichiarata, non avrei mai pensato che il concilio delle Fate elette mi affidasse il compito di forgiare le giovani menti della futura generazione di tormentatrici. Ho posato sulla cattedra il misuratore di energia emessa e poi mi sono messa di fianco al mio futuro marito, nel farlo mi sono assestata il cinturone con frusta e pistola di ordinanza che porto allacciato in vita. Dopo essermi messa ad accarezzare amorevolmente la testa del mio amato prigioniero, mi sono rivolta alle mie allieve dicendo:” Buongiorno ragazze io sono la tormentatrice capo Clara e questo bel fusto in manette è il mio fidanzato ufficiale, con cui ho da poco superato la prova delle Fate. Lui si chiama Tato e se non fosse imbavagliato sono certa che direbbe di essere felice di fare la vostra conoscenza. Come ha detto la preside Ifigenia è una anomalia e più precisamente una anomalia del sistema. In quanto gli atti del processo che ha subito presso l’ istituto di produzione e punizione stabiliscono così. Non è dunque assolutamente un candidato colpevole e non è stato richiamato in questo mondo magicamente e forzatamente come avviene nel caso dei candidati. No lui è venuto nel nostro mondo di sua spontanea volontà ed ha accettato di patire punizioni e subire la coercitiva cattività in cui è costantemente tenuto per un semplice motivo, perché mi ama e farebbe di tutto per me. L’ amore è un sentimento tipicamente umano che molto spesso noi Fate sottovalutiamo eppure si dice che sia in grado di smuovere le montagne.
Ora io non so se sia effettivamente così, quello che so perché lo vivo ogni giorno e che il mio uomo con il suo amore per me, mi rifornisce costantemente di energia solo guardandomi. Quando ci baciamo la quantità di energia prodotta aumenta e quando facciamo del sesso la sua fornitura di energia raggiunge dei picchi altissimi. Viceversa i tormenti e le punizioni diminuiscono la sua produzione di energia e più ne subisce meno energia produce fino a cessare del tutto.
Durante il corso di metodi di contenzione e punizione dei maschi, per seguire il programma scolastico stabilito dalla preside e dall’ eletta anziana suprema sarò costretta ad infierire ripetutamente su di lui e tutt’ ora sono obbligata a tenerlo costantemente legato. Questo modo di trattare il mio compagno non mi piace e mi fa venire un enorme complesso di colpa nei confronti di Tato. Però come Fata e tormentatrice sono tenuta ad eseguire gli ordini impartitimi dall’ eletta anziana suprema, così farò e credo che questa mia ottusa ottemperanza alle decisioni di altri a me gerarchicamente superiori, potrebbe essere per voi il mio primo insegnamento come docente. Perché se ancora non lo aveste capito la nostra società e la nostra specie funzionano così, chi comanda decide anche per gli altri, senza che ai dissenzienti sia possibile esprimere la propria opinione.
Comunque sempre che la nostra stimata preside e l’ eletta anziana suprema siano concordi, ho deciso di misurare costantemente l’ energia emessa dal mio uomo durante le lezioni di questo corso. In modo da dimostrare che Tato è quello che è, cioè un’ anomalia e volere utilizzare su di lui i cruenti metodi inflitti ai candidati colpevoli per produrre energia è un po’ come volere cavare sangue da una rapa.”.
“ Molto bene tormentatrice capo Clara ti è concesso di misurare la quantità di energia emessa dalla tua anomalia. Però adesso è ora che tu cominci la tua lezione, con una dimostrazione della tua abilità con la frusta di quattro metri, come ti è stato ordinato e pretendo che ogni frustata delle trenta che vibrerai, marchi a sangue il tuo fidanzato ufficiale.”.
Dopo gli iniqui ordini impartitemi da quella emerita stronza di mia madre, ho lasciato temporaneamente Tato, per andare ad accendere il misuratore di energia emessa e collegare il suo display al maxi schermo presente in classe. In modo che tutte le presenti in classe (preside ed eletta anziana suprema comprese) potessero vedere, gli effettivi effetti sulla produttività energetica del mio compagno, a seguito delle violenze che sarei stata costretta ad infliggergli. Appena lo ho acceso ho avuto la conferma che il mio amato prigioniero, in quantità appena percettibili mi stava rifornendo di energia. Allora ho deciso di giocarmi un jolly, sono tornata da Tato e gli ho tolto il balgag che oramai lo ammutoliva da più di una ora. Poi sono andata a posizionarmi davanti a lui. Mi sono piegata sulle gambe, accucciandomi in modo da avere il mio volto all’ altezza del suo ed indossando una gonna aderente in pelle nera che mi sta benissimo, ma che ovviamente altera la mia mobilità. Posso confessarvi che non è stato facile, soprattutto perché calzavo un paio di stivali dal tacco a spillo di dodici centimetri. Senza dire una parola ho preso il suo voto tra le mani e gli ho infilato la lingua in bocca con frenetica passione. Il misuratore di energia emessa ha iniziato a fischiare come una pentola a pressione dimenticata sul gas acceso e sul punto di esplodere, misurando una elevata emissione di energia. Fino a quando non ho interrotto il bacio distaccando le mie labbra dalle sue e continuando a tenere il suo amato volto tra le mie mani inguantate in pelle nera, affranta gli ho detto:” Amore adesso sarò costretta a frustarti fino a fare sgorgare il tuo sangue ed il dolore che ti infliggerò sarà tremendo. Perdonami se puoi e ricorda che nonostante tutto io ti amo e per il resto delle nostre vite cercherò di farmi perdonare da te.”. Prima che lo imbavagliassi di nuovo Tato è riuscito a dire:” Non c’è niente da perdonare amore, tu sei la stella polare che segue la bussola del mio cuore ed io sono ben felice di seguire le sue indicazioni.”.
Ifigenia ha voluto precisare:” Trenta frustate Clara e per ogni una di esse che gli somministrerai, voglio vedere stigmate di sangue sulla sua pelle e tu dovrai contare a voce alta ogni colpo che gli infliggerai.”.
Una volta terminato di imbavagliare Tato, mi sono alzata gli ho dato ancora una lunga carezza partendo dalla sua testa fino in fondo alla schiena e staccando la frusta lunga quattro metri che porto appesa al cinturone, sono andata a posizionarmi alle sue spalle. Ad una distanza idonea per scatenare tutta la letalità della frusta che brandivo. “Una!” ed ho incominciato ad infierire crudelmente sull’ amore della mia vita.
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