La cuoca. Terzo capitolo

di
genere
corna

Il giorno dopo, quando entro in officina, mi aspetto di tutto: commenti offensivi, insulti o, quanto meno, esser deriso dagli amici di Pino o da lui stesso che, invece, mi saluta cordialmente, senza far nessun riferimento a quanto successo. Dopo circa un'ora, arrivano gli altri cinque amici di Pino e solo Antonio fa una battuta che fa ridere un po' tutti gli altri, mentre, intimamente, ricevo una grande soddisfazione.

«Buongiorno, Claudio! Come sta la tua signora? Spero che stia bene, perché è proprio brava a far il sugo con il cinghiale, ma quello con le nostre salsicce è stato davvero unico!»

Tutti ridono per il doppio senso della battuta, poi si chiudono insieme a Pino nel suo ufficio, dove restano parlare per diverso tempo. Improvvisamente Pino mi chiama e mi invita ad entrare nel suo ufficio. Appena dentro vedo gli sguardi di tutti e sei posarsi su di me, nel più assoluto silenzio, rotto dalle sole parole di Pino.

«Abbiamo deciso di non condividere con nessuno degli altri membri del circolo la proposta di tua moglie. Vogliamo esser solo noi quattro gli unici a far delle offerte tese a sverginare il culo tua moglie. Quindi abbiamo deciso di non aspettare giovedì prossimo, ma di farlo domani sera a casa tua, se siete d'accordo.»

Li guardo in silenzio, mentre dentro di me sto realizzando che, ben presto, uno di loro sfonderà il culo vergine di mia moglie e questo mi sconvolge e mi eccita allo stesso tempo. Prendo il telefono e chiamo mia moglie, gli comunico quello che hanno deciso, sotto il loro sguardo ed essi, nel più assoluto silenzio, aspettano la sua decisione. Lei rimane per un lungo istante in silenzio, poi mi prega di mettere in viva voce per comunicare la sua decisione.

«Va bene, sono d'accordo, lo facciamo domani sera, dopo le ventuno a casa nostra, ma sia ben chiaro che il mio culo lo avrà solo chi farà l'offerta più alta e, se le vostre offerte non saranno generose, non ci sarà niente per nessuno.»

Loro si scambiano un'occhiata; son tutti in silenzio, mentre io me ne vado. Poco dopo li vedo uscire e se ne vanno, mentre Pino si avvicina alla vettura dove sto lavorando e mi aiuta nella riparazione, senza nulla aggiungere. La sera, a letto, Manuela si stringe a me, mi dà un bacio, poi la sua voce calda e sensuale, mi fa subito eccitare.

«Questa mattina sono stato dalla mia ginecologa; dopo una breve visita ed un prelievo di sangue, ho deciso di prendere la pillola anticoncezionale, poi son passata in farmacia e mi son fatta dare una crema particolare da spalmare sul mio buchetto, per non sentir troppo dolore. Adesso voglio che tu faccia una cosa per me: metterai un po' di questa crema sul mio culo, poi, lentamente, infili il tuo dentro, così almeno, saprò cosa mi aspetta, domani sera.»

La guardò sempre più sbalordito; questa donna mi riserva ogni giorno incredibili novità. Non mi ero mai soffermato a valutare questo aspetto del suo carattere, l'ho sempre considerato una donna mite e tranquilla, mentre ora scopro che, al contrario, è determinata, risoluta nelle sue scelte e in tutto quello che fa.

«Ma se io adesso ti inculo, domani sera qualcuno se ne accorgerà?»

Lei sorride in maniera ironica, poi allunga la mano sul comodino e mi passa il flacone della crema Luan: ne applico un po' sul suo fiorellino anale. Quando infilo un dito dentro, per un attimo si irrigidisce, poi si rilassa e, dopo averla ben lubrificata, ne metto ancora un po' sulla punta del mio cazzo, che è talmente duro da farmi quasi male. Lei si inginocchia sul letto con il viso appoggiato al materasso ed il culo in aria, con le mani apre le chiappe, per farmi entrare meglio. Incomincio a spingere il cazzo dentro di lei che, per un attimo, si irrigidisce ancora, cerca di sottrarsi, ma poi fa un profondo respiro e mi incita ad entrare di colpo dentro di lei.

«Spingilo tutto dentro, dai, con un colpo solo, secco e deciso. Son convinta che chiunque dei quattro vincerà, non avrà nessun riguardo nei miei confronti, quindi sfondami il culo, in maniera decisa e dura.»

La afferro per i fianchi, con una spinta secca entro tutto dentro di lei, che inarca la schiena, serra le chiappe e geme di dolore.

«Ahhi! Accidenti, quanto fa male! E pensare che il tuo non è neanche troppo grosso!»

Resto per un istante immobile, poi le pompo il culo, lei cerca di rilassarsi, ma sono così eccitato che dopo poco le scarico dentro tutta la mia sborra. Quando lei sente che le sto riempiendo il culo, si rilassa e poi si sfila da me, scende dal letto e corre in bagno. Poco dopo ritorna, con in mano la confezione della crema che usa per le mani arrossate e mi prega di metterne un po' sul suo buchetto indolenzito. Quando si gira, guardo la crema ed il buco del culo che, a parte di un leggero arrossamento, non presenta alcun segno di altro. Mi distendo accanto a lei ed ho il cazzo ancora duro, eccitato e orgoglioso del fatto che mia moglie, in qualche modo, mi ha permesso di esser il primo a romperle il culo. Lei mi dà un bacio e mi accarezza, la sua mano afferra il mio cazzo duro, mi sorride, si abbassa un po' e lo prende in bocca, lecca e succhia per poi salire su di me e infilarselo tutto dentro la fica, calda e umida. Mi cavalca con gli occhi semichiusi, a testa all'indietro e viene gemendo quasi subito.

«Sì, ancora, dai! Sto godendo! Godo, vengo!»

Viene rapidamente e questo mi stupisce perché, per il passato, con me non aveva mai goduto così tanto; sollevo le mani e le afferro i seni, poi la tiro verso di me e la bacio con passione. Il suo corpo trema ancora per il piacere, mentre io sono così eccitato da tutte queste novità che, ben presto, le scarico dentro il mio piacere. Distesi l'uno accanto all'altro per un lungo istante, restiamo in silenzio, poi sono io che le chiedo spiegazioni.

«Non ti ho mai sentita godere così velocemente, quindi penso che tu abbia goduto più per il ricordo di quello che hai provato con quei tre, che per il fatto che stavi scopando con il mio cazzo. Non te ne faccio una colpa, voglio che tu mi dica esattamente tutto quello che hai provato e, soprattutto, chi dei tre ti ha fatto veramente impazzire.»

Fa un profondo respiro, la sua voce ha un tono alquanto apprensivo, quasi impaurito.

«Sì, è vero, mentre scopavo con te, ho chiuso gli occhi ed ho pensato al cazzo di Pino che, dei tre, è quello che mi ha fatto impazzire di più. Mi rendo conto che, ai tuoi occhi, sono una gran troia, perché mentre scopa con il marito pensa ad un altro che le ha sfondato la fica. Mi dispiace, ma non ci posso far niente; sentire quella mazza che mi sfondava tutta, mi ha eccitato e fatto godere moltissimo. Poi c'è un'altra cosa che ti voglio dire, perché è giusto che, a questo punto, tu ne sia al corrente, perché in fondo ti devo una spiegazione. In passato mi sono sempre rifiutata di farti pompini, perché una volta, quando aiutavo mia madre al ristorante, il vecchio proprietario, dentro la dispensa, mi ha costretto a succhiargli il cazzo. Era grosso e non molto pulito, puzzava di piscio, ne ero proprio schifata, ma lui mi ha costretto a tenerlo in bocca e succhiarlo con forza, per poi riempire la mia bocca con la sua sborrata copiosa, che ho dovuto ingoiare fino all'ultima goccia. Quell'esperienza tremendamente disgustosa, mi ha fatto rinunciare per tanto tempo al piacere di succhiarti il cazzo, ma l'altra sera, in preda al piacere che stavo provando, senza quasi rendermene conto, ho goduto moltissimo nel sentire in bocca i loro cazzi ancora bagnati del mio piacere e delle loro sborrate. Mi rendo conto che quella malaugurata esperienza ha fatto sì che ci privassimo, per tanto tempo, di questo piacere e, soprattutto ora, che ha scoperto quanto piace anche a me, difficilmente ne posso fare più a meno.»
Mi dà un bacio, si gira e, poco dopo, si addormenta, mentre io ho ancora la mente in subbuglio: rifletto su tutte queste novità, cercando di capire in che modo la mia vita sia effettivamente cambiata e come dovrò gestire, d'ora in poi, il mio matrimonio. Quel sabato sembra non passare mai, il bambino lasciato ai nonni, alla fine ci ritroviamo io lei a cena, ma sembra che nessuno di noi due abbiamo molta fame, mentre uno strano silenzio, carico di tensione, regna nella casa. Alla fine lei, dopo essersi fatta una doccia, resta per un lungo istante immobile, tutta nuda davanti allo specchio in camera e, mentre la osservo, mi rendo conto che mia moglie è proprio una gran bella donna, che non ha mai valorizzato appieno il suo corpo e ora sembra indecisa su che cosa indossare per rendersi ancor più concupiscente. Alla fine sceglie una gonna a portafoglio ed una camicetta bianca, senza indossare nessun tipo di intimo, né sopra né sotto e nemmeno le calze, ma solo un paio di sandali con il tacco, non troppo alto. Puntuali arrivano tutti e quattro all'ora stabilita, entrano in silenzio, accolti da me e mia moglie. Una strana tensione è palpabile nell'aria, nessuno di essi, per quanto grossolani e rozzi, ha aperto bocca, ma si sono semplicemente limitati ad un saluto. Ora, seduti tutti e quattro sul divano grande, mentre io e Manuela siamo seduti sulle poltrone singole, con lo sguardo di tutti rivolto a mia moglie, che gli ha offerto del caffè. Pino ha dato un'occhiata a me, poi ha girato lo sguardo cercando l'intesa con gli altri, poi si è alzato in piedi ed ha consegnato a mia moglie una busta, con dentro la somma raccolta con la riffa.

«Manuela, ci abbiamo pensato bene ed abbiamo deciso che, essendo molto amici, non sarebbe stato giusto che solo uno di noi potesse avere il piacere di godere del tuo splendido culo, mentre gli altri sarebbero rimasti a bocca asciutta, quindi abbiamo deciso di mettere insieme una cospicua cifra e di fartene dono. In questo modo, sarai tu a decidere chi, fra di noi, avrà il piacere per primo di sverginare il tuo splendido culo, poi, uno dopo l'altro, godere di ogni buco del tuo corpo. Ci rendiamo conto che noi siamo in quattro e che, sicuramente, non ci accontenteremo di godere semplicemente e, quindi, se vedi la cifra che è contenuta qui dentro, non basta a compensare il sacrificio che ti chiediamo, allora potremo anche andarcene e lasciare tutto come sta. Spetta a te la decisione e noi la rispetteremo.»

Li osservai ancor più stupito: gente rozza e volgare come loro, che d'un tratto, usavano tanti riguardi e gentilezze nei confronti di mia moglie? Il tutto mi lasciava pensare che, forse, dietro c'era un secondo fine, che non riuscivo a percepire. Manuela presso la busta, l'ha aperta ed ha controllato quanto vi era dentro, poi si è voltata verso di me e mi ha guardato, cercando il mio assenso.

«Qui dentro ci sono € 2000, circa cinquecento a testa; questo significa che se vi accontento, ciascuno di voi avrà diritto a godere del mio corpo a suo piacimento: è veramente questo che volete? Se è così, accetto, ma sia ben chiara una cosa; Claudio dovrà esser sempre presente e, se vuole, potrà anche partecipare, ma, in ogni caso, la mia disponibilità è rivolta a questa sola serata. D'ora in poi, dopo questa sera, nessuno di voi e per nessun motivo dovrà permettersi di infastidirmi o di cercar di avere altri rapporti con me; se siete d'accordo bene, altrimenti quella è la porta.»

Pino ha annuito con un cenno del capo, poi si è girato verso gli altri che hanno tutti accettato le condizioni di Manuela. Io mi sentivo stranamente inquieto; tutta questa cosa mi stava facendo impazzire di piacere, perché avrei visto mia moglie alle prese con quattro maschi che l'avrebbero scopata e goduta in ogni buco e, nello stesso tempo, avevo dentro di me il timore che tutto questo avrebbe potuto innescare un meccanismo da cui sarebbe stato difficile uscirne. Manuela li ha fatti spogliare, poi li invitati a seguirla in camera da letto, dove aveva già provveduto a stendere un telo sopra il nostro talamo nuziale; vi è salita sopra e li ha fatti mettere in cerchio intorno al letto. Erano già tutti con i cazzi belli tesi e duri e lei, lentamente, li ha accarezzati tutti, portandoli alla bocca per leccarli ed assaporarli, mentre loro hanno cominciato ad accarezzarla e toccarla in ogni parte del corpo. Ben presto l'atmosfera è diventata bollente: Manuela ha cominciato a gemere e godere dei baci e delle carezze che riceveva da tutti quanti, poi, improvvisamente, ha fatto uno strano conteggio che è terminato quando il suo dito ha indicato Pino; lo ha invitato a salire sul letto per compiere quello che era venuto a fare: rompere il suo culo. Una piccola ovazione si è sollevata quando lei ha fatto la sua scelta e anche lui si è complimentato con lei per averlo scelto. Appena salito sul letto, lei era circondata da tutti gli altri e lui ha fatto una cosa che non mi sarei mai aspettato: si è girato e mi ha chiamato vicino al letto.

«Claudio, vieni qui, vieni sopra il letto insieme a me e prepara per bene il culo di tua moglie, perché voglio che deve godere quando glielo aprirò come si deve. Voglio che sia tu a preparare il culo di tua moglie, così ti dovrai render ben conto che chi le rompe il culo, lo fa con estremo piacere, ma con il tuo totale assenso.»

Ero sconvolto, eccitato e, nello stesso tempo, incredulo. Preso il tubetto di Luan, ho lubrificato abbondantemente il culo di mia moglie, facendo scivolare dentro un dito e poi un altro, sotto lo sguardo degli altri che si segavano lentamente i loro cazzi.




scritto il
2025-07-24
1 . 6 K
visite
1 8
voti
valutazione
7.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La cuoca. Secondo capitolo

racconto sucessivo

La cuoca. Quarta parte
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.