Almost Blue - Scopata nel capannone
di
Ladyam
genere
trio
ALMOST BLUE
by @lady_aemme_bis e @lady_aemme
Sono su instagram, continuamente segnalata.
Sono su telegram senza censure @seduzioneamaranto
Col fotografo avevamo deciso di fare un servizio fotografico eroticamente distopico.
Ci recammo in una zona artigianale abbandonata di una cittadina nella provincia torinese.
Il luogo era perfetto: avete presente lo scenario post apocalittico di Mad Max?
Un deserto che circondava un torrente triste e solitario, un paio di capannoni dismessi che si ergevano come muti testimoni di un passato interrotto tragicamente.
Davanti a uno dei capannoni erano parcheggiati un paio di veicoli, così noi andammo verso l'altro, solitario.
L'ampio portale in ferro arrugginito era socchiuso.
Entrammo.
All'interno un ambiente fatiscente, ricettacolo di oggetti abbandonati i più diversi.
Una scalinata conduceva al piano superiore, lugubre e in rovina, semi diroccato e oscuro.
Eccitati abbiamo cominciato.
Indossavo uno spolverino blu elettrico e, sotto, intimo e reggicalze dello stesso colore con calze nere.
Quando passammo alle foto di nudo mi spogliai completamente e presi a farmi fotografare nelle pose più strane e ardite.
"Lei è splendida"
Una voce ammirata e distinta rimbombò all'interno del capannone.
Mi girai sorpresa, senza coprirmi: mi eccita esibirmi davanti agli estranei.
"Grazie", risposi guardandolo.
"Nell'altro capannone ci sono due miei operai al lavoro: mi piacerebbe lei posasse con loro"
"Interessante...", risposi lasciando il tono sospeso.
"Naturalmente pagherei...", aggiunse ammiccando
"Per cosa?", chiesi con sicurezza
"Dipende. Se le chiedessi di scopare con i due?"
"Si...? Dica..."
"Non mi sembra una di quelle proposte indecenti alle quali sia impossibile dire di no", risposi alla sua prima offerta.
Anche alla seconda proposta la mia risposta fu un secco no.
Giunse la terza offerta, alla quale risposi interrogativa: "A testa?"
L'uomo ci pensò su un'attimo: "L'uno, d'accordo, ma lei farà tutto quello io voglio"
"Andiamo", dissi rivestendomi.
L'esperienza che si profilava mi eccitava non poco, e confesso che il solo pensiero aveva cominciato a farmi inumidire la fica.
Entrammo nel capannone, dove due operai erano al lavoro.
Mi guardarono interdetti.
L'uomo andò a sedersi su un vecchio divano coperto da una tela dal colore indistinto e iniziò a osservare la scena.
Il fotografo chiamò a sè i due operai e spiegò loro quello che dovevano fare, le pose che dovevano assumere.
"Tu da dieto mettile le mani sui seni, tu, al lato, accarezzale la fica"
E cominciammo a scattare pose sempre più audaci, porno, fino a quando l'uomo seduto mi disse di inginocchiarmi e fare due pompini.
Obbedii.
Estrassi i loro cazzi, già duri e pronti, e comincia1 a sbocchinarli, ora l'uno, ora l'altro.
"Spogliatela", ingiunse l'uomo ai due, che subito obbedirono.
Mentre uno mi slacciava il reggiseno l'altro mi toglieva il raggicalze e gli slip.
"No, le calze lasciatele - disse l'uomo - così è più porca"
Restai con le autoreggenti nere, mentre i due iniziarono ad accarezzarmi e baciarmi un pò dappertutto.
"Tu, leccale la fica, tu il culo", ordinava l'uomo seduto a guardare, e i due operai eseguivano immediatamente.
Mi fecero allargare le gambe, e mentre uno si inginocchiava davanti a me e mi allargava la fica con le mani per leccarmela per bene fin dentro, l'altro mi allargò il culo con le sue mani forti come tenaglie e tuffò la sua lingua nel mio buco leccando avidamente.
Sentii la sua lingua penetrarmi dentro e in contemporanea la lingua dell'altro che leccava gli umori della mia fica.
Ebbi un brivido, una vera scossa di piacere e venni mugolando come una gatta in calore.
"In piedi, forza, scopatela! - Incitava l'uomo - Tu scopale la fica e tu da dietro sfondale il culo".
I suoi ordini erano precisi e perentori.
I due però ci sapevano fare.
"E spogliatevi, cazzo!", urlò l'uomo ai due operai che, in pochi secondi si denudarono e ripresero a scoparmi con più vigore di prima.
Ero con due cazzi duri dentro di me.
Due cazzi vogliosi che pompavano all'unisono.
La mia fica e il mio culo bruciavano di passione, urlavo sommessa masturbandomi e venni di nuovo, mugolando e contorcendomi per il piacere.
"Appoggiati a quel tavolo, troia - mi disse l'uomo - tu, siediti sotto a lei e leccale la fica, tu la inculi"
Eseguimmo come marionette assatanate.
Quello sotto leccava tutti i miei umori, in profondità nella mia fica, mentre quello dietro mi sbatteva il culo con forza dando colpi sempre più potenti.
"Vatti a inginocchiare su quel tappeto, troia", mi ordinò l'uomo.
"Alza la testa, spalanca la bocca, puttana"
Eseguii all'istante, mentre i due si segavano davanti a me disperatamente.
Pochi secondi e venni centrata da due fiotti di sborra calda sulla faccia.
"Lecca tutto, troia!", urlava l'uomo
Con voracità leccavo tutta la sborra che potevo.
Raccoglievo con le dita quella che scivolava sul mio viso e la leccavo.
"Usa i cazzi per raccogliere la sborra, zoccola", mi diva l'uomo sempre più eccitato.
Lo feci.
Presi i due cazzi, oramai afflosciati, me li passai sul viso per raccogliere la sborra e poi li leccai in modo famelico.
Nel mentre lo vidi alzarsi, venire verso di me, allontanare i due operai e sbottonarsi per estrarre il suo cazzo.
"Lecca, troia, fammi sborrare in bocca"
Eseguii.
Leccavo il suo cazzo già gocciolante mentre con la mano lo segavo violentemente.
Una ventina di secondi e la mia bocca venne riempita da sperma liquido e caldo.
Attesi che i fiotti terminassero, lo guardai negli occhi e ingoiai tutto in un sol colpo.
Lo sentii emettere suoni di godimento disarticolati e mugolanti.
Mi afferrava per i capelli e mi spingeva la testa verso il suo cazzo, ora totalmente nella mia bocca.
Rimase così per qualche secondo, poi si ritirò, si ricompose e si allontanò.
Ne approfittai per rivestirmi.
Stavo agganciando il reggicalze quando l'uomo ricomparve con una valigetta.
"C'è tutto - mi disse con un sorriso - e anche di più. Conti, se vuole"
"Mi fido", dissi prendendo la valigetta.
Lo guardai negli occhi interrogativa, senza dire nulla.
"Mi sono permesso di aggiungere un piccolo bonus, spero non si offenda, ma lei è davvero una grandissima troia"
"Grazie, apprezzo", risposi sorridendo, mentre continuai a vestirmi sotto lo sguardo eccitato del fotografo, dell'uomo e dei due operai che mi avevano scopata rendendo la mia giornata utile e dilettevole.
"Ci rivedremo?", mi chiese l'uomo mentre mi avviavo soddisfatta verso l'uscita.
"Forse, un giorno o l'altro", risposi senza voltarmi e salutandolo con la mano.
by @lady_aemme_bis e @lady_aemme
Sono su instagram, continuamente segnalata.
Sono su telegram senza censure @seduzioneamaranto
Col fotografo avevamo deciso di fare un servizio fotografico eroticamente distopico.
Ci recammo in una zona artigianale abbandonata di una cittadina nella provincia torinese.
Il luogo era perfetto: avete presente lo scenario post apocalittico di Mad Max?
Un deserto che circondava un torrente triste e solitario, un paio di capannoni dismessi che si ergevano come muti testimoni di un passato interrotto tragicamente.
Davanti a uno dei capannoni erano parcheggiati un paio di veicoli, così noi andammo verso l'altro, solitario.
L'ampio portale in ferro arrugginito era socchiuso.
Entrammo.
All'interno un ambiente fatiscente, ricettacolo di oggetti abbandonati i più diversi.
Una scalinata conduceva al piano superiore, lugubre e in rovina, semi diroccato e oscuro.
Eccitati abbiamo cominciato.
Indossavo uno spolverino blu elettrico e, sotto, intimo e reggicalze dello stesso colore con calze nere.
Quando passammo alle foto di nudo mi spogliai completamente e presi a farmi fotografare nelle pose più strane e ardite.
"Lei è splendida"
Una voce ammirata e distinta rimbombò all'interno del capannone.
Mi girai sorpresa, senza coprirmi: mi eccita esibirmi davanti agli estranei.
"Grazie", risposi guardandolo.
"Nell'altro capannone ci sono due miei operai al lavoro: mi piacerebbe lei posasse con loro"
"Interessante...", risposi lasciando il tono sospeso.
"Naturalmente pagherei...", aggiunse ammiccando
"Per cosa?", chiesi con sicurezza
"Dipende. Se le chiedessi di scopare con i due?"
"Si...? Dica..."
"Non mi sembra una di quelle proposte indecenti alle quali sia impossibile dire di no", risposi alla sua prima offerta.
Anche alla seconda proposta la mia risposta fu un secco no.
Giunse la terza offerta, alla quale risposi interrogativa: "A testa?"
L'uomo ci pensò su un'attimo: "L'uno, d'accordo, ma lei farà tutto quello io voglio"
"Andiamo", dissi rivestendomi.
L'esperienza che si profilava mi eccitava non poco, e confesso che il solo pensiero aveva cominciato a farmi inumidire la fica.
Entrammo nel capannone, dove due operai erano al lavoro.
Mi guardarono interdetti.
L'uomo andò a sedersi su un vecchio divano coperto da una tela dal colore indistinto e iniziò a osservare la scena.
Il fotografo chiamò a sè i due operai e spiegò loro quello che dovevano fare, le pose che dovevano assumere.
"Tu da dieto mettile le mani sui seni, tu, al lato, accarezzale la fica"
E cominciammo a scattare pose sempre più audaci, porno, fino a quando l'uomo seduto mi disse di inginocchiarmi e fare due pompini.
Obbedii.
Estrassi i loro cazzi, già duri e pronti, e comincia1 a sbocchinarli, ora l'uno, ora l'altro.
"Spogliatela", ingiunse l'uomo ai due, che subito obbedirono.
Mentre uno mi slacciava il reggiseno l'altro mi toglieva il raggicalze e gli slip.
"No, le calze lasciatele - disse l'uomo - così è più porca"
Restai con le autoreggenti nere, mentre i due iniziarono ad accarezzarmi e baciarmi un pò dappertutto.
"Tu, leccale la fica, tu il culo", ordinava l'uomo seduto a guardare, e i due operai eseguivano immediatamente.
Mi fecero allargare le gambe, e mentre uno si inginocchiava davanti a me e mi allargava la fica con le mani per leccarmela per bene fin dentro, l'altro mi allargò il culo con le sue mani forti come tenaglie e tuffò la sua lingua nel mio buco leccando avidamente.
Sentii la sua lingua penetrarmi dentro e in contemporanea la lingua dell'altro che leccava gli umori della mia fica.
Ebbi un brivido, una vera scossa di piacere e venni mugolando come una gatta in calore.
"In piedi, forza, scopatela! - Incitava l'uomo - Tu scopale la fica e tu da dietro sfondale il culo".
I suoi ordini erano precisi e perentori.
I due però ci sapevano fare.
"E spogliatevi, cazzo!", urlò l'uomo ai due operai che, in pochi secondi si denudarono e ripresero a scoparmi con più vigore di prima.
Ero con due cazzi duri dentro di me.
Due cazzi vogliosi che pompavano all'unisono.
La mia fica e il mio culo bruciavano di passione, urlavo sommessa masturbandomi e venni di nuovo, mugolando e contorcendomi per il piacere.
"Appoggiati a quel tavolo, troia - mi disse l'uomo - tu, siediti sotto a lei e leccale la fica, tu la inculi"
Eseguimmo come marionette assatanate.
Quello sotto leccava tutti i miei umori, in profondità nella mia fica, mentre quello dietro mi sbatteva il culo con forza dando colpi sempre più potenti.
"Vatti a inginocchiare su quel tappeto, troia", mi ordinò l'uomo.
"Alza la testa, spalanca la bocca, puttana"
Eseguii all'istante, mentre i due si segavano davanti a me disperatamente.
Pochi secondi e venni centrata da due fiotti di sborra calda sulla faccia.
"Lecca tutto, troia!", urlava l'uomo
Con voracità leccavo tutta la sborra che potevo.
Raccoglievo con le dita quella che scivolava sul mio viso e la leccavo.
"Usa i cazzi per raccogliere la sborra, zoccola", mi diva l'uomo sempre più eccitato.
Lo feci.
Presi i due cazzi, oramai afflosciati, me li passai sul viso per raccogliere la sborra e poi li leccai in modo famelico.
Nel mentre lo vidi alzarsi, venire verso di me, allontanare i due operai e sbottonarsi per estrarre il suo cazzo.
"Lecca, troia, fammi sborrare in bocca"
Eseguii.
Leccavo il suo cazzo già gocciolante mentre con la mano lo segavo violentemente.
Una ventina di secondi e la mia bocca venne riempita da sperma liquido e caldo.
Attesi che i fiotti terminassero, lo guardai negli occhi e ingoiai tutto in un sol colpo.
Lo sentii emettere suoni di godimento disarticolati e mugolanti.
Mi afferrava per i capelli e mi spingeva la testa verso il suo cazzo, ora totalmente nella mia bocca.
Rimase così per qualche secondo, poi si ritirò, si ricompose e si allontanò.
Ne approfittai per rivestirmi.
Stavo agganciando il reggicalze quando l'uomo ricomparve con una valigetta.
"C'è tutto - mi disse con un sorriso - e anche di più. Conti, se vuole"
"Mi fido", dissi prendendo la valigetta.
Lo guardai negli occhi interrogativa, senza dire nulla.
"Mi sono permesso di aggiungere un piccolo bonus, spero non si offenda, ma lei è davvero una grandissima troia"
"Grazie, apprezzo", risposi sorridendo, mentre continuai a vestirmi sotto lo sguardo eccitato del fotografo, dell'uomo e dei due operai che mi avevano scopata rendendo la mia giornata utile e dilettevole.
"Ci rivedremo?", mi chiese l'uomo mentre mi avviavo soddisfatta verso l'uscita.
"Forse, un giorno o l'altro", risposi senza voltarmi e salutandolo con la mano.
1
7
3
voti
voti
valutazione
6.7
6.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una giornata sfiancanteracconto sucessivo
Festa a sorpresa
Commenti dei lettori al racconto erotico