Sfondata da mio nipote e altri quattro

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incesti

SFONDATA DA MIO NIPOTE E ALTRI QUATTRO
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E insomma, c'era questa possibilità: un grande complesso abitativo in Val d'Aosta, da ristrutturare e poi vendere.
I margini di guadagno erano davvero rilevanti, sebbene il lavoro da svolgere fosse lungo e impegnativo.
Acquistare il complesso a un prezzo ragionevole, trasformarlo in abitazioni appetibili da mettere sul mercato per venderle con un ampio margine di guadagno.
Ero interessata?
Assolutamente si.
"Mi hanno parlato molto bene di lei. Professionista molto dotata e molto disponibile, sotto tutti i punti di vista...", mi disse allusivo.
"In effetti non mi tiro mai indietro", risposi sicura.
"Di fronte a nulla?"
"Se ho buoni motivi per farlo vado avanti, certo, e non mi fermo di fronte a nulla", risposi guardandolo negli occhi.
"Molto bene. Penso che andremo d'accordo", mi disse mentre, seduto di fronte a me, nel mio studio, mi osservava compiaciuto.
Organizzammo un weekend di lavoro, nel corso del quale avremmo avuto l'opportunità di esaminare il complesso immobiliare, studiare approfonditamente la situazione e poi dedicarci anche ad altro.
Il programma prevedeva una tre giorni di full immersion in problematiche tecniche ed economiche che si sarebbe poi conclusa in modo piacevole all'interno delle confortevoli e riservate mura dell'elegante chalet dell'imprenditore, dove sarei stata ospitata insieme ai suoi due soci nonché inseparabili compagni di avventure particolari.
Il primo giorno fu interamente dedicato al lavoro.
Sopralluoghi, analisi tecniche ed economiche, piani finanziari: discussioni approfondite sui termini dell'affare, sulla sua fattibilità tecnica e finanziaria, sui margini operativi e di guadagno, e alla fine, dopo aver buttato giù una bozza di contratto, ci dirigemmo verso la baita.
Il luogo, debbo ammettere, era spettacolare.
Il paesino giaceva placido nella piccola valle attraversata dal fiume, e ai suoi margini, in una zona panoramica con vista sui picchi alpini, la grande baita faceva bella mostra di sè.
L'imprenditore fece gli onori di casa mostrandomi le meraviglie di quella baita che aveva tutte le caratteristiche di una villa di lusso a due piani, con tre grandi camere da letto, due bagni faraonici, un soggiorno ampio e accogliente, sala lettura con scaffali vetrati a tutta parete, una enorme sala da biliardo attrezzata con tavolo da poker, locale bar anni settanta e cucina superattrezzata.
"Meravigliosa", dissi ammirata mentre mi conduceva nella mia stanza posta al piano superiore.
Salimmo su per la elegante gradinata in legno intarsiato e mi condusse al termine di un lungo corridoio, dove mi aprì una porta: "Questa è la tua camera, spero ti piaccia. Qui potrai riposarti Annamaria, il bagno è a tua disposizione, e quando sarai pronta andremo a cena".
La cena si svolse in una di quelle locande di montagna dal sapore antico, con cibi prelibati e atmosfera fuori dal tempo.
Ci ritrovammo nel dopo cena in sala lettura ad ammirare alcuni libri di grande pregio: "Amo i testi antichi. Ne ho alcuni del 1700, guarda Annamaria, che spettacolo", mi diceva mostrandomi volumi di una straordinaria bellezza.
"Sono una rarità, esattamente come te", continuava il mio ospite mentre iniziava ad accarezzarmi le tette e il culo.
Ci trasferimmo nell'ampio soggiorno e in silenzio presi a spogliarmi.
Tolsi lentamente l'abito che, fasciandomi fino a mezza coscia, esaltava le mie forme.
L'imprenditore aveva messo su una musica ritmica, e i tre, osservandomi con attenzione, fischiavano e commentavano a loro modo.
Muovendomi al ritmo della musica tolsi il reggiseno lanciandolo lontano.
Rimasta in slip mi avvicinai all'imprenditore, mi girai e cominciai ad ancheggiare sinuosa.
L'imprenditore mi afferrò gli slip e me li tolse con desiderio, accarezzandomi a lungo il culo.
Rimasta nuda, al centro della stanza, furono tutti e tre addosso a me, e presero a baciarmi, a leccarmi e ad accarezzarmi dappertutto.
Il mio ospite, attratto dal mio culo, si inginocchiò dietro di me e, allargatolo con le mani, prese a leccarlo furiosamente, baciandolo in ogni centimetro.
Un altro si inginocchiò davanti e, allargatami la fica con le mani, prese a leccarla voracemente fino in profondità.
Il terzo, in piedi, affianco a me, mi baciava le tette, mi leccava i capezzoli, mi stringeva i seni con forza.
Quindi l'ospite mi invitò a mettermi a quattro zampe su un grande divano, e mentre io procedevo loro si spogliavano, con i cazzi già pronti e in tiro.
Uno si mise sotto di me e, allargatami le fica, cominciò a penetrarmi col suo cazzo.
Il secondo, da dietro, appoggiò il suo cazzo alla mia fica e, spingendo con forza, lo fece entrare, così mi ritrovai con due cazzi nella fica che spingevano alternati.
L'ospite, salito sul divano, iniziò a penetrarmi nel culo.
Lo sentivo premere con forza crescente, fino a quando avvertii il suo cazzo dentro il mio culo.
A quel punto mi ritrovai nel centro di una tripla penetrazione, e debbo dire che la sensazione di pienezza che provavo era davvero sorprendente.
Spingevano coordinati, e la mia fica, riempita come non mai, la sentivo urlare di piacere, grondante di umori, tanto che venni urlando in modo incontrollato mentre con una mano mi masturbavo il clitoride.
I tre spingevano in modo forsennato fino a quando sentii l'ospite sborrarmi nel culo.
Fu il primo a venire, seguito poco dopo dai due che mi stavano sfondando la fica.
I tre rimasero a spingere a lungo dentro di me, con i cazzi che continuavano a essere duri anche dopo aver sborrato.
Mi sentivo invasa, godevo, mi piaceva, ansimavo e dopo un pò venni di nuovo, agitando la testa per il piacere.
Emisi un profondo sospiro, mentre uno alla volta i tre cazzi uscivano.
Ero ancora a quattro zampe sul divano, che leccavo i cazzi umidi che mi venivano messi in bocca, quando il mio ospite si presentò con una tazza che mi mise sotto la fica: "Ricaccia tutto, troia".
Eseguii, impegnandomi, perchè la sborra era in profondità e ci volle un pò prima che riuscissi a ricacciarla.
L'ospite la raccolse dentro la tazza, vi versò dentro un pò di cognac e me la diede dicendomi: "Bevi, puttana"
Io presi la tazza, mi alzai in piedi, guardai i tre, portai alle labbra la tazza e bevvi la sborra che c'era dentro con il liquore, ripassando la lingua sulle labbra.
"Hai gradito, troia?", mi chiese l'ospite prendendo la tazza.
"Se ne potessi avere un'altra razione, la gradirei davvero: siete in grado di procurarmela?", chiesi provocante.
"La notte è giovane, Annamaria, è appena iniziata...", mi rispose l'ospite mentre mi invitava a salire le scale verso la camera da letto del piano superiore...
Entrammo all'interno di una grande camera che trasudava ricchezza.
L'enorme letto col baldacchino catturava subito l'attenzione per la sua imponenza.
Le pareti erano adornate con quadri e arazzi di grande pregio.
Tappeti persiani dai colori luminosi arredavano il pavimento, il cui parquet riluceva nel suo legno lucido e caldo.
"Dovrei andare in bagno", dissi discreta, e venni subito accompagnata dal mio premuroso ospite.
Mi concessi una doccia rinfrescante, mi ripulii a fondo e diedi una sommaria asciugata ai miei lunghi capelli.
Quando ricomparvi nella camera da letto i tre mi stavano aspettando in piedi, gli uccelli ancora a riposo.
Appena mi videro presero i loro cazzi in mano e mi guardarono.
Non ci fu bisogno di parole: mi inginocchiai davanti a loro e presi a fare tre pompini: mentre avevo in bocca il cazzo di uno segavo gli altri due, e così feci alternando i cazzi in bocca, fino a quando furono tutti e tre in tiro, pronti per penetrarmi.
Mi spinsero verso il letto, già disfatto e pronto all'uso, e mi fecero mettere a quattro zampe.
Si alternarono nel leccarmi il culo e poi uno di loro prese a infilarmi il suo cazzo nel culo, mentre gli altri due mi baciavano il culo e mi masturbavano la fica.
Quello nel culo spingeva con decisione come se volesse venire, sempre più veloce, fino a quando sentii la sua sborra inondarmi il culo.
Continuò a spingere per un pò, poi uscì e venne a mettermi il suo cazzo umido in bocca, mentre il secondo cazzo mi penetrava nel culo.
E così, mentre leccavo la sborra ancora presente sul cazzo che avevo in bocca, sentii il secondo cazzo sborrarmi nel culo.
Anche il secondo spinse ancora per un pò e poi venne a farmi leccare il suo cazzo, mentre l'ospite entrava col suo cazzo nel mio culo e iniziava a spingere con vigore.
Un paio di minuti e, mentre davo le ultime leccate al secondo cazzo, anche il terzo sborrò nel mio culo.
L'ospite venne a infilarmi anche lui il suo cazzo in bocca, mentre un altro poneva un bicchiere sotto il mio culo: "Ricaccia tutto, troia", mi disse eccitato.
E così, mentre davo le ultime leccate al cazzo del mio ospite mi impegnai a far uscire tutta la sborra che potevo dal mio culo.
Quando terminai riempirono il bicchiere con del cognac e me lo diedero a bere: "Ne volevi un'altra razione, no? - Mi chiese sorridendo il mio ospite - Eccoti accontentata, troia"
Li guardai sorridendo e, preso il bicchiere, lo agitai, mescolai il cognac e la sborra con il dito, mi leccai il dito in modo pornografico, e bevvi dal bicchiere, sorseggiando avidamente.
Finito di bere, passai la lingua all'interno del bicchiere per pulirlo a fondo e restituii il bicchiere al mio ospite guardandolo negli occhi: "Grazie, ho molto gradito - gli dissi sorridendo maliziosa - E adesso chi mi lecca la fica?"
MI allungai sul letto, spalancai le gambe e attesi.
Cominciarono a leccarmi con un desiderio feroce, accarezzandomi le tette e strizzandomi i capezzoli.
Mi leccavano dappertutto, penetrando nelle profondità più intime della mia fica per impadronirsi dei miei umori.
Godevo, ansimando e ancheggiando sinuosa, fino a quando venni emettendo sommessi gemiti di piacere.
Mi abbandonai sul letto: "Del cognac", dissi al mio ospite, e bevemmo qualche altro sorso, seduti sul letto mentre la notte avanzava.
"Ora penso che andrò a dormire - dissi alzandomi - Domani credo che avremo ancora da fare..."
"Ancora un attimo - mi trattenne il mio ospite - Dobbiamo pisciare", e così dicendo mi tirò per un braccio verso il bagno.
Mi infilai nella vasca, mi inginocchiai, aprii la bocca e attesi.
Pochi secondi, e venni investita da tre getti di piscio, dapprima tenui e poi sempre più consistenti.
La mia bocca si riempiva e io ingoiavo ripetutamente, mentre con le mani mi spargevo il piscio sul viso e sul corpo, fino a quando i tre getti si esaurirono.
Venne lo stimolo anche a me e cominciai anche io a fare pipì.
Quando i tre uscirono io entrai nella doccia per lavarmi e pulirmi.
Mi trattenni a lungo, deliziandomi con l'acqua che batteva sul mio corpo.
Finalmente mi ritrovai a letto, pronta a concludere quella giornata piena e intensa.
La mattina successiva quando aprii gli occhi esitai a lungo prima di alzarmi.
Ero circondata dal silenzio perchè la mia stanza era molto decentrata; indossai la vestaglia e percorsi il lungo corridoio per scendere dabbasso.
Sentii un vociare che subito terminò appena mi videro.
"Annamaria! Scendi, ti stavamo aspettando ansiosamente", mi disse il mio ospite con entusiasmo.
Scesi la scalinata e mi ritrovai al centro dell'ampio salone tra cinque uomini, tra i quali vidi, con malcelata sorpresa, mio nipote Federico e il suo amico Matteo.
Non sapevo come comportarmi con lui, ma quando lo vidi venirmi incontro per abbracciarmi chiamandomi zia, lo tenni a distanza e gli chiesi a brutto muso: "E tu che cazzo ci fai qui?"
"Spero di divertirmi un pò anche io, visto che tu ti diverti tanto...", mi rispose sorridendo in modo ironico.
Guardai irritata il mio ospite: "Che significa? - gli chiesi contrariata - non mi avevi detto nulla"
"Una sorpresa, ci divertiremo un pò di più...", mi rispose ridacchiando
Capii di essere stata messa spalle al muro.
"Vieni Annamaria, una ricca colazione ti attende, anche se sarebbe già quasi ora di pranzo...", mi disse il mio ospite facendomi un ampio cenno con la mano
"Perchè, che ora è?", chiesi incuriosita
"Quasi mezzogiorno Annamaria. Hai dormito alla grande, ma immagino che tu fossi davvero stanca ieri sera, considerando le tue fatiche...", mi rispose ridendo insieme agli altri.
Mi sedetti, presi un caffè e una brioche e lasciai che la vestaglia si aprisse per lasciar intravedere le mie tette e il pelo della mia fica.
"Se fai così Annamaria, rischi di non farci andare a pranzo...", disse il mio ospite che, avvicinatosi, aveva cominciato ad accarezzarmi il collo e le tette.
"Chissà se riuscite a farmi fare una colazione soddisfacente", dissi guardandoli in modo provocatorio.
Non ci fu bisogno di altre provocazioni...
Tutti e cinque presero a spogliarsi e mi si fecero intorno con i loro cazzi in mano.
Mi inginocchiai e, aperta la bocca, attesi che qualcuno mi mettesse il suo cazzo in bocca, mentre con le mani segavo alternativamente gli altri.
Dopo qualche minuto erano tutti duri e in tiro per cui mi fecero alzare e mi fecero mettere a quattro zampe sul grande divano addossato alla parete.
Tutti presero ad accarezzarmi il culo, le tette e la fica.
Alternandosi mi leccavano avidamente il culo, mentre vedevo mio nipote che mi guardava incerto.
"E tu non vieni a divertirti? - gli chiesi provocandolo - Non ti piacerebbe mettermelo nel culo?"
"Certo zia, metterlo nel culo a una troia come te mi divertirà enormemente", mi rispose mentre con decisione iniziava anche lui a leccarmi il culo.
Qualcuno si mise davanti a me e mi piantò il suo cazzo in bocca, mentre un altro, sotto di me, iniziava a ficcarmi il suo cazzo nella fica.
Iniziai a godere, quando sentii un altro cazzo farsi strada nella mia fica.
Ora cominciavo a sentirmi piena e la mia fica prese a inumidirsi alla grande mentre un cazzo mi penetrava nel culo.
Quindi arrivò un altro a mettermi il suo cazzo in bocca proprio mentre, scossa di piacere, iniziavo a godere come una matta.
Spingevano tutti con forza e io mi sentivo sfondata dappertutto.
Venni gemendo di piacere, mentre cominciavo a sentire i fiotti di sperma invadere la mia fica, il mio culo e la mia bocca.
Provai una sensazione di piacere inesprimibile: tutti i miei buchi invasi dalla sborra liquida e calda.
Ingoiavo deliziata quella che mi spruzzavano in bocca.
Continuarono a spingere per diverso tempo, fino a quando presero a uscire e, uno alla volta, si presentarono per farmi leccare il loro cazzo bagnato di sperma, mentre qualcuno, presa una tazza, me la pose sotto la fica e mi diede una pacca sul culo.
"Ricaccia tutto zia troia - sentii mio nipote dirmi - così finisci per bene la tua colazione"
Cominciai a spingere e sentii la sborra fuoriuscire dalla mia fica e dal culo.
Quando ebbi finito di leccare tutti i cazzi mi sedetti sul divano a gambe larghe, adagiai la testa all'indietro e dissi chiudendo gli occhi: "Leccatemi!"
Sentii le loro lingue avventarsi sulla mia fica come cani famelici, mentre mio nipote mi porse la tazza e mi disse: "Bevi tutto, troia"
Presi la tazza, odorai l'aroma del caffè mischiato alla sborra: inebriante; guardai dentro la tazza, la agitai un pò e poi bevvi estasiata, mentre mio nipote mi guardava con espressione rapita.
Quando finii gli restituii la tazza: "Ti sei divertito?", gli chiesi ansimante mentre, con la fica grondante di piacere, venivo fremendo sotto le leccate furiose degli altri quattro.
Vidi mio nipote raccogliere dello sperma dentro la tazza con il dito e infilarmelo in bocca: lo leccai risucchiandolo avidamente.
"Che cazzo di troia che sei, zia...", mi disse guardandomi intensamente.
"Siii!", urlai mentre mi contorcevo per il piacere, e chiusi di nuovo gli occhi in preda a un'estasi erotica che mi faceva ansimare come una cagna in calore.
di
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2025-09-04
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