Mio nipote mi riempie di sborra
di
Ladyam
genere
incesti
MIO NIPOTE MI RIEMPIE DI SBORRA
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Parlando con mia sorella le dissi che mio marito sarebbe andato a Roma per una sessione straordinaria di esami e quindi sarei rimasta sola a casa: finalmente un po' di tempo da dedicare solo a me stessa e ai miei ammiratori.
Quella mattina decisi di fare la pigra: sarei rimasta a letto tutta la mattina.
Ascoltavo la radio e smanettavo languidamente sul mio cellulare quando suonarono alla porta.
Lo maledii, chiunque fosse e non andai ad aprire.
Suonarono nuovamente, e ancora, e ancora fino a quando, incazzata come una furia, mi alzai, indossai la vestaglia e andai a osservare chi cazzo fosse: mio nipote e il suo amico Matteo.
Cazzo volevano quei due?
Aprii la porta.
"Cazzo fate voi due qui?", li apostrofai furibonda.
"Zietta calmati..."
"E non chiamarmi zietta!", gli urlai sempre più incazzata.
"Possiamo entrare?", chiese Federico cercando di aprire la porta.
"Cosa volete?", chiesi resistendo
"Dai, facci entrare e ti spiego..."
Li feci entrare.
"Allora?", chiesi spazientita e guardandoli in cagnesco.
Federico estrasse dalla sua borsa una busta e me le diede: "Sono un sacco di soldi, davvero..."
Presi la busta in mano, già consapevole di quello che stava per accadere.
"Che significa?", chiesi fingendo di non capire.
"Il padre di Matteo ci ha detto che scopare con te è stato come andare al paradiso e all'inferno insieme, e questo è un suo pensiero..."
"Bene, ringraziatelo, e ora sparite: ho da fare, tra poco torna mio marito, devo cucinare..."
"Bugiarda - mi disse mio nipote - tanto bugiarda quanto troia, zia..."
"Ma come ti permetti..."
"Guarda che ho letto anche quello che scrivi...hai scritto persino di noi...di Michele e Paolo...e non sei una grandissima troia?"
"A volte esagero..."
"No no, zietta, non hai affatto esagerato...e visto che sei libera io e Matteo abbiamo pensato di andare all'inferno e in paradiso con te...sai quanti sono quelli?", mi chiese indicando la busta.
"No", risposi secca.
"Una cifra indecente, di quelle che piacciono a te, troia", mi disse avvicinandosi e iniziando ad accarezzarmi il viso.
Io stavo iniziando ad eccitarmi ma...
"Ma Federico, sei mio nipote, cazzo, mio nipote...dai..."
"E Michele? E Paolo?"
"Ma quelli non sono miei figli veri, tu sei davvero il figlio di mia sorella, cazzo, Federico, cazzo!", dissi mentre la mia vestaglia cadeva per terra e le mie tette venivano afferrate con desiderio da mio nipote.
"Ti voglio scopare Annamaria", mi diceva Federico mentre mi baciava in bocca, mi accarezzava le tette e mi stringeva forte i capezzoli, già duri ed eccitati.
La sua lingua frugava vorticosa nella mia bocca e io mi lasciai andare, mentre Matteo armeggiava con delle piccole telecamere.
"Che fai?", chiesi staccandomi da Federico.
"Riprendiamo tutto zietta, come piace a te..."
"Non ci pensare nemmeno - dissi incazzata - mica facciamo un film porno. Fuori, fuori..."
"Ma zia, tu pubblichi sempre i tuoi video..."
"A volte acconsento a che mi riprendano, ma brevi scene, dettagli, di spalle e mai in viso"
"Sembri la protagonista di un romanzo d'appendice di Dumas: la troia senza volto", disse Federico e ci mettemmo a ridere.
"Qualcosa, dai, qualche scena, zia, ti prego..."
"Poche cose e mai il volto, chiaro?"
"Ma perché zia? Sei bellissima, avresti un successo clamoroso..."
"Federico, io ho una professione: ti pare che getterei tutto all'aria per un po' di notorietà sul web?"
"Ma zia, potresti diventare una pornostar, fare soldi a palate con onlyfan, con i video..."
"Federico, sono una stimata professionista, moglie di un professionista ancora più stimato, chiaro?"
"Ok zia...", e riprese a baciarmi con passione.
Andammo in camera.
Mi allungai nuda sul letto, con le gambe larghe e la fica in bella vista, mentre i due si spogliavano eccitati.
Vennero su di me.
Federico si sedette sulle mie tette e mi mise il suo cazzo in bocca, mentre Matteo mi leccava con ardore la fica.
Iniziai a inumidirmi, mentre Matteo leccava e infilava le dita nella mia fica.
Quando i loro cazzi furono duri e pronti mi misi a quattro zampe.
Feci venire Matteo sotto di me, gli presi il cazzo in mano e me lo infilai nella fica: "Sbattimi", gli dissi vogliosa.
Federico da dietro aveva preso a leccarmi il culo con vigore, ad allargarlo, quando sentii il suo cazzo forzare il mio buco ed entrare con decisione.
Ansimai per il piacere, mentre i due avevano iniziato a spingere con forza.
Godevo, mi masturbavo il clitoride mentre i due cazzi mi penetravano in profondità e venni gettando un urlo di piacere.
Mi contorcevo: "Ancora ragazzi, si, ancora..."
I due spinsero ancora più forte.
"Vi voglio in bocca", ansimai incontrollata.
Pochi istanti e i due uscirono.
Io mi girai, aprii la bocca, lingua di fuori e attesi.
Attesi, e venni investita da due getti di sperma liquido e caldo che caddero sul mio viso e nella mia bocca.
Con la lingua andai alla ricerca della sborra, che continuava a fuoriuscire a tratti.
Quando smisero di emettere sperma li presi in mano e iniziai a leccarli con voracità, ingoiando tutta la sborra che potevo.
Mio nipote con le dita raccoglieva la sborra che avevo in faccia e me la mise in bocca.
Leccai avidamente, succhiando le sue dita piene di sperma.
Rimasi a lungo a leccare quei due cazzi, fin quando non furono completamente puliti.
A quel punto mi alzai e andai in bagno.
"Dove vai?", mi chiese Mio nipote.
"A far pipì. Vuoi venire pure tu?", chiesi in tono provocante.
Si alzarono e mi seguirono.
Mi misi dentro la vasca, mi inginocchiai e spalancai la bocca: "Avanti...", dissi guardandoli.
Attesi qualche istante e venni investita da due getti di piscio caldo, che ingoiavo e facevo scorrere sulle mie tette.
Quando finirono li presi in bocca e li leccai con desiderio, a lungo.
"Bene ragazzi, ora ci vuole una bella doccia", dissi rialzandomi.
Feci pipì, andai nella doccia e mi insaponai a lungo.
Rimasi sotto l'acqua per un tempo imprecisato.
Quando uscii, nuda e bagnata, mi avvolsi l'accappatoio attorno al corpo e andai in camera.
Vidi i due ragazzi ancora stesi sul letto, nudi.
Mi ero dimenticata della loro presenza...
"Ancora qua siete?", chiesi interdetta.
"Siamo andati in paradiso zia: ora devi portarci all'inferno", disse mio nipote mentre cominciava a masturbarsi guardandomi con occhi di minaccioso desiderio...
"Ragazzi... - cominciai a dire cercando di mantenere la calma - mi sembra che stiate esagerando..."
"Oggi è la giornata perfetta zia. Nessuno a romperci le palle, tu sei piena di soldi, hai due giovani vigorosi che possono riempirti di piacere: approfittane. Quando ti ricapiterà? Pensaci zia...", mi diceva Federico mentre, venutomi vicino, mi toglieva di dosso l'accappatoio e prendeva a baciarmi il collo, il viso, la bocca, e con mani avide di desiderio mi accarezzava le tette e la fica ancora bagnata.
Iniziai a fremere di piacere, e mi ritrovai di nuovo distesa sul letto, nuda, in balia dei due ragazzi che presero a baciarmi, leccarmi e accarezzarmi in ogni centimetro del mio corpo.
Mi lasciai trasportare da quella sensazione di piacere che in breve divenne desiderio, e così afferrai i due cazzi e li trassi a me per leccarli.
Fui assalita da un desiderio selvaggio di possederli e quindi presi a segarli con veemenza mentre con la bocca li leccavo avidamente.
Divennero duri, pronti.
Feci stendere mio nipote, gli salii addosso col culo rivolto verso la sua faccia: "Leccami e poi penetrami la fica, avanti!", gli ingiunsi decisa, mentre segavo ancora Matteo.
Sentii la lingua di mio nipote penetrare in profondità nella mia fica e leccarmi dappertutto, mentre io mi inumidivo sempre di più.
Quando sentii il cazzo di Federico entrare nella mia fica gemetti di piacere: "Tu ficcamelo nel culo, dai!", dissi decisa a Matteo che, da dietro prese a leccarmi il buco con avidità e poi, appoggiato il suo cazzo, iniziò a spingere con forza.
Mi ritrovai con due cazzi che mi martoriavano fica e culo: io godevo gemendo come una troia, fino a quando venni così di gusto che urlai incontrollata e squirtai addosso a Federico, come una vera porca assatanata.
A quel punto mi allungai sul letto e urlai: "Innaffiatemi!"
Spalancai la bocca in trepida attesa delle loro sborrate.
I due, inginocchiati affianco a me, si segavano con veemenza fino a quando sentii i fiotti di sperma cadermi sul viso, sulle labbra, in bocca.
Presi a leccare avidamente tutta la sborra che potevo, raccogliendo con le dita tutto lo sperma che defluiva sulle mie guance e portandolo alla bocca.
Attesi che i fiotti cessassero, presi i due cazzi e iniziai a leccarli con passione, a lungo, baciandoli.
Li usai come pennelli per raccogliere la sborra che era ancora sul mio viso e ingoiarla con lussurioso piacere.
Mi sentivo una porca totale, compiuta, ma non ancora sazia.
Mi alzai, andai in bagno conducendo con me i due ragazzi, mi infilai dentro la vasca e ingiunsi loro di pisciarmi addosso.
Dovetti aspettare un pò, mentre continuavo a leccare i due cazzi oramai sgonfi, fino a quando la mia faccia cominciò a essere investita dai getti di piscio, dapprima esigui e poi più consistenti.
Aprii la bocca avidamente per ingoiarlo, mentre con le mani me lo passavo sulla faccia e sul corpo, fino all'ultima goccia quando, esauriti i getti, afferrai i due cazzi e li leccai a lungo.
Li guardai negli occhi: "Ora andate via. Quando esco da qua non voglio vedervi, chiaro?", dissi loro in tono deciso.
Mi sedetti sul vaso per fare pipì, mentre i due ragazzi uscivano dal bagno.
Entrai nella doccia.
Stetti per un tempo imprecisato, lunghissimo, a insaponarmi e a sciacquarmi.
Quando uscii dal bagno in casa non c'era più nessuno.
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Parlando con mia sorella le dissi che mio marito sarebbe andato a Roma per una sessione straordinaria di esami e quindi sarei rimasta sola a casa: finalmente un po' di tempo da dedicare solo a me stessa e ai miei ammiratori.
Quella mattina decisi di fare la pigra: sarei rimasta a letto tutta la mattina.
Ascoltavo la radio e smanettavo languidamente sul mio cellulare quando suonarono alla porta.
Lo maledii, chiunque fosse e non andai ad aprire.
Suonarono nuovamente, e ancora, e ancora fino a quando, incazzata come una furia, mi alzai, indossai la vestaglia e andai a osservare chi cazzo fosse: mio nipote e il suo amico Matteo.
Cazzo volevano quei due?
Aprii la porta.
"Cazzo fate voi due qui?", li apostrofai furibonda.
"Zietta calmati..."
"E non chiamarmi zietta!", gli urlai sempre più incazzata.
"Possiamo entrare?", chiese Federico cercando di aprire la porta.
"Cosa volete?", chiesi resistendo
"Dai, facci entrare e ti spiego..."
Li feci entrare.
"Allora?", chiesi spazientita e guardandoli in cagnesco.
Federico estrasse dalla sua borsa una busta e me le diede: "Sono un sacco di soldi, davvero..."
Presi la busta in mano, già consapevole di quello che stava per accadere.
"Che significa?", chiesi fingendo di non capire.
"Il padre di Matteo ci ha detto che scopare con te è stato come andare al paradiso e all'inferno insieme, e questo è un suo pensiero..."
"Bene, ringraziatelo, e ora sparite: ho da fare, tra poco torna mio marito, devo cucinare..."
"Bugiarda - mi disse mio nipote - tanto bugiarda quanto troia, zia..."
"Ma come ti permetti..."
"Guarda che ho letto anche quello che scrivi...hai scritto persino di noi...di Michele e Paolo...e non sei una grandissima troia?"
"A volte esagero..."
"No no, zietta, non hai affatto esagerato...e visto che sei libera io e Matteo abbiamo pensato di andare all'inferno e in paradiso con te...sai quanti sono quelli?", mi chiese indicando la busta.
"No", risposi secca.
"Una cifra indecente, di quelle che piacciono a te, troia", mi disse avvicinandosi e iniziando ad accarezzarmi il viso.
Io stavo iniziando ad eccitarmi ma...
"Ma Federico, sei mio nipote, cazzo, mio nipote...dai..."
"E Michele? E Paolo?"
"Ma quelli non sono miei figli veri, tu sei davvero il figlio di mia sorella, cazzo, Federico, cazzo!", dissi mentre la mia vestaglia cadeva per terra e le mie tette venivano afferrate con desiderio da mio nipote.
"Ti voglio scopare Annamaria", mi diceva Federico mentre mi baciava in bocca, mi accarezzava le tette e mi stringeva forte i capezzoli, già duri ed eccitati.
La sua lingua frugava vorticosa nella mia bocca e io mi lasciai andare, mentre Matteo armeggiava con delle piccole telecamere.
"Che fai?", chiesi staccandomi da Federico.
"Riprendiamo tutto zietta, come piace a te..."
"Non ci pensare nemmeno - dissi incazzata - mica facciamo un film porno. Fuori, fuori..."
"Ma zia, tu pubblichi sempre i tuoi video..."
"A volte acconsento a che mi riprendano, ma brevi scene, dettagli, di spalle e mai in viso"
"Sembri la protagonista di un romanzo d'appendice di Dumas: la troia senza volto", disse Federico e ci mettemmo a ridere.
"Qualcosa, dai, qualche scena, zia, ti prego..."
"Poche cose e mai il volto, chiaro?"
"Ma perché zia? Sei bellissima, avresti un successo clamoroso..."
"Federico, io ho una professione: ti pare che getterei tutto all'aria per un po' di notorietà sul web?"
"Ma zia, potresti diventare una pornostar, fare soldi a palate con onlyfan, con i video..."
"Federico, sono una stimata professionista, moglie di un professionista ancora più stimato, chiaro?"
"Ok zia...", e riprese a baciarmi con passione.
Andammo in camera.
Mi allungai nuda sul letto, con le gambe larghe e la fica in bella vista, mentre i due si spogliavano eccitati.
Vennero su di me.
Federico si sedette sulle mie tette e mi mise il suo cazzo in bocca, mentre Matteo mi leccava con ardore la fica.
Iniziai a inumidirmi, mentre Matteo leccava e infilava le dita nella mia fica.
Quando i loro cazzi furono duri e pronti mi misi a quattro zampe.
Feci venire Matteo sotto di me, gli presi il cazzo in mano e me lo infilai nella fica: "Sbattimi", gli dissi vogliosa.
Federico da dietro aveva preso a leccarmi il culo con vigore, ad allargarlo, quando sentii il suo cazzo forzare il mio buco ed entrare con decisione.
Ansimai per il piacere, mentre i due avevano iniziato a spingere con forza.
Godevo, mi masturbavo il clitoride mentre i due cazzi mi penetravano in profondità e venni gettando un urlo di piacere.
Mi contorcevo: "Ancora ragazzi, si, ancora..."
I due spinsero ancora più forte.
"Vi voglio in bocca", ansimai incontrollata.
Pochi istanti e i due uscirono.
Io mi girai, aprii la bocca, lingua di fuori e attesi.
Attesi, e venni investita da due getti di sperma liquido e caldo che caddero sul mio viso e nella mia bocca.
Con la lingua andai alla ricerca della sborra, che continuava a fuoriuscire a tratti.
Quando smisero di emettere sperma li presi in mano e iniziai a leccarli con voracità, ingoiando tutta la sborra che potevo.
Mio nipote con le dita raccoglieva la sborra che avevo in faccia e me la mise in bocca.
Leccai avidamente, succhiando le sue dita piene di sperma.
Rimasi a lungo a leccare quei due cazzi, fin quando non furono completamente puliti.
A quel punto mi alzai e andai in bagno.
"Dove vai?", mi chiese Mio nipote.
"A far pipì. Vuoi venire pure tu?", chiesi in tono provocante.
Si alzarono e mi seguirono.
Mi misi dentro la vasca, mi inginocchiai e spalancai la bocca: "Avanti...", dissi guardandoli.
Attesi qualche istante e venni investita da due getti di piscio caldo, che ingoiavo e facevo scorrere sulle mie tette.
Quando finirono li presi in bocca e li leccai con desiderio, a lungo.
"Bene ragazzi, ora ci vuole una bella doccia", dissi rialzandomi.
Feci pipì, andai nella doccia e mi insaponai a lungo.
Rimasi sotto l'acqua per un tempo imprecisato.
Quando uscii, nuda e bagnata, mi avvolsi l'accappatoio attorno al corpo e andai in camera.
Vidi i due ragazzi ancora stesi sul letto, nudi.
Mi ero dimenticata della loro presenza...
"Ancora qua siete?", chiesi interdetta.
"Siamo andati in paradiso zia: ora devi portarci all'inferno", disse mio nipote mentre cominciava a masturbarsi guardandomi con occhi di minaccioso desiderio...
"Ragazzi... - cominciai a dire cercando di mantenere la calma - mi sembra che stiate esagerando..."
"Oggi è la giornata perfetta zia. Nessuno a romperci le palle, tu sei piena di soldi, hai due giovani vigorosi che possono riempirti di piacere: approfittane. Quando ti ricapiterà? Pensaci zia...", mi diceva Federico mentre, venutomi vicino, mi toglieva di dosso l'accappatoio e prendeva a baciarmi il collo, il viso, la bocca, e con mani avide di desiderio mi accarezzava le tette e la fica ancora bagnata.
Iniziai a fremere di piacere, e mi ritrovai di nuovo distesa sul letto, nuda, in balia dei due ragazzi che presero a baciarmi, leccarmi e accarezzarmi in ogni centimetro del mio corpo.
Mi lasciai trasportare da quella sensazione di piacere che in breve divenne desiderio, e così afferrai i due cazzi e li trassi a me per leccarli.
Fui assalita da un desiderio selvaggio di possederli e quindi presi a segarli con veemenza mentre con la bocca li leccavo avidamente.
Divennero duri, pronti.
Feci stendere mio nipote, gli salii addosso col culo rivolto verso la sua faccia: "Leccami e poi penetrami la fica, avanti!", gli ingiunsi decisa, mentre segavo ancora Matteo.
Sentii la lingua di mio nipote penetrare in profondità nella mia fica e leccarmi dappertutto, mentre io mi inumidivo sempre di più.
Quando sentii il cazzo di Federico entrare nella mia fica gemetti di piacere: "Tu ficcamelo nel culo, dai!", dissi decisa a Matteo che, da dietro prese a leccarmi il buco con avidità e poi, appoggiato il suo cazzo, iniziò a spingere con forza.
Mi ritrovai con due cazzi che mi martoriavano fica e culo: io godevo gemendo come una troia, fino a quando venni così di gusto che urlai incontrollata e squirtai addosso a Federico, come una vera porca assatanata.
A quel punto mi allungai sul letto e urlai: "Innaffiatemi!"
Spalancai la bocca in trepida attesa delle loro sborrate.
I due, inginocchiati affianco a me, si segavano con veemenza fino a quando sentii i fiotti di sperma cadermi sul viso, sulle labbra, in bocca.
Presi a leccare avidamente tutta la sborra che potevo, raccogliendo con le dita tutto lo sperma che defluiva sulle mie guance e portandolo alla bocca.
Attesi che i fiotti cessassero, presi i due cazzi e iniziai a leccarli con passione, a lungo, baciandoli.
Li usai come pennelli per raccogliere la sborra che era ancora sul mio viso e ingoiarla con lussurioso piacere.
Mi sentivo una porca totale, compiuta, ma non ancora sazia.
Mi alzai, andai in bagno conducendo con me i due ragazzi, mi infilai dentro la vasca e ingiunsi loro di pisciarmi addosso.
Dovetti aspettare un pò, mentre continuavo a leccare i due cazzi oramai sgonfi, fino a quando la mia faccia cominciò a essere investita dai getti di piscio, dapprima esigui e poi più consistenti.
Aprii la bocca avidamente per ingoiarlo, mentre con le mani me lo passavo sulla faccia e sul corpo, fino all'ultima goccia quando, esauriti i getti, afferrai i due cazzi e li leccai a lungo.
Li guardai negli occhi: "Ora andate via. Quando esco da qua non voglio vedervi, chiaro?", dissi loro in tono deciso.
Mi sedetti sul vaso per fare pipì, mentre i due ragazzi uscivano dal bagno.
Entrai nella doccia.
Stetti per un tempo imprecisato, lunghissimo, a insaponarmi e a sciacquarmi.
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