Una giornata sfiancante

di
genere
trio

UNA GIORNATA SFIANCANTE

by @lady_aemme e @lady_aemme_bis

sono su instagram, se avete piacere di conoscermi, anche se mi bannano spesso.



Ero ancora stancamente stesa sul letto, nuda, allungata tra Haziz e Bashir.

Avevamo da poco finito di scopare e in bocca avevo ancora il sapore del loro sperma.

"Dai spicciati, alzati troia, che stanno per arrivare", mi disse Haziz spingendomi con un calcio fuori dal letto.

"Potresti essere anche un pò più educato, no?"

"Vatti a preparare, puttana, che ti voglio vedere in piena forma: mi devi stupire"

Due arabi, tanto ricchi quanto viziosi.

Facevamo affari da tempo: l'intesa professionale era perfetta, quella sessuale anche, benché all'insegna dell'eccesso e della perversione.

Eravamo stati una notte intera a scopare, in modo sfrenato, come forsennati, e ora quei due si accingevano ad assistere allo spettacolo che avevano organizzato.

E già, perché i due arabi non si erano accontentati di scoparmi in tutti i modi in quel weekend in Costa Azzurra, ma avevano organizzato anche uno spettacolo con due neri superdotati, che avrebbero messo a dura prova la mia fica e il mio culo.

Certo l'offerta era di quelle che potrebbero definirsi indecenti, irrinunciabili, e io, infatti, non rinunciai.

Mi alzai per prepararmi al nuovo tour de force.

Nuda andai sulla veranda a farmi accarezzare dal vento che soffiava leggero.

Le folate di vento mi scompigliavano i lunghi capelli neri, facendoli volteggiare disordinatamente.

Aspiravo in profondità l'aria salmastra, mentre ammiravo rapita l'azzurro infinito del cielo e del mare che si confondevano all'orizzonte.

La villa di Haziz era posta su un promontorio selvaggio e dominava su un panorama mozzafiato.

Scesi dabbasso.

Ne approfittai per fare una colazione in relax e un bagno lungo e rigenerante.

Poco prima delle 11:00 squillò il videocitofono.

Erano arrivati.

Aprii il cancello esterno e attesi sulla soglia della villa.

Indossavo una camiciola a mezza coscia, ero senza reggiseno ne' slip, e i miei lunghi capelli neri mi cadevano disordinatamente sulle spalle.

Vidi il furgoncino rosso attraversare il cancello, percorrere il viottolo brecciato e fermarsi proprio davanti a me.

Ne scesero due uomini.

A stento repressi un moto di sorpresa.

Due marcantoni neri, alti, con i muscoli guizzanti, gli sguardi docili ma felini.

Li introdussi nel salotto.

"Ecco, dovremmo montare tutto qui", dissi loro indicando l'ampio soggiorno.

Presero a lavorare di gran lena.

Pacchi grossi, ingombranti e pesanti trasportati come fuscelli.

Sotto le magliette leggere i muscoli poderosi si muovevamo scattando come molle.

Li guardavo ammirata, mentre lavoravano; li osservavo in silenzio, mentre cominciavo ad eccitarmi...

Quei muscoli poderosi non cessavano di guizzare sotto le magliette che cominciavano a impregnarsi di sudore, mentre io iniziavo a riscaldarmi.

Mi sedetti sulla sedia, con fare noncurante.

Allargai un pò le gambe.

I loro sguardi mi sfioravano, ma non si soffermavano.

Li vidi ogni tanto lanciarmi qualche sguardo di sfuggita e poi scambiarsi occhiate complici.

Cominciai lentamente ad accarezzarmi le tette.

"Ragazzi, fa un caldo pazzesco, quando volete vi offro qualcosa di fresco, per una breve sosta", dissi guardandoli.

Sentivo gli umori emergere con veemenza nella mia fica.

Cominciai a immaginare i loro attrezzi, a fantasticare sulle loro dimensioni: Dio mio che troia iniziavo a sentirmi...

Quando ebbero scaricato e posizionato il grande divano li guardai, ritti di fronte a me.

"Abbiamo finito signora, e un bicchiere fresco ora sarebbe gradito"

"Vado subito a prendervi qualcosa da bere, ve lo siete meritato - dissi loro sorridendo - Voi intanto toglietevi quelle magliette sudate. Rinfrescatevi"

Un minuto dopo ero di ritorno con due bottiglie di birra fresca.

Gliele diedi, e mentre loro bevevano soddisfatti io mi inginocchiai davanti a loro e cominciai a sbottonargli i pantaloni.

Estrassi due cazzi di proporzioni impressionanti, già in fase di erezione.

Li tenni tra le mani, li osservavo rapita e presi lentamente ad assaporarli, ora l'uno, ora l'altro.

Erano enormi: raramente mi era capitato di maneggiarne di quelle dimensioni.

Ero emozionata, e anche un pò preoccupata all'idea di essere penetrata nel culo da quei membri di grosso calibro.

Lavorai a lungo di bocca fin quando divennero così tesi ed eccitati che erano pronti alle penetrazioni.

Andai a posizionarmi sul nuovo grande divano di pelle bianca, in ginocchio.

Inarcai la schiena e attesi.

Presero a leccarmi in profondità il culo e la fica.

Uno venne a mettersi sotto di me, armeggiò un pò con le mie tette e coi capezzoli e poi cominciò a infilare il suo cazzo nella mia fica.

Lentamente, perchè era talmente grosso che la mia fica faticava a prenderlo intero.

Metà era riuscito a entrare, ma non oltre.

Io ansimavo come raramente mi era capitato.

Mi agitavo nel tentativo di far entrare ancora di più quel cazzo enorme nella mia fica già completamente fradicia, mentre quello dietro mi allargava con forza il culo e con le dita dilatava il buco, ci sputava dentro, leccava in profondità fino a quando cominciò a spingere col suo cazzo.

Dio mio che dolore.

Che cazzo di dolore!

Quando quel membro iniziò a perforarmi il culo urlai di dolore.

Non riusciva a entrare, troppo grosso.

Quello nella fica intanto continuava a spingere, facendomela andare in fiamme.

Io intanto urlavo, di dolore e di godimento, quando, dimenandomi, venni come una vera troia impazzita, venni godendo come raramente mi era accaduto.

E proprio in quel mentre, proprio quando ululavi di piacere, sentii quel cazzo enorme rompermi il culo, sfondarmi come mai mi era accaduto.

Urlai di dolore, poi, lentamente, il dolore si trasformò in piacere, mentre la mia fica continuava a essere tempestata dai colpi dell'altro cazzo.

Haziz e Bashir guardavano e ridevano, riprendendo tutta la scena.

Non ero mai stata riempita in quel modo.

Mi sentivo sbattuta come un fuscello al vento, con la fica tormentata e il culo martoriato.

Ansimavo e urlavo, urlavo e ansimavo con quei due cazzi dentro che spingevano come martelli pneumatici, quando venni un'altra volta mugolando come una cagna bastonata.

E intanto quei due cazzi neri continuavano a pompare, a spingere con una forza che mi spaventava.

"In faccia, in faccia", urlava Haziz.

Pochi secondi e i due uscirono, mi presero per i capelli e mi fecero inginocchiare davanti a loro.

Presero a segarsi, pochi secondi e venni investita da due getti immani di sperma caldo.

I fiotti si susseguivano a ritmo serrato.

"Apri quella bocca, troia, ingoia!", mi urlava Haziz, ed io provvidi subito.

La mia bocca venne invasa da una marea bianca che faticavo a ingoiare.

Mi sborrarono in faccia per un tempo incalcolabile: sembrava che non finissero più.

Poi, quando smisero di segarsi li presi in mano e cominciai a leccarli forsennatamente.

Ora l'uno, ora l'altro, li leccavo, li baciavo, li gustavo, ingoiando tutto quello che potevo.

Quando finalmente quei due cazzi mostruosi si sgonfiarono li lasciai andare, e mentre con le dita mi pulivo gli occhi ricoperti di sborra, si misero davanti a me Haziz e Bashir con i loro uccelli in tiro.

"Apri la bocca, zoccola"

Obbedii docile e dopo una breve attesa la mia bocca venne invasa nuovamente dallo sperma dei due.

Attesi che la bocca si riempisse e poi mandai giù d'un fiato.

I due neri stavano andando via mentre Haziz e Bashir parlavano tra loro e ridevano.

Io andai in bagno a farmi una bella doccia rinfrescante.

Una doccia lunga, necessaria, rigenerante.

Quando uscii dal bagno nella villa non c'era nessuno.

Sul tavolo del salotto diverse mazzette di banconote di vario colore e il solito, immancabile biglietto di Haziz: “per la mia principessa”

Andasse al diavolo quel vizioso arabo.

Avevo ancora la fica in fiamme e il culo rovente e dolente.

Certo, c'era una montagna di buoni motivi per essere penetrata, inculata e sfondata in quel modo: cazzo che dolore...ma che godimento...ragazzi.

Era stata una giornata proficua, debbo dire, ma sfiancante.

Me ne tornai di sopra, sulla veranda, a farmi accarezzare dal vento che soffiava leggero tra i miei capelli.

Le immagini dei neri che mi sfondano le pubblicherò sul mio telegram
di
scritto il
2025-07-15
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