La caletta della matrigna
di
Ladyam
genere
incesti
LA CALETTA DELLA MATRIGNA
By @ladyam.tales
Venite a trovarmi su instagram, vi condurrò nel mio canale telegram senza censure.
@seduzioneamaranto è il mio indirizzo telegram per chi desidera chattare con me.
Eravamo alle Eolie da quasi dieci giorni, e tra escursioni, gite in barca, camminate, notti folli ero davvero distrutta.
Quella mattina non riuscivo proprio a svegliarmi.
Mio marito tentò inutilmente di farlo, cercando qualche approccio.
Sentivo lontanamente la sua mano che mi accarezzava le tette, e poi giù verso la fica, ma mi girai infastidita allontanandolo ed emettendo suoni inarticolati.
Quando finalmente riuscii ad aprire gli occhi sentii la casa immersa nel silenzio.
Mi alzai per fare colazione.
Mi stirai lungamente e andai in bagno a fare pipì.
Risalii gli slip e mi diressi in cucina.
"E tu che ci fai qui? Pensavo non ci fosse nessuno"
Michele era seduto e stava armeggiando col telefonino.
La tavola era apparecchiata con una colazione invitante: succo di frutta, cornetti alla crema, frutta, marmellata...
"Papà e Paolo sono andati a fare un giro in barca, a me non andava di remare. Sto leggendo qualcosa...", mi rispose guardandomi con occhi scintillanti.
Mi coprii le tette con una mano.
"Perchè ti copri?", mi chiese Michele deluso.
"Secondo te? - risposi seccata - Faccio colazione nuda?", e andai in camera per indossare una camiciola.
Tornai in cucina e mi sedetti.
"Chi ha preparato questa bella colazione, papà?", chiesi mentre prendevo un cornetto alla crema.
"No. Ho fatto tutto io, Annamaria. Per te..."
"Ma grazie, bravo", gli dissi sorridendogli mentre bevevo un succo fresco e dissetante.
"Che intenzione hai di fare di oggi?", mi chiese.
Lo guardai in silenzio.
Assaporavo con gusto il cornetto, leccandomi le labbra per raccogliere lo zucchero a velo.
"Non so, non ci ho ancora pensato. Sono così stanca..."
"Sai che camminando questa mattina sono arrivato attraverso un sentiero in una caletta solitaria, piccola, bellissima, con sabbia nera, piena di grotte, con un'acqua cristallina. Lì potresti riposare senza che nessuno ti venga a disturbare"
"Ma è lontana?", chiesi incuriosita
"No, guarda, occorrono giusto 15 minuti. C'è un sentiero, bellissimo, non difficoltoso: una meraviglia, credimi Annamaria..."
Lo guardai continuando a mangiare il mio cornetto: "e tu verresti con me?"
"Solo se lo desideri, Annamaria, non voglio darti noia", mi rispose spiazzandomi.
Mi alzai, andai in camera, aprii il cassetto dei costumi e iniziai a scegliere quello da indossare.
"Tu che mi consigli?", chiesi a Michele alzando un pò la voce per farmi sentire.
"Cosa?", mi chiese accorrendo in camera.
"Quale costume ti piace di più?", gli chiesi mostrandogli due costumi.
"Non saprei Annamaria, sei bellissima sempre, con qualunque costume, e soprattutto senza...", mi disse mentre mi cingeva la vita con le braccia e mi baciava sul collo.
"Ti adoro, lo sai?", mi chiese con un fil di voce mentre con le mani mi accarezzava le tette sotto la camiciola.
Dietro di me sentii il suo cazzo indurirsi che sbatteva contro il mio culo.
Poggiai i costumi e con la mano andai ad accarezzargli il cazzo.
In un attimo si tolse il costume e la canottiera, mi tolse la camicetta, la buttò via e, afferratami la faccia con le mani, mi baciò in bocca appassionatamente.
Sentii la sua lingua andare alla ricerca della mia e gliela diedi.
Ci baciammo a lungo, come mai mi era capitato prima, mulinando le nostre lingue senza sosta.
Mi spinse sul letto e venne sopra di me.
Prese a leccarmi la fica mentre con le mani mi strizzava i capezzoli.
Si allungò a fianco a me, mi prese e spinse la mia testa verso il suo cazzo facendomi salire sopra di lui, così da potermi leccare la fica e il culo, mentre io gli facevo un pompino.
Mi spinse più giù, così da potermi infilare il suo cazzo duro dentro la fica.
Spostai gli slip per farlo entrare più facilmente.
Mi piaceva, e iniziai a cavalcarlo selvaggiamente, col mio culo che faceva su e giù vorticosamente fino a quando venne inondandomi la fica con la sua sborra calda.
Allora feci uscire il suo cazzo ancora in fibrillazione per ricacciare la sborra dalla mia fica.
Qualche secondo, sentii lo sperma che usciva e poi rinfilai il cazzo di Michele nella fica, e ripresi a cavalcare con veemenza ancora maggiore: ero vogliosa di venire, e dopo un pò venni godendo come una matta, tanto che squirtai piena di porca soddisfazione.
Sentii Michele che fremeva di piacere e rideva di gusto mentre mi riprendeva col suo telefonino: "Sei davvero una troia meravigliosa Annamaria", mi disse mentre, riposto il telefonino, mi afferrò il culo e lo tirò a sè per baciarlo a più non posso.
Mi girai, gli presi il cazzo tra le mani e iniziai a leccare tutta la sborra che c'era sopra
Continuai a leccare il suo cazzo, ingoiando la sborra che trovavo, mentre lui mi teneva la testa tra le mani e mi accarezzava i capelli: "Mmmm...ti adoro Annamaria", mi diceva estasiato.
Continuai a lungo a leccare e baciare il suo cazzo, fin quando divenne definitivamente floscio.
"Dai, forza, andiamo in spiaggia - gli dissi alzandomi - ho voglia di sole e di mare".
Indossai il mio costume, mentre Michele mi filmava, prendemmo qualcosa da bere e da mangiare, asciugamani, cappello, scarpe e ci avviammo.
Il sentiero era stretto e sinuoso, con vista panoramica su un quadro d'incanto che sfidava l'orizzonte.
Osservavo rapita, mentre Michele, tenendomi per mano, mi guidava premuroso.
"Annamaria, attenta, qui ci sono buche: occhio a dove metti i piedi"
Sorridevo compiaciuta, mentre la leggera brezza del mare mi accarezzava il viso.
Scendemmo fino alla caletta: era un luogo che riecheggiava atmosfere mitiche.
L'acqua cristallina rifletteva l'azzurro del cielo mescolandosi col nero dell'ossidiana che dominava tra le rocce.
La sabbia scura e calda accarezzava i nostri piedi, mentre le piccole caverne tufacee che si intravedevano sotto il costone roccioso evocavano atmosfere tenebrose.
Un luogo fantastico, insolito e a suo modo inquietante.
Mi stesi a ridosso di una rientranza, protetta dalla presenza rassicurante di due massi.
Michele mi porse la mia limonata e lasciò affianco a me il cestino con i tramezzini che aveva preparato.
Sotto il mio cappello mi feci accarezzare dai raggi del sole e chiusi gli occhi.
Sicuramente mi addormentai perchè fui svegliata all'improvviso da gocce d'acqua fredda che Michele, avvicinandosi a me, aveva fatto cadere sul mio corpo.
"Ma stai attento!", gli urlai riaprendo gli occhi.
"Un bagno è quello che ci vuole, adesso, dai...", mi disse tirandomi su per un braccio.
Mi lasciai andare e mi ritrovai in quell'acqua limpida e fresca, schiaffeggiata dalle onde che delicatamente mi sommergevano.
Tornai a stendermi al sole, mentre Michele, affianco a me, aveva iniziato a baciarmi.
"Sai di sale, Annamaria...ti amo", e prese a baciarmi le tette, ad accarezzarmi la fica.
"Michele... - gli dissi spazientita e cercando di allontanarlo - non qui...chiunque potrebbe vederci"
"Non c'è un'anima Annamaria, solo noi...", mi rispose togliendomi gli slip e il reggiseno.
Si stese su di me, aprendomi le gambe e la fica con le mani.
Sentii il suo cazzo già duro entrarmi dentro e spingere con decisione.
Ansimai.
Con le mani allargai meglio la mia fica, mentre lui continuava a spingere in modo forsennato strizzandomi con forza le tette.
Mi sbatteva con prepotenza, i miei capezzoli urlavano e venni ansimando di piacere, mentre lui usciva, si inginocchiava su di me e mi sborrava in faccia.
Aprii la bocca per ingoiare il suo sperma caldo e liquido.
Attesi che i fiotti cessassero, presi in mano il suo cazzo e lo misi in bocca leccandolo con avidità.
lo laccai a lungo, felice di assaporare tutte le gocce di sperma che riuscivo a prendere.
Sentivo la sua sborra che mi colava giù per il mento e il collo: la raccolsi, mi portai le dita alla bocca e le leccai guardandolo negli occhi.
Mi leccai le labbra per assaporare meglio il gusto del suo sperma.
Poi lo allontanai, rimisi il costume e mi rituffai in acqua.
Venne dietro di me ridendo come un pazzo.
Ci abbracciammo in acqua e ci baciammo con le lingue che erano tutt'uno col sale del mare.
"Ti amo Annamaria, ti amo...", mi diceva Michele, ma io non sentivo perchè la voce del mare e delle onde che mi investivano erano più forti...
I video citati nel racconto li trovate sul canale hard del mio telegram
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Eravamo alle Eolie da quasi dieci giorni, e tra escursioni, gite in barca, camminate, notti folli ero davvero distrutta.
Quella mattina non riuscivo proprio a svegliarmi.
Mio marito tentò inutilmente di farlo, cercando qualche approccio.
Sentivo lontanamente la sua mano che mi accarezzava le tette, e poi giù verso la fica, ma mi girai infastidita allontanandolo ed emettendo suoni inarticolati.
Quando finalmente riuscii ad aprire gli occhi sentii la casa immersa nel silenzio.
Mi alzai per fare colazione.
Mi stirai lungamente e andai in bagno a fare pipì.
Risalii gli slip e mi diressi in cucina.
"E tu che ci fai qui? Pensavo non ci fosse nessuno"
Michele era seduto e stava armeggiando col telefonino.
La tavola era apparecchiata con una colazione invitante: succo di frutta, cornetti alla crema, frutta, marmellata...
"Papà e Paolo sono andati a fare un giro in barca, a me non andava di remare. Sto leggendo qualcosa...", mi rispose guardandomi con occhi scintillanti.
Mi coprii le tette con una mano.
"Perchè ti copri?", mi chiese Michele deluso.
"Secondo te? - risposi seccata - Faccio colazione nuda?", e andai in camera per indossare una camiciola.
Tornai in cucina e mi sedetti.
"Chi ha preparato questa bella colazione, papà?", chiesi mentre prendevo un cornetto alla crema.
"No. Ho fatto tutto io, Annamaria. Per te..."
"Ma grazie, bravo", gli dissi sorridendogli mentre bevevo un succo fresco e dissetante.
"Che intenzione hai di fare di oggi?", mi chiese.
Lo guardai in silenzio.
Assaporavo con gusto il cornetto, leccandomi le labbra per raccogliere lo zucchero a velo.
"Non so, non ci ho ancora pensato. Sono così stanca..."
"Sai che camminando questa mattina sono arrivato attraverso un sentiero in una caletta solitaria, piccola, bellissima, con sabbia nera, piena di grotte, con un'acqua cristallina. Lì potresti riposare senza che nessuno ti venga a disturbare"
"Ma è lontana?", chiesi incuriosita
"No, guarda, occorrono giusto 15 minuti. C'è un sentiero, bellissimo, non difficoltoso: una meraviglia, credimi Annamaria..."
Lo guardai continuando a mangiare il mio cornetto: "e tu verresti con me?"
"Solo se lo desideri, Annamaria, non voglio darti noia", mi rispose spiazzandomi.
Mi alzai, andai in camera, aprii il cassetto dei costumi e iniziai a scegliere quello da indossare.
"Tu che mi consigli?", chiesi a Michele alzando un pò la voce per farmi sentire.
"Cosa?", mi chiese accorrendo in camera.
"Quale costume ti piace di più?", gli chiesi mostrandogli due costumi.
"Non saprei Annamaria, sei bellissima sempre, con qualunque costume, e soprattutto senza...", mi disse mentre mi cingeva la vita con le braccia e mi baciava sul collo.
"Ti adoro, lo sai?", mi chiese con un fil di voce mentre con le mani mi accarezzava le tette sotto la camiciola.
Dietro di me sentii il suo cazzo indurirsi che sbatteva contro il mio culo.
Poggiai i costumi e con la mano andai ad accarezzargli il cazzo.
In un attimo si tolse il costume e la canottiera, mi tolse la camicetta, la buttò via e, afferratami la faccia con le mani, mi baciò in bocca appassionatamente.
Sentii la sua lingua andare alla ricerca della mia e gliela diedi.
Ci baciammo a lungo, come mai mi era capitato prima, mulinando le nostre lingue senza sosta.
Mi spinse sul letto e venne sopra di me.
Prese a leccarmi la fica mentre con le mani mi strizzava i capezzoli.
Si allungò a fianco a me, mi prese e spinse la mia testa verso il suo cazzo facendomi salire sopra di lui, così da potermi leccare la fica e il culo, mentre io gli facevo un pompino.
Mi spinse più giù, così da potermi infilare il suo cazzo duro dentro la fica.
Spostai gli slip per farlo entrare più facilmente.
Mi piaceva, e iniziai a cavalcarlo selvaggiamente, col mio culo che faceva su e giù vorticosamente fino a quando venne inondandomi la fica con la sua sborra calda.
Allora feci uscire il suo cazzo ancora in fibrillazione per ricacciare la sborra dalla mia fica.
Qualche secondo, sentii lo sperma che usciva e poi rinfilai il cazzo di Michele nella fica, e ripresi a cavalcare con veemenza ancora maggiore: ero vogliosa di venire, e dopo un pò venni godendo come una matta, tanto che squirtai piena di porca soddisfazione.
Sentii Michele che fremeva di piacere e rideva di gusto mentre mi riprendeva col suo telefonino: "Sei davvero una troia meravigliosa Annamaria", mi disse mentre, riposto il telefonino, mi afferrò il culo e lo tirò a sè per baciarlo a più non posso.
Mi girai, gli presi il cazzo tra le mani e iniziai a leccare tutta la sborra che c'era sopra
Continuai a leccare il suo cazzo, ingoiando la sborra che trovavo, mentre lui mi teneva la testa tra le mani e mi accarezzava i capelli: "Mmmm...ti adoro Annamaria", mi diceva estasiato.
Continuai a lungo a leccare e baciare il suo cazzo, fin quando divenne definitivamente floscio.
"Dai, forza, andiamo in spiaggia - gli dissi alzandomi - ho voglia di sole e di mare".
Indossai il mio costume, mentre Michele mi filmava, prendemmo qualcosa da bere e da mangiare, asciugamani, cappello, scarpe e ci avviammo.
Il sentiero era stretto e sinuoso, con vista panoramica su un quadro d'incanto che sfidava l'orizzonte.
Osservavo rapita, mentre Michele, tenendomi per mano, mi guidava premuroso.
"Annamaria, attenta, qui ci sono buche: occhio a dove metti i piedi"
Sorridevo compiaciuta, mentre la leggera brezza del mare mi accarezzava il viso.
Scendemmo fino alla caletta: era un luogo che riecheggiava atmosfere mitiche.
L'acqua cristallina rifletteva l'azzurro del cielo mescolandosi col nero dell'ossidiana che dominava tra le rocce.
La sabbia scura e calda accarezzava i nostri piedi, mentre le piccole caverne tufacee che si intravedevano sotto il costone roccioso evocavano atmosfere tenebrose.
Un luogo fantastico, insolito e a suo modo inquietante.
Mi stesi a ridosso di una rientranza, protetta dalla presenza rassicurante di due massi.
Michele mi porse la mia limonata e lasciò affianco a me il cestino con i tramezzini che aveva preparato.
Sotto il mio cappello mi feci accarezzare dai raggi del sole e chiusi gli occhi.
Sicuramente mi addormentai perchè fui svegliata all'improvviso da gocce d'acqua fredda che Michele, avvicinandosi a me, aveva fatto cadere sul mio corpo.
"Ma stai attento!", gli urlai riaprendo gli occhi.
"Un bagno è quello che ci vuole, adesso, dai...", mi disse tirandomi su per un braccio.
Mi lasciai andare e mi ritrovai in quell'acqua limpida e fresca, schiaffeggiata dalle onde che delicatamente mi sommergevano.
Tornai a stendermi al sole, mentre Michele, affianco a me, aveva iniziato a baciarmi.
"Sai di sale, Annamaria...ti amo", e prese a baciarmi le tette, ad accarezzarmi la fica.
"Michele... - gli dissi spazientita e cercando di allontanarlo - non qui...chiunque potrebbe vederci"
"Non c'è un'anima Annamaria, solo noi...", mi rispose togliendomi gli slip e il reggiseno.
Si stese su di me, aprendomi le gambe e la fica con le mani.
Sentii il suo cazzo già duro entrarmi dentro e spingere con decisione.
Ansimai.
Con le mani allargai meglio la mia fica, mentre lui continuava a spingere in modo forsennato strizzandomi con forza le tette.
Mi sbatteva con prepotenza, i miei capezzoli urlavano e venni ansimando di piacere, mentre lui usciva, si inginocchiava su di me e mi sborrava in faccia.
Aprii la bocca per ingoiare il suo sperma caldo e liquido.
Attesi che i fiotti cessassero, presi in mano il suo cazzo e lo misi in bocca leccandolo con avidità.
lo laccai a lungo, felice di assaporare tutte le gocce di sperma che riuscivo a prendere.
Sentivo la sua sborra che mi colava giù per il mento e il collo: la raccolsi, mi portai le dita alla bocca e le leccai guardandolo negli occhi.
Mi leccai le labbra per assaporare meglio il gusto del suo sperma.
Poi lo allontanai, rimisi il costume e mi rituffai in acqua.
Venne dietro di me ridendo come un pazzo.
Ci abbracciammo in acqua e ci baciammo con le lingue che erano tutt'uno col sale del mare.
"Ti amo Annamaria, ti amo...", mi diceva Michele, ma io non sentivo perchè la voce del mare e delle onde che mi investivano erano più forti...
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