Fai come vuoi - La convivenza

di
genere
sentimentali

Seguito di “Fai come vuoi”.
Passano i mesi e non ho contatti con mia cugina.
Mi rendo conto di non provare niente verso di lei, sentimentalmente parlando, se non un vago dispiacere di non potermi divertire ancora con lei. La cosa mi da un certo sollievo visto che innamorarmi di lei sarebbe stato solo causa di molti problemi per entrambi.
Verso Natale vengo a sapere da mia madre che lei si è fidanzata e ne sono felice anche se dopo un paio di mesi vengo a sapere che si è lasciata.
Passa altro tempo, lei nel frattempo si è fidanzata è lasciata almeno un paio di altre volte, o almeno è quello che risulta dai pettegolezzi tra le mie zie a mia madre. Arriva l’estate e quell’anno i miei non possono partire a causa del lavoro. Mi viene proposto di andare da solo ma mi rifiuto. Non mi va di essere ospite a casa di parenti.
Passo un estate tranquilla a casa, durante qualche uscita conosco anche delle ragazze ma senza riuscire a combinarci molto.
In breve tempo torna l’inverno e con le feste arrivano strane notizie dai parenti.
Nel paese girano strane voci su mia cugina, di cui non mi viene spiegato niente e io non faccio domante, ma nel giro di qualche mese le cose peggiorano, i miei zii si ritrovano a doversi rivolgere alla polizia e partono delle denuncie.
Arrivato Maggio vengo informato dai miei che mia cugina verrà a stare da noi per un pò appena finita la scuola.
Quando arriva ha l’aria distrutta con gli occhi gonfi di chi ha pianto allungo.
Ringrazia i miei per l’ospitalità, loro la portano in giro per la casa e infine le mostrano la stanza che le hanno preparato, li ringrazia ancora e la lasciamo a disfare la valigia.
Si fa vedere per cena. A tavola rimane per lo più in silenzio, rispondendo brevemente ai miei che cercano senza successo di avviare una conversazione con lei. Finito di mangiare, ringrazia per il pasto e torna in camera.
I due giorni successivi sono uguali, la vediamo solo per i pasti. Il resto del tempo lo passa in chiusa in camera. Vederla così mi disturba e a metà pomeriggio del secondo giorno le busso alla porta. Quando mi apre le dico di preparasi che usciamo a fare due passi, lei naturalmente fa per rifiutare ma l’anticipo chiedendole se ha di meglio da fare, quando esita nel rispondere ne approfitto per dirle che la aspetto in salotto e vado via senza darle tempo di dire altro.
Mezzora dopo siamo per strada. La porto a passeggiare per il centro, le faccio vedere i vari negozi e dove fanno il mercato il sabato nel caso ci voglia andare.
Le offro un gelato e lo andiamo a mangiare seduti nel parco che c’e li vicino.
Le racconto di qualche aneddoto di quel posto e delle mie disavventure quando ero piccolo.
Quando alla fine si mette a ridere mi sento sollevato. Ci ritrovammo a chiacchierare e farci battute come una volta, poi però le torna in mente tutto e si incupidisce di nuovo. Dopo un attimo di silenzio mi chiese quanto sapevo di quella storia.
Le dico di aver sentito solo che giravano delle strane voci su di lei in paese ma che non conoscevo i dettagli, e che comunque non doveva parlarmene se non se la sentiva.
Le fa un sospiro e inizia a spiegarmi a grandi linee tutto.
Prima erano girate voci sul fatto che lei fosse una facile, ma lei le aveva ignorate. Poi ne erano girate altre che alludevano che era disponibile a far di tutto su compenso, queste si erano diffuse abbastanza perché venisse fermata per strada da dei sconosciuti ed erano anche arrivate all’orecchio dei suoi genitori. In casa era scoppiato la fine del mondo, almeno finché non si era appurato che era ancora vergine. A quel punto erano partite le prime denunce. Poi erano saltate fuori delle sue foto osé che giravano per il paese. Lei aveva fatto il nome di un suo ex alla polizia, l’unico che l’aveva convita a farsi scattare certe foto, e dopo una perquisizione erano saltate fuori le sue foto e anche quelle di altre ragazze, facendo gonfiare ancora di più la situazione. Erano partite altre perquisizioni e sequestri di cellulari/computer. Molti si erano trovati i figli denunciati per il possesso e la divulgazione di quelle foto e, come conseguenza, lei non poteva più uscire di casa senza rischiare insulti e minacce. Persino gli altri parenti erano finiti invischiati in quella situazione. E alla fine i miei zii avevano deciso di allontanarla dal paese e mandarla lì nella speranza di far calmare le acquee.
Alla fine non sapevo che dire e me ne uscii con un “che situazione complicata”
Lei mi guardò perplessa “tutto qui? nessuna critica?”
ci pensai un secondo “hai un pessimo gusto in fatto di ragazzi?”
lei si mise a ridere e a piangere allo stesso tempo poi asciugandosi le lacrime mi disse “si, non me ne è capitato uno decente.” Poco dopo ci alzammo e tornammo verso casa.
Quella sera dopo cena rimase con noi in salotto, chiacchierò un pò con mia madre, poi ci mettemmo sul divano a vedere un film. Mi ritrovai con la sua testa appoggiata ad una spalla per tutto il film. Poi andammo a dormire ogn’uno nella propria stanza.
Da quel giorno il suo umore sembrò migliorare. Di giorno passava comunque molto tempo in camera perché diceva di voler studiare per poter tentare di recuperare l’anno perso. Il pomeriggio qualche volta uscivamo a fare due passi e la sera, dopo cena vedevamo un film insieme. Lei se ne stava appoggiata a me e qualche volta mi ritrovavo ad accarezzarle i capelli. I miei all’inizio sembravano un po’ perplessi per quei atteggiamenti, ma vedendola più serena decisero di non dire niente.
Una sera avevamo visto un film particolarmente lungo, alla sua fine i miei erano già andati a letto da un po’ e lei si era addormentata contro di me.
All’inizio pensai di svegliarla ma poi, presa in braccio, la portai in camera sua. La trovai molto leggera e non feci fatica a portarla. Arrivati in camera mi chinai per adagiarla su letto e ad un tratto mi ritrovai le sue braccia intorno al collo. La sentì tirarmi a se finche le nostre labbra non si toccarono e iniziammo a baciarci dolcemente. Quando poco dopo mi lasciò andare mi tirai su e la guardai. Lei aveva gli occhi chiusi e sembrava dormire ancora. Le accarezzai brevemente una guancia, poi uscii dalla stanza sentendomi terribilmente in colpa.
Spenta la tv in salotto me ne tornai direttamente in camera a mia domandandomi perché avessi ricambiato il bacio.
Passata la settimana di ferragosto i miei ripresero a lavorare e noi passavamo le giornate praticamente da soli per tutto il tempo.
La mattina lei la passava a studiare, mentre io ozio in camera mia.
Dopo pranzo uscivamo a fare due passi, ormai le avevo fatto vedere tutto in città quindi iniziammo a girare anche per quelle vicine. Spesso quando rientravamo i miei sono già rincasati e poco dopo cenavamo tutti insieme. Poi un film e a letto. Forse come giornate non erano granché a pensarci ma non mi dispiacevano.
Una mattina, dopo aver giocato al pc per un oretta, mi ero sdraiato a letto ad oziare.
Ad un tratto la vedo affacciarsi alla porta, che avevo lasciato aperta.
“Che fai?” senza nemmeno voltarmi le risponsi semplicemente che mi stavo rilassando un pò.
Senza aggiungere altro lei entrò nella stanza e raggiunto il letto mi si sdraia accanto, appoggiando la testa sulla mia spalla.
Al quel punto le ho chiesto cosa stava facendo e lei mi risponde che sta facendo pausa dalla studio. Non era esattamente quello che volevo sapere ma lasciai perdere. Distrattamente iniziai ad accarezzarle i capelli. Lei si strinse di più contro di me. Il suo respiro mi solleticava il collo e una sua mano mi accarezzava il petto. Feci scendere la mano dai suioi capelli fino ad accerezzale dietro il collo.
Fatto un versetto di apprezzamento mi dice che le piace.
mi sfugge un “me lo ricordo” e in tutta risposta lei si sposta un po’
“a te invece piaceva questo” e inizia a baciarmi sul collo, ho un brivido di eccitazione.
“ricordi bene” continuiamo così per un po’, poi lei si sposta su di me.
Il suo corpo e abbandonato contro il mio. Le mie mani si posano sui suoi fianchi. Le sue labbra raggiungono le mie e iniziamo a baciarci dolcemente.
“non dovremmo farlo” lo dico con poca convinzione mentre le mie mani scivolano dentro la sua maglietta, ne accarezzo la schiena.
“no, non dovremmo proprio” ma lo dice poco prima si farmi sentire la sua lingua farsi strada tra le mie labbra.
La faccio girare di lato, facendola sdraiare sulla schiena. Le sollevo la maglietta scoprendo i seni.
Li accarezzo con una mano. I capezzoli sono turgidi. Li prendo tra le labbra e li stuzzico con la lingua. Le bacio il corpo. Scendo verso il ventre. Le sfilo pantaloncini e slip. Le bacio le cosce per poi spostarmi sulla sua intimità. Lei mi lascia fare e inizio a leccargliela avidamente. Le sue mani spingono la mia testa contro di se. Il suo corpo si muove al ritmo della mia lingua. La sento gemere e tendersi, inarcando la schiena. Alla fine viene. Torno a baciarle il corpo risalendo verso le sue labbra. Mi butta le braccia introno al collo e mi bacia con passione.
“Solo tu riesci a farmi provare certe sensazioni.. Io.. non lo so ma.. ti voglio.. voglio essere tua..”
La guardo “ne sei sicura?” lei mi sorride dicendo di si.
Vedendomi comunque esitare prende l’iniziativa. Si tira su e inizia a baciarmi il collo, le sue mani accarezzano il mio petto, mi sfila la maglietta e mi fa sdraiare. Mi tira un pò giù i pantaloncini e tira fuori il membro. Lo bacia, lo stuzzica con la lingua e lo prende in bocca bagnandolo per bene con la sua saliva. Si porta su di me e, aiutandosi con le mani posiziona il mio membro contro la sua intimità. Lentamente abbassa i fianchi e mi sento entrare in lei, lentamente. Lei è stretta e calda. Sento una certa resistenza, ma alla fine entro fino infondo.
Lei sospira, poi inizia a muoversi su di me. Prima lentamente, poi più in fretta. Le accarezzo il corpo, il viso, le labbra. Mi tiro un pò su. La attiro di più contro di me. Mi muovo con lei. Ci baciamo. Ansimiamo. Godiamo. Siamo una cosa solo. Ci perdiamo nel piacere che l’altro ci da e in quello che sentiamo di dare. Abbiamo un orgasmo insieme e crolliamo sul letto rimanendo avvinghiati. Appena ripreso fiato ci baciamo e ridiamo senza un perché.
Come ci si poteva spettare, aveva sanguinato un pò.
Dando una rapida occhiata al letto non sembra macchiato ma mi riprometto di controllare bene dopo e andiamo a farci una doccia.
Tra un bacio e l’altro ci insaponiamo e sciacquiamo a vicenda.
Ma in breve ci ritroviamo a fare l’amore sotto lo scorrere dell’acqua della doccia.
Usciamo dalla doccia ed entrambi concordiamo che dobbiamo darci una regolata.
Lo diciamo mentre ci accarezziamo e baciamo, ma usciti dal bagnano ognuno va nella propria stanza.
Controllo il letto e trovata qualche piccola macchia metto tutto a lavare e rifaccio il letto.
Pranziamo chiacchierando del più e del meno. Mentre lei lava i piatti io stendo le lenzuola e verifico che le macchie siano andate via.
Pomeriggio usciamo.
Andiamo un pò più lontano del solito e facciamo visita ad una farmacia. Lei compra le pillole e io i preservativi alla macchinetta fuori. Poi torniamo a casa prima che i miei rientrino.
La accompagno alla porta della sua stanza. La stringo tra me e lo stipite della porta e la bacio con passione. Lei mi stringe a se. Restiamo così senza spingerci oltre, ben sapendo che i miei sarebbero rientrati a breve. Proviamo a parlare di noi, ma siamo entrambi confusi e persi nel desiderio, quindi rinviamo la discussione a quando avremo la mente lucida. Ci baciamo ancora per un pò ma poi e ci separiamo.
Tornato nella mia stanza sento i miei rincasare. Vado a salutarli, tanto per fargli sapere che siamo a casa. Poi torno nella mia stanza fino a cena. La cena trascorre tranquilla come al solito.
Mentre vediamo il film, l’averla accanto mi da sensazioni diverse dal solito, ma non riesco a decifrarle. Quando i miei vanno a letto, azzardiamo qualche carezza più intima. Solo quando mi ritrova a perdermi nei suoi occhi mentre mi sorride capisco che sono ad un passo dall’innamorarmi perdutamente di lei. O che forse lo ero già.
scritto il
2025-07-10
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