“Obbedienza Totale”

di
genere
incesti

Il Weekend

Venerdì, ore 18:00

La porta della villa si chiuse alle loro spalle.
Angelo lasciò cadere le chiavi sul tavolo e si tolse la camicia, lasciando il torso nudo, rilassato, ma carico di intenzione.

Nicole lo osservava con un sorriso malizioso: indossava solo una camicia bianca, troppo corta per nascondere la sua figa liscia e gonfia.
Gis, la cognata, più matura e sicura, sistemava lentamente le autoreggenti con un’eleganza crudele.

«Da adesso fino a domenica sera,» disse Angelo con voce decisa, «niente vestiti, niente domande. Siete mie. Obbedienza totale.»

Gis si inginocchiò per prima. «Lo siamo già.»
Nicole la seguì, più lenta, ma con gli occhi pieni di fuoco. «E vogliamo esserlo sempre di più.»

Il weekend poteva cominciare.



Venerdì notte – L’altare del piacere

Il grande letto al centro della stanza si trasformò nell’altare di un culto senza Dio.
Nicole indossava un collare di pelle nera. Gis, la cognata, portava una benda sugli occhi e un plug trasparente incastonato tra le natiche.

Angelo sedeva, lo sguardo fisso, il cazxo duro che pulsava sotto i pantaloni.

«Toccatevi lentamente. Ma non venite.»

Le due donne obbedirono.
Nicole baciava le labbra della zia, poi le leccava i capezzoli con lentezza.
Gis le accarezzava i fianchi, la pelle, le sussurrava parole proibite. Il piacere saliva, ma la regola era chiara: nessun orgasmo.

Angelo si alzò. Una mano nei capelli di Nicole, l’altra sulle natiche di Gis.
Poi le prese. Una davanti, l’altra dietro.
Il suono dei colpi si mescolava ai gemiti. Nicole con il culo pieno, Gis completamente aperta.

Quella notte, sul letto, non c’era un Dio.
Solo lui.



Sabato, ore 14:00 – Il gioco animale

Nicole camminava nuda nel giardino, il plug ben visibile tra i glutei perfetti.
Gis, distesa sulla sdraio, gemeva piano, il vibratore nascosto sotto il telo a ogni scossa le faceva tremare le cosce.

Angelo uscì con due collari di cuoio e una ciotola d’acqua.

«Da adesso, siete cagnoline. Quattro zampe. Niente parole. Solo il vostro padrone.»

Nicole si mise a carponi e strisciò verso di lui. Gis la seguì.
Giunte ai suoi piedi, iniziarono a leccargli il cazxo come addestrate. Lingue umide, occhi bassi, movimenti sincronizzati.

Si alternavano in silenzio, sfidandosi per dargli più piacere.
Angelo godeva. Ma tratteneva il finale.
Non era ancora il momento.



Sabato notte – La sottomissione totale

La vasca era piena di bolle e profumo di gelsomino.
Nicole era rannicchiata tra le gambe della cognata, il viso affondato nel suo ventre caldo.

«Ti piace il cazxo di tuo zio, eh?» sussurrò Gis.
«E il tuo culo è la mia scuola preferita,» rispose Nicole, leccandole il seno.

Angelo entrò nella stanza con due cinture di cuoio.

«Stanotte dormite legate. Ma prima… una alla volta. Mani dietro. Bocche aperte.»

Legò Nicole. La prese in piedi, davanti alla zia.
Poi legò Gis, inginocchiata, e la scopò da dietro, mentre Nicole la baciava e le sussurrava oscenità.

Due donne. Una mente. Un corpo.
Un solo padrone.



Domenica sera – Il Patto

I tre corpi giacevano stesi sul tappeto. Esausti. Segnati. Uniti.
Il fuoco del camino ancora vivo come le loro carni.

«Da domani non si finge più. Questa è la nostra verità. Una famiglia che vive nel piacere,» disse Angelo.

Nicole si voltò.
«Fallo davvero. Marchiaci. Così non si torna indietro.»

Angelo sorrise.
E così nacque il secondo atto.



Il Marchio

Martedì mattina – Studio privato

Nicole era nuda, distesa sul lettino.
Il disegno era pronto: una piccola fiamma, tracciata a mano da Angelo, poco sopra il culo teso e perfetto.

«Marchiami. Così la mia figa sarà tua per sempre.»

La macchinetta iniziò a ronzare.
Il rumore metallico si univa ai suoi gemiti.
Nicole mordeva il cuscino, non per il dolore… ma per il piacere che la attraversava.

Gis, accanto a lei, la accarezzava, le sussurrava sporche promesse.

Poi fu il turno della cognata.
Si offrì nuda, fiera. Il tatuaggio fu inciso poco sopra il pube: due punte intrecciate.

«Due donne. Una famiglia. Una appartenenza.»

Quando Angelo finì, baciò entrambe.
I segni erano lì. Veri. Eterni.



Martedì sera – Il piacere totale

La villa era silenziosa. Il camino acceso.
Nicole e Gis erano nude, in ginocchio, i tatuaggi freschi.
La pelle sensibile. Il desiderio vivo.

«Stasera vi voglio una sull’altra. Nicole sopra. Gis sotto. E io dentro tutte e due.»

Le guidò.
Gis si sdraiò, Nicole le si adagiò sopra.
Si baciarono. Si toccarono. Si aprirono.

Angelo entrò in Nicole da dietro, lentamente, affondando fino in fondo.
Lei gemeva sul corpo della zia, il plug ancora inserito, il collare stretto intorno al collo.

Poi fu il turno della cognata.
Angelo la prese sul tavolo, legata, le mani bloccate.
Nicole la guardava, eccitata. Ogni colpo era un giuramento. Ogni urlo un sigillo.

E poi vennero.
Tutti. Insieme.
Tre corpi. Una sola volontà.



Epilogo – La verità

Dormivano nudi, abbracciati. Marchiati.
Nicole sul petto della zia. Angelo le stringeva entrambe.

Non erano più solo zio, cognata e nipote.
Erano complici. Serve. Amanti.

Una famiglia nuova.
Nata nella carne.
Nella figa. Nel cazxo.
Nel fuoco.

Per sempre.
scritto il
2025-07-06
1 . 8 K
visite
1 1
voti
valutazione
5.4
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Lei Canta, Io la Possiedo
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.