“Solo Loro: Una Giornata da Paura”

di
genere
orge

Prefazione

Ci sono donne che ti sfiorano.
Poi ci sono loro: Nicole e Gis.
Non ti sfiorano: ti possiedono. Ti aprono in due. Ti sfiniscono. Ti marchiano a fuoco.
E in quella giornata, dall’alba a notte fonda, mi hanno preso come nessuno ha mai osato fare.



Mattino – Risveglio con la bocca piena

Ore 9:00. Apro gli occhi e la prima cosa che sento è la sua bocca calda sul cazzo.
Nicole, nuda sotto le coperte, mi stava succhiando piano, con la lingua che girava lenta intorno al glande, come se avesse tutto il tempo del mondo.

«Buongiorno, amore…», mormorò, senza smettere di leccare.

Appena alzai la testa, vidi Gis entrare nuda dalla porta, spettinata, con gli occhi ancora da letto.
«Ti ha già preso il cazzo?», chiese ridendo. «Allora adesso è il mio turno.»

Mi si sedette sopra senza preavviso, infilandomi il culo tra le mani e facendosi scivolare il mio cazzo tutto dentro.
«Così, sì… così mi piace. Guarda come mi apri…», sussurrava ansimando.

Nicole continuava sotto, leccandomi le palle, spingendole con la lingua mentre il suo sguardo non si staccava dal nostro scambio sporco.

«Siete due puttane divine…», dissi piano, mentre cercavo di non venire troppo presto.



Tarda mattinata – Doccia bollente

Ore 11:30. In bagno, il vapore riempiva l’aria. Nicole si era messa a quattro contro il vetro appannato.
«Aprimi il culo… voglio sentirti fino in fondo.»

Gis si inginocchiò dietro di me.
«Ti preparo io…», disse con la lingua già sulla pelle. Me lo succhiò così forte che dovetti aggrapparmi alla parete.

Infilai due dita nella figa di Nicole, già bagnata come una fontana, poi le diedi una spinta dentro che la fece gemere:
«Sì, porco! Così, senza pietà!»

Nel frattempo, Gis si masturbava guardandoci, toccandosi con una mano mentre con l’altra si infilava il plug nero.
«Scopala come si deve… che poi tocca a me.»



Pomeriggio – La stanza rossa

Ore 14:00. Lenzuola nuove. Lume basso.
Nicole si legò i polsi e le caviglie da sola. Era lì, nuda, aperta, offerta.

«Fammi male, se vuoi», mi disse. «Ma non smettere.»

Le aprii le chiappe e iniziai a scoparla in profondità.
La guardavo riflessa nello specchio: le labbra aperte, gli occhi mezzi chiusi, e il suo culo che tremava a ogni colpo.

Gis si mise accanto, a guardare. Si stava toccando con un dildo trasparente.
«Guarda come squirtano le tue puttane…», disse. E Nicole esplose sotto di me, in un getto caldo e inarrestabile.

Poi fu il turno di Gis. La presi da dietro, piegata sul bordo del letto.
«Spingilo tutto, cazzo, voglio sentirti in gola da dietro!», gridò.

L’accontentai.



Tramonto – Il terrazzo proibito

Ore 19:00. Siamo nudi sulla terrazza. Il mare davanti. Il cielo rosso.
Nicole è in ginocchio tra le mie gambe, di nuovo. Mi succhia con una lentezza crudele, mentre con l’altra mano si infila due dita in figa.
Gis mi siede in braccio, si strofina su di me, mi morde il collo.

«Non venire ancora», sussurra.
«Lo vogliamo tutto… stasera… in faccia e dentro.»



Notte – La resa totale

Ore 22:00. Candele. Profumo di sesso ovunque.
Nicole stesa sul letto, gambe aperte. Gis sopra di lei, la lecca, la succhia, la scopa con le dita.

«Ti piace la mia lingua sulla tua figa?», sussurra Gis, mentre guarda me.
«Vieni, fallo ora. Voglio il tuo cazzo in bocca mentre la lecco.»

Mi avvicino, glielo infilo in gola.
«Brava troia… così… succhialo bene…», ansimo.

Poi cambio. Le prendo insieme. Una sopra l’altra. Le giro. Le metto a pecora, una dietro l’altra, e le scopo alternandole. Nicole geme, Gis urla.

«Tutta! Voglio tutto il tuo cazzo nel culo!», grida Gis, piegata sul bordo.

Glielo do.
Senza sosta. Fino alla fine.
Finché non vengo con un urlo animalesco, inondando le loro bocche, i loro visi, i loro corpi.

Si leccano tra loro. Si baciano col mio seme in bocca.

Nicole mi guarda:
«Così ti vogliamo. Nostro. Sempre.»



Epilogo – Marchiato a fuoco

Mezzanotte. Stesi sul letto. Nudi. Sfiniti.
Il mio cazzo non risponde più. Ma il cuore è ancora in corsa.

Nicole dorme, la bocca ancora sporca.
Gis è sveglia, mi accarezza.

Mi guarda. E dice:
«Come ti prendiamo noi… non ti prenderà mai nessuno.»

E io lo so.
È vero.
Cazzo, se è vero.
scritto il
2025-06-17
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