“Centro del Mondo: Paradiso e Inferno tra Nicole e Gis”

di
genere
trio

Prefazione – Il centro del mondo

Ci sono cose che un uomo non dimentica mai.
Uno sguardo, un odore, un gemito.
E poi ci sono donne che non si possono raccontare. Si vivono. Si subiscono. Si adorano.
Nicole è questo. Una religione carnale.

La sua figa non è solo una parte del suo corpo.
È una promessa. È un richiamo. È il punto in cui il mondo smette di esistere e resta solo il bisogno.

L’ho vista nuda sotto la luce fioca della luna, con le cosce aperte, il respiro corto, e ho capito che non esiste luogo più vero, più caldo, più necessario.
Nicole è un paradiso che si apre tra le gambe.
E io, ogni volta, ci entro come fosse l’ultima.



Capitolo – Nicole, la mia dannazione

La sera è lenta, umida, e odora di mare.
Nicole si avvicina a piedi nudi, indossa solo una camicia mia, aperta. Nulla sotto.
Le sue mani si appoggiano al tavolo, il sedere in fuori. Mi guarda da sopra la spalla.
«So che vuoi solo una cosa. Vieni a prenderla.»

Mi inginocchio dietro di lei. Le apro le cosce.
Il profumo della sua figa mi colpisce come un pugno al petto. Dolce, forte, bagnata. La lingua scivola dentro come una preghiera.
Lei geme, si apre, si tende. Mi afferra i capelli e mi guida.

«Ti piace, vero? È tutta tua. Solo tua.»

Sì. Quel sapore, quella consistenza, quel modo in cui il suo corpo vibra sotto la mia bocca… è come drogarsi.
Le dita di Nicole si insinuano tra i capelli mentre la lecco più a fondo, più forte. Lei geme, si muove, si scompone.
«Leccami il clitoride… così… sì… adesso entra… voglio sentirti. Cazzo, scopami.»

Mi alzo. Il cazzo duro, pulsante.
Le apro il culo con le mani, la penetro con un colpo secco. Nicole urla, inarca la schiena.
«Così! Dio, sei dentro… riempimi!»

Comincia la danza.
I miei fianchi che sbattono sul suo sedere, le sue urla che si fanno canto.
La prendo sul letto, poi in piedi, poi sul pavimento.
Lei si mette a pecora, mi guarda con quegli occhi lucidi.
«Fammi sborrare, fammi male, fammi tua!»

La mia sborra le cola sulle cosce. Ma non è finita. Nicole mi si inginocchia davanti.
«Fammi sentire ancora il tuo sapore… voglio tutto.»

Me lo prende in bocca, famelica. Lo lecca, lo succhia, lo ingoia.
Mi guarda con gli occhi pieni di voglia.
«La mia figa è la tua droga. E tu sei mio schiavo.»



Epilogo – La mia prigione perfetta

La mattina dopo, il sole inonda la stanza. Nicole dorme nuda sul letto, le gambe ancora aperte, il sesso arrossato, bagnato, soddisfatto.
La guardo e capisco: non posso più farne a meno.
La sua figa è il mio rifugio e la mia prigione.
Il mio paradiso e la mia condanna.

E se domani tutto finisse, so che un solo ricordo resterà vivo in me.
Il sapore di lei.
Il suono dei suoi gemiti.
La sensazione di affondare dentro il centro del mondo.
Dentro Nicole.



Capitolo – Gis, l’inferno vestito da dea

La porta si apre piano.
La pioggia scivola lungo il telaio. E poi appare lei.
Gis.

Nuda sotto un impermeabile nero.
Tacchi alti. Capelli bagnati. Sguardo che brucia.

I suoi occhi si posano su Nicole, ancora a terra, con la figa rossa e lucida, le cosce tremanti, il mio seme colato sulla pelle.
Mi vede con il cazzo ancora duro, madido di voglia.
Ma non dice niente.
Si spoglia. Lentamente. Una sfida muta.

I seni di Gis sono pieni, alti, tesi.
I capezzoli duri. I fianchi larghi, il ventre piatto.
Ma è la sua fica rasata e lucida che mi cattura.
Ha un odore di furia e di miele.
Nicole la guarda e mormora:
«Fallo. Fallo con lei davanti a me… Voglio vedervi.»

Gis si avvicina, poggia una mano sulla mia spalla e l’altra tra le sue cosce.
«Guarda bene, Nicole. Questo è il modo in cui un uomo si prende una donna vera.»

Mi bacia con ferocia. Mi struscia la figa sulla gamba, poi si volta e si mette a pecora sopra Nicole.
La figa spalancata, il culo alto, perfetto.
«Scopami adesso. Fammi urlare. Fammi sentire che sono viva.»

La penetro con forza.
Gis geme, urla, si spinge indietro a ogni colpo.
Nicole sotto di lei, le lecca i capezzoli, la figa, tutto.
È un triangolo di carne, di sudore, di pura animalità.

Le sbatto entrambe, a turno.
Gis cavalca sopra di me, con i seni che ondeggiano e le mani premute sul mio petto.
«Mi vuoi? Dimmi che è mia! Dimmi che mi vuoi dentro ogni notte!»

Io glielo dico.
Lo grido.

La prendo da dietro, glielo metto tutto dentro con una spinta che la fa tremare.
Nicole si masturba davanti a noi.
Poi Gis si inginocchia e me lo prende in bocca mentre Nicole la lecca da dietro.
Le loro lingue si sfiorano.
I loro gemiti si fondono.

Sborro sulle loro lingue, sulle tette, sui volti.
Loro lo raccolgono, lo condividono, lo leccano l’una dall’altra.

Un sabba carnale. Due dee. Un uomo che non è più lo stesso.



Epilogo – La promessa finale

Siamo in terrazza, ancora nudi.
Il cielo si apre e il primo raggio di sole accarezza i corpi intrecciati.
Nicole è sul mio petto.
Gis ha la testa tra le mie gambe, la lingua che gioca ancora con pigrizia.

Poi mi guarda.
«Non hai capito, vero? Da oggi non sei più libero. Da oggi sei nostro.»

Nicole sorride.
«Siamo la tua condanna più dolce. Il tuo paradiso e il tuo inferno. E tu… sei felice di esserci dentro.»

E hanno ragione.
Perché tra le gambe di Gis e Nicole…
ho trovato il centro dell’universo.
scritto il
2025-06-10
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