Clara – Vacanza di Piacere Estremo
di
Angelo B
genere
prime esperienze
Prefazione: L’inferno caldo tra le sue cosce
Non era amore.
Era fame. Di pelle, di odori, di gemiti. Di sottomissione.
Clara era l’inizio e la fine del peccato.
Occhi verdi di sfida, labbra che sembravano disegnate per succhiare il peccato e farlo esplodere.
Ci siamo incontrati in quel resort sul mare. Io volevo rilassarmi. Lei voleva distruggermi.
E lo fece.
Ogni notte, ogni giorno, ogni istante era solo carne contro carne. Niente filtri. Solo bisogno. Solo sudore. Solo piacere.
⸻
Capitolo 1 – Le sue labbra erano la mia rovina
Il primo pomeriggio, tornai in camera dopo il bagno. C’era la porta socchiusa. Entrai. Clara era lì, seduta nuda sul letto, le gambe aperte, due dita dentro e lo sguardo fisso su di me.
«Ti aspettavo.»
Mi si spense il cervello.
Mi inginocchiai davanti a lei. Le mani sulle cosce calde, la lingua tra le sue labbra già inzuppate.
Clara gemeva piano, controllata. Ma appena iniziai a leccarla con ritmo deciso, si arrese. Si piegò all’indietro, i capezzoli tesi all’aria, la voce rotta che mi implorava di continuare.
Le leccai il clitoride finché non esplose. Mi afferrò per i capelli, tremando.
«Dentro. Adesso.»
Mi tirò sopra di sé. Glielo infilai con forza, profondo, mentre le prendevo i polsi sopra la testa. Ogni colpo era una dichiarazione.
Lei lo prendeva tutto, si stringeva a me, mi morsicava le spalle.
Venimmo insieme, urlando come animali.
Sporchi. Bagnati. Soddisfatti solo a metà.
⸻
Capitolo 2 – Il pompino del risveglio proibito
Mi svegliai nudo. Ma non solo per dormire meglio.
C’era la bocca di Clara sul mio cazzo, calda, umida, lenta, mentre mi guardava dal basso.
«Non svegliarti ancora, fammi finire prima.»
E cominciò a succhiarmi con una maestria da pornostar.
Scendeva piano, risucchiava tutto, fino a sbattere col mento sulla base. Il naso tra i peli, le labbra spalancate, la saliva che colava.
Mi prendeva le palle con una mano, con l’altra si toccava. Stava godendo nel farlo. Il suo stesso pompino la faceva bagnare.
«Stai per venire? Fallo. In bocca. Fammi colazione.»
Quando le venni in gola, non sputò nulla. Ingoiò tutto. Poi aprì la bocca e mi mostrò la lingua vuota, pulita, soddisfatta.
«Ora sei pronto per il secondo round.»
⸻
Capitolo 3 – Prenderla ovunque
La presi per le braccia, la ribaltai e la infilai da dietro. Le mani sui suoi fianchi stretti, le natiche che sbattevano contro il mio bacino.
Lei gridava. Ma non di dolore. Di fame.
Le allargai le chiappe con le mani. La guardai. Poi mi leccai due dita, le infilai piano nel suo culetto mentre continuavo a penetrarla dalla fica.
Lei si apriva tutta. Lo voleva ovunque.
«Vuoi anche questo, Clara?»
«Tutto. Tutto insieme. Voglio sentirti in ogni buco.»
Le infilai un dito nel culo, poi due. Lo preparai. Leccai. Lubrificai.
E quando fu pronta, glielo infilai con calma ma senza pietà.
Il suo ano caldo, stretto, lo accolse con un gemito spezzato. La sua fica gocciolava mentre glielo davo nel culo.
Affondavo con forza, fino al fondo. Lei si toccava il clitoride, urlava, veniva.
Le prendevo i capelli, le davo schiaffi sul culo, la sentivo tremare a ogni spinta.
Poi la feci sdraiare sulla schiena. Le sollevai le gambe, le divaricai tutto.
E la presi da davanti. Poi da dietro. Poi di nuovo in culo.
I suoi buchi erano caldi, umidi, sempre aperti per me.
«Mi scopi come una puttana.»
«Perché lo sei. La mia puttana personale.»
Lei sorrise. E si offrì. Totalmente.
Glielo misi in bocca, mentre le dita le entravano nella fica e le carezzavano il culo. Lei leccava, gemeva, sbavava su di me.
Finimmo a terra, sudati, sporchi, stremati. Ma senza pentimento.
Solo voglia di ricominciare.
⸻
Epilogo: Il godimento non finisce mai
Quella notte, Clara dormì accanto a me. Ma nuda, bagnata, con le cosce ancora sporche del mio seme.
Nel buio, mi prese la mano e se la portò tra le gambe. Era ancora calda.
«Domani… lo voglio sulla spiaggia. Nella sabbia. A pecora. Con la tua mano sulla bocca mentre mi prendi in culo davanti al mare.»
Io risi. E glielo sussurrai piano all’orecchio, mentre le infilavo un dito.
«Non c’è un domani, Clara. Da adesso in poi… ti voglio ogni giorno. Ogni buco. Ogni respiro.»
Lei si girò e mi guardò.
«Allora inizia a scoparmi nel sonno.»
E lo feci.
Non era amore.
Era fame. Di pelle, di odori, di gemiti. Di sottomissione.
Clara era l’inizio e la fine del peccato.
Occhi verdi di sfida, labbra che sembravano disegnate per succhiare il peccato e farlo esplodere.
Ci siamo incontrati in quel resort sul mare. Io volevo rilassarmi. Lei voleva distruggermi.
E lo fece.
Ogni notte, ogni giorno, ogni istante era solo carne contro carne. Niente filtri. Solo bisogno. Solo sudore. Solo piacere.
⸻
Capitolo 1 – Le sue labbra erano la mia rovina
Il primo pomeriggio, tornai in camera dopo il bagno. C’era la porta socchiusa. Entrai. Clara era lì, seduta nuda sul letto, le gambe aperte, due dita dentro e lo sguardo fisso su di me.
«Ti aspettavo.»
Mi si spense il cervello.
Mi inginocchiai davanti a lei. Le mani sulle cosce calde, la lingua tra le sue labbra già inzuppate.
Clara gemeva piano, controllata. Ma appena iniziai a leccarla con ritmo deciso, si arrese. Si piegò all’indietro, i capezzoli tesi all’aria, la voce rotta che mi implorava di continuare.
Le leccai il clitoride finché non esplose. Mi afferrò per i capelli, tremando.
«Dentro. Adesso.»
Mi tirò sopra di sé. Glielo infilai con forza, profondo, mentre le prendevo i polsi sopra la testa. Ogni colpo era una dichiarazione.
Lei lo prendeva tutto, si stringeva a me, mi morsicava le spalle.
Venimmo insieme, urlando come animali.
Sporchi. Bagnati. Soddisfatti solo a metà.
⸻
Capitolo 2 – Il pompino del risveglio proibito
Mi svegliai nudo. Ma non solo per dormire meglio.
C’era la bocca di Clara sul mio cazzo, calda, umida, lenta, mentre mi guardava dal basso.
«Non svegliarti ancora, fammi finire prima.»
E cominciò a succhiarmi con una maestria da pornostar.
Scendeva piano, risucchiava tutto, fino a sbattere col mento sulla base. Il naso tra i peli, le labbra spalancate, la saliva che colava.
Mi prendeva le palle con una mano, con l’altra si toccava. Stava godendo nel farlo. Il suo stesso pompino la faceva bagnare.
«Stai per venire? Fallo. In bocca. Fammi colazione.»
Quando le venni in gola, non sputò nulla. Ingoiò tutto. Poi aprì la bocca e mi mostrò la lingua vuota, pulita, soddisfatta.
«Ora sei pronto per il secondo round.»
⸻
Capitolo 3 – Prenderla ovunque
La presi per le braccia, la ribaltai e la infilai da dietro. Le mani sui suoi fianchi stretti, le natiche che sbattevano contro il mio bacino.
Lei gridava. Ma non di dolore. Di fame.
Le allargai le chiappe con le mani. La guardai. Poi mi leccai due dita, le infilai piano nel suo culetto mentre continuavo a penetrarla dalla fica.
Lei si apriva tutta. Lo voleva ovunque.
«Vuoi anche questo, Clara?»
«Tutto. Tutto insieme. Voglio sentirti in ogni buco.»
Le infilai un dito nel culo, poi due. Lo preparai. Leccai. Lubrificai.
E quando fu pronta, glielo infilai con calma ma senza pietà.
Il suo ano caldo, stretto, lo accolse con un gemito spezzato. La sua fica gocciolava mentre glielo davo nel culo.
Affondavo con forza, fino al fondo. Lei si toccava il clitoride, urlava, veniva.
Le prendevo i capelli, le davo schiaffi sul culo, la sentivo tremare a ogni spinta.
Poi la feci sdraiare sulla schiena. Le sollevai le gambe, le divaricai tutto.
E la presi da davanti. Poi da dietro. Poi di nuovo in culo.
I suoi buchi erano caldi, umidi, sempre aperti per me.
«Mi scopi come una puttana.»
«Perché lo sei. La mia puttana personale.»
Lei sorrise. E si offrì. Totalmente.
Glielo misi in bocca, mentre le dita le entravano nella fica e le carezzavano il culo. Lei leccava, gemeva, sbavava su di me.
Finimmo a terra, sudati, sporchi, stremati. Ma senza pentimento.
Solo voglia di ricominciare.
⸻
Epilogo: Il godimento non finisce mai
Quella notte, Clara dormì accanto a me. Ma nuda, bagnata, con le cosce ancora sporche del mio seme.
Nel buio, mi prese la mano e se la portò tra le gambe. Era ancora calda.
«Domani… lo voglio sulla spiaggia. Nella sabbia. A pecora. Con la tua mano sulla bocca mentre mi prendi in culo davanti al mare.»
Io risi. E glielo sussurrai piano all’orecchio, mentre le infilavo un dito.
«Non c’è un domani, Clara. Da adesso in poi… ti voglio ogni giorno. Ogni buco. Ogni respiro.»
Lei si girò e mi guardò.
«Allora inizia a scoparmi nel sonno.»
E lo feci.
9
voti
voti
valutazione
5.8
5.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
“La moglie perfetta”racconto sucessivo
“La notte che spacca”
Commenti dei lettori al racconto erotico