“Il pomeriggio che mi ha distrutto – Sotto Nicole e Gis”

di
genere
dominazione

Prefazione

Pensavo fosse solo sesso.

Un gioco proibito. Un pomeriggio pericoloso.
Invece fu una discesa. Dentro me stesso. Dentro loro.
Nicole e Gis. Due donne diverse, ma con un solo istinto: divorarmi.

E io… non ho più avuto scampo.



Atto I – Il possesso

L’appartamento di Gis era silenzioso. La porta si chiuse alle mie spalle con un suono netto.
Nicole era già nuda, stesa sul divano, le dita lente tra le cosce. Mi fissava.

Gis mi venne incontro senza una parola. Mi baciò. Forte. Mi prese per la cintura, mi spinse contro il muro.
Mi morse. Mi graffiò. Mi spogliò pezzo dopo pezzo. E io lasciai fare.

— Oggi non decidi tu, — sussurrò Gis. — Ci servi. E ci servi duro.

Nicole scese in ginocchio. Mi prese in bocca tutta in un gesto solo, affondando fino alla gola.
Non le importava niente della lentezza. Voleva godere del potere. E io, ormai, non comandavo più.

Mi stesero sul tappeto.
Gis si sedette sul mio volto. I suoi fianchi premevano forte contro la mia bocca.
Nicole, nel frattempo, mi montò sopra con violenza, sbattendosi su di me senza freni.

— Più forte, — gemeva. — Fammi male.

Mi usarono. Uno sopra, una sotto. Mi tirarono i capelli, mi guidarono dentro e fuori dai loro corpi.
Ero uno strumento. Un oggetto. E ne ero eccitato fino al delirio.

Ci spostammo in cucina.
Presi Gis da dietro sul tavolo, mentre Nicole si chinava sotto per leccarci entrambi.
Gemiti ovunque. Pelle, carne, sudore.

Poi in camera.
Le presi entrambe, insieme. Nicole sopra, Gis sotto. Due bocche, due corpi, due fiamme.

Venni dentro di loro. Urlando. Tremando.

Ma loro non avevano ancora finito.



Atto II – L’uso vero

Mi svegliai stremato. Pensavo fosse finita. Ma mi sbagliavo.

Mi presero di nuovo.
Mi legarono. Mi imbavagliarono. Mi fecero inginocchiare.

Nicole si sedette sul mio volto.
Gis, dietro, mi infilò un plug lubrificato, con lentezza maliziosa.

— Ti apriamo da ogni parte oggi, caro zio, — mi sussurrò. — Siamo entrate nella tua mente. Ora prendiamo il corpo.

Mi usarono. Con i toys. Con le mani. Con le bocche.
Mi montarono in faccia, mi cavalcarono di schiena, mi costrinsero ad andare oltre.

Nicole si fece frustare con una cintura.
Gis si fece prendere da dietro mentre si masturbava con un vibratore che urlava.

Leccai. Scopai. Mi feci penetrare.
Era un rito oscuro, un gioco senza fine. Un possesso completo.

— Sei nostro. Per sempre. Anche se uscirai da qui… la tua anima resta dentro quest’appartamento, — mi disse Nicole, leccando il sudore dal mio petto.

Venni. Di nuovo. In loro. Su di loro. Ovunque.
Un’esplosione totale.



Atto III – La fine

Silenzio.
Gis si rivestì. Nicole lo fece poco dopo.
Io ero ancora nudo, legato, sporco, stremato.

— Ora vattene, — disse Gis.
— Come? — chiesi, confuso.

Nicole mi guardò con un sorriso stanco.
— Non ci servi più. Ti abbiamo avuto in ogni modo. Hai dato tutto. Adesso… sei vuoto.
E noi non vogliamo vuoti.

Mi alzai a fatica. Tremante. Uscì dall’appartamento senza dire una parola.



Epilogo

Non mi hanno più chiamato.

Non ho mai più messo piede lì.
Ma ogni volta che tocco un’altra donna, ogni volta che vengo…
le vedo.

Nicole e Gis.
Quel pomeriggio.
Quel marchio indelebile.
Quel giorno in cui sono stato preso. E distrutto.
scritto il
2025-05-17
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