Alessia & Etty – Le Dee del Piacere Totale

di
genere
orge

Prefazione
Mi chiamo Artur.
Sono nato nella periferia, quella vera. Dove i sogni si sgonfiano prima di decollare. Dove se vuoi qualcosa, te la prendi.
Ma niente, mai, mi aveva preparato a loro.
Alessia: bionda come il peccato, corpo da dea nordica, sguardo da porca elegante.
Etty: mora, brasiliana, curve da panico, occhi da strega e un culo che ti può far perdere Dio.
Io? Io non ho fatto nulla. Sono solo caduto in trappola.
E non volevo più uscirne.



Il racconto

Arrivai in quella villa come un intruso. Jeans lisi, scarpe da battaglia, e il solito sguardo da uno che ha visto troppa fatica e poca pelle.
Ma bastò uno sguardo, e Alessia si voltò.

Era davanti allo specchio, nuda dentro un bikini nero che le faceva sembrare il corpo scolpito nel marmo. Si guardava con calma, con una sicurezza che era già erotismo. Quando mi vide, non disse niente. Alzò appena un sopracciglio e sorrise.
Poi comparve Etty.
Tacchi alti, minidress di pizzo nero, calze a rete. Un’onda nera di capelli. Una pantera in carne.

«Tu sei Artur?» chiese.
«S-sì.»
«Perfetto. Vieni dentro. Chiudiamo la porta.»

Me la chiusero loro, con un tonfo secco.
E poi mi presero.
Mi spinsero sul divano. Mi aprirono i jeans come due ladre esperte. Nessuna parola di troppo.

Etty mi prese subito in bocca. Calda, affamata. Mentre Alessia si sedeva su di me e mi stringeva la faccia tra le sue cosce.
«Leccami bene, Artur. E non fermarti finché non tremo.»

La sua figa era perfetta. Liscia. Profumata. Bagnata già solo dal potere che sapeva di avere.

Etty, nel frattempo, non smetteva. Me lo succhiava tutto, ogni volta più a fondo, con quegli occhi neri puntati nei miei, come a dire: sei mio.
Poi si fermarono. Mi spogliarono del tutto.
E mi buttarono sul letto. Letteralmente.
«Adesso ti scopiamo come meriti.»

Alessia salì per prima. Si calò su di me con lentezza malvagia. Sentii tutto il calore di quella figa stretta e morbida. Mi cavalcava con eleganza feroce, oscillando con il ritmo di una pornostar nascosta in una regina di ghiaccio.
«Non guardarmi, Artur. Adorami.»

Poi venne Etty. Mi fece girare. Salì sopra di me con il culo rivolto verso Alessia. Quel culo brasiliano, perfetto, carnoso, mi avvolgeva, mi stringeva, mi risucchiava.
Mi scopava come se volesse togliermi l’anima a colpi di fianchi.
«Sei mio adesso. Mio. Fino all’ultima goccia.»

Mi alternavano. Mi usavano. Mi incitavano a durare, a dare di più.
Sudore, pelle, gemiti. Mi facevano toccare i loro seni, mordere, leccare, succhiare tutto.
Mi inginocchiarono. Alessia davanti. Etty dietro.
Mi presero insieme.
Etty si abbassò. «Ti voglio anche dietro, se ci stai. Sei pronto, ragazzo?»
Io non dissi niente. Solo un respiro lungo. E cedetti.

Fu estasi. Fu caos. Fu godimento puro.
Una scopata lunga, sfrenata, animalesca.
Mi svuotarono.
E poi ricominciarono.

Quando crollai, esausto, loro erano ancora accese.
Alessia si sdraiò sul mio petto. «Sei stato bravo.»
Etty si stese accanto a me, il corpo caldo, le gambe incrociate alle mie.
«Ma questo era solo l’inizio.»



Epilogo
Non tornai mai davvero alla mia vita di prima.
Ora vivo aspettando una loro chiamata. Un messaggio. Un segnale.
Perché dopo due dee così, nessuna donna basta. Nessun sesso è all’altezza.
Io sono Artur.
E sono marchiato.
Dalla figa di Alessia. Dal culo di Etty.
Per sempre.
scritto il
2025-05-10
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