Al limite della follia 1

di
genere
etero

Al limite della follia 1

Questo sarà il mio ultimo racconto prima delle vacanze di Natale che trascorrerò in un resort in Costa Rica, qualcuno dirà : finalmente!! ma a parte le battute voglio parlarvi di quel periodo della mia vita, tra i 34 ed i 35 anni in cui sono stata malata, non fisicamente ma psicologicamente, ho dovuto ricorrere ad una psicoterapeuta e sono andata molto vicino alla depressione, col suo aiuto e con qualche medicinale ne sono uscita, anche se credo che i postumi me li porterò dietro finchè campo, in quello stesso periodo ho avuto anche qualche problemino curato con gli antibiotici che poi mi ha portato in una clinica svizzera a praticare una imenoplastica, comunque eccoci qui.
Primi giorni di ottobre, ancora non fa freddo, è il 1991, mi alzo tardi ma sono nervosissima, non so perché, mi faccio una tazza di caffè americano con un po’ di panna e mangio un paio di fette biscottate con la marmellata, ma non riesco a stare ferma, faccio una bella doccia, magari mi calmo, mentre mi insapono ed uso la spazzola un desiderio irrefrenabile, passandola sulle mie grandi labbra che si schiudono al passaggio sollecito il clitoride che subito mi dà un brivido di piacere, mi trovo seduta sul piatto doccia con le gambe aperte ed inizio a masturbarmi prima con la spazzola e poi con il suo manico sotto l’acqua calda che scroscia su di me, l’orgasmo mi sorprende dopo poco, mi sono calmata un pochino, mi asciugo ed esco dalla doccia, mentre mi guardo allo specchio compiaciuta dello stato del mio corpo decido di andare a correre, magari mi passa quest’ansia, sistemo i capelli con una bella coda di cavallo, metto un paio di slip normali e la mia tuta, adidas bianche ed un k-way legato in vita, poi prendo la macchina e vado al parco Lambro a correre, non sono sola, del resto è domenica, c’è qualcun altro che ha avuto la mia stessa idea, dopo un po’ di riscaldamento aumento un po’ il ritmo e poi mi fermo in una zona dove ci sono delle istallazioni fisse per fare esercizi, ne approfitto e, come me, anche un ragazzo con un cappellino di lana in testa, probabilmente vuole esibirsi, perché toglie la giacca della tuta e resta con una specie di canottiera, in modo da mostrare i suoi muscoli, anch’io mi metto in mostra facendo un po’ di piegamenti in avanti che mi consentono di mettere in evidenza il mio culetto, lui continua i suoi esercizi, non so cosa mi prende, mentre è appeso ad una specie di scala orizzontale gli vado davanti e gli metto una mano proprio lì, in mezzo alle gambe, lui, sorpreso, si lascia andare in modo da rimanere in piedi davanti a me mentre io, invece, mi inginocchio e continuo con la mano ad accarezzargli il pacco, non me ne frega niente se qualcuno passa e mi vede, è lui che si guarda intorno ma siamo protetti da una siepe e dagli alberi, gli tiro giù i pantaloni della tuta e, guardandolo dal basso in alto comincio a fargli un pompino, ha un bel pene, che reagisce subito alle mie cure, smetto un momento per dirgli
- Perché non mi scopi?
Mi alzo mi abbasso i pantaloni, poi mi appoggio ad un muretto con le mani, stavolta non mi sembra sorpreso, sento le sue mani sul mio culetto e poi la punta del suo cazzo farsi spazio tra le mie grandi labbra e comincia, per fortuna, ad andare avanti e indietro dentro di me in modo deciso, ho un primo orgasmo dopo poco ed un secondo insieme a lui quando mi riempie il sederino di sperma caldo e denso, lo lascio lì che cerca di tirarsi su i pantaloni della tuta e corro via, arrivo alla macchina e, praticamente scappo, cosa accidenti mi è successo ?
Arrivata a casa mi strappo praticamente la tuta di dosso e mi infilo di nuovo sotto la doccia con l’asciugamano attorno al corpo vado in cucina, ho fame e mangio uno yogurt ed un arancio, ho questo nervosismo ancora addosso, forse dovrei prendere qualcosa per calmarmi ma uso pochi medicinali, provo con un Optalidon e mi metto sul letto, non riesco a dormire, la mia mano corre sempre lì, mi metto a pancia sotto, alzo il culetto e allargo un po’ le gambe, con la mano tra le mie cosce comincio a masturbarmi, poi prendo il mio cuscino, lo piego in due e mi ci metto a cavalcioni strusciandomici sopra, come facevo da bambina, vado avanti parecchio e, finalmente, l’orgasmo arriva copioso e mi calma un po’.
Ormai sono le 4 del pomeriggio, vado in bagno a lavarmi, ho la smania, devo uscire, stavolta metto un perizoma di seta nero, autoreggenti velate nere ed un soprabito a doppio petto corto con cintura in vita, nient’altro, con la macchina vado in Bajres, magari guardando le vetrine ……. Passeggio nervosa guardando di sfuggita le vetrine, ad un angolo, in una via laterale, un insegna, uno dei pochi cinema a luci rosse sopravvissuto, entro quasi senza pensarci, come in trance, spettacolo pomeridiano, prendo il biglietto, il cassiere mi guarda strano, entro, il film deve ancora cominciare, mi siedo in fondo, in sala una decina di persone, tutti uomini o giù di lì, mi accorgo, infatti, che ci sono anche diversi gay perché mi guardano di sfuggita, mentre quelli che insistono con lo sguardo sono in quattro, entra ancora qualcuno che passando nel corridoio mi lancia un’occhiata, poi comincia il film e la sala piomba nel buio, inizia con una scena di una nera nuda che fa un pompino ad un superdotato, non passano cinque minuti che uno si siede di fianco a me, mi mette una mano sulla gamba e lo lascio fare, devo essere impazzita, vedendo che non reagisco la sua mano comincia a salire arrivando presto alla mia coscia, invece di rimanere ferma o accennare una qualsiasi reazione allargo leggermente le gambe e lui presto arriva a sfiorare il mio perizoma leggero e poi ad introdurvisi dentro raggiungendo la mia farfallina, con l’altra mano mi prende il polso e mi porta ad impugnare il suo uccello cominciando lui stesso a muoverla per farsi segare, io continuo anche quando lascia il mio polso mentre lui, ormai, con le dita dell’altra mano mi ha penetrato, poi mi sussurra
- Fammi un pompino dai che poi ti scopo
Abbasso la testa e comincio il lavoro di bocca e lingua sul suo pene, gli vengo una prima volta sulla mano, mi slaccia la cintura del soprabito e i bottoni aprendolo, la sua mano sui miei seni nudi che me li stropiccia, poi si ferma, mi prende per mano e mi fa metter in ginocchio sul sedile con la testa sopra lo schienale, lo sento penetrarmi da dietro, mi scopa con forza, qualcuno però ci ha visto perché davanti alla mia faccia compare un altro cazzo ed una mano mi prende per i capelli, questo me lo strofina sulla faccia e sulle labbra finchè non le apro e si infila nella mia bocca che comincia a succhiarlo, vengo di nuovo e quello dentro di me anche lui poi soddisfatto si ritira ma io continuo il mio lavoro di bocca fino a sentire lo sperma dell’uomo sulla lingua, poi mi tiro indietro, mi risiedo prendendo un fazzolettino in tasca e pulendomi la bocca, esco dal cinema stringendo la cintura del soprabito seguita sempre dallo sguardo del cassiere, ho il fiatone quando arrivo alla mia macchina, mi siedo al posto di guida e cerco di riprendere il normale ritmo del mio respiro, cerco di ragionare, ora sono sicura che c’è qualcosa che non va, vero che non ho mai avuto preclusioni con il sesso ma non mi sono mai comportata così, sembra io sia solo alla ricerca spasmodica di un orgasmo, con chi sia sia non importa, quello che conta è che mi faccia godere, ho letto abbastanza per sapere che quelli sono i sintomi della ninfomania ma non ne so ancora abbastanza, è una malattia? Si può curare? E come? Evolverà ancora di più? Devo informarmi e parlarne con qualcuno magari, ma intanto ho bisogno di un bagno e vado verso casa, è la terza doccia della giornata poi cambio slip ed autoreggenti ed esco di nuovo, ora se ho questi impulsi non devo frequentare posti dove mi conoscono, quindi meglio evitare le zone centrali e scoprire le periferie.
Guidare mi calma, arrivo presto ai confini della città, e leggo i cartelli Cesano Boscone, Corsico, Trezzano sul naviglio, una freccia dice che se continuo vado a Vigevano, mi fermo ad un distributore automatico a fare benzina, si ferma anche un furgone con la stessa intenzione, l’uomo che scende mi chiede se so di un motel lì vicino, sono in trasferta e ne cercano uno, gli hanno detto di andare sempre dritto ma non l’hanno ancora trovato, gli dico che non lo so perché non sono del posto, comunque mi ringrazia e ripartono, chissà, forse è quello che mi ci vuole, dormire in un albergo, magari riesco a riposare qualche ora, finisco di mettere benzina e riparto dietro al furgone, siamo a Vermezzo ed il motel c’è davvero, si fermano all’ingresso e poi ripartono con tutto il furgone, faccio lo stesso, mi chiedono i documenti, li prendono e mi danno la chiave di una stanza indicandomi dove parcheggiare, proprio di fronte alla porta della camera, quella di fianco al furgone, i due uomini sono scesi con delle borse e
- Ah anche lei qui, ha visto che l’abbiamo trovato?
- Si, vero, vi avevano dato indicazioni corrette
- Comunque bella macchina, davvero
- Grazie piace anche a me
Apro il baule e prendo anch’io la borsa che porto sempre con me, loro entrano nella loro camera che intravedo quando aprono la porta, una camera a due letti ed io faccio lo stesso, la mia, invece, è al primo piano, o meglio, si entra al piano terra, c’è una scala stretta che porta al primo piano e lì c’è la camera con un letto matrimoniale, color bordeaux, moquette, copriletto e tendaggio in tinta, guardo subito il bagno che ha la doccia e, piacevolmente, vedo che è pulito, poso la borsa e vedo che c’è anche il televisore ed il frigo bar, nel complesso non è male, certo non è un quattro stelle ma, per una notte, va bene guardo l’orologio, sono solo le otto e mezzo, poi ho anche fame, nel frigo bar ci sono solo noccioline ed uno snack, vabbè vado a mangiare qualcosa, ci sarà un posto vicino, quando esco dalla porta ritrovo i due del furgone, hanno avuto la mia stessa idea, d’istinto mi viene di dirgli
- Andiamo insieme, con la mia macchina, inutile muovere anche il vostro furgone, o dopo cena dovete andare da qualche altra parte ?
- No no, grazie, dobbiamo solo tornare qua, va benissimo per noi, vero Angelo?
Rivolto al collega il quale risponde affermativamente, raggiungiamo il centro abitato e lì troviamo una trattoria, c’è un po’ di gente, si vede che si mangia bene, in effetti ne ho presto la riprova, si davvero buono tutto, mentre aspettiamo l’ordinazione e durante il pasto mi raccontano che sono a Milano per fare la manutenzione di un impianto, non ho capito bene di che tipo, io gli racconto che sono andata a trovare un’amica che però è dovuta andar via per un problema con la mamma e, quindi non mi ha potuto ospitare e che me ne tornavo a casa a Rapallo il giorno dopo. Ordinano anche del vino e dicono
- Tanto non dobbiamo guidare, abbiamo una bella signora che ci fa da autista
- Però mezzo bicchiere lo bevo anch’io, o non vi fidate?
- Dai mezzo bicchiere glielo concediamo
Quello che parla di più con me si chiama Sergio, cerco di non pensare ai fatti della giornata e a godermi la cena e la compagnia, ad un tavolo ci sono anche 6 anziani col cappello alpino che, ad un certo punto si mettono anche a cantare, applaudiamo quando finiscono, poi, dopo il caffè chiediamo il conto e Sergio paga per tutti e tre, offrono loro, dice. Tornati al motel ricomincia l’ansia, li invito
- Volete bere qualcosa? Nel mio frigo bar ho visto anche delle bottigliette di liquore
- Volentieri, aspetti che prendiamo anche le nostre

Saliamo da me e, subito
- Ah beh ma lei allora è raccomandata, la sua camera è molto più bella della nostra
- Si, non è male, e poi ci devo passare solo una notte
E butto lì
- Solo e….. da sola
- Beh se stanotte ha problemi basta che ci bussi alla porta e arriviamo
- Grazie, preparate i bicchieri che io vado un attimo in bagno
Ormai non mi trattengo più, vado in bagno, mi spoglio, mi avvolgo il corpo nel telo grande e rientro in camera, mi guardano straniti ma Angelo mi porge il bicchiere, bevo d’un fiato, dev’essere brandy e poi
- E voi non volete mettervi più comodi? Io mi metto a letto, non fate complimenti
Scosto copriletto e coperte e lascio cadere a terra l’asciugamano e mi infilo a letto, restano decisamente interdetti ed io guardandoli
- Beh non avevate detto che dovevo solo bussare?
E sulla testiera del letto con le nocche faccio toc toc
Si riprendono subito, non penso qualcuno si sia spogliato più velocemente, fatto questo si infilano a letto uno per parte, io sono gelata, il contatto con i loro corpi caldi mi provoca un brivido, ho le loro mani forti che frugano il mio corpo, le loro labbra che mi baciano ovunque, io con le mani cerco le loro virilità e me ne approprio, Angelo è quello più pronto e gli salgo sopra penetrandomi con un sospiro e cominciando a cavalcarlo continuando a baciarlo, le mani di Sergio continuano ad accarezzarmi, con la mia cerco il suo membro e sento che è pronto anche lui, mentre ansimo per la cavalcata con Angelo gli dico
- Dai vieni anche tu, non ti piace il mio culetto?
Non se lo fa ripetere due volte, mi allarga le chiappette e ci infila la sua asta durissima, fa piano ma ci si infila completamente prendendo subito il ritmo con il suo amico dentro di me, Dio come godo, mi sbattono per bene e sono sospiri, ansimi e grugniti, mi riempiono di sborra che si mischia ai miei orgasmi, rimaniamo abbracciati e poi mi inginocchio in fondo al materasso in modo da avere i loro due cazzi a disposizione della mia bocca e comincio a leccarli ripulendoli, e a stuzzicarli con le dita e le labbra, li lecco e li succhio, li insalivo, li sego, li mordicchio, ho ancora voglia, si scambiano di posto e ricominciamo, stavolta loro ci mettono di più e, per me, il piacere dura più a lungo, passata la mezzanotte siamo ancora lì ce la fanno ancora una volta, però uno per volta poi mi addormento soddisfatta, completamente impiastricciata di sperma ma soddisfatta.
Quando mi sveglio loro non ci sono più, faccio una bella doccia calda, mi vesto con i miei ricambi e scendo, il loro furgone non c’è più, all’uscita mi restituiscono i documenti, pago la camera e me ne vado, devo comunque chiamare la mia analista per un appuntamento perché l’ansia sta ricominciando.
scritto il
2022-12-05
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