30 anni

Scritto da , il 2022-11-20, genere prime esperienze

30 anni

Primavera 1987, ho appena compiuto 30 anni, l’anno scorso è mancata la nonna e a gennaio, dopo neanche 3 mesi il nonno, i miei punti di riferimento, oggi pomeriggio devo andare dal notaio per la lettura del testamento ma non mi aspetto alcuna sorpresa, il nonno me lo ha già fatto vedere tempo fa, aggiungerò alcune proprietà a quelle che già ho compresa la loro casa che però non affitterò ma venderò, primo perché non voglio doverci tornare per qualsiasi motivo e trovarci altre persone che non siano i miei nonni e, quindi, una volta venduta non ne avrò più il motivo, secondo perché è grande e, per affittarla, dovrei chiedere cifre troppo alte vista anche la zona centrale in cui si trova.
Di ritorno dal notaio che è stato molto gentile e si occuperà lui di tutti gli adempimenti per la successione sono passata a casa dei nonni a prendere alcuni oggetti personali che intendo tenere per me, domani poi avrò appuntamento con l’incaricato della casa d’aste per i quadri, tranne quelli che sono in banca che non venderò, con un antiquario per i mobili e con un agente immobiliare per la vendita.
Decisi di smettere il nero, ed indossai un tubino bianco corto, chiaramente anche la biancheria di pizzo era dello stesso colore, e così le scarpe decoltè con tacco 10, orecchini di perle e lo stesso la collana, avevo anche cambiato pettinatura, avevo tagliato i capelli che, sempre folti però arrivavano a coprirmi il collo arrivando giusto alle spalle, il primo ad arrivare fu l’agente immobiliare, gli feci visitare la casa, ne illustrai le caratteristiche ed i pregi, mi dette poi una valutazione, secondo me troppo alta e, comunque parlava troppo e poi mi chiamava signora, non mi piaceva proprio, gli dissi che ci avrei pensato e lo congedai giusto in tempo per ricevere l’antiquario che fotografò tutti i mobili e che, molto professionalmente, mi disse che mi avrebbe fatto avere una sua valutazione ed un’offerta, poi arrivò una coppia, lui in doppiopetto sui cinquant’anni lei circa della mia età, forse qualcuno di più, molto elegante, capelli lunghi rosso tiziano che le invidiai, come i suoi occhi verdi, guardarono i quadri, guardarono i certificati e le fatture di acquisto, guardarono anche il retro delle tele, mi dissero che era una bella collezione con dei valori non altissimi ma valida, sapevano anche di quelli che erano in banca ma dissi loro che quelli non li avrei venduti e la cosa non gli fece sicuramente piacere, comunque, anche loro, molto professionali, mi dissero che mi avrebbero fatto avere una valutazione sia della base d’asta sia di quello che, secondo la loro esperienza, avrei potuto ricavare. Se ne andarono lasciandomi sola con Maria, la domestica alla quale diedi appuntamento al pomeriggio per liberare gli armadi, mi disse che, se non era un problema per me, avrebbe portato anche i due figli, aveva due gemelli che avevano 16 anni e che, disse lei, se non gli stava dietro non avrebbero fatto i compiti perché lo studio non era proprio una loro priorità, le dissi che non era un problema e che, anzi, ci avrebbero potuto dare una mano con le cose più pesanti; io andai a pranzo in una pizzeria in via Bagutta e poi a casa a cambiarmi.
Misi qualcosa di comodo, tolsi i gioielli il tubino e le scarpe, indossai un vestitino bianco corto con elastico in vita ed allacciato sul davanti, le mie superga bianche da tennis e tornai nell’appartamento dei nonni, Maria era già lì, mi disse che i ragazzi erano nello studio a fare i compiti, la divina commedia, mi disse, lavorammo un paio d’ore, veramente Maria lavorò, io mi limitavo a guardare le cose ed a riempire una paio di scatole con alcuni oggetti che volevo tenere per me recuperati dai cassetti, la nonna aveva anche un paio di pellicce che le dissi di tenere per se come anche tutti i vestiti che voleva, il resto di metterli nei sacchi e portarli in parrocchia, le regalai anche tutta la biancheria come lenzuola, coperte ecc, ci sarebbe voluto un furgoncino per portare via tutto, disse lei, avrebbe parlato con il sagrestano, ci avrebbe pensato lui, ci mancavano ancora alcuni locali da visitare come il salotto, il soggiorno, la cucina e lo studio, altre, chiaramente ai bagni, però squillò il telefono e Maria che rispose mi disse che doveva scappare a casa perché la madre stava male, le dissi di non preoccuparsi che avremo finito un altro giorno, anche se mi sarebbe piaciuto chiudere in giornata, lei allora disse che avrebbe lasciato i gemelli se avevo bisogno e che lei sarebbe tornata per sera, accettai, quindi andò ad avvertire i ragazzi e se ne andò.
Decisi di cominciare dai bagni per recuperare tutti i medicinali e metterli in una borsa che poi Maria avrebbe portato in farmacia, dopo una mezzoretta entrai nello studio, i ragazzi chiusero immediatamente i libri e si alzarono, non li vedevo da quando avevano una decina d’anni, erano cresciuti, alti praticamente come me, forse di più, mi sembrarono nervosi, come se li avessi interrotti in qualcosa che non avrebbero dovuto fare, ero stata ragazza anch’io, conoscevo quell’atteggiamento
- Tranquilli ragazzi tranquilli, sedetevi pure continuate a studiare
e mi avvicinai al tavolo che il nonno usava come scrivania, loro rimasero in piedi dietro al tavolo
- Ah la divina commedia, Dante, mi è sempre piaciuta, soprattutto l’inferno
ed aprii il libro che avevano chiuso al mio ingresso, dentro non c’era un quaderno ma un giornalino, fumetti con una bella copertina evidente ed il nome “Messalina”, lo presi in mano e lo sfogliai
- Ah non avevo mai visto questa versione a fumetti
Prendendoli in giro
- Allora è cosi’ che studiate? Guardando un giornaletto pornografico? Alla vostra età poi, ma non avete una ragazza?
- Beh no, si è che ….
- Che cosa?
- Non è che con le nostre ragazze facciamo …… quello
La conversazione mi stava intrigando e poi mi divertivo a vederli in difficoltà
- Beh ragazzi non è che quello che vedete in quei fumetti rispecchi proprio la realtà
- No vabbè ma forse ……..
- Insomma ma avrete visto le vostre ragazze senza vestiti no?
- No no, solo in costume da bagno
- Ho capito, vabbè, farò finta di niente, chiamate la mamma vedete un po’ che tempi ha, poi venite di là e me lo dite
- Va bene signorina
Tornai alle mie faccende lasciandoli con il loro giornaletto però mentre liberavo altri cassetti continuavo a pensare ai due ragazzi e, sinceramente, i loro discorsi mi avevano eccitato, Elena, Elena sono piccoli, poco più che ragazzi, mi dissi ma che ragazzi , mi risposi da sola, chissà quante seghe si fanno su quei giornaletti.
Uno dei due Giorgio venne a dirmi che la mamma ne aveva almeno per un paio d’ore, beh ero partita ormai,
- Ok allora vai a chiamare tuo fratello e raggiungetemi in quella camera
Gli avevo indicato la porta di una delle camere degli ospiti, quando arrivarono tutti e due li aspettavo seduta sul bordo del letto
- Chiudi la porta, poi venite qui tutti e due
Obbedirono subito, avevano pantaloncini corti e maglietta, misi le mie mani sui loro membri che si drizzarono oltre la stoffa
- Giù i pantaloni
- Ma ……
- Ok avete ragione, comincio io,
mi alzai, andai dall’altra parte del letto e mi slacciai il vestitino, poi tolsi le scarpe e gattonai sul letto riattraversandolo, avevano gli occhi fuori dalle orbite e Dio stavano arrossendo e ripetei
- E adesso giù i pantaloni
Beh erano uguali anche lì, glieli presi in mano
- Questo ve lo fanno le vostre ragazze?
- Si si ma non proprio così
Io li stavo accarezzando lentamente, anche i coglioni già belli gonfi, li scappellavo guardandoli in faccia, poi li lascia un attimo per togliere il reggiseno e gli presi le mani e gliele feci appoggiare sopra i miei seni, poi ripresi in mano i loro cazzi e ricominciai a segarli, ci vollero giusto 5 minuti perché schizzassero la loro crema bianca
- Oddio scusi
Parlavano anche in coppia
- Non preoccupatevi, capita
Presi un asciugamano e mi pulii le mani, poi mi tolsi le mutandine e mi sedetti di nuovo sul bordo del letto, impugnando di nuovo i loro membri e iniziando a pulirli con la lingua, interrompendomi un attimo
- E questo ve lo fanno le vostre ragazze?
- No no questo no
Continuai a leccarli e a succhiarli per un po’, erano giovani, recuperarono quasi subito, i loro cazzi erano ben proporzionati, non troppo grandi ma neppure sotto misura, mi tirai indietro sul letto e mi misi due dita nella farfallina, subito il mio clitoride si erse, inoltre ero bagnata
- Ragazzi questo è il clitoride, se volete far godere una ragazza dovete prestargli attenzione, provate a toccarlo
Furono un po’ precipitosi
- No, non così, leggermente, accarezzandolo con due dita, giocateci delicatamente
Mamma mia che sensazione ero già un lago
- Ora venite qui
Salirono sul letto anche loro, presi ancora in mano il membro di Giorgio, o almeno pensai fosse lui, li distinguevo a fatica,
- Ok ora vieni qui
Lo tirai sopra di me e sempre tenendoglielo in mano lo guidai dentro di me, sperando che sarebbe durato più di prima
- Avanti, adesso muoviti, avanti e indietro
Io ne assecondavo il movimento e lo seguivo,
- Così. Bravo, spingi più forte, ecco dai mi stai facendo godere, continua
Non continuò e mi venne dentro all’improvviso e poi uscì da solo spostandosi
- Andrea vieni qui
Non se lo fece ripetere due volte, imitò il fratello e mi venne sopra, non dovetti guidarlo, era stato attento,.
Mi sembrava più attivo del fratello ed usava anche le mani toccandomi il seno e poi mi baciò, ecco, era già più avanti di Giorgio, riuscii a venire con lui, poco prima che anche lui facesse lo stesso, ora salivo in cattedra
- Ecco ragazzi adesso avete avuto il vostro primo rapporto, però dovete cercare di trattenervi e resistere di più prima di eiaculare e poi non dovete pensare solo alla penetrazione, alle ragazze piace essere accarezzate, baciate, anche lì, come piace a voi quando ve lo fa una ragazza
Guardai l’orologio, era passata solo una mezz’ora, avevamo tempo e continuammo la lezione, mi alzai dal letto soddisfatta sia sessualmente che di me come insegnante, l’avevano fatto altre due volte per uno e gli promisi altre lezioni, quando Maria arrivò e mi chiese se i ragazzi erano stati bravi non potei dirgli altro che erano stati perfetti ed avevano anche studiato bene.

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