Essere normali ( a pink_ ) 1 di 2

Scritto da , il 2020-01-08, genere sentimentali

" Clà quant'è che ci conosciamo ormai ? Tre mesi, quattro ? Ogni giorno portiamo i bambini a scuola, colazione qui, mezz'ora, poi ciao. E poi ? Sarà sempre così ? "
Carola, ragazza madre, che non stava dicendo nulla di sbagliato, ma già mentre le uscivano le parole si sentiva fuori posto, respinta, scema per essersi sbilanciata così.
Col suo fisico da tappa chiatta, il culone, la faccia tonda che cercava di compensare col taglio di capelli asimmetrico, scema.

" Abbiamo tutti e due gli impegni, già potersi vedere quasi ogni giorno è una fortuna. Però, lo so, non ho mai fatto nulla per trovare più tempo, vero ? "
Claudio, che aveva lasciato la veneziana a metà e tormentava la fede d'oro al dito, come sempre. Non l'aveva mai tolta, anche se la moglie era morta da più di un anno.

" Ci siamo detti tutto, non c'è più nulla da raccontare, adesso devo sapere se può esserci qualcosa di più tra noi. "
Il caffè di Carola era fermo a raffreddarsi sul banco, messo per il lungo del bar, due tavolini stavano nel fondo, ma loro avevano sempre fatto la loro mezz'ora di colazione in piedi, una specie di abitudine.

" E' per il fatto della gita. credi che io non ci abbia pensato ? Vanno tutte e due le classi, dormiranno una notte fuori. Usciamo e facciamo serata ? "
La luce veniva tutta dall'entrata, il bar è uno scatolone al piano terra di un condominio, infilato tra due negozi delle stesse dimensioni.
Fuori, l'entrata della scuola Salimbene domina da sopra la sua scalinata uno spiazzo ottenuto allargando il marciapiede e circondandolo con bassi alberelli, inframmezzati a una delle ultime cabine telefoniche, un cassonetto, un lampione usato come sostegno per le biciclette, ammucchiate.

" Vorrei prepararti io la cena, vorrei farti vedere la mia casa. Quand'è che avremo ancora tempo. "
Pioveva tanto la prima volta. Lei già da prima usava fermarsi al bar davanti la scuola, ma quel giorno c'era quell'altro signore che scendeva i gradini, aveva lasciato l'ombrello al figlio e gli rimaneva solo il cappello come riparo.
Carola lo aveva già notato altre volte, sembrava tanto spensierato quando era col ragazzino, ma appena solo intristiva e si allontanava evitando lo sguardo degli altri, come se dovesse scoppiare a piangere.
Un atteggiamento che conosceva bene, anche lei quante volte.
E vederlo così, sotto l'acqua, le aveva dato il coraggio per rivolgergli la parola.

" Va bene. Da te allora. "
Non l'aveva detto con entusiasmo, era pensieroso, ma insomma, almeno aveva detto si. Non si poteva pretendere che il peso dei ricordi, per quel che aveva perso, lo abbandonasse in un attimo solo.
Ci furono altre colazioni prima della gita, con lui sereno, spiritoso, ma superficiale, come se considerasse tutto rimandato.
Lei che non insisteva per paura di vederlo fuggire, era abituata a vederli fuggire, anche senza una ragione, tanto che tutta quella situazione non le pareva neppure strana.

Arrivato quel giorno, si svegliarono molto presto per portare i figli alla corriera, nel parcheggio dietro la trattoria del casello autostradale.
Freddo e buio come il giorno che si erano conosciuti, e lo stesso contorno di voci di ragazzi e altri genitori affaccendati, solo in uno scenario più triste, con le siringhe abbandonate tra le piazzole e i tre piani del magazzino di vestiti a prezzi scontati, dall'altra parte della strada, che sembravano una foto in negativo nella mezza luce del primo mattino.
Tempo di spingere il figlio su per la scaletta e perdere il contatto, Carola avrebbe dovuto sentirsi sollevata per avere a disposizione tutto il giorno, invece provò un estraniamento.
Era davvero lei ? Esistevano veramente quel posto e quelle persone ? Claudio era li, stava dicendo qualcosa, ma non lo capiva, avrebbe voluto abbracciarlo, così, davanti agli occhi di tutti, solo per assicurarsi di essere nella solida realtà, e chiedergli se era vero che quella sera sarebbero stati assieme. Ma non sta bene fare così, riuscì a trattenersi, anzi disse di avere del lavoro straordinario che la costringeva a andarsene subito.
In realtà aveva preso un giorno di ferie, per poter passare il mattino dall'estetista e cucinare nel pomeriggio, poi chiamò Claudio per scusarsi ancora e ricordargli l'ora dell'appuntamento. Alla fine trovò anche quella ventina di minuti per rifinire il trucco.

Il campanello suonò puntuale a sufficienza, era elegante, aveva portato una bottiglia di Pierson-Cuvelier rosè, tutto come si poteva prevedere, e però rimaneva ancora distaccato, una cortesia fredda che faceva male, e quella fede che continuava a tormentare con la mano. Carola pur con tutta la sua pazienza stava per scoppiare, ma fu anticipata.

" Non ti ho mai detto come è morta mia moglie. "
Non era una domanda, ma una affermazione secca a tagliare un silenzio durato troppo a lungo.

" No, infatti.. "

" Neanche a Filippo l'ho detto, neanche ai suoceri, i suoi genitori, non ho voluto dirgli la verità. Ma a te devo dirla, ho bisogno di farti capire perchè sono diventato così. "

Le versò un bicchiere dello champagne appena stappato, si accomodarono sul divanetto vicino all'ingresso. Non c'era altro, visto che Carola aveva dovuto trasformare il soggiorno in una camera per il figlio.

" Era la fine dell'anno, sai quando si sta in famiglia per le feste e i nodi vengono al pettine, ecco c'eravamo quasi. Ma prima aveva la festa della ditta, lei era un po come te, aveva un impiego simile e ogni fine anno dovevano fare questa cena tra colleghi. La sua amica Simona è venuta a prenderla con la macchina.. allora abitavamo in una casa fuori città.. avrebbe dovuto riportarla, ma sul tardi ancora non l'avevo vista arrivare.
Non mi sono preoccupato, avevo sonno, ma quando il telefono ha suonato alle quattro di mattina, e mi sono svegliato solo nel letto, ho capito subito. Il carabiniere non aveva cominciato a parlare che già mi ero visto passare davanti tutta la nostra vita, giuro, tutte le cose che non avevo fatto e non le avevo detto, solo perchè credevo che ci fosse ancora tempo. "

" Oh, ma allora.. anche l'amica ? .. "

" Ecco, lo avevo pensato anche io, ma non potevo lasciare solo il bambino, andava ancora alle elementari, ho dovuto aspettare il giorno per poter andare a riconoscere il corpo, ed è uscito che la grandissima zoccola di Simona aveva lasciato che l'accompagnasse a casa un altro collega loro. Il quale però, invece che riportarla, era andato a infilarsi in una carraia di sto cazzo in mezzo al nulla, e andava anche veloce, per cui si sono schiantati! "

Lo champagne aveva un sapore particolare, agrumato, sembrava succo di pompelmo rosa, lo stesso amaro delle parole di Claudio.

" Forse. Avevano sbagliato strada. Avranno bevuto. "

" No ! Non avevano sbagliato strada. L'urto li ha sparati fuori dalla macchina perchè non avevano le cinture, ed era molto chiaro perchè non le avessero.
I Caramba ci hanno dovuto pensare prima di darmi i particolari dei rilievi, ma hanno deciso che dovevo sapere. Era li morta in mezzo all'erba tagliata, e aveva la bocca piena di sperma.. lui anche morto più in la, con l'affare di fuori, non c'era proprio da sbagliarsi. E l'ho visto, mi hanno mostrato la foto, aveva un baobab tra le gambe quello, una roba impressionante !
E mi dici tu come si fa a competere ? Se fosse stata una cosa di soldi, o di bellezza, potrei dirmi che se mi fossi impegnato di più, magari una promozione, della palestra, non avrebbe preferito quello e non sarebbe andata così. Ma il baobab ? Quella non è una cosa che si può cambiare. E' come dire che già dalla nascita era deciso che non le sarei bastato e per questo sarebbe morta. "

Carola gli si avvicinò per confortarlo, ma lui era perso nei pensieri e continuava a parlare senza farci caso.

" Me lo aveva anche detto prima : devi crescere. E io mi ero impegnato a prendere le cose sul serio, a essere regolare in tutto. Col risultato che già due mesi prima della cena, aveva cominciato a dire che non la stimolavo più come una volta. Forse ero io ingenuo che non avevo capito cos'è che voleva veder crescere !"

" Hai paura di essere normale ? "

Gli aveva preso la spalla con le due mani per svegliarlo da quei ricordi, lo sentì scuotersi come se lo avesse scottato.

" Puoi dire di no, ma comunque ti capisco perchè anche io ho paura di esserlo. Non ho avuto un dolore come il tuo, però ci ho sofferto.
Anche io non ti ho mai raccontato come sono diventata ragazza madre. E' che se fossi davvero bella, oppure proprio da buttare via, saprei qual'è il mio posto.
Invece no, essere normali come tanti significa vivere sempre col dubbio. C'era all'università quello bello che piaceva a tutte, potevo averlo o non sarei stata abbastanza ?
Non lo sapevo. Ma nel dubbio avrei voluto provare, possederlo, si possederlo anche per una volta sola ! E infatti così è andata, una volta sola, ma è stato abbastanza per rimanere in cinta.
E l'ho tenuto il bambino, sono contenta di averlo tenuto, anche se ho dovuto lasciare gli studi, trovare subito una occupazione che mi tenesse a galla, tutto quasi senza un aiuto... "

Non le fu possibile continuare, Claudio l'aveva zittita con due dita sulle labbra, poi aveva cominciata a baciarle la guancia.

" Ssss, non dirle queste cose. Non voglio sentirti dire che saresti da buttare via. Non lo sei. "

A volte consolare è più facile che essere consolati. Era passato a baciare sotto l'orecchio, le teneva ancora le dita sulle labbra e lei le aveva aperte per succhiare le punte.

" Io lo so che mi andresti bene. Non sarebbe per una volta sola. "

Si staccò un attimo per guardarla negli occhi, a quel punto era inevitabile che le lingue si toccassero, e che lei gli occhi li chiudesse.

" Se io fossi capace di fidarmi ancora. Ma non ci riesco. E' per questo che non voglio approfittare.. "

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