Lo zio Carlo

di
genere
incesti

Lo zio Carlo, fratello di mia madre, è sempre stato il mio idolo, non si è mai sposato, e a detta di tutti un donnaiolo inpenitente.
Io sin da piccolo ci sono andato d'accordo, era il classico zio, che ti porta regali, ti porta in gita, al mare gioca sempre con tè, e passi dei momenti bellissimi con lui, anche se verso i miei quindici sedici anni, avevo notato che le sue attenzioni iniziavano a diventare un po' più morbose.
Io devo dire però, che ho da sempre avuto tendenze omo, le ragazzine non mi interessavano più di tanto, anche se non ero ancora totalmente attratto dai maschi, era una transizione credo, e credo che lo zio Carlo, lo abbia capito.
Fù l'estate dei miei diciassette anni, che tutto avvenne, come sempre trascorrevo luglio e agosto dai nonni al mare, i miei mi raggiungevano per agosto, e quindi rimasi tutto luglio con i nonni e lo zio, e andavamo al mare io e lui, poi dopo i primi giorni, mi chiese se avevo una ragazza, e io tutto rosso dissi di no, e lui insisteva per sapere e conoscere la mia situazione, e così piano piano parlammo di donne e sesso, e inevitavilmente di uomini.
Poi un bel giorno, mentre mi stavo cambiando in cabina, lui entrò, e si denudò per cambiarsi, e mi disse che non c'era nulla di male tra uomini, e così, vidi lo zio nudo, e vidi il suo cazzo, stupendo, dritto, scappellato, turgido, con una cappella lucente, e così, ad un tratto il mio cazzetto si indurì, e divenne bello duro, ero imbarazzato, lui vedendolo duro, mi fece un buon apprezzamento, e con naturalezza lo prese in mano, e guardandomi negli occhi, iniziò a segarmelo, e iniziò a parlarmi, ma non udii nulla, mi sembrava di volare, e un attimo dopo venni nella sua mano, e lui la raccolse tutta nel suo palmo e poi se la portò alla bocca e la bevve tutta, complimentandosi con mè.
Poi uscimmo e andammo al mare, passai una giornata pazzesca, ero intontito e non lasciavo un attimo la zio, la vista del suo cazzo, la sega che mi aveva fatto, era pazzesco, e così, a pomeriggio inoltrato, tornammo in cabina, e una volta nudi, mi avvicinai a lui, e presi in mano il suo bastone, lo palpai, lo guardai, e iniziai a fargli una sega, eravamo vicini, molto vicini, lo guardai in viso, e come attratto da lui, mi avvicinai e lo baciai, sentii la sua lingua, e quasi svenni, mi abbracciò, e mentre il bacio interminabile proseguiva, mi appoggiò alla parete, afferrò il suo cazzo, e iniziò a segarsi velocemente, e poi ad un tratto staccò la sua bocca dalla mia e mi disse, tesoro, inginocchiati, che lo zio ti dà il lattino, il lattino, la sola parola mi fece venire, mi inginocchiai, e dopo un attimo lo zio sborrò, getti densi e collosi a rafica nella mia bocca, e io iniziai a bere, fù stupendo, aveva un gusto dolce e cremoso, la bevvi tutta.
Poi ci rivestimmo e andammo a casa, e da quel momento nulla fù più come prima.
Nei giorni seguenti, io e lo zio passavamo sempre più tempo insieme, e alla notte lo raggiungevo in camera sua, dove mi iniziò, all'art del pompino, a come far godere un uomo, con i toccamenti, con la lingua e con la bocca, iniziò ad acquistarmi indumenti femminili da ragazzina e poi le prime scarpe, i primi vestitini, e di giorno, fuori casa, in auto io mi trasformavo in Paola, la sua nipotina, e andavamo a fare dei meravigliosi giretti e ci si appartava, ma fù poco prima dell'arrivo dei miei che raggiunsi il culmine, che poi condizionò la mia vita.
Un giovedì, i nonno andarono a trovare dei parenti molto distanti, si sarebbero assentati sino al sabato, e così, dopo la loro partenza, lo zio mi fece mettere da Paola, indossavo un bellissimo intimo arancione, un vestitino a fiori, e un paio di decolté tacco otto, non ero ancora abituata a tacchi vertiginosi, mi ci sarei abituata da lì a poco, e mi mise un rossetto rosso, ero stupenda, andammo in città, a fare delle spese, intimo, vestitini, e trucchi vari, per mè, io ero a mio agio en femme, sebravo proprio una ragazzina, anzi mi si rivolgevano al femminile, non sapendo chi fossi veramente, e la cosa mi eccitò, per fortuna che lo zio mi aveva insegnato a nascondere il mio pisellino, e a scaricarlo ogni mattina, per impedigli eventuali erezioni, e cosi poi ci incaminammo in auto per casa, e lì, ad un tratto non resistetti, e vidi spuntare il mio cazzetto, durissimo e a gonfiare la parte anteriore del vestito, lo zio si accorse e accostò l'auto, eravamo ancora in centro, mi guardò e disse ottimo signorina, ora scendi e incamminati al prossimi semaforo, ti attenderò li, ma zio dissi, si vede che è duro si noterà che sono un maschietto, è quello che voglio, forza scendi, scesi e lui partì, e andò a farsi un giro.
Io iniziai a camminare il mio cazzetto stusciava la seta del vestito e si induriva sempre più, avendo poi scappellato iniziò a bagnare il vestito, cercavo di nascondere con le mani ma non ci riuscivo, e ad un tratto, mi si avvicinò un vecchio, e mi disse, carina cosa fai tutta ola, seguimi che ci divertiamo, dai, io fuggii, e correndo si vedeva ancora di più la pretuberanza, e un attimo dopo si affiancò lo zio e salii velocemente, raccontandogli poi l'accaduto, lui rise e ci dirigemmo verso casa.
Una volta a casa, ci incamminammo in spiaggia, e in cabina, dopo che mi segò per scaricarmi, mi fece indossare un bikini, ma zio dissi mi conoscono qui, tranuilla e poi sei con lo zio no? eseguii, e una volta in spiaggia, sembravo un'adolescente, molto cari, con poco seno, ma culetto e coscie stupende, presi il sole, e qualcuno mi riconobbe ma non disse nulla, anzi, mi lanciarono occhiate di apprezzamento, e poi rincasammo, una volta a casa si notava il segno del costume a due pezzi, e lo zio si eccitò, mi prese per mano e mi accompagnò in camera, eravamo soli per due interi giorni e due notti, mi baciò, e iniziò a toccarmi.
Eroeccitatissima, scese e iniziò a farmi un pompino stupendo, e in un attimo venni, e lui bevve tutto il mio seme, e poi toccò a mè, mi diedi un gran dafare, ingoiavo tutti i suoi venti centimetri di cazzo, sino alle palle, e poi dopo una buona mezz'ora, mi staccò, mi fece stendere a schiena sotto, sollevò le mie gambe, avevo solo i tacchi, si eccitava a vedermi con le scarpe, e poi iniziò a leccarmi il buchino, e io iniziai a venire sia davanti che dietro.
Passò un'eternità, ero sconvolta, e poi si sollevò, prese del lubrificante, lo spalmò sulla sua nodosa nerchia, e ne spruzzò una buona quantità nel mio ano, e poi appoggiò la sua cappella, e mi disse, Paola da oggi diventerai una femmina, la mia femmina, e delicatamente infilò la sua cappella, mi procurò dolore, e bruciore, ma lui non mollò, e spinse delicatamenate il suo menbro dentro di mè, sentivo il percorso che faceva dentro di mè, era doloroso e piacevole, poi all'apice della penetrazione, lo zio mi disse, ora entro tutto, ti farà male ma poi passerà, e ti piacerà, spinse, mi sentii rompere, e svenni un attimo.
Appena ripresami, lo zio iniziò a scoparmi, il bruciore decresceva e il piacere crebbe, iniziai ad ansimare, e ad incitarlo, a scoparmi più in fondo, il piacere cresceva, e sentivo colarmi tra le coscie qualcosa, era il mio piacere misto al sangue, come scoprii più tardi.
E così venne dentro di mè, innondandomi di crema bianca. mentre io urlavo il mio piacere, ero finalmente stata sverginata.
Passammo così, due notti e due giorni di fuoco, dove mi prese a ripetizione più volte, facendomi godere come mai successe nella mia vita.
Poi arrvarono i nonni e i miei genitori, e così, le notti le dovevo passare da sola, ma di giorno, con varie scuse ci allontanavamo e consumavamo il nostro amore, e quando eravamo soli, in spiagge limitrofe, io mi mettevo il mio bikini.
Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi, e così una sera mentre mi facevo la doccia mia madre entrò, e vide il segno, ormai visibile del costume, e mi chiese cosa fosse successo, le dissi che di nascosto, da sola indossavo intimo e il costume perché mi piaceva fare la femmina, e così, mia madre fù al corrente della mia natura, diciamo femminile, non capìì che c'era lo zio di mezzo, lo seppe dopo, e così, iniziò a cercare di convincermi, che era sbagliato, e che dovevo essere aiutata da uno psicologo, ma col passare dei giorni, si arrese e iniziammo ad andare per negozi come mamma e figlia, a fare acquisti, al femminile, poi papà, rientrò al lavoro, e io rimasi con lei, e una sera, le dissi, che ero l'amante dello zio, con naturalezza, e che avevo perso la mia verginità, e che lo amavo.
Non fù semplice, ma dopo ana chiarificazione con lo zio, accettò la cosa, e tornai a dormire con lui per il resto della vacanza, spesso ci veniva a trovare, e più volte ci ha trovati intenti a fare sesso, e ad osservare la sua bambina che prendeva il randello di suo fratello.
Poi una volta a casa, con scuse varie, passavo notti e giorni da lui, come sua donna, e dopo alcuni anni, mi sono trasferita definitivamente dallo zio, ci siamo sposati pochi anni dopo in spagna, e io ho subito un paio di interventi di femminilizzazione, ossia un seno nuovo, una quarta bellissima, e l'asportazione dei testicoli, ormai il mio pene era morto, ma lo ha voluto li, a ricordo di quando ero maschietto, ora vivo felicemente sposata e donna.


I
di
scritto il
2019-02-17
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