Carne e Desiderio

di
genere
trio

La luce calda della lampada a lava proiettava sulle pareti ombre ondeggianti mentre Giada, con il respiro affannoso, incontrò lo sguardo di Luca, scorgendo la luce inconfondibile del desiderio nei suoi occhi. Le sue dita toccarono prima la tela dei jeans, poi la morbida pelle nuda al di sopra del ginocchio, con un movimento lento, voluttuoso, destinato a salire sempre più in alto. Ogni centimetro di pelle che il suo palmo esplorava diventava un focolaio di altri brividi, fomentando l’umidità crescente fra le cosce della giovane donna. Lasciò andare un sospiro tremolante e si voltò di lato, notando Sara stesa sul divano in pelle: la testa appoggiata allo schienale, le labbra socchiuse in gemiti bassi, le cosce spalancate senza vergogna perché Luca, con la mano libera, accarezzava il seno pieno e turgido di lei, sfiorandone il capezzolo duro sotto il sottile tessuto della maglietta.
Luca piegò la fronte finché la sua bocca non si trovò a sfiorare l’orecchio di Giada. «Sei pronta per lui, tesoro?» sussurrò, e la voce ebbre di eccitazione le fece spezzare un brivido lungo la schiena. Il profumo di his skin, misto di bergamotto e sudore salato  le riempì le narici, accelerando il ritmo del suo cuore. Giada annuì, incapace di parlare, le dita intrecciate fra i capelli di Luca per tirarlo un po’ più verso di sé, mentre con l’altra mano cercava il calore solido di Sara. A quel contatto Sara aprì gli occhi scuri, brillanti, e con un sorriso languido si alzò dal divano: la gonna leggera le scivolò ancora più su le cosce, mostrando la figura liscia, priva di qualsiasi biancheria. «Tutte e due insieme», dichiarò, la voce roca come un rasoio che tagliava il silenzio basso della stanza. Il suono vibrò nell’aria e Giada sentì l’impulso carnale spingersi contro le pareti del suo ventre.
Luca si liberò dalla camicia con un gesto deciso: i bottoni saltarono, rivelando un torso scolpito, linee risolute e una pelle ambrata che mandava riflessi dorati. Si abbassò la cerniera dei pantaloni, facendo emergere un cazzo robusto, già turgido e lucido alla punta per un velo di pre-cum. Giada sentì la bocca che si riempiva d’acqua, ma non ebbe tempo di abbassarsi: Luca, infatti, si era già portato dietro di lei, facendola girare lentamente verso il bracciolo del divano. Le sue manone afferrarono i fianchi snelli, mentre la punta di quel cazzo caldo premeva contro le labbra umide della sua passera, dilatandole appena, promettendole la pienezza per la quale ansimava.
Sara si mosse allora come un felino, avvicinandosi alla coppia: sollevò la maglietta lasciando cadere il seno sodo, con i capezzoli turgidi e scuri come ciliegie mature. Portò le mani sulle spalle di Giada, accarezzandole la pelle delicata, poi fece scivolare le dita fino a stringere i capezzoli tesi della sua amica. Le facesse un lieve pizzico e Giada emise un gemito spezzato, spingendo inconsciamente il bacino indietro, cercando quella voglia dolorosa in lei. «Fallo», sussurrò, le parole una preghiera o un ordine, poco importava: doveva esser riempita. Luca obbedì. Con un movimento lento ma costante, fece scivolare il suo cazzo dentro di lei, stirando le pareti strette, facendole assaggiare ogni centimetro di calore e rigidità. Il primo impulso fece vacillare le ginocchia di Giada: il suo corpo si aprì, accettando la violenza dolce di quel possente attacco.
Sara, contemporaneamente, abbassò la testa fra le sue spalle, trovando la bocca di Giada in un bacio che fuse lingue e respiri. Il sapore di lipstick rosso trasferì di bocca in bocca, mescolato al sapore salato del desiderio, mentre le loro mani si cercarono afferrando ciò che trovavano: capelli, seni, fianchi, finché Sara non si abbassò ulteriormente, inginocchiandosi sul tappeto morbido. Con la lingua calda e veloce, disegnò cerchi intorno al clitoride turgido di Giada, assaporando il sapore di umori liberi. Contemporaneamente, fece salire un dito umido fino al buco stretto dell’ano, insistendo con movimenti rotatori, esplorando la ritrosia di quel muscolo serrato. Altri brividi corsero lungo le cosce, arrivando fino alla pianta dei piedi, facendo tremare Giada così violentemente che dovette aggrapparsi al bracciolo di cuoio per non crollare.
Luca, dietro, continuava a pompare con ritmo crescente. Affondava fino in fondo, ritraendosi fino quasi alla fine, per poi colpire di nuovo, il bacino che sbatteva contro le natiche con un suono umido, succulento. Le sue mani lasciarono i fianchi di Giada per avvinghiarle il busto, sfiorandole il ventre e risalendo fino a stringere il seno pieno, tirandolo su in un volume ancora maggiore, cercando il punto più sensibile con il pollice. «Sei stretta… incredibile» ansimò, la voce interrotta dal fiato breve, la fronte madida di sudore che cadeva in gocce sul dorso morbido della donna.
Il piacere di Giada si innalzava a picco diritto, ogni colpo che incontrava l’estasi di quella lingua e quelle dita la portava verso un baratro caldo. Tutto si era ridotto a suoni, odori, palpitazioni: il profumo di sesso che impregnava il divano, il fruscio dei corpi sudati, il tintinnio dei gioielli che Sara indossava al polso e che cozzavano contro la pelle nuda di Giada ad ogni movimento. Sara staccò la bocca dal clitoride per guardare Luca, la sua espressione raggiante di comando. «Voglio sentire il tuo cazzo nella mia bocca», dichiarò, e le sue parole trafissero l’aria come lame afrodisiache. Luca estrasse il suo membro umido con un sospiro rauco, lasciando Giada alle prese con un vuoto improvviso, il suo corpo contratto attorno a nulla, il respiro convulso. Ma non dové attendere a lungo: Sara conquistò quel cazzo gocciolante, inghiottì la cappella arrossata fino in gola in un profondo deepthroat, trattenendo il respiro, la saliva che colava sulle labbra mentre i suoi occhi lucidi fissavano Giada, quasi a mettere in scena uno spettacolo per lei.
Giada, tremante, fece scivolar la mano sul proprio ventre e trovò il clitoride turgido, sfregandolo con movimenti rapidi, decisi. Sara, accorgendosene, lasciò andare il cazzo di Luca con un “pop” sonoro, si voltò verso Giada e le afferrò il polso. «Lascia che sia io a finirla.» Con le dita ancora bagnate di saliva, massaggiò il clitoride senza pietà, mentre Luca tornava a posizionarsi dietro Sara stessa, spingendo due dita dentro la sua passera bagnata. Il ritmo divenne una spirale: Luca scopava le dita dentro Sara, Sara stimolava il clitoride di Giada, Giada gemeva cercando di tenere gli occhi aperti almeno per godersi la visione di quel cazzo lucido e turgido. Il piacere si scompresse in un nodo caldo, pronto a esplodere.

Luca fu il primo a piegarsi. «Ti vengo sulla faccia» ringhiò, estraendo le dita umide e avanzando di fronte a Sara. Lei si inginocciò di nuovo, la bocca socchiusa, la lingua in avanti, accettando. Con un gemito basso, Luca afferrò la base del suo cazzo e lo menò in rapide spazzolate, finché i muscoli non si contrassero, riversando sbuffi bianchi sulle guance e sulle labbra di Sara. Una goccia cadde sul mento, un’altra lambì l’angolo della bocca. Sara, con lentezza provocatoria, passò la lingua lungo il labbro, raccolse il sapore salmastro e sorrise.
Quella visione bastò a spingere Giada oltre il bordo. Il suo corpo si irrigidì, la schiena si arcuò come l’arco di un violino teso all’estremo, e un orgasmo feroce la colpì con spasimi travolgenti. Un grido le uscì dalle corde vocali mentre il suo succo caldo scendeva sulle dita di Sara e sulle cosce di Luca, che si erano tinte di bagliori profumati di femmina. Le onde di piacere si susseguirono per lunghi secondi, lasciandola esausta, tremante, la fronte che stillava vapore.
Il silenzio calò come un manto soffice solo interrotto dai respiri affannosi. Luca crollò sul divano, Sara si lasciò ricadere contro il suo petto, Giada si raggomitolò al loro fianco. Corpi sudati, muscoli tremanti, pelle incandescente si intrecciarono in un abbraccio informe, nel quale le tette di Giada si schiacciavano contro l’avambraccio di Luca, mentre le dita di Sara si perdevano fra i capelli scuri della nuova amante. La luce a lava continuava a muovere le sue bolle colorate, riflettendosi sulle pieghe dei vestiti sparsi, sul cazzo semi-flaccido di Luca e sulle cosce ancora brillanti di sborra e di climax.
scritto il
2025-12-28
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