Una nuova famiglia - capitolo 3
di
ErosScritto
genere
tradimenti
Andrea dopo pochi secondi tornó in un'erezione marmorea, una colonna pulsante e tesa che si ergeva fiera e implacabile, portava ancora le tracce umide e appiccicose del suo seme e della saliva delle sue giovanissime compagne di giochi appena congedate, ad amplificare il tutto c’era il rapporto orale e proibito con sua figlia Martina e la piacevole scoperta della bellissima e focosa Angelica, ardente di passione in quel corpo che pur non essendo scolpito e muscoloso come quello di Giulia, pareva dipinto da un artista rinascimentale e lui ne era attratto come gli orsi col miele e ne desiderava di più. Quella brama irrefrenabile lo spinse, d'istinto, ad afferrare il suo iPhone senza esitare, scattò una foto del suo vigore risorto – un'immagine cruda e audace – e la inviò a Giulia.
Giulia rispose immediatamente con un semplice, provocatorio: "Che hai combinato, Andrea? Sei indomabile..."-e poi ancora “chi te l'ha succhiato amore?...Martina?”;
Lui sorrise, la vena sul suo pene che pulsava ancora più forte al pensiero di lei. "Indomabile," digitò in fretta, "ma solo per la mia regina." Aggiunse un altro messaggio, più diretto, dettato dalla fretta e dalla foga del momento: "Vieni. Subito. Adesso. Ho bisogno di te per finire quello che loro hanno solo iniziato.": “Loro?- scrisse Giulia aggiungendo un emoji preoccupata; “Martina…e la sua amica Angelica…se mi prometti che arrivi subito ti aspetto, altrimenti io comincio con loro…sai com'è quando ho voglia” - scrisse Andrea; L'attesa della risposta fu breve ma carica di tensione. Un secondo, due secondi, il tempo di digitare "Arrivo," fu la laconica, promessa risposta di Giulia, seguito da “...sono già in auto” - e ancora “ti giro alcuni scatti del mio impegno misterioso, puoi condividerle con le ragazze se la cosa ti eccita” e arrivarono una serie di fotografie, lui rispose con una serie di emoji della fiamma “Ti apro cancello e portata, sbrigati amore, TI VOGLIO.”.
Andrea non aspettò oltre, si spogliò degli indumenti che ancora indossava, camicia, cravatta e giacca lasciandoli sulla scrivania e, iPhone alla mano varcò la soglia dell'ufficio e si diresse verso il soggiorno da cui proveniva della musica rock - probabilmente un idea di Angelica -. Era il momento dell'azione, del contatto, del completamento di un desiderio che sua figlia Martina e la sua amica Angelica avevano solo riscaldato, e che solo la Sua Giulia poteva incendiare ed appagare appieno. Si mosse verso la porta dell’ufficio, uscì e si diresse verso l’entrata di casa, il suo corpo guidato da un istinto primordiale, pronto ad accogliere la sua amante come un re accoglie la sua concubina preferita, o meglio, come un dio accoglie la sua sacerdotessa nel tempio del piacere.
Lui era immobile, piantato proprio davanti alla porta d’ingresso, una figura imponente e scultorea, completamente nuda. Non era semplicemente un uomo, ma sembrava una colossale statua pagana dedicata alla più sfrenata fertilità maschile. Ogni muscolo era teso, disegnando rilievi e ombre sul corpo possente, e il suo sesso era un'erezione monumentale, rigida, impennata verso l'alto, un vero e proprio palo di carne viva che sfidava la gravità.
Dalla sua postazione privilegiata, osservava senza fretta le due ragazze che si stavano esibendo in un gioco erotico sul divano del salotto. Angelica e Martina si stavano leccando a vicenda con foga e passione animalesca, i corpi intrecciati in una danza lubrica, i suoni della loro eccitazione, tra gemiti e risucchi, riempivano l’aria, evocando l'eco di animali feroci in preda all'amore.
In quel momento di alta tensione erotica, Lui ruppe il silenzio, chiamando distintamente prima Angelica e poi Martina. Le due, benché completamente immerse nel loro piacere, non esitarono e lo raggiunsero subito, ansiose di scoprire cosa volesse.
Con un gesto rapido e deciso, Lui mostrò loro il cellulare. Sullo schermo, le foto inviate da Giulia si susseguivano, una galleria di espliciti scatti che non lasciavano spazio all'immaginazione. Le immagini ritraevano Giulia nel pieno di incontri sessuali con tre uomini diversi, un vero e proprio ménage à quatre documentato senza pudore. Uno dei ragazzi era Luca, il fidanzato ignaro di Martina, la cui presenza in quelle foto squarciava ogni velo di fiducia. Gli altri due erano suoi amici: Enrique, un giovanotto cubano la cui statura superava il metro e novanta e vantava un "bel palo di carne" altrettanto imponente, e Stefano, l'ultimo del terzetto, più minuto e compatto, ma altrettanto dotato, sia fisicamente in generale che "là sotto".
Le foto erano inequivocabili e brutalmente chiare sul tenore delle sue avventure:
In un primo scatto, Giulia era inginocchiata, la bocca spalancata e occupata a prendere contemporaneamente le tre "cappelle", una scena di sottomissione orale estrema.
In un'altra immagine, Luca ed Enrique la penetravano insieme: la figa di Giulia era il teatro di una doppia penetrazione, stretta e desiderosa.
La sequenza finale mostrava una rotazione dei ruoli, con Stefano impegnato a scoparla vigorosamente, mentre Enrique e Luca si alternavano a sfondarle la bocca con le loro membra tese, completando il cerchio del piacere condiviso e senza limiti.
L’aria si fece pesante, l'eccitazione precedente delle ragazze ora mescolata a stupore e forse a una crescente eccitazione per la cruda realtà di quelle immagini. La loro mente faticava a elaborare l'informazione, mentre il corpo di Lui, nudo e monumentale, restava una promessa e una minaccia al centro della stanza.
Andrea si avvicina a pochi millimetri da Angelica e guardandola negli occhi le chiede “Sei fidanzata?”, lei rispose subito “Si…ma” - La parola "ma" di Angelica morì sulle sue labbra, inghiottita dal bacio improvviso e vorace di Andrea. La sua lingua si fece strada con prepotenza, esplorando la bocca di lei, un assaggio di desiderio e dominio. Contemporaneamente, la sua erezione, dura come marmo e calda come lava, le premeva contro l'addome, un richiamo inequivocabile.
Martina, testimone silenziosa, era paralizzata. La visione delle foto della sua amica Giulia, l'ignobile tradimento del suo fidanzato Luca, e ora la scena tra Andrea e Angelica si fondevano in una vertigine di emozioni contrastanti: shock, rabbia, ma soprattutto un'ondata inarrestabile di eccitazione proibita che le risaliva lungo la spina dorsale. Il corpo di suo padre era lì, massiccio e glorioso, un idolo che esigeva adorazione.
Andrea si staccò bruscamente da Angelica, lasciandola ansimante, gli occhi velati dalla lussuria. Non le diede il tempo di elaborare o rispondere. Il suo sguardo si spostò su Martina, un fuoco d'artificio di malizia e intesa proibita. "E tu, principessa," sussurrò con una voce roca che le fece tremare le gambe. "Mi deludi se dici di no. Sai cosa voglio."
Martina non rispose con le parole. Il suo corpo parlò per lei. Con un movimento fluido e audace, afferrò l'asta di Andrea con entrambe le mani. Il contatto fu un'esplosione, la sua presa stretta e sapiente. Lei si inginocchiò, nuda e i suoi umori le colavano lungo le gambe. Senza distogliere lo sguardo dagli occhi di suo padre, portò la punta pulsante del suo vigore alla bocca, in un gesto di totale e assoluta sottomissione al loro gioco perverso.
Andrea ruggì piano, un suono rauco di piacere. La sensazione della bocca di sua figlia che si chiudeva attorno a lui, l'abilità con cui lo accolse, era la conferma che aveva bisogno: lei era sua, completamente, in quel labirinto di desiderio senza etica.
Angelica, non volendo restare indietro né ignorata, si inginocchiò accanto a Martina, le mani che si posarono istintivamente sulle cosce muscolose di Andrea, i suoi occhi che imploravano di essere inclusa. Martina le lanciò un'occhiata fugace, un misto di competizione e complicità, per poi riprendere a succhiare con rinnovato fervore.
Andrea si trovò con due paia di mani e due bocche che lo adoravano, una sinfonia di umidità e calore. Ma quello era solo l'inizio. Il suono di un'auto che si fermava nel vialetto ruppe l'incantesimo, il fruscio di pneumatici sulla ghiaia. Giulia era arrivata. E il vero spettacolo stava per iniziare.
Andrea allontanò delicatamente le teste delle ragazze, un sorriso trionfante gli increspava le labbra. "La regina è arrivata," disse con voce forte, rivolgendosi ad entrambe. "Ora fate le brave e andate a prepararvi per la festa. Vi voglio nude e pronte, nell’idromassaggio della spa al piano interrato. Scaldatevi che arriviamo io e Giulia."
Martina e Angelica si alzarono in fretta, gli occhi lucidi e i corpi frementi, obbedendo senza esitazione, correndo via verso l'idromassaggio lasciano cadere il loro intimo li. Andrea rimase immobile, il suo palo che gocciolava e pulsava ancora, la colossale figura scultorea in attesa del suo ospite più atteso.
La porta si aprì di scatto e Giulia entrò, un turbine di energia eccitata e abiti di pelle. Era bellissima, con indosso un vestitino attillato e stivali altissimi, l'incarnazione della sua vita segreta. Le sue prime parole non furono un saluto, ma una constatazione perentoria. "Sei ancora duro? Quelle troie non sono riuscite a finirti?"
Giulia non aspettò una risposta. Si avvicinò ad Andrea con una foga inebriante, gli stivali di pelle che battevano sul pavimento. La mano di lei scivolò immediatamente sulla sua erezione, afferrandola con una padronanza che superava l'eccitazione; era un gesto di proprietà, non di semplice desiderio. "Lasciale a fare i loro giochetti, Amore. Tu devi pensare solo a me," sibilò, la sua voce graffiante e carica di lussuria.
Andrea le afferrò la nuca con la stessa urgenza con cui lei aveva afferrato il suo sesso. I loro baci erano una collisione di labbra e lingue, un accordo silenzioso e feroce. Senza interrompere il contatto, la spinse contro la parete più vicina, le vesti di pelle che strusciavano con un gemito secco.
"Sei mia, Giulia," ansimò lui, mentre la faceva girare, scoprendole il sedere coperto solo da una microtanga nera che strappò via con un solo gesto rabbioso, rivelando l'invito della sua fessura anale. "E ti prendo dove solo io posso prenderti. Per punirti e per amarti."
Giulia emise un grido sommesso di puro piacere e anticipazione, inarcando la schiena e offrendo la sua preda. Andrea si inginocchiò per un istante, sputò abbondante saliva sul palmo della mano e ne spalmò un velo sul suo ano serrato e voglioso, poi portò la punta del suo 'palo' monumentale e pulsante, ancora grondante della saliva delle due ragazze, alla stretta soglia anale di lei.
Non ci fu esitazione. Con una spinta decisa, lo stantuffo si conficcò nella sua carne. Giulia urlò, un suono strozzato a metà tra dolore e l'estasi. Era stretto, dolorosamente stretto, ma era l'intensità che cercava. Andrea affondò completamente, sentendo il muscolo anale di lei inghiottire ogni centimetro della sua lunghezza, il suo bacino che si sbatteva contro le natiche toniche di lei con un ritmo immediato e brutale.
"Sei stretta... strettissima," ringhiò Andrea, godendosi la resistenza.
Per venti minuti, il corridoio d'ingresso fu la scena di una penetrazione anale selvaggia e inarrestabile. Giulia si aggrappava alle spalle di lui, le unghie che affondavano nella sua pelle, mentre Andrea la sbatteva contro il muro, ogni colpo un tuono, un'affermazione del suo dominio. La penetrazione era profonda e spietata, un rituale di possessione che li portò entrambi sull'orlo del baratro.
"Vado... vado... lasciami andare, Andrea!" implorò Giulia, le gambe che le cedevano per l'orgasmo in arrivo.
Lui si ritrasse di scatto, lasciandola ansimante e tremante. "No, Regina. Non finisci qui. L'hai detto tu, loro non mi hanno finito, e neanche io ho finito con te. E non abbiamo ancora finito in tre."
Andrea afferrò Giulia per mano e la trascinò giù, verso la spa nel seminterrato. La musica rock continuava a rimbombare, un battito tribale per la loro discesa nel piacere. Entrando, trovarono Martina e Angelica già immerse nell'acqua calda, nude e luminose, i corpi che si intravedevano attraverso il vapore. Erano sedute agli angoli opposti, gli occhi fissi sulla porta, attendendo.
"Eccoci, mie piccole troie," annunciò Giulia con un sorriso predatorio, liberandosi dal vestito di pelle e stivali in pochi secondi, rivelando il suo corpo muscoloso e magnifico, la sua fessura anale ancora rossa e umida.
Andrea si immerse con un tonfo, l'acqua che schizzò sulle pareti piastrellate. Si posizionò al centro, la sua erezione che si ergeva dall'acqua come un faro pulsante. Il suo sguardo era una promessa a tutte e tre.
"La festa è appena iniziata," disse, la voce roca. "Chi vuole un assaggio?"
Martina, l'audacia che superava il timore, fu la prima. Si mosse nell'acqua verso il padre, il suo corpo acerbo e sinuoso che si strusciava contro il suo. Si sollevò sulle ginocchia, le mani che guidavano l'asta di Andrea verso la sua figa bagnata e pronta, prendendolo in un unico, voglioso affondo.
Il contrasto era estremo: la stretta anale di Giulia era stata una battaglia, la figa di Martina era una gemma vellutata e accogliente, che lo accolse con una lubrificazione abbondante e naturale. Andrea pompò dentro di lei con una dolcezza forzata dalla loro vicinanza, mugolando di piacere mentre guardava Martina in viso, i suoi occhi che si incrociavano con quelli di lei in un intimo, proibito scambio.
Angelica non resistette. Si avvicinò e si accovacciò dietro Andrea, posizionando la sua bocca e la lingua esperta tra le natiche muscolose di lui, leccandogli l'ano con una maestria che lo fece tremare.
Giulia, la regina spodestata, non tollerò di restare esclusa. Si spinse in avanti, afferrò Angelica per i capelli e la spinse indietro, prendendo il suo posto. "Adesso tocca a me farti questo, puttana. E a te, papino, ti pulisco io il culo," dichiarò, la sua lingua calda che iniziò un lavoro meticoloso e possessivo sull'ano di Andrea.
Per la successiva ora, il sesso nell'idromassaggio fu un turbine di posizioni e scambi. Andrea si mise a cavalcioni del bordo, le tre donne si alternavano tra la sua bocca, il suo sesso e il suo ano, in una danza infinita di adorazione carnale.
Le due ragazze si scambiarono un bacio ardente, poi Martina prese la sua amica in grembo. Andrea si spostò, penetrando Martina da dietro mentre la sua erezione si conficcava, spingendo Martina verso Angelica, che le succhiava i capezzoli. Il piacere della doppia connessione fece urlare Martina.
Giulia esigeva il suo posto. Uscì dall'acqua, si sdraiò a pancia in giù sul bordo caldo e si fece penetrare di nuovo analmente da Andrea. Lui la penetrò con una violenza ritmica e metodica, il suo ano ora più cedevole, ma la stretta ancora inebriante.
Quando il tempo si fece sfumato e i corpi erano stanchi ma frementi, due ore erano passate. Andrea era sull'orlo. Si ritrasse da Giulia, la cui fessura anale ormai era dilatata e rossa, e si lasciò cadere nuovamente nell'acqua calda, il suo sesso rigido che ancora pulsava.
Guardò le tre donne, i loro corpi bagnati che brillavano sotto le luci soffuse della spa, i volti segnati da ore di lussuria sfrenata.
Angelica era vogliosa ma inesperta, Martina era un desiderio proibito e incessante, ma Giulia era la sua vera metà perversa, la sua regina.
Tuttavia, c'era una sola che non aveva ancora esaurito l'estasi e che gli offriva un luogo vergine di piacere:
Martina.
La sua figa, stretta e desiderosa, non aveva ancora ricevuto il suo seme. E in quel momento, il desiderio di riempirla, di cementare la loro unione con la sua essenza, fu irresistibile.
"Martina," sussurrò Andrea, la voce roca e finale. "Vieni qui, tesoro. Hai iniziato il gioco, e sarai tu a portarlo alla fine. Mi riempi tu."
Giulia e Angelica si scambiarono un'occhiata di resa e comprensione, sapendo che non potevano competere con quel legame.
Martina si avvicinò con un trionfo silenzioso negli occhi. Si inginocchiò a cavalcioni del corpo del padre, l'acqua che le lambiva i fianchi. Afferrò l'asta di Andrea e, senza esitazione, la guidò nel suo interno, calandosi su di lui con lentezza estenuante.
Andrea non aspettò oltre. Le afferrò i fianchi e iniziò a spingere in un ritmo furioso e accelerato, gli occhi fissi su quelli di lei.
"Mio Dio, papà... sì... proprio così... non smettere... riempimi, riempimi!" gemeva Martina, le mani strette sulle sue spalle, i suoi muscoli che si contraevano in un orgasmo che la scosse dalle fondamenta.
Il piacere di Andrea fu un'esplosione, un ruggito trattenuto che vibrò nell'acqua. Si sentì svuotare completamente, il suo seme caldo che si riversò nel ventre di sua figlia, in un finale che era al contempo un'affermazione, una punizione, e un atto d'amore perverso, chiudendo il cerchio del loro gioco malato.
Andrea, ansimante ma non ancora del tutto svuotato, sentì un'ultima ondata di forza risalire. Si ritrasse da Martina, la lasciò ansimante e grondante di sudore e piacere sull'orlo della vasca, poi si voltò verso le altre due.
Giulia, la più esperta e desiderosa, si avvicinò per prima. Si inginocchiò di fronte a lui, l'ano ancora pulsante e dilatato, e senza dire una parola gli prese l'erezione in bocca, succhiandola con avidità, il suo sguardo che implorava una ricarica. Andrea le accarezzò i capelli, il suo pene che si irrigidiva nuovamente sotto l'assalto della lingua esperta. Non la fece aspettare a lungo. Le afferrò la nuca con prepotenza, spingendo in profondità, e con un gemito rauco e prolungato, si riversò nella gola di lei, riempiendola del suo liquido bollente. Giulia inghiottì tutto, un atto di sottomissione totale.
Angelica, la più timida ma ora completamente coinvolta, osservava la scena con gli occhi spalancati. La sua inesperienza era un desiderio per Andrea. Uscì dall'acqua, le sue mani che tremavano leggermente. Si mise a quattro zampe sul bordo, offrendo il suo giovane corpo. Andrea si posizionò dietro di lei.
Nonostante il recente orgasmo, la visione di quel corpo acerbo e nudo, le natiche che si offrivano, riaccese in lui un'ultima scintilla di foga. Spalmò un po' del suo stesso seme, che ancora colava dal suo membro, sulla fessura anale di lei.
"Sei vergine lì, vero?" sussurrò Andrea, la voce roca e piena di malizia.
Angelica annuì, trattenendo il respiro.
"Perfetto," rispose Andrea.
Con cautela ma decisione, spinse la punta del suo 'palo' monumentale nell'apertura stretta di Angelica. Lei urlò, un grido acuto, ma non di dolore, quanto di shock e piacere intenso. Andrea affondò lentamente, godendosi la resistenza iniziale, per poi accelerare in un ritmo metodico e inesorabile.
"Ora anche tu sei mia, completamente," ansimò Andrea.
Dopo pochi, intensi minuti, il suo piacere esplose nuovamente. Andrea si svuotò completamente anche dentro Angelica, inondando il suo ano con un fiume di seme denso e caldo.
Si ritrasse, esausto e appagato, lasciando Angelica ansimante e immobile, con l'evidenza del suo dominio che colava dalle sue natiche. Le tre donne, ora, erano segnate, marchiate dalla sua essenza. Il gioco era finito, il cerchio era chiuso.
Chiusero la giornata rilassandosi nella spa, cementando il loro rapporto e definendo alcune regole, anche se ce n’era una che le racchiudeva tutte: Andrea aveva la completa disposizione dei loro corpi ogni qualvolta ne avesse bisogno.
Giulia rispose immediatamente con un semplice, provocatorio: "Che hai combinato, Andrea? Sei indomabile..."-e poi ancora “chi te l'ha succhiato amore?...Martina?”;
Lui sorrise, la vena sul suo pene che pulsava ancora più forte al pensiero di lei. "Indomabile," digitò in fretta, "ma solo per la mia regina." Aggiunse un altro messaggio, più diretto, dettato dalla fretta e dalla foga del momento: "Vieni. Subito. Adesso. Ho bisogno di te per finire quello che loro hanno solo iniziato.": “Loro?- scrisse Giulia aggiungendo un emoji preoccupata; “Martina…e la sua amica Angelica…se mi prometti che arrivi subito ti aspetto, altrimenti io comincio con loro…sai com'è quando ho voglia” - scrisse Andrea; L'attesa della risposta fu breve ma carica di tensione. Un secondo, due secondi, il tempo di digitare "Arrivo," fu la laconica, promessa risposta di Giulia, seguito da “...sono già in auto” - e ancora “ti giro alcuni scatti del mio impegno misterioso, puoi condividerle con le ragazze se la cosa ti eccita” e arrivarono una serie di fotografie, lui rispose con una serie di emoji della fiamma “Ti apro cancello e portata, sbrigati amore, TI VOGLIO.”.
Andrea non aspettò oltre, si spogliò degli indumenti che ancora indossava, camicia, cravatta e giacca lasciandoli sulla scrivania e, iPhone alla mano varcò la soglia dell'ufficio e si diresse verso il soggiorno da cui proveniva della musica rock - probabilmente un idea di Angelica -. Era il momento dell'azione, del contatto, del completamento di un desiderio che sua figlia Martina e la sua amica Angelica avevano solo riscaldato, e che solo la Sua Giulia poteva incendiare ed appagare appieno. Si mosse verso la porta dell’ufficio, uscì e si diresse verso l’entrata di casa, il suo corpo guidato da un istinto primordiale, pronto ad accogliere la sua amante come un re accoglie la sua concubina preferita, o meglio, come un dio accoglie la sua sacerdotessa nel tempio del piacere.
Lui era immobile, piantato proprio davanti alla porta d’ingresso, una figura imponente e scultorea, completamente nuda. Non era semplicemente un uomo, ma sembrava una colossale statua pagana dedicata alla più sfrenata fertilità maschile. Ogni muscolo era teso, disegnando rilievi e ombre sul corpo possente, e il suo sesso era un'erezione monumentale, rigida, impennata verso l'alto, un vero e proprio palo di carne viva che sfidava la gravità.
Dalla sua postazione privilegiata, osservava senza fretta le due ragazze che si stavano esibendo in un gioco erotico sul divano del salotto. Angelica e Martina si stavano leccando a vicenda con foga e passione animalesca, i corpi intrecciati in una danza lubrica, i suoni della loro eccitazione, tra gemiti e risucchi, riempivano l’aria, evocando l'eco di animali feroci in preda all'amore.
In quel momento di alta tensione erotica, Lui ruppe il silenzio, chiamando distintamente prima Angelica e poi Martina. Le due, benché completamente immerse nel loro piacere, non esitarono e lo raggiunsero subito, ansiose di scoprire cosa volesse.
Con un gesto rapido e deciso, Lui mostrò loro il cellulare. Sullo schermo, le foto inviate da Giulia si susseguivano, una galleria di espliciti scatti che non lasciavano spazio all'immaginazione. Le immagini ritraevano Giulia nel pieno di incontri sessuali con tre uomini diversi, un vero e proprio ménage à quatre documentato senza pudore. Uno dei ragazzi era Luca, il fidanzato ignaro di Martina, la cui presenza in quelle foto squarciava ogni velo di fiducia. Gli altri due erano suoi amici: Enrique, un giovanotto cubano la cui statura superava il metro e novanta e vantava un "bel palo di carne" altrettanto imponente, e Stefano, l'ultimo del terzetto, più minuto e compatto, ma altrettanto dotato, sia fisicamente in generale che "là sotto".
Le foto erano inequivocabili e brutalmente chiare sul tenore delle sue avventure:
In un primo scatto, Giulia era inginocchiata, la bocca spalancata e occupata a prendere contemporaneamente le tre "cappelle", una scena di sottomissione orale estrema.
In un'altra immagine, Luca ed Enrique la penetravano insieme: la figa di Giulia era il teatro di una doppia penetrazione, stretta e desiderosa.
La sequenza finale mostrava una rotazione dei ruoli, con Stefano impegnato a scoparla vigorosamente, mentre Enrique e Luca si alternavano a sfondarle la bocca con le loro membra tese, completando il cerchio del piacere condiviso e senza limiti.
L’aria si fece pesante, l'eccitazione precedente delle ragazze ora mescolata a stupore e forse a una crescente eccitazione per la cruda realtà di quelle immagini. La loro mente faticava a elaborare l'informazione, mentre il corpo di Lui, nudo e monumentale, restava una promessa e una minaccia al centro della stanza.
Andrea si avvicina a pochi millimetri da Angelica e guardandola negli occhi le chiede “Sei fidanzata?”, lei rispose subito “Si…ma” - La parola "ma" di Angelica morì sulle sue labbra, inghiottita dal bacio improvviso e vorace di Andrea. La sua lingua si fece strada con prepotenza, esplorando la bocca di lei, un assaggio di desiderio e dominio. Contemporaneamente, la sua erezione, dura come marmo e calda come lava, le premeva contro l'addome, un richiamo inequivocabile.
Martina, testimone silenziosa, era paralizzata. La visione delle foto della sua amica Giulia, l'ignobile tradimento del suo fidanzato Luca, e ora la scena tra Andrea e Angelica si fondevano in una vertigine di emozioni contrastanti: shock, rabbia, ma soprattutto un'ondata inarrestabile di eccitazione proibita che le risaliva lungo la spina dorsale. Il corpo di suo padre era lì, massiccio e glorioso, un idolo che esigeva adorazione.
Andrea si staccò bruscamente da Angelica, lasciandola ansimante, gli occhi velati dalla lussuria. Non le diede il tempo di elaborare o rispondere. Il suo sguardo si spostò su Martina, un fuoco d'artificio di malizia e intesa proibita. "E tu, principessa," sussurrò con una voce roca che le fece tremare le gambe. "Mi deludi se dici di no. Sai cosa voglio."
Martina non rispose con le parole. Il suo corpo parlò per lei. Con un movimento fluido e audace, afferrò l'asta di Andrea con entrambe le mani. Il contatto fu un'esplosione, la sua presa stretta e sapiente. Lei si inginocchiò, nuda e i suoi umori le colavano lungo le gambe. Senza distogliere lo sguardo dagli occhi di suo padre, portò la punta pulsante del suo vigore alla bocca, in un gesto di totale e assoluta sottomissione al loro gioco perverso.
Andrea ruggì piano, un suono rauco di piacere. La sensazione della bocca di sua figlia che si chiudeva attorno a lui, l'abilità con cui lo accolse, era la conferma che aveva bisogno: lei era sua, completamente, in quel labirinto di desiderio senza etica.
Angelica, non volendo restare indietro né ignorata, si inginocchiò accanto a Martina, le mani che si posarono istintivamente sulle cosce muscolose di Andrea, i suoi occhi che imploravano di essere inclusa. Martina le lanciò un'occhiata fugace, un misto di competizione e complicità, per poi riprendere a succhiare con rinnovato fervore.
Andrea si trovò con due paia di mani e due bocche che lo adoravano, una sinfonia di umidità e calore. Ma quello era solo l'inizio. Il suono di un'auto che si fermava nel vialetto ruppe l'incantesimo, il fruscio di pneumatici sulla ghiaia. Giulia era arrivata. E il vero spettacolo stava per iniziare.
Andrea allontanò delicatamente le teste delle ragazze, un sorriso trionfante gli increspava le labbra. "La regina è arrivata," disse con voce forte, rivolgendosi ad entrambe. "Ora fate le brave e andate a prepararvi per la festa. Vi voglio nude e pronte, nell’idromassaggio della spa al piano interrato. Scaldatevi che arriviamo io e Giulia."
Martina e Angelica si alzarono in fretta, gli occhi lucidi e i corpi frementi, obbedendo senza esitazione, correndo via verso l'idromassaggio lasciano cadere il loro intimo li. Andrea rimase immobile, il suo palo che gocciolava e pulsava ancora, la colossale figura scultorea in attesa del suo ospite più atteso.
La porta si aprì di scatto e Giulia entrò, un turbine di energia eccitata e abiti di pelle. Era bellissima, con indosso un vestitino attillato e stivali altissimi, l'incarnazione della sua vita segreta. Le sue prime parole non furono un saluto, ma una constatazione perentoria. "Sei ancora duro? Quelle troie non sono riuscite a finirti?"
Giulia non aspettò una risposta. Si avvicinò ad Andrea con una foga inebriante, gli stivali di pelle che battevano sul pavimento. La mano di lei scivolò immediatamente sulla sua erezione, afferrandola con una padronanza che superava l'eccitazione; era un gesto di proprietà, non di semplice desiderio. "Lasciale a fare i loro giochetti, Amore. Tu devi pensare solo a me," sibilò, la sua voce graffiante e carica di lussuria.
Andrea le afferrò la nuca con la stessa urgenza con cui lei aveva afferrato il suo sesso. I loro baci erano una collisione di labbra e lingue, un accordo silenzioso e feroce. Senza interrompere il contatto, la spinse contro la parete più vicina, le vesti di pelle che strusciavano con un gemito secco.
"Sei mia, Giulia," ansimò lui, mentre la faceva girare, scoprendole il sedere coperto solo da una microtanga nera che strappò via con un solo gesto rabbioso, rivelando l'invito della sua fessura anale. "E ti prendo dove solo io posso prenderti. Per punirti e per amarti."
Giulia emise un grido sommesso di puro piacere e anticipazione, inarcando la schiena e offrendo la sua preda. Andrea si inginocchiò per un istante, sputò abbondante saliva sul palmo della mano e ne spalmò un velo sul suo ano serrato e voglioso, poi portò la punta del suo 'palo' monumentale e pulsante, ancora grondante della saliva delle due ragazze, alla stretta soglia anale di lei.
Non ci fu esitazione. Con una spinta decisa, lo stantuffo si conficcò nella sua carne. Giulia urlò, un suono strozzato a metà tra dolore e l'estasi. Era stretto, dolorosamente stretto, ma era l'intensità che cercava. Andrea affondò completamente, sentendo il muscolo anale di lei inghiottire ogni centimetro della sua lunghezza, il suo bacino che si sbatteva contro le natiche toniche di lei con un ritmo immediato e brutale.
"Sei stretta... strettissima," ringhiò Andrea, godendosi la resistenza.
Per venti minuti, il corridoio d'ingresso fu la scena di una penetrazione anale selvaggia e inarrestabile. Giulia si aggrappava alle spalle di lui, le unghie che affondavano nella sua pelle, mentre Andrea la sbatteva contro il muro, ogni colpo un tuono, un'affermazione del suo dominio. La penetrazione era profonda e spietata, un rituale di possessione che li portò entrambi sull'orlo del baratro.
"Vado... vado... lasciami andare, Andrea!" implorò Giulia, le gambe che le cedevano per l'orgasmo in arrivo.
Lui si ritrasse di scatto, lasciandola ansimante e tremante. "No, Regina. Non finisci qui. L'hai detto tu, loro non mi hanno finito, e neanche io ho finito con te. E non abbiamo ancora finito in tre."
Andrea afferrò Giulia per mano e la trascinò giù, verso la spa nel seminterrato. La musica rock continuava a rimbombare, un battito tribale per la loro discesa nel piacere. Entrando, trovarono Martina e Angelica già immerse nell'acqua calda, nude e luminose, i corpi che si intravedevano attraverso il vapore. Erano sedute agli angoli opposti, gli occhi fissi sulla porta, attendendo.
"Eccoci, mie piccole troie," annunciò Giulia con un sorriso predatorio, liberandosi dal vestito di pelle e stivali in pochi secondi, rivelando il suo corpo muscoloso e magnifico, la sua fessura anale ancora rossa e umida.
Andrea si immerse con un tonfo, l'acqua che schizzò sulle pareti piastrellate. Si posizionò al centro, la sua erezione che si ergeva dall'acqua come un faro pulsante. Il suo sguardo era una promessa a tutte e tre.
"La festa è appena iniziata," disse, la voce roca. "Chi vuole un assaggio?"
Martina, l'audacia che superava il timore, fu la prima. Si mosse nell'acqua verso il padre, il suo corpo acerbo e sinuoso che si strusciava contro il suo. Si sollevò sulle ginocchia, le mani che guidavano l'asta di Andrea verso la sua figa bagnata e pronta, prendendolo in un unico, voglioso affondo.
Il contrasto era estremo: la stretta anale di Giulia era stata una battaglia, la figa di Martina era una gemma vellutata e accogliente, che lo accolse con una lubrificazione abbondante e naturale. Andrea pompò dentro di lei con una dolcezza forzata dalla loro vicinanza, mugolando di piacere mentre guardava Martina in viso, i suoi occhi che si incrociavano con quelli di lei in un intimo, proibito scambio.
Angelica non resistette. Si avvicinò e si accovacciò dietro Andrea, posizionando la sua bocca e la lingua esperta tra le natiche muscolose di lui, leccandogli l'ano con una maestria che lo fece tremare.
Giulia, la regina spodestata, non tollerò di restare esclusa. Si spinse in avanti, afferrò Angelica per i capelli e la spinse indietro, prendendo il suo posto. "Adesso tocca a me farti questo, puttana. E a te, papino, ti pulisco io il culo," dichiarò, la sua lingua calda che iniziò un lavoro meticoloso e possessivo sull'ano di Andrea.
Per la successiva ora, il sesso nell'idromassaggio fu un turbine di posizioni e scambi. Andrea si mise a cavalcioni del bordo, le tre donne si alternavano tra la sua bocca, il suo sesso e il suo ano, in una danza infinita di adorazione carnale.
Le due ragazze si scambiarono un bacio ardente, poi Martina prese la sua amica in grembo. Andrea si spostò, penetrando Martina da dietro mentre la sua erezione si conficcava, spingendo Martina verso Angelica, che le succhiava i capezzoli. Il piacere della doppia connessione fece urlare Martina.
Giulia esigeva il suo posto. Uscì dall'acqua, si sdraiò a pancia in giù sul bordo caldo e si fece penetrare di nuovo analmente da Andrea. Lui la penetrò con una violenza ritmica e metodica, il suo ano ora più cedevole, ma la stretta ancora inebriante.
Quando il tempo si fece sfumato e i corpi erano stanchi ma frementi, due ore erano passate. Andrea era sull'orlo. Si ritrasse da Giulia, la cui fessura anale ormai era dilatata e rossa, e si lasciò cadere nuovamente nell'acqua calda, il suo sesso rigido che ancora pulsava.
Guardò le tre donne, i loro corpi bagnati che brillavano sotto le luci soffuse della spa, i volti segnati da ore di lussuria sfrenata.
Angelica era vogliosa ma inesperta, Martina era un desiderio proibito e incessante, ma Giulia era la sua vera metà perversa, la sua regina.
Tuttavia, c'era una sola che non aveva ancora esaurito l'estasi e che gli offriva un luogo vergine di piacere:
Martina.
La sua figa, stretta e desiderosa, non aveva ancora ricevuto il suo seme. E in quel momento, il desiderio di riempirla, di cementare la loro unione con la sua essenza, fu irresistibile.
"Martina," sussurrò Andrea, la voce roca e finale. "Vieni qui, tesoro. Hai iniziato il gioco, e sarai tu a portarlo alla fine. Mi riempi tu."
Giulia e Angelica si scambiarono un'occhiata di resa e comprensione, sapendo che non potevano competere con quel legame.
Martina si avvicinò con un trionfo silenzioso negli occhi. Si inginocchiò a cavalcioni del corpo del padre, l'acqua che le lambiva i fianchi. Afferrò l'asta di Andrea e, senza esitazione, la guidò nel suo interno, calandosi su di lui con lentezza estenuante.
Andrea non aspettò oltre. Le afferrò i fianchi e iniziò a spingere in un ritmo furioso e accelerato, gli occhi fissi su quelli di lei.
"Mio Dio, papà... sì... proprio così... non smettere... riempimi, riempimi!" gemeva Martina, le mani strette sulle sue spalle, i suoi muscoli che si contraevano in un orgasmo che la scosse dalle fondamenta.
Il piacere di Andrea fu un'esplosione, un ruggito trattenuto che vibrò nell'acqua. Si sentì svuotare completamente, il suo seme caldo che si riversò nel ventre di sua figlia, in un finale che era al contempo un'affermazione, una punizione, e un atto d'amore perverso, chiudendo il cerchio del loro gioco malato.
Andrea, ansimante ma non ancora del tutto svuotato, sentì un'ultima ondata di forza risalire. Si ritrasse da Martina, la lasciò ansimante e grondante di sudore e piacere sull'orlo della vasca, poi si voltò verso le altre due.
Giulia, la più esperta e desiderosa, si avvicinò per prima. Si inginocchiò di fronte a lui, l'ano ancora pulsante e dilatato, e senza dire una parola gli prese l'erezione in bocca, succhiandola con avidità, il suo sguardo che implorava una ricarica. Andrea le accarezzò i capelli, il suo pene che si irrigidiva nuovamente sotto l'assalto della lingua esperta. Non la fece aspettare a lungo. Le afferrò la nuca con prepotenza, spingendo in profondità, e con un gemito rauco e prolungato, si riversò nella gola di lei, riempiendola del suo liquido bollente. Giulia inghiottì tutto, un atto di sottomissione totale.
Angelica, la più timida ma ora completamente coinvolta, osservava la scena con gli occhi spalancati. La sua inesperienza era un desiderio per Andrea. Uscì dall'acqua, le sue mani che tremavano leggermente. Si mise a quattro zampe sul bordo, offrendo il suo giovane corpo. Andrea si posizionò dietro di lei.
Nonostante il recente orgasmo, la visione di quel corpo acerbo e nudo, le natiche che si offrivano, riaccese in lui un'ultima scintilla di foga. Spalmò un po' del suo stesso seme, che ancora colava dal suo membro, sulla fessura anale di lei.
"Sei vergine lì, vero?" sussurrò Andrea, la voce roca e piena di malizia.
Angelica annuì, trattenendo il respiro.
"Perfetto," rispose Andrea.
Con cautela ma decisione, spinse la punta del suo 'palo' monumentale nell'apertura stretta di Angelica. Lei urlò, un grido acuto, ma non di dolore, quanto di shock e piacere intenso. Andrea affondò lentamente, godendosi la resistenza iniziale, per poi accelerare in un ritmo metodico e inesorabile.
"Ora anche tu sei mia, completamente," ansimò Andrea.
Dopo pochi, intensi minuti, il suo piacere esplose nuovamente. Andrea si svuotò completamente anche dentro Angelica, inondando il suo ano con un fiume di seme denso e caldo.
Si ritrasse, esausto e appagato, lasciando Angelica ansimante e immobile, con l'evidenza del suo dominio che colava dalle sue natiche. Le tre donne, ora, erano segnate, marchiate dalla sua essenza. Il gioco era finito, il cerchio era chiuso.
Chiusero la giornata rilassandosi nella spa, cementando il loro rapporto e definendo alcune regole, anche se ce n’era una che le racchiudeva tutte: Andrea aveva la completa disposizione dei loro corpi ogni qualvolta ne avesse bisogno.
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