Un'altra cena e rinnovate consapevolezze
di
Serena Rossi
genere
dominazione
Le giornate trascorrevano tutte uguali, al mattino di solito Luisa mi mandava il buongiorno su WA, di Andrea più nessuna informazione, ne a me e da parte della sua preferita.
Chiesi anche a mio marito ma mi confermò che andava tutto bene, per il resto, ancora, il solito suggerimento: pazienza se pensavo ne valesse la pena e quello lo pensavo da sempre, dal nostro primo incontro fino all’ultimo, oramai qualche settimana fa.
Quel lunedì mattino il messaggio di Luisa era in realtà una foto, la foto di una rosa rossa con poche stringate parole: “ non ci posso credere….sono mesi se non anni che non me ne regalava una…”
La solita fortunata stavo pensando fra le altre cose mentre arrivavo in ufficio e qui, anche per me, la stessa sorpresa una rosa rossa con un biglietto allegato.
Scritto a mano da Andrea anche se non firmato, un bigliettino con una lettera…la T. La gioia mi esplose dentro, quello che la sua assenza mi aveva turbata ecco che in pochissimi secondi sembrava tutto dimenticato, e oltre…molto oltre…
Il resto della settimana fu un crescendo di emozioni e sorprese. Una rosa rossa per ogni giorno, lo stesso biglietto che l’accompagnava con una lettera diversa ogni volta, prima la T, poi la R, la O…la I e il venerdì la A. Luisa idem, mi salutava con la stessa eccitazione che percepivo, quella che provavo anch’io, quella di essere tornata fra gli interessi del Nostro Master…di Andrea…
La settimana dopo invece down completo, assenza di ogni segnale, anche da Luisa, e se la speranza di diventare la prescelta del Master mi sosteneva un pochino la mancanza della sensualità della sua slave mi cacciava in uno stato di pseudo depressione emotiva, mi sentivo sola, abbandonata, una barca senza timone ne direzione in un oceano in tempesta.
Dopo qualche giorno di silenzio totale ecco che come tante volte Andrea si fece vivo, all’improvviso, come un bagliore nella notte scura. Arrivai a casa e un mazzo intero di rose rosse mi stava attendendo con un biglietto, sempre vergato a mano, del Master.
“Troia, vieni a cena da me questa sera che dobbiamo chiarire alcune cose. Alle 20.00 e presentati soft….”
Mancava meno di un’ora all’appuntamento ma non potevo permettermi di non andarci o di arrivare in ritardo.
L’eccitazione mi colse subito, sia per il tono e sia per i contenuti.
“Dobbiamo chiarire….presentati soft…”. Curiosità e timori, eccitazione e nervosismo, ma il tempo era poco, dovevo sbrigarmi.
Arrivai in orario, al suono del campanello venne ad aprirmi proprio Andrea, tutto nudo come da sua abitudine.
Con gentilezza mi accolse e mi trovò pronta, avevo interpretato le sue indicazioni come meglio pensavo. Mi tolsi lo spolverino ed ero anch’io nuda, completamente.
La scelta fu azzeccata e con un baciamano fu proprio sottolineata dal mio ospite: “ vedo che cominci a capire…bene…molto bene…” e facendomi piegare leggermente volle sincerarsi che il plug fosse ben presente, come in effetti era.
“Bene”, Andrea lo disse per la terza volta col sorriso….e invitandomi al tavolo della cena aggiunse, prima che la sorpresa mi investisse come un tir fuori controllo…”La troia di Luisa stasera sarà la nostra cameriera per la cena, poi vedremo. Va trattata come tale, è al Nostro servizio.”
Trovai Luisa già pronta, tutta nuda come Noi con in più, rispetto a me, una catenella che collegava i morsetti sui capezzoli ad un morsetto sul clitoride, catenella ben tesa che doveva, mentre si muoveva, arrecare un certo fastidio a chi la indossava, Luisa appunto.
Prima di iniziare la cena Andrea volle spiegarmi, ma in realtà spiegarci, il senso di quella serata immergendosi in un monologo che divenne ben presto quasi un manifesto:
“Ho trovato davvero sconveniente, come ben sai, il comportamento tuo e della Troia Luisa. Ricercare il piacere al di fuori di quanto vi avevo concesso, farlo senza dirmelo, senza il mio permesso e usandomi, senza la mia presenza mi ha fatto riflettere parecchio, sulle mie scelte, sia di lungo periodo “ e cosi dicendo guardò Luisa negli occhi che subito abbassò..” e sia di medio, recente periodo….” e si riferiva a me, direttamente…
“Capisco le esigenze ormonali, ma non tollero che chi goda della mia attenzione ne abusi a suo vantaggio, anche solo orgasmico….” e mi offri un flute di champagne su cui mi chiese in Cin cin.
Dopo il sorso di vino aggiunse, come chiosa finale: “ ti voglio dare un’altra possibilità come più volte lo concessa alla troia che ci serve, non deludermi Camilla, non deludermi più….” e con un cenno ordinò a Luisa di iniziare a servire la cena.
Durante la consumazione parlammo di tante cose, e proprio questo fu uno dei segnali che mi terrorizzavano dopo le sue parole ma che mi eccitavano nello stesso momento.
Andrea volle che bevessi tanta acqua, e la stessa cosa fu per Luisa.
L’unica cosa che le era concessa, l’unica fu quella di bere, bere insieme a noi, acqua, tanta acqua.
Quando la cena stava terminando, cena leggera ma piacevole ecco riprendere ancora un piccolo monologo.
“ …non è solo l’aver scoperto dopo dei vostri intrighi, ma è l’avermi, di fatto escluso da quei momenti che non riesco ancora a perdonare….. Stasera avete l’opportunità di mostrarmi come vivevate quei momenti,ma a modo mio. Prima e unica regola, non voglio che pisciate. Avete bevuto sufficientemente e questa è una sorta di prova, non deludermi Camilla” e, rivolgendosi per la prima volta a parole verso la cameriera…” non deludermi Luisa…”
Ci alzammo da tavola per andare nella stanza dei giochi, la stanza di quella sera.
Luisa, istruita in precedenza, venne a vestirmi con suo stesso outfit: catenella fra i capezzoli dei seni che si andava a collegare, con una pinzetta al mio clitoride.
Mi trovò bagnata, ma non fu una sorpresa, come non fu una sorpresa il vedere Andrea in piena erezione mentre ci anticipava all’ingresso dell’ampio bagno.
“Giocavate da sole senza di me…” iniziò ancora…”Luisa mi ha raccontato quasi tutto, quello che ho voluto ascoltare…” e facendole ancora un cenno me la ritrovai di fronte che mi stava agganciando uno strapon alla vita e all’inguine.
“Mostrami Camila come la scopavi…”…e intanto Luisa si stava piegando verso la vasca in attesa di essere penetrata.
Non potevo crederci, essere io che esercitavo sulla sua prescelta quel tipo di azione mi elevava a rango superiore, più in alto fino a quel giorno.
Cosi pensavo…e cosi volevo credere e cosi la mia eccitazione cresceva al pari del mio ego.
Tolsi il plug a Luisa e sentii che Andrea lo tolse anche a me, portandolo come al suo solito al naso prima e in bocca dopo.
“Forza” ripetè ” mostrami cosa facevate in quell’albergo…”
Luisa conscia del suo ruolo mi aspettava, le puntati il cazzo all’ano e la penetrai.
Andrea era di lato a Noi che si masturbava, il suo cazzo duro come il marmo e lucido dal precum che evidentemente aveva prodotto mi distraevano, erano loro quello che volevo quella sera e in quel momento era il cazzo del mio master che volevo.
Lo strapon era molto grande ma Luisa lo accolse senza dire nulla. La punizione che stava ricevendo era la punizione che sapeva essere giusta.
Andrea mi venne dietro e facendomi piegare sulla schiena di Luisa, senza uscire dal suo culo col toy…entrò a sua volta nel mio di culo.
Se con Luisa era eccitazione per la situazione, io che la inculavo, io che la dominavo…con Andrea fu vero e proprio sesso eccitativo. Non era soltanto il suo cazzo teso e duro, ma il calore che sentii al suo ingresso, il mio buchetto che si apriva per accoglierlo, per accogliere le sue spinte…quelle spinte che tanto avevo desiderato e sognato.
Luisa si stava toccando sotto le mie di spinte che divennero ancora più forti in sincronia con quelle forti di Andrea su di me.
Quando la sentii venire venni anch’io.
Vedevo la pelle d’oca sulla sua schiena e la mia sulle braccia.
I capezzoli e il clitoride stretti nei morsetti mi facevano male…tanto male…ma anche questo concorreva al piacere.
L’orgasmo ci colse insieme, sotto lo sguardo e i colpi del Nostro master.
Non mi diede tempo di rilassarmi, di godermelo fino in fondo, lo stesso per Luisa.
Usci senza dire nulla dal mio culo e ci ordinò di andare nella vasca, una di fronte all’altra.
“Svuotatevi la vescica come facevate in hotel…anche qui insieme…siete venute insieme prima, brave...adesso pisciate insieme…”
Ci posizionammo una di fronte all’altra con le gambe aperte.
Lui di lato continuava a toccarsi quel cazzo duro e rosso.
Luisa iniziò timidamente per prima, la seguii a ruota ma con uno spruzzo frutto della pressione che mi tormentava di fatto dal mio arrivo.
Scaricammo l’una sull’altra i nostri caldi e odorosi fluidi sotto lo sguardo attento di Andrea intento alla sua masturbazione.
“ Volevate cercare il piacere senza di me e con me…” ci disse aumentando la velocità della sega…
Era davvero eccitato…lui come noi…
Terminato di pisciare Luisa mi aveva tolto la molletta al clitoride come aveva fatto Lei e di fatto invitato a masturbarci a nostra volta dando questo spettacolo all' eccitazione del Master Andrea.
“La sborra di un padrone non è altro che un frutto…il frutto dell’eccitazione che la sua slave riesce a procurargli…ed è per questo che alla fine si trasforma in un premio…il premio alla bravura, alla ubbidienza e alla sottomissione di questa slave verso il suo padrone…”
La scena era surreale.
Nell’aria odore di piscia, non fastidioso, anzi. Odore di sesso.
Noi tre che ci stavamo eccitando a vicenda nella masturbazione di gruppo, quasi adolescenziale, e il Master Andrea che ci teneva lezione…che ci insegnava come dovevamo fare.
L’eccitazione per tutti questi motivi era a mille.
Vidi Andrea accelerare ancora di più la sua mano sul cazzo, accelerai anche la mia sulla mia fica come vidi fare Luisa sulla sua.
L’orgasmo colse me per prima, Luisa naufragò nel piacere onanistico insieme a me qualche istante dopo.
Un tripudio si schizzi ci colpirono ancora, il climax ci aveva fatto perdere il controllo dei nostri organi, volevamo godere e basta, volevamo far godere Andrea più di tutti.
E venne anche Lui, qualche secondo dopo.
Era a fianco di noi quando l’orgasmo lo colse,i nostri occhi puntati sulla sua mano, sul suo cazzo, sulla rossa cappella.
I nostri corpi pronti a ricevere quei caldi schizzi.
E venne con copiosi schizzi…con bianca, lattiginosa, densa sborra.
Riuscì a girarsi verso il water, Andrea sborrò il suo sperma dentro alla tazza, sotto i nostri attoniti sguardi…sotto le nostre voglie disattese.
Venne in cinque, sei schizzi urlando il suo piacere e tremando nel farlo.
Qualche secondo e riprese il controllo…io non potevo credere a quanto appena visto.
Si ripulì la mano con la carta igienica e guardandoci con un sorriso di soddisfazione tirò lo sciacquone.
“La sborra è il premio per chi si comporta bene e può essere anche il commiato per chi invece fa il contrario….”
“I premi si meritano…i commiati di ricevono”…aggiunse.
Ci invitò ad uscire in quello stato.
Ci fece il baciamano a tutte e due e scomparve dalla nostra attenzione.
Io e Luisa rimanemmo per qualche minuto cosi senza alcuna parola ne di confidenza e ne di speranza.
“Ma…” provai a dire…Luisa mi zittì con un dito sulla bocca aggiungendo “Andrea non perde tempo con le troie da due soldi…tempo e parole. A quelle da al massimo, dopo averle scopate, la sua sborra…ma come commiato, come hai già visto…”
Ci sistemammo un pochino, più io che dovevo tornare a casa.
Il ritrovare le carezze di Luisa sul mio corpo non fece altro che porre l’accento sui modi, diversi modi, che c’erano per raggiungere quel piacere che da tempo andavo i miei pensieri anelavano.
Luisa sulla porta di casa mi salutò con un bacio, non profondo ma sufficiente a farmi rabbrividire.
Le vie del piacere erano contorte, Andrea ne conosceva parecchie….ma Luisa ne era diventata una affidabile guida.
Chiesi anche a mio marito ma mi confermò che andava tutto bene, per il resto, ancora, il solito suggerimento: pazienza se pensavo ne valesse la pena e quello lo pensavo da sempre, dal nostro primo incontro fino all’ultimo, oramai qualche settimana fa.
Quel lunedì mattino il messaggio di Luisa era in realtà una foto, la foto di una rosa rossa con poche stringate parole: “ non ci posso credere….sono mesi se non anni che non me ne regalava una…”
La solita fortunata stavo pensando fra le altre cose mentre arrivavo in ufficio e qui, anche per me, la stessa sorpresa una rosa rossa con un biglietto allegato.
Scritto a mano da Andrea anche se non firmato, un bigliettino con una lettera…la T. La gioia mi esplose dentro, quello che la sua assenza mi aveva turbata ecco che in pochissimi secondi sembrava tutto dimenticato, e oltre…molto oltre…
Il resto della settimana fu un crescendo di emozioni e sorprese. Una rosa rossa per ogni giorno, lo stesso biglietto che l’accompagnava con una lettera diversa ogni volta, prima la T, poi la R, la O…la I e il venerdì la A. Luisa idem, mi salutava con la stessa eccitazione che percepivo, quella che provavo anch’io, quella di essere tornata fra gli interessi del Nostro Master…di Andrea…
La settimana dopo invece down completo, assenza di ogni segnale, anche da Luisa, e se la speranza di diventare la prescelta del Master mi sosteneva un pochino la mancanza della sensualità della sua slave mi cacciava in uno stato di pseudo depressione emotiva, mi sentivo sola, abbandonata, una barca senza timone ne direzione in un oceano in tempesta.
Dopo qualche giorno di silenzio totale ecco che come tante volte Andrea si fece vivo, all’improvviso, come un bagliore nella notte scura. Arrivai a casa e un mazzo intero di rose rosse mi stava attendendo con un biglietto, sempre vergato a mano, del Master.
“Troia, vieni a cena da me questa sera che dobbiamo chiarire alcune cose. Alle 20.00 e presentati soft….”
Mancava meno di un’ora all’appuntamento ma non potevo permettermi di non andarci o di arrivare in ritardo.
L’eccitazione mi colse subito, sia per il tono e sia per i contenuti.
“Dobbiamo chiarire….presentati soft…”. Curiosità e timori, eccitazione e nervosismo, ma il tempo era poco, dovevo sbrigarmi.
Arrivai in orario, al suono del campanello venne ad aprirmi proprio Andrea, tutto nudo come da sua abitudine.
Con gentilezza mi accolse e mi trovò pronta, avevo interpretato le sue indicazioni come meglio pensavo. Mi tolsi lo spolverino ed ero anch’io nuda, completamente.
La scelta fu azzeccata e con un baciamano fu proprio sottolineata dal mio ospite: “ vedo che cominci a capire…bene…molto bene…” e facendomi piegare leggermente volle sincerarsi che il plug fosse ben presente, come in effetti era.
“Bene”, Andrea lo disse per la terza volta col sorriso….e invitandomi al tavolo della cena aggiunse, prima che la sorpresa mi investisse come un tir fuori controllo…”La troia di Luisa stasera sarà la nostra cameriera per la cena, poi vedremo. Va trattata come tale, è al Nostro servizio.”
Trovai Luisa già pronta, tutta nuda come Noi con in più, rispetto a me, una catenella che collegava i morsetti sui capezzoli ad un morsetto sul clitoride, catenella ben tesa che doveva, mentre si muoveva, arrecare un certo fastidio a chi la indossava, Luisa appunto.
Prima di iniziare la cena Andrea volle spiegarmi, ma in realtà spiegarci, il senso di quella serata immergendosi in un monologo che divenne ben presto quasi un manifesto:
“Ho trovato davvero sconveniente, come ben sai, il comportamento tuo e della Troia Luisa. Ricercare il piacere al di fuori di quanto vi avevo concesso, farlo senza dirmelo, senza il mio permesso e usandomi, senza la mia presenza mi ha fatto riflettere parecchio, sulle mie scelte, sia di lungo periodo “ e cosi dicendo guardò Luisa negli occhi che subito abbassò..” e sia di medio, recente periodo….” e si riferiva a me, direttamente…
“Capisco le esigenze ormonali, ma non tollero che chi goda della mia attenzione ne abusi a suo vantaggio, anche solo orgasmico….” e mi offri un flute di champagne su cui mi chiese in Cin cin.
Dopo il sorso di vino aggiunse, come chiosa finale: “ ti voglio dare un’altra possibilità come più volte lo concessa alla troia che ci serve, non deludermi Camilla, non deludermi più….” e con un cenno ordinò a Luisa di iniziare a servire la cena.
Durante la consumazione parlammo di tante cose, e proprio questo fu uno dei segnali che mi terrorizzavano dopo le sue parole ma che mi eccitavano nello stesso momento.
Andrea volle che bevessi tanta acqua, e la stessa cosa fu per Luisa.
L’unica cosa che le era concessa, l’unica fu quella di bere, bere insieme a noi, acqua, tanta acqua.
Quando la cena stava terminando, cena leggera ma piacevole ecco riprendere ancora un piccolo monologo.
“ …non è solo l’aver scoperto dopo dei vostri intrighi, ma è l’avermi, di fatto escluso da quei momenti che non riesco ancora a perdonare….. Stasera avete l’opportunità di mostrarmi come vivevate quei momenti,ma a modo mio. Prima e unica regola, non voglio che pisciate. Avete bevuto sufficientemente e questa è una sorta di prova, non deludermi Camilla” e, rivolgendosi per la prima volta a parole verso la cameriera…” non deludermi Luisa…”
Ci alzammo da tavola per andare nella stanza dei giochi, la stanza di quella sera.
Luisa, istruita in precedenza, venne a vestirmi con suo stesso outfit: catenella fra i capezzoli dei seni che si andava a collegare, con una pinzetta al mio clitoride.
Mi trovò bagnata, ma non fu una sorpresa, come non fu una sorpresa il vedere Andrea in piena erezione mentre ci anticipava all’ingresso dell’ampio bagno.
“Giocavate da sole senza di me…” iniziò ancora…”Luisa mi ha raccontato quasi tutto, quello che ho voluto ascoltare…” e facendole ancora un cenno me la ritrovai di fronte che mi stava agganciando uno strapon alla vita e all’inguine.
“Mostrami Camila come la scopavi…”…e intanto Luisa si stava piegando verso la vasca in attesa di essere penetrata.
Non potevo crederci, essere io che esercitavo sulla sua prescelta quel tipo di azione mi elevava a rango superiore, più in alto fino a quel giorno.
Cosi pensavo…e cosi volevo credere e cosi la mia eccitazione cresceva al pari del mio ego.
Tolsi il plug a Luisa e sentii che Andrea lo tolse anche a me, portandolo come al suo solito al naso prima e in bocca dopo.
“Forza” ripetè ” mostrami cosa facevate in quell’albergo…”
Luisa conscia del suo ruolo mi aspettava, le puntati il cazzo all’ano e la penetrai.
Andrea era di lato a Noi che si masturbava, il suo cazzo duro come il marmo e lucido dal precum che evidentemente aveva prodotto mi distraevano, erano loro quello che volevo quella sera e in quel momento era il cazzo del mio master che volevo.
Lo strapon era molto grande ma Luisa lo accolse senza dire nulla. La punizione che stava ricevendo era la punizione che sapeva essere giusta.
Andrea mi venne dietro e facendomi piegare sulla schiena di Luisa, senza uscire dal suo culo col toy…entrò a sua volta nel mio di culo.
Se con Luisa era eccitazione per la situazione, io che la inculavo, io che la dominavo…con Andrea fu vero e proprio sesso eccitativo. Non era soltanto il suo cazzo teso e duro, ma il calore che sentii al suo ingresso, il mio buchetto che si apriva per accoglierlo, per accogliere le sue spinte…quelle spinte che tanto avevo desiderato e sognato.
Luisa si stava toccando sotto le mie di spinte che divennero ancora più forti in sincronia con quelle forti di Andrea su di me.
Quando la sentii venire venni anch’io.
Vedevo la pelle d’oca sulla sua schiena e la mia sulle braccia.
I capezzoli e il clitoride stretti nei morsetti mi facevano male…tanto male…ma anche questo concorreva al piacere.
L’orgasmo ci colse insieme, sotto lo sguardo e i colpi del Nostro master.
Non mi diede tempo di rilassarmi, di godermelo fino in fondo, lo stesso per Luisa.
Usci senza dire nulla dal mio culo e ci ordinò di andare nella vasca, una di fronte all’altra.
“Svuotatevi la vescica come facevate in hotel…anche qui insieme…siete venute insieme prima, brave...adesso pisciate insieme…”
Ci posizionammo una di fronte all’altra con le gambe aperte.
Lui di lato continuava a toccarsi quel cazzo duro e rosso.
Luisa iniziò timidamente per prima, la seguii a ruota ma con uno spruzzo frutto della pressione che mi tormentava di fatto dal mio arrivo.
Scaricammo l’una sull’altra i nostri caldi e odorosi fluidi sotto lo sguardo attento di Andrea intento alla sua masturbazione.
“ Volevate cercare il piacere senza di me e con me…” ci disse aumentando la velocità della sega…
Era davvero eccitato…lui come noi…
Terminato di pisciare Luisa mi aveva tolto la molletta al clitoride come aveva fatto Lei e di fatto invitato a masturbarci a nostra volta dando questo spettacolo all' eccitazione del Master Andrea.
“La sborra di un padrone non è altro che un frutto…il frutto dell’eccitazione che la sua slave riesce a procurargli…ed è per questo che alla fine si trasforma in un premio…il premio alla bravura, alla ubbidienza e alla sottomissione di questa slave verso il suo padrone…”
La scena era surreale.
Nell’aria odore di piscia, non fastidioso, anzi. Odore di sesso.
Noi tre che ci stavamo eccitando a vicenda nella masturbazione di gruppo, quasi adolescenziale, e il Master Andrea che ci teneva lezione…che ci insegnava come dovevamo fare.
L’eccitazione per tutti questi motivi era a mille.
Vidi Andrea accelerare ancora di più la sua mano sul cazzo, accelerai anche la mia sulla mia fica come vidi fare Luisa sulla sua.
L’orgasmo colse me per prima, Luisa naufragò nel piacere onanistico insieme a me qualche istante dopo.
Un tripudio si schizzi ci colpirono ancora, il climax ci aveva fatto perdere il controllo dei nostri organi, volevamo godere e basta, volevamo far godere Andrea più di tutti.
E venne anche Lui, qualche secondo dopo.
Era a fianco di noi quando l’orgasmo lo colse,i nostri occhi puntati sulla sua mano, sul suo cazzo, sulla rossa cappella.
I nostri corpi pronti a ricevere quei caldi schizzi.
E venne con copiosi schizzi…con bianca, lattiginosa, densa sborra.
Riuscì a girarsi verso il water, Andrea sborrò il suo sperma dentro alla tazza, sotto i nostri attoniti sguardi…sotto le nostre voglie disattese.
Venne in cinque, sei schizzi urlando il suo piacere e tremando nel farlo.
Qualche secondo e riprese il controllo…io non potevo credere a quanto appena visto.
Si ripulì la mano con la carta igienica e guardandoci con un sorriso di soddisfazione tirò lo sciacquone.
“La sborra è il premio per chi si comporta bene e può essere anche il commiato per chi invece fa il contrario….”
“I premi si meritano…i commiati di ricevono”…aggiunse.
Ci invitò ad uscire in quello stato.
Ci fece il baciamano a tutte e due e scomparve dalla nostra attenzione.
Io e Luisa rimanemmo per qualche minuto cosi senza alcuna parola ne di confidenza e ne di speranza.
“Ma…” provai a dire…Luisa mi zittì con un dito sulla bocca aggiungendo “Andrea non perde tempo con le troie da due soldi…tempo e parole. A quelle da al massimo, dopo averle scopate, la sua sborra…ma come commiato, come hai già visto…”
Ci sistemammo un pochino, più io che dovevo tornare a casa.
Il ritrovare le carezze di Luisa sul mio corpo non fece altro che porre l’accento sui modi, diversi modi, che c’erano per raggiungere quel piacere che da tempo andavo i miei pensieri anelavano.
Luisa sulla porta di casa mi salutò con un bacio, non profondo ma sufficiente a farmi rabbrividire.
Le vie del piacere erano contorte, Andrea ne conosceva parecchie….ma Luisa ne era diventata una affidabile guida.
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