Incontro il master

di
genere
confessioni


Caos, caos e disorientamento governano la mia mente. Sono facilmente così leggibile? È lui nella sua perversione a capire le persone?
Non ha nemmeno provato a recuperare un mio contatto preferendo piuttosto regalarmi un telefono.
È tutto talmente assurdo che l'unica cosa è cassare tutto qui parlandone anche a mio marito mettendelo sul chi vive anche per il suo lavoro.
Perché allora questo strano stato di disagio che mi avvolge? Stato d'animo che non mi lascia per l'intera giornata e quella successiva.
Alle 17 del giorno dopo sono pronta come una perfetta vittima sacrificale.
Il mio outfit composto da camicia, minigonna a balza, sandali con zeppa. Niente reggiseno solamente un perizoma "ouvert".
Guido persa nel traffico rischiando in un paio di occasioni di non rispettare il semaforo.
Giungo con un quarto d'ora di anticipo, resto in macchina con un'ansia che si fa via via crescente.
Il lovense è già inserito, ho dovuto succhiarlo un po' perché la mia tensione mi rende totalmente chiusa e arida.
Scendo dirigendomi verso l'ingresso indicatomi. Continuo a guardare nervosamente il telefono che non squilla anche se sono già le 18.10, il ritardo penso sia voluto per segnare plasticamente i ruoli di dominio e subalternità, eppure sono certa che si stia godendo lo spettacolo crogiolandosi nella consapevolezza del suo potere per avere avuto ciò che voleva.

Si palesa prima dello squillo facendo partire per prima sadicamente la vibrazione dell'ovetto che mi arriva come una scossa fortissima. Un paio di minuti dopo arriva la telefonata, qualche secondo di silenzio di entrambi, è lui a parlare per primo "ciao Troia ero sicuro saresti venuta, ora cammina dirigendoti verso il Decathlon, incominceremo subito con il botto, vai verso le snickers prendine un paio e siediti sul divanetto, come provarle lo sai!"
Non sono riuscita a vederlo, lo immagino vicino ma non so quanto.

Entro nel negozio sportivo, quando mi trovo di fronte all' espositore delle scarpe il Master torna a parlare "attendi a prendere le scarpe fino a mio ordine, ho necessità sia presente più gente possibile". Intanto la vibrazione tenue e costante non si è mai interrotta provocando l'apertura con lacrimazione della figa.
Di fronte allo scaffale delle scarpe sento aumentare la vibrazione, netto è altrettanto l'aumento del ronzio coperto (forse) dalla acustica circostante. La respirazione si fa più impegnativa, il tremore è leggero ma assolutamente percettibile. Finalmente arriva l'ordine "ora!".
Afferro le scarpe già individuate e girandomi vedo un unico posto possibile nella seduta, in mezzo ad altre due donne con davanti i loro uomini, gli dico al telefono "bastardo!".
Chiedo permesso e mi accomodo fra le due signore, forse per l'insulto ricevuto o forse no il Master porta la vibrazione al massimo, impossibile il suono non arrivi alle donne e probabilmente ai loro uomini.
Sono in una condizione di subalternità totale, assoluta, irreversibile, la mia vagina, il corpo tutto è sottoposto a percosse che solo nell' alcova più intima è auspicabile immaginare. Un senso di totale sottomissione mi pervade, qualche lacrima si affaccia agli angoli degli occhi. Mi guardo attorno e di lui nemmeno l'ombra, capisco di essere sua, completamente, totalmente, sto perdendo il senso dello spazio e del tempo. Eccolo di nuovo "ti porterò a godere qui seduta, quando avverrà dovrai dire godo per il mio Master!"
Le donne mi guardano di soppiatto, ceneree, i loro uomini di più, copulsivi senza pudore e vergogna.
Il divano si sta bagnando, non resisto più, il cuore scoppia, abbasso la testa sulla spalla della donna alla mia sx, vengo!
Tutti mi fissano ora, insieme mi chiedono se sto bene, rispondo loro "vengo per il mio Master"

"Sei stata brava Troia, ora alzati e rilassati un po' mentre io abbasso le vibrazioni, ti dirò quando fermarti"

Proseguo come sospesa, in una sorta di ubriacatura costante, la vibrazione è rallentata ma mai cessata, mai!

"Rallenta! Hai un giovane ragazzo che ti segue, fermati fra poco e chinati senza piegare le gambe".
Eseguo come da ordine, sento nettamente la presenza alle mie spalle, il Master aumenta la vibrazione, la porta in breve al massimo, mi aggrappo allo scaffale per non cadere, vorrei urlare mentre lo sento all'auricolare"il ragazzo è incredulo, abbiamo poco tempo prima che perda il controllo, adesso senza girarti devi dirgli che sei una Troia e che stai vendendo per il tuo Master "

Ripeto il tutto ansimando come un ossessa, Vengo, eccome, molto molto più di prima. Ne esco spossata da questo secondo orgasmo, potrei dire annientata. Come liquefatta mi dirigo verso l'uscita, la vibrazione è rallentata ma mai cessata, mai! Sono fuori, non ho idea del tempo, dello spazio intorno a me, sussurro implorante "ti prego, ti scongiuro, ti supplico, scopami!".
Un lungo assoluto assordante silenzio e poi "quando lo meriterai..." e poi un clic che mi fa sentire perduta, smarrita, sconvolta. Anche la vibrazione si ferma d'incanto. Prendo il telefono faccio per richiamare non ricordando che mi aveva chiamata con numero anonimo.

Cos'è il buio dell' anima, il vuoto più profondo?
È quello che sto provando, persa, persa totalmente persa. Orfana delle attenzioni del Master...
scritto il
2025-10-07
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