Nascita 2
di
Bellofiore2
genere
gay
Continuai quella stessa notte a pensare a quella prima sega fatta a mio cugino, facendomi mille domande, e aspettando il mattino per porle a Carlo. Mi svegliai, e corsi in bagno per toccarmi, capire qualcosa, ma niente, solita pipì e basta.
Alle 9 lo vidi salire, ci andai incontro e subito andammo sotto nell'uliveto, il nostro posto segreto.
Si accese la sigaretta e stette zitto. Io cominciai a domandare e lui mi interruppe, domandandomi se volevo menarglielo di nuovo. Io annuii e lui lo tirò fuori. Lo presi senza pensarci e cominciai. Mi disse di toccargli e palle e come fare. Lo feci, ora avevo tutte e due le mani occupate. Ad un certo punto lui mi disse che il cazzo era asciutto e gli faceva male. Io presi la mano e ci sputai, ma lui mi disse di avvicinarmi e sputargli sopra direttamente, lui guidava ogni mio passo finche non mi fece avvicinare con le mie labbra ad 1 millimentro del cazzo e mi disse di sputarci. Continuai un altro poco fino a che mi disse di sputarci di nuovo, io mi avvicinai ma stavolta mi dissevdi aprire la bocca e leccarlo direttamente, lo ascoltai, cominciai a leccare la cappella, finchè lui non spinse dentro il suo cazzo e mi disse: questo è sucare la minchia, bagnala bene. Così gli succhiai il cazzo per bene, poi mi fece leccare le palle fino a quando mi mise il cazzo in bocca e mi disse di continuare a sucare perchè voleva sborrare. Io succhiai per fino a che lui mi tenne la testa senza spingere e mi disse di non far uscire il cazzo dalla bocca, io annuii e lui schizzo in bocca la sborra mentre continuavo a succhiare, mi diceva di inghiottire, era strano ma lo feci. Lui mi guardò e sorrise come se avesse vinto qualcosa... suo padre fischiò per chiamarlo e lui andò via, con la promessa che il pomeriggio sarebbe tornato.
Erano le 14, mi chiamò ed io andai, sempre li nel posto segreto, gli domandai io se potevo sucargli la minchia, lui annuì e subito si abbasso i pantaloncini, mi fece inginocchiare e cominciò a sbattermi il cazzo in testa io ero alla sua mercè, stavo fermo e facevo cosa lui diceva, non capivo ma mi piaceva tanto essere preso a cazzo in testa, mi fece aprime la bocca e stavolta lo presi con molta sicurezza e cominciai a succhiare e leccare le palle, bagnavo quel cazzo con tutta la saliva che avevo mi sentivo benissimo, fino a che sentii una voce: ao che fate lordi (sporchi in dialetto). Andrea era lì che ci guardava, era il fratello di Carlo più grande, ci guardò e rise, Carlo lo invitò ad avvicinarsi e gli disse che io stavo imparando, ma Andrea rimase li, ma uscì il cazzo e si toccò guardando me mentre succhiavo il cazzo a Carlo, ricordo fu io stesso a dirgli se potevo sucare la minchia pure a lui, lui annuì e si avvicinò, per prima cosa gli guardai il cazzo, la cappella più grossa del resto non era lungo ma quella cappella era enorme e tirava all'insù, lo assaggiai e poi cominciai, Carlo prese la mia mano e mi fece segare il suo, io seguivo ciò che dicevano loro: sucala a me ora, esci la lingua tutta, fatti sbattere la minchia ovunque, prendila tutta(non ho mai avuto problemi su questo punto), lecca le palle e così via, fino a che prima Carlo poi Andrea mi sborrarono in bocca e in faccia, Carlo indicava dv era la sborra sulla mia faccia ed io la premdevo cn le dita e la leccavo, a quel punto Andrea mi dice se a Giovanni poteva dirgli che io facevo queste cose, dissi di si e così salimmo verso la casa, con Carlo che mi ricordava che la sera dovevamo uscire in paese
Alle 9 lo vidi salire, ci andai incontro e subito andammo sotto nell'uliveto, il nostro posto segreto.
Si accese la sigaretta e stette zitto. Io cominciai a domandare e lui mi interruppe, domandandomi se volevo menarglielo di nuovo. Io annuii e lui lo tirò fuori. Lo presi senza pensarci e cominciai. Mi disse di toccargli e palle e come fare. Lo feci, ora avevo tutte e due le mani occupate. Ad un certo punto lui mi disse che il cazzo era asciutto e gli faceva male. Io presi la mano e ci sputai, ma lui mi disse di avvicinarmi e sputargli sopra direttamente, lui guidava ogni mio passo finche non mi fece avvicinare con le mie labbra ad 1 millimentro del cazzo e mi disse di sputarci. Continuai un altro poco fino a che mi disse di sputarci di nuovo, io mi avvicinai ma stavolta mi dissevdi aprire la bocca e leccarlo direttamente, lo ascoltai, cominciai a leccare la cappella, finchè lui non spinse dentro il suo cazzo e mi disse: questo è sucare la minchia, bagnala bene. Così gli succhiai il cazzo per bene, poi mi fece leccare le palle fino a quando mi mise il cazzo in bocca e mi disse di continuare a sucare perchè voleva sborrare. Io succhiai per fino a che lui mi tenne la testa senza spingere e mi disse di non far uscire il cazzo dalla bocca, io annuii e lui schizzo in bocca la sborra mentre continuavo a succhiare, mi diceva di inghiottire, era strano ma lo feci. Lui mi guardò e sorrise come se avesse vinto qualcosa... suo padre fischiò per chiamarlo e lui andò via, con la promessa che il pomeriggio sarebbe tornato.
Erano le 14, mi chiamò ed io andai, sempre li nel posto segreto, gli domandai io se potevo sucargli la minchia, lui annuì e subito si abbasso i pantaloncini, mi fece inginocchiare e cominciò a sbattermi il cazzo in testa io ero alla sua mercè, stavo fermo e facevo cosa lui diceva, non capivo ma mi piaceva tanto essere preso a cazzo in testa, mi fece aprime la bocca e stavolta lo presi con molta sicurezza e cominciai a succhiare e leccare le palle, bagnavo quel cazzo con tutta la saliva che avevo mi sentivo benissimo, fino a che sentii una voce: ao che fate lordi (sporchi in dialetto). Andrea era lì che ci guardava, era il fratello di Carlo più grande, ci guardò e rise, Carlo lo invitò ad avvicinarsi e gli disse che io stavo imparando, ma Andrea rimase li, ma uscì il cazzo e si toccò guardando me mentre succhiavo il cazzo a Carlo, ricordo fu io stesso a dirgli se potevo sucare la minchia pure a lui, lui annuì e si avvicinò, per prima cosa gli guardai il cazzo, la cappella più grossa del resto non era lungo ma quella cappella era enorme e tirava all'insù, lo assaggiai e poi cominciai, Carlo prese la mia mano e mi fece segare il suo, io seguivo ciò che dicevano loro: sucala a me ora, esci la lingua tutta, fatti sbattere la minchia ovunque, prendila tutta(non ho mai avuto problemi su questo punto), lecca le palle e così via, fino a che prima Carlo poi Andrea mi sborrarono in bocca e in faccia, Carlo indicava dv era la sborra sulla mia faccia ed io la premdevo cn le dita e la leccavo, a quel punto Andrea mi dice se a Giovanni poteva dirgli che io facevo queste cose, dissi di si e così salimmo verso la casa, con Carlo che mi ricordava che la sera dovevamo uscire in paese
5
voti
voti
valutazione
7
7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Nascita
Commenti dei lettori al racconto erotico