Fra i fiordi della norvegia. Sesso e viaggio esplorativo verso Capo Nord

di
genere
confessioni

In viaggio esplorativo a Capo Nord
Ho passato sei mesi sul postale che da Bergen sale a Kirkenes, porto di Capo Nord. Ho coniugato lavoro turismo e sesso.
Cameriera di bordo, addetta ai servizi di camera e di sala. Mattina: riassetto, pulizia e manutenzione delle cabine. Pranzo e cena: servizio in camera e ai tavoli del ristorante.
“Prego si accomodi. Resti a pranzo con me” “Non posso” rispondo “devo andare in sala per servizio” Alza il telefono, parla in Bokmal, (lingua norvegese) e poi mi dice “ora puoi rimanere”. Mi siedo di fronte a lui coperto solo dall’asciugamano che gli cinge i fianchi dopo essersi fatto la doccia. Mi offre da mangiare. Il suo piede nudo copre il mio mocassino da camera. Non mi sposto. Sale sul collo del piede. Non mi muovo. Brivido. allunga la mano sulla coscia. Non mi muovo. Turbata. Si alza, mi viene dietro, massaggia le spalle. Si abbassa bacia il collo. Si inginocchia, carpisce i miei seni e li massaggia. Giro la testa e lo bacio. Mi alza. Gli scivola l’asciugamani. Il suo importante gigante stretto sulla mia pancia. Lo carezzo. Lo masturbo. Mi inginocchio e assaporo l’odore del merluzzo norvegese. Mi piace da svenire. Lo pompo meticolosamente con il prepuzio fra le mie labbra, che massaggia il glande. Lascio la pelle e prendo direttamente quella capocchia fra le labbra. Gode. Mi alzo, mi sfila il camice di servizio. Strappa letteralmente il reggiseno e con forza. Abbassa il tanga. Mi prende in braccio. Mi adagia sul letto e mi penetra. Una caverna molto visitata su quella nave, ma il suo merluzzo gigante urta e strofina le pareti interne del mio utero e il clitoride che si trovava all’imboccatura dell’antro.
Accedo al mio orgasmo continuo. Il suo entrare ed uscire mi fa impazzire. Ha una capacità di resistenza ineguagliabile. Mi porta in estasi. Squirtisco due volte. Si sfila. mi gira e bacia la mia nuca. Scende nel canale della mia schiena, con la sua lingua percorre i cavi delle mie ascelle. Giù per i fianchi. Trova la fessura interglutea. Saggia con la lingua la consistenza dell’ano. Si accorge che è un sentiero spianato perché già molto battuto. Vi lascia molta saliva. Lo prende in mano, appoggia la capocchia all’imboccatura della caverna. Ma questa volta sono io a dare il colpo di reni. Spingo con forza il culo verso il suo cazzo. Lui fermo, lo sento nel retto. Mi riempie l’intestino di pesce. Lì esplode dopo che quel merluzzo bestiale ha vibrato e sbattuto sulle pareti. Sento l’onda franta che vuole uscire dal culo. Mi porto avanti e lo sfilo. Mi giro, lo imbocco ancora duro e grondante di lava. Ripulisco, bevo e tracanno. Mi sgrilletto e raggiungo l’apice dell’orgasmo. Squirtisco ancora e questa volta beve lui. Sono stati i più bei quindici giorni del “servizio estivo” Tutti i giorni gli ho servito pranzo e cena. Tutti i giorni gli ho servito il dopo-pranzo e il dopo-cena. A volte mi fermo la sera nel suo letto e la mattina sono già in servizio per riassettare e pulire la sua stanza. E poi pranzo e cena e poi, dopo-pranzo e dopo-cena, senza interruzioni. Mai ho goduto e fatto godere nella mia vita come in questa crociera sul Mare del Nord.
A Bergen scende dalla nave e non lo vedo più. A settembre finisce l’estate e finiscono le crociere. Rifaccio domanda di ammissione a maggio dell’anno successivo. Non vengo presa. Il proprietario della flotta vuole una nuova cameriera di bordo.

scritto il
2025-08-23
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