Punire il marito -2
di
segati
genere
dominazione
Questa storia narra, le punizioni che lei, la moglie cattiva, rivoga al marito. Non mancano mai luoghi e attrezzi diversi. Questa è la prima storia, proseguirò con la seconda e via così seguendo apprezzamenti, critiche o spunti su cosa scrivere alla mail troiettagrassa2@gmail.com
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Seconda storia
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Avevamo lasciato lo sguardo di lei intenta nello scegliere quello che avrebbe utilizzato per concludere la sessione di quella sera.
Non sfuggì al suo sguardo un vecchio e ormai utilizzatissimo dildo in silicone. Vero, ormai a lui, come si dice, faceva vento, per poterglielo inserire nel culo , magari quasi a secco era sempre uno spasso.. per lei.
La posizione di lui era già ottimale, piegato e con il culo in fuori… ma lei doveva renderla più antipatica …
Nascosta dietro ad un lampadario vi era un robusto gancio. Vi attacco una carrucola e di li una robusta fune.
Ordinò al marito di stendersi in terra, quindi fisso le caviglie ad una spread bar che gli tenesse la gambe ben larghe.
Lui aveva già intuito cosa l’aspettava… a breve il sangue gli avrebbe pulsato con violenza nella testa, messo, come sarebbe stato poi, con la testa rivolta verso il basso.
Agganciò la fune alla barra e, con poco sforzo, grazie ad un paranco elettrico, lentamente lui venne sollevato da terra.
nel mentre questo accadeva lei poteva vedere il corpo di lui, nudo e peloso che gli sfilava davanti… pensava che la prossima volta l’avrebbe depilato su tutto il corpo…ma a modo suo…bruciandoglieli.
La testa ormai non tocca più terra, vari centimetri fra i capelli ed il pavimento.
Le gambe spalancate, il suo orifizio davanti ai suoi occhi, ben accessibile.
Lei va in cucina e prende dei guanti in latex, quelli neri, robusti. Dal tavolo prende un buon lubrificante...ne lascia cadere giusto qualche goccia dentro il culo dello slave… gocce assolutamente insufficienti per una lubrificazione decente, ma la sua intenzione non è farlo star bene…doveva soffrire il porco. Il dildo sarebbe entrato in lui con difficolta, stirando il più possibile e dilaniando la tenera carne.
Prendo l’arnese, nero, sarà stato un 7 cm di diametro, e lo punta dritto nello sfintere del pover’uomo. Lui oppone resistenza, mugolando. Lei a voce bassa e perentoria gli ordina di non fiatare e con lenta e studiata manovra inizia a spingerlo verso il basso, aiutata da quella posizione. Preme e rotea questo plug prima in un verso e poi nell’altro, cercando di fargli far strada verso l’interno del culo. La resistenza è fortissima, l’uomo inizia a lacrimare, ma, nonostante questo il cazzo inizia a tirargli vistosamente.
Lo sfintere finalmente cede il passo ed il dildo si ritrova dentro morso fra le carni . Ormai è questione di pochi attimi e tutti i 16 cm di silicone saranno al loro posto.
Lei, soddisfatta, si allontana per guardarlo…bello pieno, a capo in giù, con questo cazzone nel culo , con il suo cazzo che si erge.
Forse è il momento di premiarlo ? ma si, facciamolo godere, pensa lei.
Gli si pone di lato, gli prende il cazzo in mano e lo scappella. Ci sputa sopra e inizia a massaggiarlo torcendo in tutti i sensi, allungandolo e rilasciandolo.
La sua mano lo strizza la verga fra le mani e con un andirivieni sempre più veloce, masturba l’uomo.
Il corpo estraneo nel culo, la pressione sulla verga…tutte sensazioni che ben presto portano il marito all’orgasmo... Lei diabolica non molla subito la presa ma continua a segarlo incutendo un doloroso fastidio nel poveretto.
Lo sperma è uscito copioso gocciolando in terra.
“e anche per stasera sei sistemato”, gli dice, con un sorrisino beffardo, quello di quando lei ha ottenuto quello che vuole. Il suo cazzo è ormai verso la fase di riposo, rosso dall’attrito esercitato da quella mano esperta..
Prima di liberarlo deve togliere il plug…pensa che sarebbe divertente farlo togliere a lui ma non è il momento. Con un rapido movimento glielo strappa dal culo facendolo sobbalzare. Un ondata di dolore lo inonda. La carne, appiccicata al plug, quasi si strappa.
Lentamente lei lo cala, il rumore del verricello sovrasta ogni suono, inevitabilmente.
Arrivato a terra Gli libera le gambe dalla barra e, dopo il lungo tempo passato con la mascherina e le manette, finalmente torna libero.
La coppia, come niente fosse, riprende la sua routine. Lui andrà sotto la doccia e lei farà sparire tutto l’armamentario utilizzato o che avrebbe voluto utilizzare.
Non sono ancora a cena, è già lei pensa alla gita che faranno in montagna fra qualche giorno…conosce una grotta isolata lontana da occhi indiscreti…
Ma questa è un'altra storia 😉
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Seconda storia
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Avevamo lasciato lo sguardo di lei intenta nello scegliere quello che avrebbe utilizzato per concludere la sessione di quella sera.
Non sfuggì al suo sguardo un vecchio e ormai utilizzatissimo dildo in silicone. Vero, ormai a lui, come si dice, faceva vento, per poterglielo inserire nel culo , magari quasi a secco era sempre uno spasso.. per lei.
La posizione di lui era già ottimale, piegato e con il culo in fuori… ma lei doveva renderla più antipatica …
Nascosta dietro ad un lampadario vi era un robusto gancio. Vi attacco una carrucola e di li una robusta fune.
Ordinò al marito di stendersi in terra, quindi fisso le caviglie ad una spread bar che gli tenesse la gambe ben larghe.
Lui aveva già intuito cosa l’aspettava… a breve il sangue gli avrebbe pulsato con violenza nella testa, messo, come sarebbe stato poi, con la testa rivolta verso il basso.
Agganciò la fune alla barra e, con poco sforzo, grazie ad un paranco elettrico, lentamente lui venne sollevato da terra.
nel mentre questo accadeva lei poteva vedere il corpo di lui, nudo e peloso che gli sfilava davanti… pensava che la prossima volta l’avrebbe depilato su tutto il corpo…ma a modo suo…bruciandoglieli.
La testa ormai non tocca più terra, vari centimetri fra i capelli ed il pavimento.
Le gambe spalancate, il suo orifizio davanti ai suoi occhi, ben accessibile.
Lei va in cucina e prende dei guanti in latex, quelli neri, robusti. Dal tavolo prende un buon lubrificante...ne lascia cadere giusto qualche goccia dentro il culo dello slave… gocce assolutamente insufficienti per una lubrificazione decente, ma la sua intenzione non è farlo star bene…doveva soffrire il porco. Il dildo sarebbe entrato in lui con difficolta, stirando il più possibile e dilaniando la tenera carne.
Prendo l’arnese, nero, sarà stato un 7 cm di diametro, e lo punta dritto nello sfintere del pover’uomo. Lui oppone resistenza, mugolando. Lei a voce bassa e perentoria gli ordina di non fiatare e con lenta e studiata manovra inizia a spingerlo verso il basso, aiutata da quella posizione. Preme e rotea questo plug prima in un verso e poi nell’altro, cercando di fargli far strada verso l’interno del culo. La resistenza è fortissima, l’uomo inizia a lacrimare, ma, nonostante questo il cazzo inizia a tirargli vistosamente.
Lo sfintere finalmente cede il passo ed il dildo si ritrova dentro morso fra le carni . Ormai è questione di pochi attimi e tutti i 16 cm di silicone saranno al loro posto.
Lei, soddisfatta, si allontana per guardarlo…bello pieno, a capo in giù, con questo cazzone nel culo , con il suo cazzo che si erge.
Forse è il momento di premiarlo ? ma si, facciamolo godere, pensa lei.
Gli si pone di lato, gli prende il cazzo in mano e lo scappella. Ci sputa sopra e inizia a massaggiarlo torcendo in tutti i sensi, allungandolo e rilasciandolo.
La sua mano lo strizza la verga fra le mani e con un andirivieni sempre più veloce, masturba l’uomo.
Il corpo estraneo nel culo, la pressione sulla verga…tutte sensazioni che ben presto portano il marito all’orgasmo... Lei diabolica non molla subito la presa ma continua a segarlo incutendo un doloroso fastidio nel poveretto.
Lo sperma è uscito copioso gocciolando in terra.
“e anche per stasera sei sistemato”, gli dice, con un sorrisino beffardo, quello di quando lei ha ottenuto quello che vuole. Il suo cazzo è ormai verso la fase di riposo, rosso dall’attrito esercitato da quella mano esperta..
Prima di liberarlo deve togliere il plug…pensa che sarebbe divertente farlo togliere a lui ma non è il momento. Con un rapido movimento glielo strappa dal culo facendolo sobbalzare. Un ondata di dolore lo inonda. La carne, appiccicata al plug, quasi si strappa.
Lentamente lei lo cala, il rumore del verricello sovrasta ogni suono, inevitabilmente.
Arrivato a terra Gli libera le gambe dalla barra e, dopo il lungo tempo passato con la mascherina e le manette, finalmente torna libero.
La coppia, come niente fosse, riprende la sua routine. Lui andrà sotto la doccia e lei farà sparire tutto l’armamentario utilizzato o che avrebbe voluto utilizzare.
Non sono ancora a cena, è già lei pensa alla gita che faranno in montagna fra qualche giorno…conosce una grotta isolata lontana da occhi indiscreti…
Ma questa è un'altra storia 😉
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