La cuoca. Prima parte.
di
pennabianca.
genere
corna
Mi chiamo Claudio, ho quarant'anni, un fisico normale, alto uno e settanta, occhi scuri, capelli neri e corti, aspetto mite e tranquillo. Sono sposato con Manuela, che ha la mia stessa età. Ma non è la classica donna, madre di famiglia, casalinga, con i capelli castani, occhi scuri, fisico snello, anche se con un po' di pancetta, dovuta al parto. Siamo sposati da dieci anni ed io sono stato l'unico uomo nella sua vita. Quando l'ho conosciuta, ho trovato in lei la donna che cercavo: calma, tranquilla e ubbidiente, amante della casa e desiderosa di avere dei figli, un marito, una vita tranquilla, senza tanti grilli per la testa. Proviene da una famiglia molto conservatrice, dove la donna è la regina della casa, pensa ad allevare i figli e ad accudire il marito. La nostra è una vita tranquilla, abbiamo poche amicizie, usciamo raramente; lei, pudica e timida, indossa sempre abiti molto pratici e comodi, niente di sexy, indossa sempre comode scarpe e non ama molto ricevere complimenti o occhiate cariche di desiderio. Oltre tutto, non appartiene a quelle bellezze che, quando incontri per strada, ti volti a guardare oppure si veste in maniera provocante per attirare l'attenzione: niente di tutto ciò, ama molto mantenere sempre un basso profilo. Fra di noi le cose sono quanto di più assoluto e normale si possa trovare nella vita di una coppia. Scopiamo poco e sempre nella maniera canonica, in figa con lei sotto, poi lei sopra e gode; dopo la prendo a pecorina e godo, mai culo, scarsi pompini. Io lavoro da oltre vent'anni come meccanico presso un'officina di riparazioni auto. Siamo solo in due: io e il proprietario, che si chiama Giuseppino, ma tutti i suoi amici lo chiamano Pino. Lui è il classico tipo che sbava ogni volta che vede entrare nell'officina una donna e questo, forse, è dovuto al fatto che, avendo sessantatré anni, vedovo da oltre dieci. Il suo aspetto non è certo quello di un Adone: basso, in sovrappeso, quasi calvo, dai modi un po' rozzi. Si circonda di altri due amici che hanno, grosso modo, la sua stessa età, che, come lui, stanno sempre a sbavare dietro ad ogni donna che passa per strada o che entra in officina. Tutti e quattro li chiamo "i quattro moschettieri," perché stanno spesso insieme, sono amici da sempre, da tanti anni. Tutti e quattro sono nati nello stesso anno, solo in mesi diversi. Benito, è il più anziano perché nato a gennaio, completamente calvo, ex muratore in pensione, perennemente affamato di fica, poi Antonio, che è nato a marzo, dei quattro è l'unico che non si è mai sposato, anche lui molto porco e rozzo, ed infine c'è Flavio, che invece è il più giovane, infatti compirà sessant'anni fra qualche giorno e, di tutti e quattro, è il più magro e forse l'unico un po' meno rozzo. Flavio e Benito, sono gli unici due che hanno ancora le mogli, con le quali non vanno assolutamente d'accordo e che, spesso e volentieri, passano più tempo con noi in officina che a casa, a scambiare chiacchiere o qualche battuta ironica, se per caso capita nei paraggi una donna.
«Guarda quella che troia! Mi farei succhiare il cazzo per ore, oppure gli sfonderei quel gran culo che si ritrova.»
Queste sono, in genere, le battute più pulite che escono dalla loro bocca nei confronti di una donna. Naturalmente anche Pino non è molto leggero quando si tratta di parlare di donne. Spesso i suoi amici chiedono anche il mio parere, anche se io mi tengo un po' in disparte, li ascolto commentare, ma è quasi sempre Pino che li anticipa.
«A quello lascialo perdere: Claudio ha una bella moglie, seria e devota, e queste cose nemmeno se le sogna.»
Effettivamente è vero, dentro la mia testa, spesso e volentieri, cerco di immaginare come sarebbe mia moglie, inginocchiata davanti a lui che gli succhia il cazzo, anche se questa è una cosa presente solo nella mia fantasia. Quei suoi amici fanno parte, assieme a lui, di un circolo di cacciatori, dediti alla caccia del cinghiale. In tutto sono circa una ventina di persone, che hanno un piccolo locale, dove si ritrovano, dove tengono le loro riunioni per decidere le battute di caccia, fare cene o guardare partite di calcio insieme, mangiando e bevendo come maiali. Una volta ci sono stato anch'io, ho aiutato Pino, a portare un divano ancora buono, che il proprietario aveva sostituito con uno nuovo. Il locale non è molto grande, ha un ampio salone con un maxischermo, un bagno e, di lato, c'è un attrezzato angolo cottura. Ovviamente il locale non è molto pulito e, a questo, vi provvede una signora peruviana, che, due volte al mese, in compagnia di Flavio, va a far pulizia di quello che essi chiamano il circolo. Ogni volta che questo avviene, Flavio passa anche da noi in officina e, con Pino, si scambiano battute e allusioni sulla bravura della signora peruviana nello scopare, ovviamente, non solo il pavimento. Una volta l'ho anche vista. È una donna dall'età apparente di una quarantina d'anni, bassa, tonda, grassottella, con dei seni flaccidi, due labbra enormi. Era venuta insieme al marito a far controllare la loro auto che non funzionava bene. Quando ho aperto il cofano per controllare il motore, ho scoperto che il filtro dell'aria non era mai stato cambiato, era praticamente quello originale. È bastato fare un po' di manutenzione, perché la vettura tornasse perfettamente efficiente e così il marito è corso via per andare al lavoro, lasciando la signora lì in officina a pagare il conto. Lei e Pino sono andati nell' ufficio e, dopo un poco, sono passato vicino alla porta; dallo spiraglio, ho visto lui che l'aveva messa pecora e la stava inculando con forza. Ad un tratto, lui si è sfilato, l'ha fatta inginocchiare davanti a sé e gli ha messo il cazzo davanti alla bocca, invitandola a succhiare.
«Dai, troia, succhia! Prendilo tutto in bocca che adesso ti do una buona razione di crema.»
È stato in quell'occasione, che ha visto il cazzo di Pino; sicuramente più lungo del mio, che è a malapena nella media, ma soprattutto, di una notevole circonferenza. Quando ho capito che sarebbero usciti dall'ufficio, sono tornato al mio lavoro e, poco dopo, la signora è uscita seguita da lui che se la rideva soddisfatto, mentre lei aveva il trucco sfatto e macchie bianche sulla maglietta, fra i capelli, probabilmente non era riuscita a contenere la sborrata che lui le aveva riversato in faccia. La sera, disteso nel letto con mia moglie, avevo voglia di far sesso, ma lei era stanca.
«Ti prego, lascia perdere, sono stanca. Oggi ho pulito tutta casa, ho fatto due lavatrici ed ho anche stirato tutti i panni; inoltre, tuo figlio non mi ha dato un attimo di pace. Per favore, lasciami perdere, non ho voglia di far sesso.»
Sono rimasto in silenzio con il mio cazzo duro fra le mani; quando lei si è addormentata, sono andato in bagno e mi sono fatto una sega veloce. Ho chiuso gli occhi e l'ho immaginata in ginocchio davanti a Pino, che si infilava il suo cazzo in bocca, costretta a succhiarlo. È bastata solo questa fantasia, per farmi schizzare rapidamente. A Manuela non piace molto questa pratica, come non piace neanche prenderlo in culo. Ogni volta che ho provato, a penetrarla analmente o farle succhiare il cazzo, si è rivolta a me sempre in maniera sdegnata e infastidita.
«Non se ne parla nemmeno! Se vuoi metterlo fra le chiappe di qualcuna, cercati una puttana, così te lo fai anche succhiare.»
Io invece, spesso e volentieri, la immagino stretta fra altri maschi che le impongono di far qualsiasi cosa. Questa fantasia mi eccita così tanto che sono costretto a masturbarmi furiosamente. In questi giorni sono tutti indaffarati ad organizzare una festa a sorpresa per Flavio. Fra tre giorni sarà il suo compleanno e gli vogliono organizzare una cena presso il circolo, tutta dedicata a lui. Pino è tutto preso da un continuo di telefonate e di contatti con i suoi amici. Poi, improvvisamente, questa mattina, mentre stavamo lavorando assieme al motore di una vettura, lui, improvvisamente, mi ha fatto una domanda.
«Claudio, posso chiederti una cosa? Se non sbaglio tua moglie è molto brava a cucinare. Avevamo la suocera di Benito, che si sarebbe dovuto occupare di tutta la cena, ma è caduta in bagno, si è rotta il femore e, di conseguenza, ci troviamo senza nessuno che sia in grado di cucinare la cena per noi. Pensi che, dietro un lauto compenso, tua moglie sarebbe disponibile a far il sugo per le tagliatelle con la carne di cinghiale ed a preparare un dolce per tutti noi?»
Lo guardo sbalordito; per un attimo cerco una risposta alla sua domanda, mentre, immediatamente, dentro di me, in maniera alquanto insolita e strana, ho una violenta erezione al solo pensiero di mia moglie, intenta a cucinare per loro.
«Con esattezza non saprei risponderti. In passato ha aiutato mia suocera che, come sai, lavorava come cuoca al ristorante, quindi oggi, quando vado a pranzo, le chiedo se è disponibile a cucinare per voi.»
Lui mi garantisce tutta la disponibilità, sia nel fornire i soldi, che le materie prime necessarie alla realizzazione della loro cena. Durante l'ora di pranzo ne parlo con Manuela, che mi guarda con aria scocciata e infastidita.
«Sei proprio sicuro, che non hanno nessun altro che possa far loro la cena? È una grande responsabilità cucinare per più persone, poi se dovessi anche preparare il dolce, sarà sicuramente una cosa non da poco. Non sono brava come mia madre e cucinare del cinghiale richiede tempo, esperienza e bravura.»
La guardo, il pensiero di vedere lei in mezzo a loro mi eccita così tanto, che, fortunatamente, lei non nota, per cui mi adopero affinché, accetti la proposta.
«Pino mi ha assicurato la massima disponibilità, sia economica che di qualsiasi altro tipo di aiuto tu abbia bisogno, perché l'unica cosa che vogliono è del sugo di cinghiale per condire delle tagliatelle, oltre ad un tiramisù, da mangiare insieme.»
Manuela scuote ancora la testa indecisa; cerca, in qualche modo, di evitare questo impegno culinario.
«Quindi non basta solo il cinghiale, devo anche preparare un tiramisù, ma tu lo sai quanto tempo ci vuole per fare il tiramisù, per venti persone? Inoltre va tenuto presente che, da quello che ho capito, è tutta gente che ama mangiare molto bene, quindi, come minimo e solo per il dolce, dovrei farne almeno tre chili. Poi dovrei riuscire anche a capire quanto cinghiale devo cucinare; se è solo per il sugo, oppure lo vogliono anche in umido e, probabilmente, con un contorno. È un'impresa molto impegnativa.»
Mi rendo conto che, con un po' di pazienza, riuscirò a convincerla.
«Amore, non devi fare tutto da sola, lui mi ha detto che ti fornirà tutto quello che ti serve.»
La stringo, la bacio e, alla fine, riesco a convincerla. Quando torno in officina e comunico a Pino che lei ha accettato, ne è molto contento e mi dice che provvederà, la sera stessa, a portare a casa mia la carne di cinghiale, in modo che Manuela possa subito iniziare la preparazione. Dentro di me, d'improvviso, prende corpo un'idea che ho deciso di mettere in pratica all'istante: lo invito a cena, così potrà discutere con mia moglie in ordine a tutti i dettagli necessari alla realizzazione del progetto. Lui accetta, dopo avermi guardato un attimo con stupore, perché non era mai venuto di invitarlo a cena a casa mia. Chiamo mia moglie e la informo che quella sera avremo avuto un ospite. Lei mi risponde con tono ancora più scocciato ed infastidito.
«Accidenti! Devo preparare anche la cena per questa sera! Va bene, fa come ti pare! Ma non vi aspettate grandi cose.»
Finito di lavorare, torno a casa, mentre Pino passa al circolo per prendere il cinghiale conservato nel surgelatore che hanno in quel locale e, dopo circa un'ora, arriva a casa mia. Si presenta con due enormi buste di carne di cinghiale, che Manuela, quando le vede, rimane decisamente stupita. Mentre ceniamo, li osservo metter in fila tutti i vari dettagli che il suo compito comporta; osservo lui che la guarda con occhi alquanto interessati, senza mai però far nulla di sconveniente o che possa infastidire mia moglie. Dopo cena, quando ci lascia, resta d'accordo con lei che, la mattina dopo, la verrà a prendere per andare insieme al supermercato per far la spesa ed acquistare tutto quello che è necessario per la realizzazione della cena. Quando siamo sdraiati nel letto, ho voglia di scopare, anche se, prima di distendermi accanto a lei, mi ero masturbato furiosamente in bagno, schizzando una quantità enorme di sborra. Lei, all'inizio, non vuole, ma, alla fine, accetta; io le salgo sopra e la infilo tra le sue cosce. La penetro, la scopo, facendola gemere, poi la metto sopra di me, mi lascio cavalcare, mentre, sollevate le mani, afferro i suoi seni, una splendida terza misura che stringo, impasto, immaginando che siano le mani di Pino che la sta toccando. Lei gode, quasi in silenzio, come sempre, poi scende da me e si gira, la prendo da dietro, la scopo velocemente, perché sento l'orgasmo arrivare molto in fretta, eccitato dal pensiero che, al mio posto, potrebbe esserci Pino. Faccio giusto in tempo ad uscire da lei, che le vengo sulle chiappe, poi lei si alza e se ne va in bagno a lavarsi. Quando torna, mi bacia e si addormenta, mentre io non riesco a non pensare al fatto che l'indomani, lui verrà a prendere mia moglie ed insieme andranno in giro. Quel solo pensiero me lo fa tornare di nuovo duro; sono costretto ad andare in bagno e tirarmi un'altra sega. Il mattino successivo, appena entrato in officina, trovo Pino, con Benito e Antonio, che insieme partono e vanno a prendere mia moglie per andare al supermercato. Resto per un momento immobile, cercando di realizzare che adesso moglie sarà in mezzo quattro uomini e questo mi eccita ancora di più; sono costretto ad andare in bagno, dove mi bastano pochi colpi di sega, per avere una sborrata colossale. Per tutto il resto della mattinata non riesco a combinare nulla; ho la mente fissa sul pensiero di Manuela assieme a quei quattro, e la cosa mi eccita così tanto che torno in bagno e mi faccio un'altra sega. Mi sento sfinito, mi lavo il viso, quando sollevo lo sguardo sullo specchio davanti a me, vedo il mio volto ancora abbastanza teso, mentre, dentro di me, sento una frase che mi sconvolge ancor di più.
«Claudio, sei proprio un gran cornuto! Quei quattro, forse, si stanno scopando tua moglie: le stanno spaccando ed aprendo ogni buco.»
Lo vedo tornare, che era quasi mezzogiorno, sorridente, allegro.
«Claudio, ragazzo mio, tua moglie è una donna stupenda! Son sicuro che sarà una cena spettacolare! Naturalmente, sei invitato anche tu, così, Manuela avrà al fianco una persona che conosce, altrimenti si troverà in mezzo a tanti estranei.»
Lo guardo, cerco di capire e gli chiedo per quale motivo dovremmo venire anche noi alla cena. Lui mi guarda, sorride e dà la sua spiegazione.
«Come sarebbe? Lei cucina e prepara tutto e poi non dovrebbe far parte degli invitati? Come facciamo a condire le tagliatelle con il sugo di cinghiale, se non c'è lei presente? E, per questo, che anche tu che sei suo marito, devi esser con noi.»
Quando torno a casa, Manuela è già indaffarata a preparare tutto quanto serve per la cena che si terrà il giorno dopo; essendo di giovedì, il giorno delle loro riunioni, Flavio non ha alcun sospetto ad entrare al circolo, senza lontanamente immaginare tutto ciò che è stato organizzato a sua insaputa. Dentro di me mi sento inquieto, un po' preoccupato, in quanto non mi aspettavo che mia moglie, fosse contenta di esser presente alla cena, e, anzi, scherza pure su di loro.
«Devo dire che Pino ed i suoi amici sono dei veri pazzi, hanno comprato di tutto e di più e, soprattutto, vino e liquori per la serata di domani.»
Il giorno successivo, Pino è molto indaffarato a coordinare tutte le varie operazioni, poi, nel primo pomeriggio, se ne va; mi lascia da solo, per andare a prendere mia moglie, tutto ciò che ha cucinato e portarla con lui al circolo, dove dovranno definire gli ultimi dettagli per preparare la festa a sorpresa. Quando li raggiungo, entro nel circolo e sono accolto in maniera molto festosa, calorosa. Tutti mi danno il benvenuto e una pacca sulla spalla, complimentandosi per la bravura di mia moglie nel preparare tutto l'occorrente per la cena. Lei indossa un vestito che le arriva al ginocchio, davanti è tenuto chiuso con dei bottoni, mentre in basso la gonna è ampia e leggera. Sopra l'abito, indossa un grembiule bianco ricamato e, quando la vedo, è circondata dal solito gruppetto di amici di Pino, che, immediatamente, mi offrono un bicchiere di vino rosso e ne danno uno anche a lei, c'invitano tutti ad un brindisi al quale nessuno può sottrarsi. Vedere mia moglie allegra, che ride e beve del vino, ben sapendo che non lo regge molto, dentro di me, crea un attimo di apprensione, perché mi sto rendendo conto che in questo locale, dove compresi noi due ci sono già ben quindici persone, lei è l'unica donna presente. Non so come potrebbe andare a finire tutta questa storia. Ad un certo punto, Pino ci costringe a nasconderci tutti dietro l'angolo cottura, perché l'arrivo di Flavio è imminente. Immediatamente vedo mia moglie che si ritrova con Benito sulla destra, Pino dietro di lei e Antonio sul lato sinistro, altre tre persone dietro e poi ci sono io che osservo come Pino stia, con il suo corpo, a stretto contatto con quello di Manuela che è stretta ai due lati dagli altri due. Vedo le mani di Pino che si stanno intrufolando sotto il vestito di mia moglie, mentre Benito, con una mano, le sta sicuramente toccando il seno e poi con l'altra spegne la luce.
«Guarda quella che troia! Mi farei succhiare il cazzo per ore, oppure gli sfonderei quel gran culo che si ritrova.»
Queste sono, in genere, le battute più pulite che escono dalla loro bocca nei confronti di una donna. Naturalmente anche Pino non è molto leggero quando si tratta di parlare di donne. Spesso i suoi amici chiedono anche il mio parere, anche se io mi tengo un po' in disparte, li ascolto commentare, ma è quasi sempre Pino che li anticipa.
«A quello lascialo perdere: Claudio ha una bella moglie, seria e devota, e queste cose nemmeno se le sogna.»
Effettivamente è vero, dentro la mia testa, spesso e volentieri, cerco di immaginare come sarebbe mia moglie, inginocchiata davanti a lui che gli succhia il cazzo, anche se questa è una cosa presente solo nella mia fantasia. Quei suoi amici fanno parte, assieme a lui, di un circolo di cacciatori, dediti alla caccia del cinghiale. In tutto sono circa una ventina di persone, che hanno un piccolo locale, dove si ritrovano, dove tengono le loro riunioni per decidere le battute di caccia, fare cene o guardare partite di calcio insieme, mangiando e bevendo come maiali. Una volta ci sono stato anch'io, ho aiutato Pino, a portare un divano ancora buono, che il proprietario aveva sostituito con uno nuovo. Il locale non è molto grande, ha un ampio salone con un maxischermo, un bagno e, di lato, c'è un attrezzato angolo cottura. Ovviamente il locale non è molto pulito e, a questo, vi provvede una signora peruviana, che, due volte al mese, in compagnia di Flavio, va a far pulizia di quello che essi chiamano il circolo. Ogni volta che questo avviene, Flavio passa anche da noi in officina e, con Pino, si scambiano battute e allusioni sulla bravura della signora peruviana nello scopare, ovviamente, non solo il pavimento. Una volta l'ho anche vista. È una donna dall'età apparente di una quarantina d'anni, bassa, tonda, grassottella, con dei seni flaccidi, due labbra enormi. Era venuta insieme al marito a far controllare la loro auto che non funzionava bene. Quando ho aperto il cofano per controllare il motore, ho scoperto che il filtro dell'aria non era mai stato cambiato, era praticamente quello originale. È bastato fare un po' di manutenzione, perché la vettura tornasse perfettamente efficiente e così il marito è corso via per andare al lavoro, lasciando la signora lì in officina a pagare il conto. Lei e Pino sono andati nell' ufficio e, dopo un poco, sono passato vicino alla porta; dallo spiraglio, ho visto lui che l'aveva messa pecora e la stava inculando con forza. Ad un tratto, lui si è sfilato, l'ha fatta inginocchiare davanti a sé e gli ha messo il cazzo davanti alla bocca, invitandola a succhiare.
«Dai, troia, succhia! Prendilo tutto in bocca che adesso ti do una buona razione di crema.»
È stato in quell'occasione, che ha visto il cazzo di Pino; sicuramente più lungo del mio, che è a malapena nella media, ma soprattutto, di una notevole circonferenza. Quando ho capito che sarebbero usciti dall'ufficio, sono tornato al mio lavoro e, poco dopo, la signora è uscita seguita da lui che se la rideva soddisfatto, mentre lei aveva il trucco sfatto e macchie bianche sulla maglietta, fra i capelli, probabilmente non era riuscita a contenere la sborrata che lui le aveva riversato in faccia. La sera, disteso nel letto con mia moglie, avevo voglia di far sesso, ma lei era stanca.
«Ti prego, lascia perdere, sono stanca. Oggi ho pulito tutta casa, ho fatto due lavatrici ed ho anche stirato tutti i panni; inoltre, tuo figlio non mi ha dato un attimo di pace. Per favore, lasciami perdere, non ho voglia di far sesso.»
Sono rimasto in silenzio con il mio cazzo duro fra le mani; quando lei si è addormentata, sono andato in bagno e mi sono fatto una sega veloce. Ho chiuso gli occhi e l'ho immaginata in ginocchio davanti a Pino, che si infilava il suo cazzo in bocca, costretta a succhiarlo. È bastata solo questa fantasia, per farmi schizzare rapidamente. A Manuela non piace molto questa pratica, come non piace neanche prenderlo in culo. Ogni volta che ho provato, a penetrarla analmente o farle succhiare il cazzo, si è rivolta a me sempre in maniera sdegnata e infastidita.
«Non se ne parla nemmeno! Se vuoi metterlo fra le chiappe di qualcuna, cercati una puttana, così te lo fai anche succhiare.»
Io invece, spesso e volentieri, la immagino stretta fra altri maschi che le impongono di far qualsiasi cosa. Questa fantasia mi eccita così tanto che sono costretto a masturbarmi furiosamente. In questi giorni sono tutti indaffarati ad organizzare una festa a sorpresa per Flavio. Fra tre giorni sarà il suo compleanno e gli vogliono organizzare una cena presso il circolo, tutta dedicata a lui. Pino è tutto preso da un continuo di telefonate e di contatti con i suoi amici. Poi, improvvisamente, questa mattina, mentre stavamo lavorando assieme al motore di una vettura, lui, improvvisamente, mi ha fatto una domanda.
«Claudio, posso chiederti una cosa? Se non sbaglio tua moglie è molto brava a cucinare. Avevamo la suocera di Benito, che si sarebbe dovuto occupare di tutta la cena, ma è caduta in bagno, si è rotta il femore e, di conseguenza, ci troviamo senza nessuno che sia in grado di cucinare la cena per noi. Pensi che, dietro un lauto compenso, tua moglie sarebbe disponibile a far il sugo per le tagliatelle con la carne di cinghiale ed a preparare un dolce per tutti noi?»
Lo guardo sbalordito; per un attimo cerco una risposta alla sua domanda, mentre, immediatamente, dentro di me, in maniera alquanto insolita e strana, ho una violenta erezione al solo pensiero di mia moglie, intenta a cucinare per loro.
«Con esattezza non saprei risponderti. In passato ha aiutato mia suocera che, come sai, lavorava come cuoca al ristorante, quindi oggi, quando vado a pranzo, le chiedo se è disponibile a cucinare per voi.»
Lui mi garantisce tutta la disponibilità, sia nel fornire i soldi, che le materie prime necessarie alla realizzazione della loro cena. Durante l'ora di pranzo ne parlo con Manuela, che mi guarda con aria scocciata e infastidita.
«Sei proprio sicuro, che non hanno nessun altro che possa far loro la cena? È una grande responsabilità cucinare per più persone, poi se dovessi anche preparare il dolce, sarà sicuramente una cosa non da poco. Non sono brava come mia madre e cucinare del cinghiale richiede tempo, esperienza e bravura.»
La guardo, il pensiero di vedere lei in mezzo a loro mi eccita così tanto, che, fortunatamente, lei non nota, per cui mi adopero affinché, accetti la proposta.
«Pino mi ha assicurato la massima disponibilità, sia economica che di qualsiasi altro tipo di aiuto tu abbia bisogno, perché l'unica cosa che vogliono è del sugo di cinghiale per condire delle tagliatelle, oltre ad un tiramisù, da mangiare insieme.»
Manuela scuote ancora la testa indecisa; cerca, in qualche modo, di evitare questo impegno culinario.
«Quindi non basta solo il cinghiale, devo anche preparare un tiramisù, ma tu lo sai quanto tempo ci vuole per fare il tiramisù, per venti persone? Inoltre va tenuto presente che, da quello che ho capito, è tutta gente che ama mangiare molto bene, quindi, come minimo e solo per il dolce, dovrei farne almeno tre chili. Poi dovrei riuscire anche a capire quanto cinghiale devo cucinare; se è solo per il sugo, oppure lo vogliono anche in umido e, probabilmente, con un contorno. È un'impresa molto impegnativa.»
Mi rendo conto che, con un po' di pazienza, riuscirò a convincerla.
«Amore, non devi fare tutto da sola, lui mi ha detto che ti fornirà tutto quello che ti serve.»
La stringo, la bacio e, alla fine, riesco a convincerla. Quando torno in officina e comunico a Pino che lei ha accettato, ne è molto contento e mi dice che provvederà, la sera stessa, a portare a casa mia la carne di cinghiale, in modo che Manuela possa subito iniziare la preparazione. Dentro di me, d'improvviso, prende corpo un'idea che ho deciso di mettere in pratica all'istante: lo invito a cena, così potrà discutere con mia moglie in ordine a tutti i dettagli necessari alla realizzazione del progetto. Lui accetta, dopo avermi guardato un attimo con stupore, perché non era mai venuto di invitarlo a cena a casa mia. Chiamo mia moglie e la informo che quella sera avremo avuto un ospite. Lei mi risponde con tono ancora più scocciato ed infastidito.
«Accidenti! Devo preparare anche la cena per questa sera! Va bene, fa come ti pare! Ma non vi aspettate grandi cose.»
Finito di lavorare, torno a casa, mentre Pino passa al circolo per prendere il cinghiale conservato nel surgelatore che hanno in quel locale e, dopo circa un'ora, arriva a casa mia. Si presenta con due enormi buste di carne di cinghiale, che Manuela, quando le vede, rimane decisamente stupita. Mentre ceniamo, li osservo metter in fila tutti i vari dettagli che il suo compito comporta; osservo lui che la guarda con occhi alquanto interessati, senza mai però far nulla di sconveniente o che possa infastidire mia moglie. Dopo cena, quando ci lascia, resta d'accordo con lei che, la mattina dopo, la verrà a prendere per andare insieme al supermercato per far la spesa ed acquistare tutto quello che è necessario per la realizzazione della cena. Quando siamo sdraiati nel letto, ho voglia di scopare, anche se, prima di distendermi accanto a lei, mi ero masturbato furiosamente in bagno, schizzando una quantità enorme di sborra. Lei, all'inizio, non vuole, ma, alla fine, accetta; io le salgo sopra e la infilo tra le sue cosce. La penetro, la scopo, facendola gemere, poi la metto sopra di me, mi lascio cavalcare, mentre, sollevate le mani, afferro i suoi seni, una splendida terza misura che stringo, impasto, immaginando che siano le mani di Pino che la sta toccando. Lei gode, quasi in silenzio, come sempre, poi scende da me e si gira, la prendo da dietro, la scopo velocemente, perché sento l'orgasmo arrivare molto in fretta, eccitato dal pensiero che, al mio posto, potrebbe esserci Pino. Faccio giusto in tempo ad uscire da lei, che le vengo sulle chiappe, poi lei si alza e se ne va in bagno a lavarsi. Quando torna, mi bacia e si addormenta, mentre io non riesco a non pensare al fatto che l'indomani, lui verrà a prendere mia moglie ed insieme andranno in giro. Quel solo pensiero me lo fa tornare di nuovo duro; sono costretto ad andare in bagno e tirarmi un'altra sega. Il mattino successivo, appena entrato in officina, trovo Pino, con Benito e Antonio, che insieme partono e vanno a prendere mia moglie per andare al supermercato. Resto per un momento immobile, cercando di realizzare che adesso moglie sarà in mezzo quattro uomini e questo mi eccita ancora di più; sono costretto ad andare in bagno, dove mi bastano pochi colpi di sega, per avere una sborrata colossale. Per tutto il resto della mattinata non riesco a combinare nulla; ho la mente fissa sul pensiero di Manuela assieme a quei quattro, e la cosa mi eccita così tanto che torno in bagno e mi faccio un'altra sega. Mi sento sfinito, mi lavo il viso, quando sollevo lo sguardo sullo specchio davanti a me, vedo il mio volto ancora abbastanza teso, mentre, dentro di me, sento una frase che mi sconvolge ancor di più.
«Claudio, sei proprio un gran cornuto! Quei quattro, forse, si stanno scopando tua moglie: le stanno spaccando ed aprendo ogni buco.»
Lo vedo tornare, che era quasi mezzogiorno, sorridente, allegro.
«Claudio, ragazzo mio, tua moglie è una donna stupenda! Son sicuro che sarà una cena spettacolare! Naturalmente, sei invitato anche tu, così, Manuela avrà al fianco una persona che conosce, altrimenti si troverà in mezzo a tanti estranei.»
Lo guardo, cerco di capire e gli chiedo per quale motivo dovremmo venire anche noi alla cena. Lui mi guarda, sorride e dà la sua spiegazione.
«Come sarebbe? Lei cucina e prepara tutto e poi non dovrebbe far parte degli invitati? Come facciamo a condire le tagliatelle con il sugo di cinghiale, se non c'è lei presente? E, per questo, che anche tu che sei suo marito, devi esser con noi.»
Quando torno a casa, Manuela è già indaffarata a preparare tutto quanto serve per la cena che si terrà il giorno dopo; essendo di giovedì, il giorno delle loro riunioni, Flavio non ha alcun sospetto ad entrare al circolo, senza lontanamente immaginare tutto ciò che è stato organizzato a sua insaputa. Dentro di me mi sento inquieto, un po' preoccupato, in quanto non mi aspettavo che mia moglie, fosse contenta di esser presente alla cena, e, anzi, scherza pure su di loro.
«Devo dire che Pino ed i suoi amici sono dei veri pazzi, hanno comprato di tutto e di più e, soprattutto, vino e liquori per la serata di domani.»
Il giorno successivo, Pino è molto indaffarato a coordinare tutte le varie operazioni, poi, nel primo pomeriggio, se ne va; mi lascia da solo, per andare a prendere mia moglie, tutto ciò che ha cucinato e portarla con lui al circolo, dove dovranno definire gli ultimi dettagli per preparare la festa a sorpresa. Quando li raggiungo, entro nel circolo e sono accolto in maniera molto festosa, calorosa. Tutti mi danno il benvenuto e una pacca sulla spalla, complimentandosi per la bravura di mia moglie nel preparare tutto l'occorrente per la cena. Lei indossa un vestito che le arriva al ginocchio, davanti è tenuto chiuso con dei bottoni, mentre in basso la gonna è ampia e leggera. Sopra l'abito, indossa un grembiule bianco ricamato e, quando la vedo, è circondata dal solito gruppetto di amici di Pino, che, immediatamente, mi offrono un bicchiere di vino rosso e ne danno uno anche a lei, c'invitano tutti ad un brindisi al quale nessuno può sottrarsi. Vedere mia moglie allegra, che ride e beve del vino, ben sapendo che non lo regge molto, dentro di me, crea un attimo di apprensione, perché mi sto rendendo conto che in questo locale, dove compresi noi due ci sono già ben quindici persone, lei è l'unica donna presente. Non so come potrebbe andare a finire tutta questa storia. Ad un certo punto, Pino ci costringe a nasconderci tutti dietro l'angolo cottura, perché l'arrivo di Flavio è imminente. Immediatamente vedo mia moglie che si ritrova con Benito sulla destra, Pino dietro di lei e Antonio sul lato sinistro, altre tre persone dietro e poi ci sono io che osservo come Pino stia, con il suo corpo, a stretto contatto con quello di Manuela che è stretta ai due lati dagli altri due. Vedo le mani di Pino che si stanno intrufolando sotto il vestito di mia moglie, mentre Benito, con una mano, le sta sicuramente toccando il seno e poi con l'altra spegne la luce.
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