Aurora e la mia lingua – Il piacere senza fine
di
Angelo B
genere
esibizionismo
Racconto erotico intenso e personale
Angelo, 60 anni – Aurora, 20 anni
⸻
Capitolo 1 – Il corpo che chiama
La stanza era immersa in penombra, calda, densa di profumi di pelle e desiderio.
Io, Angelo, sessant’anni, la osservavo.
Lei, Aurora, ventenne, distesa sul letto, nuda, le gambe aperte come un invito che non avevo intenzione di rifiutare.
Il suo corpo giovane emanava una bellezza cruda, diretta.
La luce accarezzava i suoi fianchi, scivolava sulle sue tette sode, fermandosi sul suo ventre morbido.
Ma erano le sue cosce aperte, la sua figa lucida e tesa, il centro del mio universo in quel momento.
Mi abbassai lentamente, guidato dalla fame.
— «Sei pronto, Angelo?» mi chiese con un sussurro.
— «Perché io sono tutta tua.»
Le mie mani le scivolarono sui fianchi mentre la mia bocca si avvicinava a quel centro caldo.
La leccai piano, con rispetto e fame insieme.
Ogni movimento della lingua la faceva fremere, il suo respiro diventava più veloce.
— «Mmm… sì… così… non smettere.»
Le sue dita affondarono tra i miei capelli, mi spinsero più giù.
Le mie labbra trovarono il clitoride, lo succhiai, lo mordicchiai.
Aurora gemeva, le gambe che tremavano, il bacino che si alzava per cercare più contatto, più pressione.
— «Ti sento tremare, Aurora. Voglio che ti lasci andare con me.»
— «Fallo, fammi urlare… voglio squirtare per te!»
Capitolo 2 – Lo squirt
La mia lingua girava, spingeva, scivolava dentro di lei.
Il suo corpo si contorceva, la sua voce diventava più alta, spezzata, animalesca.
— «Sì! Così! Cazzo, sì!»
E poi successe.
Un attimo eterno.
Il suo corpo si tese, la schiena si inarcò, e un getto caldo mi colpì la bocca, le guance, il mento.
Aurora squirtò.
Tutta. Senza freni.
Le sue gambe mi strinsero forte, il respiro era un urlo rotto, i capelli scompigliati, gli occhi persi nel vuoto del piacere.
Rimasi lì, con il suo sapore sulle labbra, il viso bagnato, fiero di averla portata fino a quel punto.
— «Sei incredibile, Angelo… sei il mio dio.»
— «Solo tu sai farmi sentire così.»
Capitolo 3 – Il mio turno
Lei mi guardava con un sorriso stanco e sporco, ma affamato.
— «Ora tocca a te, Angelo. Fammi sentire tutto.»
Mi alzai, il mio cazzo già duro e pronto.
Lei si stese di nuovo sul letto, aprì le gambe, mi invitò con lo sguardo.
— «Fammi tua. Ora. Non trattenerti.»
Mi posizionai tra le sue cosce, la presi per le anche, e la penetrai tutto d’un colpo.
Un gemito le sfuggì dalla gola, le unghie mi segnarono la schiena.
La sua figa era calda, viva, stretta.
Un paradiso.
— «Ti voglio così tanto, Aurora. Sei mia.»
— «E io sono tua. Solo tua. Scopami forte, Angelo.»
Cominciai a spingere dentro di lei con sempre più forza.
La stanza si riempì di suoni umidi, di carne, di fiato.
Le sue tette sbattevano contro il mio petto, le sue gambe mi stringevano come se non volesse lasciarmi andare mai più.
— «Non fermarti… voglio tutto.»
— «Sei così stretta… così bagnata… Dio, Aurora!»
Lei venne ancora.
Un altro tremito, un altro squirt che mi bagnò la base del cazzo.
Io ero al limite.
— «Aurora… sto per…»
— «Sborra dentro di me, Angelo. Riempimi tutta. Fammi tua.»
Un urlo.
Un’esplosione.
La mia sborra calda dentro la sua figa ancora pulsante.
I nostri corpi uniti, tremanti, il mondo sparito.
Capitolo 4 – Dopo il fuoco
Rimasi dentro di lei a lungo, abbracciandola.
Il sudore, il respiro spezzato, i cuori fuori controllo.
Ci baciammo piano, lentamente, con dolcezza.
— «Ti voglio sempre così.»
— «E io voglio vivere nella tua lingua, Angelo. E sotto di te.»
Il silenzio riempì tutto.
Solo il battito dei nostri cuori e il sapore del piacere sulla pelle.
⸻
Fine
Angelo, 60 anni – Aurora, 20 anni
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Capitolo 1 – Il corpo che chiama
La stanza era immersa in penombra, calda, densa di profumi di pelle e desiderio.
Io, Angelo, sessant’anni, la osservavo.
Lei, Aurora, ventenne, distesa sul letto, nuda, le gambe aperte come un invito che non avevo intenzione di rifiutare.
Il suo corpo giovane emanava una bellezza cruda, diretta.
La luce accarezzava i suoi fianchi, scivolava sulle sue tette sode, fermandosi sul suo ventre morbido.
Ma erano le sue cosce aperte, la sua figa lucida e tesa, il centro del mio universo in quel momento.
Mi abbassai lentamente, guidato dalla fame.
— «Sei pronto, Angelo?» mi chiese con un sussurro.
— «Perché io sono tutta tua.»
Le mie mani le scivolarono sui fianchi mentre la mia bocca si avvicinava a quel centro caldo.
La leccai piano, con rispetto e fame insieme.
Ogni movimento della lingua la faceva fremere, il suo respiro diventava più veloce.
— «Mmm… sì… così… non smettere.»
Le sue dita affondarono tra i miei capelli, mi spinsero più giù.
Le mie labbra trovarono il clitoride, lo succhiai, lo mordicchiai.
Aurora gemeva, le gambe che tremavano, il bacino che si alzava per cercare più contatto, più pressione.
— «Ti sento tremare, Aurora. Voglio che ti lasci andare con me.»
— «Fallo, fammi urlare… voglio squirtare per te!»
Capitolo 2 – Lo squirt
La mia lingua girava, spingeva, scivolava dentro di lei.
Il suo corpo si contorceva, la sua voce diventava più alta, spezzata, animalesca.
— «Sì! Così! Cazzo, sì!»
E poi successe.
Un attimo eterno.
Il suo corpo si tese, la schiena si inarcò, e un getto caldo mi colpì la bocca, le guance, il mento.
Aurora squirtò.
Tutta. Senza freni.
Le sue gambe mi strinsero forte, il respiro era un urlo rotto, i capelli scompigliati, gli occhi persi nel vuoto del piacere.
Rimasi lì, con il suo sapore sulle labbra, il viso bagnato, fiero di averla portata fino a quel punto.
— «Sei incredibile, Angelo… sei il mio dio.»
— «Solo tu sai farmi sentire così.»
Capitolo 3 – Il mio turno
Lei mi guardava con un sorriso stanco e sporco, ma affamato.
— «Ora tocca a te, Angelo. Fammi sentire tutto.»
Mi alzai, il mio cazzo già duro e pronto.
Lei si stese di nuovo sul letto, aprì le gambe, mi invitò con lo sguardo.
— «Fammi tua. Ora. Non trattenerti.»
Mi posizionai tra le sue cosce, la presi per le anche, e la penetrai tutto d’un colpo.
Un gemito le sfuggì dalla gola, le unghie mi segnarono la schiena.
La sua figa era calda, viva, stretta.
Un paradiso.
— «Ti voglio così tanto, Aurora. Sei mia.»
— «E io sono tua. Solo tua. Scopami forte, Angelo.»
Cominciai a spingere dentro di lei con sempre più forza.
La stanza si riempì di suoni umidi, di carne, di fiato.
Le sue tette sbattevano contro il mio petto, le sue gambe mi stringevano come se non volesse lasciarmi andare mai più.
— «Non fermarti… voglio tutto.»
— «Sei così stretta… così bagnata… Dio, Aurora!»
Lei venne ancora.
Un altro tremito, un altro squirt che mi bagnò la base del cazzo.
Io ero al limite.
— «Aurora… sto per…»
— «Sborra dentro di me, Angelo. Riempimi tutta. Fammi tua.»
Un urlo.
Un’esplosione.
La mia sborra calda dentro la sua figa ancora pulsante.
I nostri corpi uniti, tremanti, il mondo sparito.
Capitolo 4 – Dopo il fuoco
Rimasi dentro di lei a lungo, abbracciandola.
Il sudore, il respiro spezzato, i cuori fuori controllo.
Ci baciammo piano, lentamente, con dolcezza.
— «Ti voglio sempre così.»
— «E io voglio vivere nella tua lingua, Angelo. E sotto di te.»
Il silenzio riempì tutto.
Solo il battito dei nostri cuori e il sapore del piacere sulla pelle.
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Fine
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