La Piscina del Piacere Immenso
di
Angelo B
genere
incesti
(con epilogo: La Notte Senza Respiro)
La notte era calda, umida, viva. Il giardino illuminato appena. La piscina privata scintillava sotto la luna. Nicole era già nuda in acqua, la pelle bagnata, la fica che sfiorava la superficie come un invito proibito.
Nicole (sorridendomi maliziosa):
«Zio… la mia fica ha sete. Vieni a dissetarla. Con la lingua… o col cazzo. Decidi tu.»
Sul bordo, Gis si stava spogliando lentamente. La vestaglia scivolava sul suo corpo maturo e perfetto. Rimase in piedi, nuda, con il seno pieno e il culo che chiamava il mio sguardo.
Gis (guardandomi con desiderio puro):
«Stanotte sei nostro. E noi tue. Fica, bocca, culo. Ci entri dove vuoi. Ma non ti fermi finché non ci svuoti. Finché non ci senti urlare.»
Mi spogliai in silenzio. Il cazzo già duro. Entrai in acqua. Nicole mi raggiunse subito, le gambe intorno alla mia vita, la lingua tra le mie labbra.
Nicole (gemendo mentre si sfrega contro di me):
«Ce l’ho bagnata, cazzo. È tua. Spingilo dentro piano. Voglio sentirlo… voglio tremare mentre mi scopi.»
La presi. Le afferrai il culo. La infilai con lentezza. Sentii la sua fica stringermi, accogliermi, bagnata, viva. Gis si avvicinò, entrò in acqua, ci circondò.
Gis (mentre ci bacia entrambi):
«Sei dentro lei… ma io ti voglio in bocca. Dopo. Poi nel culo. Voglio venire con la tua lingua nella fica e il tuo sguardo nei miei occhi.»
Il ritmo aumentò. L’acqua schizzava. Nicole cavalcava il mio cazzo come se non volesse mai smettere. Gis le baciava i seni, si toccava con forza, la sua fica tremava solo a guardarci.
Nicole (urlando, quasi piangendo dal piacere):
«Sto venendo… zio… sto venendo sul tuo cazzo… fammi tua… svuotami…»
Venne. E subito dopo venni anch’io, profondo. Sentii la sua fica avvolgermi, calda, pulsante.
Poi toccò a Gis. La girai, la presi da dietro, le afferrai i fianchi. Il suo culo splendeva bagnato.
Gis (piegata sul bordo):
«Dentro… tutto… più forte… sì… così… fammi sentire il tuo cazzo nel profondo… fammi godere come solo tu sai.»
Venni di nuovo. Dentro di lei. Forte. La sentii venire contro di me, urlando, le unghie affondate nel bordo.
⸻
Epilogo – La Notte Senza Respiro
Non era finita. Né poteva finire così.
Salimmo in camera, ancora nudi, ancora tremanti. La stanza era buia, ma i loro corpi brillavano nel mio sguardo. Nicole si gettò sul letto, le gambe spalancate.
Nicole (con la voce roca):
«Mi hai scopata in acqua… ora fammi urlare qui. Voglio il tuo cazzo fino in gola. Poi nella fica. E poi… dove vuoi. Ma fallo. Fallo adesso.»
Gis (inginocchiata tra le mie gambe):
«E io ti voglio con lei che ci guarda. Fammi godere mentre la scopi. Fammi sentire il tuo sapore sulla lingua. Riempimi. Ovunque.»
Fu una notte senza respiro. Tre corpi intrecciati. Bocche sulle bocche. Cazzi nelle bocche. Fiche che gocciolavano, vibravano, tremavano. Nicole cavalcava il mio cazzo. Gis mi veniva in faccia. Io venivo dentro entrambe, senza più sapere chi fosse chi. Solo piacere. Solo noi.
Alle prime luci dell’alba, Nicole sussurrò con un filo di voce:
Nicole:
«Se questo è peccato… allora non voglio mai più salvarmi.»
Gis (accarezzandoci entrambi):
«Questa notte… ci ha uniti per sempre. È il nostro patto. Il nostro respiro. Il nostro Paradiso.»
Io le strinsi.
Nessuna parola. Solo il battito lento dei cuori. E un silenzio pieno.
Era la nostra notte senza respiro. E non sarebbe mai finita.
La notte era calda, umida, viva. Il giardino illuminato appena. La piscina privata scintillava sotto la luna. Nicole era già nuda in acqua, la pelle bagnata, la fica che sfiorava la superficie come un invito proibito.
Nicole (sorridendomi maliziosa):
«Zio… la mia fica ha sete. Vieni a dissetarla. Con la lingua… o col cazzo. Decidi tu.»
Sul bordo, Gis si stava spogliando lentamente. La vestaglia scivolava sul suo corpo maturo e perfetto. Rimase in piedi, nuda, con il seno pieno e il culo che chiamava il mio sguardo.
Gis (guardandomi con desiderio puro):
«Stanotte sei nostro. E noi tue. Fica, bocca, culo. Ci entri dove vuoi. Ma non ti fermi finché non ci svuoti. Finché non ci senti urlare.»
Mi spogliai in silenzio. Il cazzo già duro. Entrai in acqua. Nicole mi raggiunse subito, le gambe intorno alla mia vita, la lingua tra le mie labbra.
Nicole (gemendo mentre si sfrega contro di me):
«Ce l’ho bagnata, cazzo. È tua. Spingilo dentro piano. Voglio sentirlo… voglio tremare mentre mi scopi.»
La presi. Le afferrai il culo. La infilai con lentezza. Sentii la sua fica stringermi, accogliermi, bagnata, viva. Gis si avvicinò, entrò in acqua, ci circondò.
Gis (mentre ci bacia entrambi):
«Sei dentro lei… ma io ti voglio in bocca. Dopo. Poi nel culo. Voglio venire con la tua lingua nella fica e il tuo sguardo nei miei occhi.»
Il ritmo aumentò. L’acqua schizzava. Nicole cavalcava il mio cazzo come se non volesse mai smettere. Gis le baciava i seni, si toccava con forza, la sua fica tremava solo a guardarci.
Nicole (urlando, quasi piangendo dal piacere):
«Sto venendo… zio… sto venendo sul tuo cazzo… fammi tua… svuotami…»
Venne. E subito dopo venni anch’io, profondo. Sentii la sua fica avvolgermi, calda, pulsante.
Poi toccò a Gis. La girai, la presi da dietro, le afferrai i fianchi. Il suo culo splendeva bagnato.
Gis (piegata sul bordo):
«Dentro… tutto… più forte… sì… così… fammi sentire il tuo cazzo nel profondo… fammi godere come solo tu sai.»
Venni di nuovo. Dentro di lei. Forte. La sentii venire contro di me, urlando, le unghie affondate nel bordo.
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Epilogo – La Notte Senza Respiro
Non era finita. Né poteva finire così.
Salimmo in camera, ancora nudi, ancora tremanti. La stanza era buia, ma i loro corpi brillavano nel mio sguardo. Nicole si gettò sul letto, le gambe spalancate.
Nicole (con la voce roca):
«Mi hai scopata in acqua… ora fammi urlare qui. Voglio il tuo cazzo fino in gola. Poi nella fica. E poi… dove vuoi. Ma fallo. Fallo adesso.»
Gis (inginocchiata tra le mie gambe):
«E io ti voglio con lei che ci guarda. Fammi godere mentre la scopi. Fammi sentire il tuo sapore sulla lingua. Riempimi. Ovunque.»
Fu una notte senza respiro. Tre corpi intrecciati. Bocche sulle bocche. Cazzi nelle bocche. Fiche che gocciolavano, vibravano, tremavano. Nicole cavalcava il mio cazzo. Gis mi veniva in faccia. Io venivo dentro entrambe, senza più sapere chi fosse chi. Solo piacere. Solo noi.
Alle prime luci dell’alba, Nicole sussurrò con un filo di voce:
Nicole:
«Se questo è peccato… allora non voglio mai più salvarmi.»
Gis (accarezzandoci entrambi):
«Questa notte… ci ha uniti per sempre. È il nostro patto. Il nostro respiro. Il nostro Paradiso.»
Io le strinsi.
Nessuna parola. Solo il battito lento dei cuori. E un silenzio pieno.
Era la nostra notte senza respiro. E non sarebbe mai finita.
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