Samantha e il Professore - Seconda parte - Capitolo terzo

di
genere
masturbazione

Seconda parte - Capitolo terzo

La sera, finita la cena e ognuno (cioè Samantha e il Professore) sistemato nella sua camera di albergo, lo psicoterapeuta si può rilassare dando atto a se stesso, comunque, che dovrà capire come gestire la questione sessuale con Samantha. Proprio nel momento in cui il Professore si sta coricando, stanco morto, sente bussare leggermente alla porta. Chiede chi è dall'altra parte della porta e riceve una flebile risposta da parte di Samantha.
S: sono io, apra per favore.
P: Samantha vai a letto ti prego.
S: mi apra le devo dire delle cose.
P: Me le dici domani.
S: no gliele devo dire ora, mi apra.
In questo breve scambio il tono della voce diventa sempre più alto e questo preoccupa molto il Professore perché tutti gli intervenuti al simposio sono alloggiati in camere vicino alla sua e potrebbero sentire.
P: Samantha non alzare la voce e vai a letto ti prego.
S: se non mi apre parlo più forte.
Alla fine il Professore preso da un senso di impotenza apre la porta, poiché pensa che la ragazza è ormai fuori controllo e se lasciata nel corridoio dell'albergo inevitabilmente sarebbe stata vista da altri ai quali sarebbe semplice fare uno più uno e capire come stanno le cose.
Appena dentro la camera Samantha fa un salto addosso al Professore. Se lo bacia ovunque e sopratutto se lo slingua come se fosse un gelato.
S: mi sento di avere una carica pazzesca....
P: Samantha, stai perdendo il controllo di te stessa.
S: Professore, ho bisogno di orgasmare, altrimenti scoppio.
E così dicendo si denuda completamente mettendo in mostra il suo splendido corpo.
S: allora Professore sono una bambina prodigio vero?
P: che stai dicendo?
S: lei mi ha presentata a tutti come bambina. Se lo è dimenticato?
E appena finita la frase si apre la figa con due mani.
S: ecco la figa della sua bambina.
E poi si apre il culo, sempre con due mani.
S: ecco il culo della sua bambina. E ora le faccio vedere come succhia il cazzo la sua bambina.
Il Professore, come al solito, entra nel vortice sessuale di Samantha dal quale esce solo dopo aver spruzzato tutto lo sperma prodotto dai suoi testicoli. Questa volta lo scarica nel culo di Samantha, la quale nel frattempo è riuscita a godere due volte.
E così finisce l'avventura del simposio di Madrid.

Al ritorno nella metropoli il Professore comincia a riflettere che così non si può andare avanti. E' evidente che a Samantha sta succedendo quello che di norma succede a persone che hanno una dipendenza con il trascorrere del tempo. Samantha a dire la verità ha anche in parte sostituito la sua dipendenza della masturbazione compulsiva con la bramosia di avere rapporti sessuali con il Professore. Il meccanismo è lo stesso: nella sua testolina il cervello martella sempre sullo stesso tasto fino a fargli scoppiare la scatola cranica. Prima martellava al fine di masturbarsi di continuo: quindi o si masturbava o pensava a masturbarsi. Ora invece martella al fine di avere contatti sessuali con il Professore: quindi o ha il cazzo da qualche parte (bocca, figa, culo) o ci pensa. In ogni caso si tratta sempre di ossessione e dipendenza. Il Professore sa benissimo che in questo tipo di ossessioni il soggetto dipendente tende progressivamente a rimuovere tutte le precauzioni e a cedere ai suoi impulsi, rischiando sempre più. Samantha, pur intelligentissima, fa proprio così: quando gli prende il raptus non si controlla. Prima o poi, probabilmente più prima che poi – pensa il Professore – succederà un casino e io mi rovinerò, perché in questo genere di lavoro se si viene a sapere che lo psicoterapeuta ha rapporti sessuali molto spinti con una paziente, la sua autorevolezza viene cancellata in un attimo e con essa le possibilità di lavorare con il rischio anche di radiazione dall'albo professionale.
Al Professore allora non rimane di analizzare il caso in modo razionale. Per poter far questo decide di prendere tutto l'incartamento di Samantha (l'holter sessuale, i suoi appunti, le registrazioni dei video dei primi giorni....) e andarsene in un'altra città a studiarseli in modo da non avere fra i piedi, o per dire in modo più esatto e letterale fra le palle, il demonio sessuale di Samantha.

Così appena deciso ciò comunica a Samantha che deve andare fuori città e che si assenterà per un paio di giorni.
Nella comoda stanza d'albergo studia le carte e pensa.
In primo luogo arriva alla conclusione che non è possibile convincere Samantha per via, diciamo ordinaria, ad un comportamento più prudente; con il suo cervello si può ragionare ma con la sua figa è praticamente impossibile ragionare. E ormai da un po' di tempo ella ragiona molto con la figa.
Dunque bisogna trovare un'altra strategia. Sicuramente una strategia d'urto. Anzi per essere più precisi una strategia che deve costituire un trauma a Samantha; che in qualche modo questo trauma la segni e le faccia cambiare definitivamente il suo modo di comportarsi.
Il punto debole di Samantha non è difficile trovarlo, è già evidente dai risultati dell'holter sessuale: lei gode ad essere umiliata e sottomessa e ovviamente le permane una notevole dipendenza sessuale da orgasmi. Quindi, riflette il Professore, occorre lavorare su questo. Lo psicoterapeuta allora pensa a strutturare un piano organico e poi anche dettagliato. Nel predisporlo scopre con una certa sorpresa che ciò lo eccita; nella sua vita precedente ricorda che a volte praticava giochi del genere nel ruolo di dominante; poi nel corso della vita professionale il suo forte autocontrollo aveva messo in soffitta questa perversione, ma ora evidentemente ritornava a galla. Samantha, lo ricordiamo, era invece riuscita a scoprire la depravazione che lo aveva segnato tutta la vita: quella del movimento della lingua. Per dovere di cronaca la perversione della lingua era associata alla sua prima immagine di sesso effettivamente vista in diretta: una ragazza giovane che slinguava come una vera maiala il suo giovane amante. Lui, il Professore, all'epoca piccolo, seguiva la scena nascosto dietro un cespuglio; la scena fu talmente emozionante che poi per il resto della vita la sua libido ne è stata fortemente influenzata. Ora, tuttavia, con piacere prende atto che lo stimola molto anche immaginare di sottomettere Samantha. Lo eccita sopratutto l'idea di potersi vendicare - anche in modo cattivo - su quella perfetta macchina di intelligenza e di sesso quale è Samantha e di poterla mettere totalmente sotto il suo controllo. Si ripromette che ci deve andare giù pesante, senza alcun riguardo, realizzando appieno il piano studiato nei particolari.


Tornato all'abitazione il Professore si trova sull'uscio di casa Samantha ad aspettarlo.
S: buongiorno Professore. Ben tornato.
P: buongiorno Samantha. Grazie del ben tornato.
S: spero che lei ora non abbia altri impegni.....
P: Samantha, senti ho pensato che possiamo fare una piccolissima vacanza assieme. Che ne dici?
Samantha si illumina tutta in una espressione di vera e propria felicità.
S: Siiiiii. E' meraviglioso. Lo voglio. Lo voglio. Lo voglio.
Samantha, con i successi universitari, aggiunti quelli ottenuti al simposio e sommati pure quelli erotici-sessuali nei confronti del Professore, ha assunto sempre più un atteggiamento sicuro. In sostanza si sta abituando ad ottenere tutto quello che vuole e desidera, che in una ragazzina, a questo punto appena ventenne, peraltro con forte dipendenza sessuale che dovrebbe limitarla, è veramente anomalo e probabilmente anche pericoloso, come giustamente ha dedotto il Professore.
P: ho già prenotato un fine settimana in un casale in campagna in un posto veramente bello ed anche molto isolato, a dire la verità. Conosco bene il proprietario e ho già le chiavi della casa.
Samantha abbraccia il Professore e se lo sbaciucchia tutto in segno di ringraziamento, avendo cura di premere con insistenza il suo seno sul suo petto e attendendo che lui, come spesso fa quando lei è in quella posizione, le palpi a mano aperta il culo.
S: ...la mano...
P: cosa?
S: Professore, guardi che se non mi palpa il culo io non mi stacco da lei....
P: ah, perché se ti palpo il culo a quel punto ti stacchi?
S: questa volta si ….. glielo giuro.... ho tutto un fine settimana per me....eh eh eh...
Al Professore verrebbe già ora l'istinto di mettere in pratica quello che ha elaborato come piano di azione, ma più ragionevolmente dà una bella palpata al culo e, visto che c'è, anche alle tette di Samantha e dolcemente la stacca a se con la promessa che nel fine settimana avrà una super razione di quanto anela.

Nei due giorni che mancano al fine settimana il Professore si procura gli oggetti utili per la realizzazione del piano e li nasconde nella propria valigia che con cura completa.
scritto il
2025-04-22
1 . 9 K
visite
2 3
voti
valutazione
6.7
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.