La trasformazione di una giovane moglie - Parte 3

di
genere
dominazione

un nodo in gola: quella situazione non me la sarei mai aspettata... guardando loro presi la penna.
Riguardai Susanna con la testa china sul tavolo, con le gambe aperte mentre Tito le stava accarezzando la fica.
Lui mi gettò uno sguardo tra il seccato e l'impazie3nte, dicendomi: «Cosa vuoi fare....non sei convinto, allora guarda adesso!» Ricordo che quella sera, dopo essersi fatta scopare dal fratello, trascorremmo la serata fuori a chiacchierare amabilmente, come nulla fosse, finché Susanna esausta s'era addormentata sul dondolo a gambe aperte, con la fica completamente esposta: semi aperta, con le labbra ancora gonfie ed con il clitoride ché sembrava un fungo .
Parlando con Osvaldo, arrivai a spiegare meglio quella situazione, ripetendogli ché lei aveva il permesso di fare tutto ciò che voleva.
Lui, senza inutili giri di parole, disse che se era così, se la sarebbe scopata volentieri altre volte, anche se era sua sorella ed io ribattei se lei vuole non ci sono problemi: «Non sei il primo e non sarai nemmeno l'ultimo»
Fu cosi che Susanna, mentre io lavoravo nei turni di notte e dormivo di giorno per tutta la settimana,, si fece scopare ripetutamente da lui alla sera e spesso anche al pomeriggio, fino alla sua partenza.
Il suo cambiamento era oramai visibile: oltre al fatto che stava diventando ninfomane, spesso e senza essere visto da lei, l'avevo sorpresa sotto la doccia mentre si masturbava.

Quando poi le comunicai che dovevo fare una traferta di una settimana alla filiale di Torino, per avviare una nuova linea, insistette perché rinunciassi: disse chenon voleva rimanere sola... quando feci ironicamente notare che non sarebbe mai stata sola, si mise a ridere dicendomi «Sei uno stronzo!»
Trovai giusto avvisare Carmen della mia assenza per una settimana e lei ne fu parecchio contenta; mi disse di non preoccuparmi, che avrebbe trovato chi mi avrebbe sostituito durante la mia assenza.
Mancavano un paio di giorni alla mia partenza, quando Carmen volle vederci entrambi per parlarci, ma senza accennare al motivo e così io e mia moglie andammo all'incontro, nel solito bar.
Li trovammo seduti, lei e Tito, al tavolino ormai per lei abituale e ci stavano aspettando; ci sedemmo di fronte a loro, con Susanna accanto al possente brasiliano, che subito allungò una mano tra le sue gambe, accarezzandola mentre Carmen, dopo i vari convenevoli, affrontò il motivo di quell'incontro.
Spiegò brevemente, nel suo aspro italiano rudimentale ed alla fine appoggiò sul tavolino una busta dal quale estrasse un foglio, dicendomi di leggerlo e che era solamente un modo di tutelarmi, per evitare spiacevoli conseguenze.
Lo lessi, stupendomi man mano che procedevo: in pratica, c'era scritto che sia io che mia moglie eravamo consenzienti al fatto che Susanna diventasse di loro assoluta proprietà: loro potevano farle fare tutto ciò che volevano e lei non poteva rifiutarsi. Nel caso, loro avrebbero applicato qualsiasi tipo di punizione decidessero.
Lo passai a Susanna, che lo lesse: mi guardò negli occhi e. senza dire una parola, prese la penna e mise la sua firma
La guardai stupito, senza dire una parola: lei aveva firmato e vidi proprio in quel momento la totale remissività di mia moglie nei loro confronti: si era fatta sottomettere completamente, come una bambola nelle loro mani.
Carmen guardandomi disse: «Siamo a metà dell'opera... Ora cosa vuoi fare? Se non sbaglio, sei stato proprio tu a chiedermi tutto questo e quindi, cosa aspetti?
Avevo
Ordinò a mia moglie di allargare le gambe, mettendo bene in mostra la fica, mentre un tizio seduto di fronte a noi si gustava la scena, facendo un segno di consenso a Tito.
Mi feci coraggio e infine firmai anche io. Loro dissero laconicamente «Bene! Era ora!»
Carmen con un'espressione molto soddisfatta, fece un cenno al tipo sull'altro tavolo e lui si avvicinò presentandosi come Roman; era un loro amico ed era stato fatto assistere per fare da testimone: era già stato messo al corrente da loro ed essendo stato al tavolino accanto, aveva sentito tutto.
Afferrò la penna e pose anche lui la firma.
Tito a quel punto si rivolse a lui dicendogli: «Ora puoi prenderla... Divertiti pure e mi raccomando: riportala stasera»
In un Italiano stentato, ringraziò prendendo Susanna per un braccio; la fece alzare, portandola via e la vidi infine salire in auto con quel tizio, senza opporre alcuna resistenza.
Carmen mi disse: «Non preoccuparti: lui lo conosciamo bene e... e da oggi inizia l'addestramento “serio” -disegnò le virgolette nell'aria- di tua moglie: vedrai che la faremo diventare una vera macchina del sesso» Concluse con un sorriso da pescecane.
Rimasi seduto ancora un po' con loro, cercando di approfondire meglio dei loro piani nei confronti di Susanna e rimanendo sempre in silenzio: c'era ben poco che potessi dire: la colpa di tutta la faccenda era solamente mia: l'avevo spinta a fare quelle cose senza pensarci, solo per gioco, ma il tutto si era rovesciato poi contro di me.
Quella situazione -dovevo però ammetterlo!- non faceva altro che eccitarmi da morire: mi sentivo il cazzo scoppiare nei pantaloni.
Dopo un po' -un bel po'- mi alzai per tornarmene a casa a piedi, ma mi ero appena avviato, quando venni affiancato da loro che si offrirono di accompagnarmi.
Accettai; durante il tragitto non spiccicai una parola, perso nelle mie riflessioni, ma arrivati davanti casa vidi la macchina di quel tizio, Roman. Entrai in casa, seguito da loro due e sentii dei gridolini provenire dalla camera da letto: andai a vedere, aprii la porta e vidi Susanna impalata sopra Roman che se la stava scopando forsennatamente.
Rimasi bloccato sulla porta mentre alle spalle Carmen mi spinse, dentro facendomi poi sedere; la scena di mia moglie che si faceva fottere dallo straniero mi eccitava da morire e guardavo seduto come una bambola, mentre Susanna implorava il tipo di scoparla ancora più forte; sentii la mano di Carmen che mi apriva la patta, tirandomi fuori l'uccello e poi si inginocchiò prendendolo in bocca; inizio a succhiarmelo con maestria, mentre sempre imbambolato vedevo Roman estrarlo dalla fica ed in un sol colpo infilarlo tutto nel culo di mia moglie.
Ero talmente eccitato che non mi rendevo conto di Tito che aveva estratto il cazzo dai pantaloni, segandosi; mi girai verso di lui guardandolo: se lo stava menando lentamente, lo aveva fatto diventare bello duro ed era di notevole dimensioni.
Ero in preda ad un eccitazione mostruosa, anche grazie a Carmen che mi stava sbocchinando con foga.
Chiusi gli occhi, ma subito li riaprii, sentendo una pressione sulla labbra: Tito ci aveva appoggiato il cazzo alle e cercava di spingerlo in bocca; in preda alla tremenda eccitazione, cedetti aprendo la bocca e subito lui me lo mise dentro, iniziando a scoparmi la bocca, mentre sentivo Susanna urlare dal piacere.
Godetti nella bocca di Carmen che non perse neanche una goccia e trattenendolo nella bocca serrata si alzò.
Tito mi tolse il cazzo dalla bocca e Carmen subito mi baciò. riversandomi in bocca il mio sperma e tenendomi serrato a lei, costringendomi così ad ingoiarlo; poi si staccò e subito Tito me lo rimise in bocca; dopo qualche andirivieni, spingendolo tutto fino in fondo, mi venne in gola con potenti getti; lo sentii scendere e, non avendo alternative, ingoiai.
Loro sorridevano soddisfatti; mi guardarono dicendo: «Ora l'accordo è veramente sancito, cornuto!»

Seduto su quella sedia, con l'uccello moscio e dopo aver ingoiato sia il mio sperma che quello di Tito, continuavo ad osservare Susanna che si faceva sfondare il culo da quel tizio, con quattro dita piantate nella figa, mentre con l'altra mano la schiaffeggiava violentemente sul viso e sui seni e lei che lo supplicava di continuare finché lui, con un verso animalesco non le è venuto dentro.
Mi rendevo conto che ormai il loro controllo su Susanna era praticamente totale dopo quell'amplesso ed anche che, ingoiando il seme di Tito, avevo ormai sancito il mio, il nostro accordo.
Mentre aspettavamo mia moglie, ci eravamo spostati in sala; naturalmente lei arrivò completamente nuda, ponendosi davanti ai suoi padroni.
Rivolgendosi a me, dissero di sapere che lei usava la “pillola del giorno dopo”, ma poteva lo stesso correre il rischio di rimanere incinta; per loro non c'era nessun problema, ma se volevamo, avrebbero trovato loro per renderla “sicura”: avevano le conoscenze giuste per farle prendere la pillola corretta anche perché così, per un bel po', non avrebbe avuto il ciclo, cosa che volevano evitare perché mancavano ormai pochi giorni alla sua comparsa..
Intervenne Tito, dicendo a Carmen con tono sostenuto «Non dobbiamo chiedere il loro permesso! Lei ci appartiene e farà esattamente ciò che vogliamo!»
Carmen si mise a ridere: «Ci devo fare l'abitudine...
Ok domani mattina ti porto dalla ginecologa che conosciamo: la frequento anch'io e vedrai che ti troverai bene, così ti faccio fare una bella visita approfondita»
Susanna, come fosse ipnotizzata, rispose: «Sì padrona, come vuoi...»
Tito, dal canto suo, aveva già organizzato tutto dopo la partenza del marito: «In casa con te si trasferiranno per una settimana due albanesi; uno è il qui presente Roman. che ben conosci -fece una risatina- e che in nostra assenza farà le nostre veci...
Naturalmente con lui ci andrai anche fuori, vestendo come lui meglio vorrà e sarà ovviamente libero di punirti per ogni rifiuto!»
Carmen, rivolgendosi ad Roman e sghignazzando come una depravata, gli disse: « ...Se fa la stronza, puoi rinchiuderla con i cani del vicino... Anche loro hanno bisogno di compagnia!» E rise forte.
La guardai, impietrito: «Questo no! Non può farlo! Non è un animale...»
Intervenne Tito, ridendo: «Chi dice che non è un animale? Lei è una cagna ninfomane, sempre in calore!
Me la sono scopata per bene anch'io e poi suo fratello e poi ancora Carmen, il suo vicino e non diciamo per finire Roman, ma per iniziare! Aspetta: dimenticavo anche i due albanesi dei quali quella troia di tua moglie si è ingoiata una bella parte del loro piscio!
Anzi, meglio ancora: inginocchiati troia!»
Susanna obbedì subito e Tito estrasse il cazzo, ordinandole di aprire bene la bocca ed iniziando poi a pisciarle dentro, mentre lei faceva il possibile per ingoiarlo, pur avendo conati di vomito.
scritto il
2024-12-17
4 . 1 K
visite
4 6
voti
valutazione
6.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.