La vacanza francese di mia madre

Scritto da , il 2013-03-28, genere incesti

La vacanza francese di mia madre.

Salutai Francine la mia segretaria, presi l'ascensore che dall'ufficio portava direttamente al parcheggio, salii in auto e mi diressi verso l'aeroporto la mia giornata lavorativa era terminata, guardai l'orologio...mia madre sarebbe atterrata fra due ore al Charles de Gaulle con un volo dell'Alitalia proveniente da Roma, il suo arrivo era stato rimandato per svariati motivi diverse volte e dopo un anno di lontananza aspettavamo questo momento con infinito piacere.

Sembrava l'altro giorno quando appena laureato dalla Bocconi fui assunto dalla società “Le Group Elettronique “ e con il mio borsone partìì alla volta di Parigi lasciando la mia città i miei amici e mia madre vedova da un anno.

Uscii dalla tangenziale e dopo un oretta di superstrada parcheggiai nel settore 18 davanti terminal A, la grandeur di questa città la si vedeva anche da questo aeroporto, era una città nella città, immenso, moderno e nella sua razionalità di cemento e acciaio anche molto bello. L'altoparlante annunciò il volo di mia madre mi portai nella zona degli arrivi, fra la marea di persone che uscivano dalla porta scorrevole riconobbi l'andatura, il fisico e il sorriso di mia madre, era elegante come sua consuetudine, snella, molto curata nel corpo e nei particolari con i capelli biondo scuri raccolti in una coda di cavallo...un sorriso affiorò sulle mie labbra nel vederla cosi giovanile e carina, pensai che sapeva nascondere benissimo i sui 44 anni.

Le andai incontro il suo volto bello e delicato mi accolse come quando tornando dall'università per passare i fine settimana a casa aspettava il mio arrivo con trepidazione, ci abbracciammo e spontaneamente la baciai sulla bocca senti il profumo della menta uscire dalle sue labbra calde e morbidissime, provai una meravigliosa sensazione di gioia e di eccitazione scaturire in quel momento cosi dolcissimo e particolare.

Verso le sette arrivammo nel mio appartamento, Marie la signora che faceva le pulizie in casa si era superata, tutto era in ordine e a posto, mia madre fu sorpresa dell'accuratezza e dalla cura della mia casa, si mosse con sicurezza all'interno dei locali controllando e curiosando come fa ogni madre esprimendo soddisfazione e stupore, muovendomi un solo appunto:

“Tesoro c'è solo il letto matrimoniale? Io dove dormo?”

“Mamma purtroppo l'acquisto della seconda camera da letto lo fatta in ritardo e mi verrà consegnata solo nei prossimi giorni, pertanto dormirò nel divano”

“No..noo!! Giuliano dormiremo assieme”
E dicendo questo mi diede un buffetto sulle guance sentire la sua voce mi dava gioia, finalmente potevo parlare un po la mia lingua era tanto tempo che non lo facevo, volevo sapere, chiedevo, desideravo essere aggiornato sul mondo che avevo lasciato un anno prima, non le davo tregua, le mie domande erano ficcanti e continue, anche quando lei decise di cambiarsi d'abito per mettersi più a suo agio, continuai finché lei con sarcasmo e malizia disse:

“Amore mio se mi vuoi vedere in mutandine e reggiseno io non ho problemi ma siccome dopo vorrei fare anche la doccia dovrei rimanere nuda, e forse non sarebbe il caso.”

“Ah!! scusa mamma non volevo, scusami ora vado” la cosa mi fece sorridere e con altrettanta malizia le risposi:

“Mamma mi piacciono le tue mutandine sono sexi e il tuo reggiseno lascia intravvedere i capezzoli”.

Lei coprendosi con un braccio il seno e con l'altra mano il pube aggiunse ridendo:
“Bravo!! sei proprio un porcello, non so se stasera ti faccio dormire con me”

Una sensazione di piacere e godimento scombussolò il mio corpo, le stranissime idee per un attimo ronzarono dentro la mia testa mi lasciarono confuso ed eccitato.

Dopo un ora eravamo seduti in un bistrot, come due turisti ci concedemmo una serata diversa assaggiando le prelibatezze della cucina francese, Parigi nel mese di aprile era stupenda, i lunghi viali brulicanti di gente i venditori ambulanti, i pittori di strada e lo strano mondo che le gravitava intorno le dava una fisionomia particolare era tutto un susseguirsi di colori di razze di voci diverse, la magia impregnava l'aria caricandola di energia positiva coinvolgendo mia madre fino al punto che stringendosi a me disse:

“Giuliano sono felice mi sento benissimo ti voglio bene”

La baciai sulle labbra e preso dalla stana euforia che aveva ammaliato la mia genitrice quello che doveva essere un semplice bacio si trasformò in un suggello diverso più profondo, le mie labbra forzarono le sue,
un' escursione rapida quasi impercettibile dentro la sua bocca la fece irrigidire i suoi occhi fissarono i miei e staccandosi da me disse:

“Tesoro cosa sta succedendo?” la sua voce era calma senza particolari inflessioni, il mio corpo ebbe un fremito la strana sensazione provata nel pomeriggio si ripresentò più marcata aggiungendo oltre all'eccitazione anche alcuni stimoli non proprio filiali.

“Scusami mamma non so cosa mi è preso perdonami” Notai una certa preoccupazione e sebbene mia madre avesse avuto una reazione equilibrata e razionale il mio comportamento le aveva provocato disorientamento e inquietudine.

Passarono diversi giorni mia madre passava le giornate visitando musei e monumenti, impegnando la sua conoscenza del francese per socializzare con le persone, sebbene l'avessi consigliata di non dare confidenza agli sconosciuti, fu in una di queste occasioni che conobbe Pierre un cinquantenne trapianto da diversi anni in Francia dal Marocco, il mio stupore diventò apprensione quando una sera al rientro dall'ufficio mi comunicò che sarebbe uscita a cena con questa persona, non mi sentii tranquillo, non volli lasciarla sola perciò mi aggregai e a dispetto delle sue recriminazione la costrinsi ad accettare la mia presenza.

Credo che questa non fosse la prima uscita ufficiale di mia mamma con un uomo dopo la morte di mio padre, ma l'agitazione e la ricercatezza nel vestire mi colpì e mi fece sorridere, il suo comportamento mi ricordò le ragazzine alla loro prima uscita. Il lato positivo di tutto questo, fu che assistetti ad una serie di spogliarelli di mia madre durante la ricerca dell'abito di suo gradimento.

Passai una serata non proprio entusiasmante, il ruolo da terzo incomodo non mi si addiceva, vedere mia madre disinvolta, elegante, fare le fusa con Pierre mi disturbava e mi creava un senso di rabbia e d'impotenza, mi sentii fuori luogo e a un certo punto non sopportando più l'attuale situazione chiesi il permesso di rientrare adducendo la scusa di un malessere.

Ero come un fidanzato in pena per la sua amata, dimenticando (o volendo dimenticare) che quella era mia madre, mi rigirai fra le coperte del divano letto aspettando il suo ritorno, passate le due il sospetto che mia madre si rigirasse pure lei fra le coperte di un altro letto mi fece stare male.

Il leggero tono bitonale del campanello mi svegliò dal torpore che mi aveva colto dopo ore di tensione e stress, frastornato apri la porta mia madre in compagnia del tassista si presentò in uno stato confusionale, e con i vestiti in disordine, mi si gettò addosso e singhiozzando disse:
“Perché sei andato via? quell'uomo è riuscito a convincermi di seguirlo a casa sua... Si!! sono stata imprudente lo so!! però non credevo fosse un maiale.

Licenziai il tassista assicurandolo che da quel momento io mi sarei preso cura di mia madre, l'accompagnai in camera da letto, quello che le era successo mi aveva adirato ed infervorato contemporaneamente, mettendo a nudo la parte sadomasochista che era in me, stringendola al mio petto sentivo i suoi seni contro di me, le sue calze smagliate lasciavano intravvedere lembi di pelle e la gonna risalita verso l'alto lasciava scoperto il bordo scuro del collant con voce calma dissi mamma ti prego raccontami tutto:

“Giuliano dopo che tu sei allontanato lui ha cercato di ubriacarmi e ci è riuscito, quando ho capito il suo scopo ero già sul taxi che ci portava a casa sua, ha cerato di violentarmi ma sono riuscita a fuggire a salire sopra un taxi, poi il resto lo sai”

Il suo racconto mi sembrò troppo semplicistico e dubitai che fosse completo, sicuramente aveva omesso altri particolari per pudore:

“Mamma dimmi la verità ma lui ti ha sco...volevo dire ti ha chia...” non riuscivo a pronunciare quella parola, lei mi venne incontro togliendomi dall'imbarazzo:

“Volevi sapere se mi ha scopato?” Rimase in silenzio e alcune lacrime le scesero lungo il volto, e con voce fioca aggiunse:

“Si, Giuliano quel porco mi ha scopato...prima ti ho detto una bugia perché mi vergognavo, mi ha preso contro la mia volontà, io non volevo ma lui era più forte ho resistito, ma alla fine lui ha avuto il sopravvento, poi a voler avvalorare le sue dichiarazioni estrasse dalla borsetta un paio di mutandine rotte, ora il suo pianto era diventato un fiume in piena i suoi singhiozzi risuonavano nell'appartamento come schiocchi di frusta.

Ci abbracciammo, ci stringemmo forte e le sussurrai:

“Mamma ti voglio bene” la baciai le nostre labbra s'incontrarono per l'ennesima volta, ma a differenza delle volte precedenti quando la mia lingua entrò dentro la sua bocca non si ritrasse ne tanto meno reagii quando la mia mano si appoggiò sulla lieve rotondità della sua pancia accarezzandola a lungo con delicatezza e amore, non era il caso che approfittassi di una situazione già di per se difficile e complicata e lasciai che lei andasse in bagno a pulirsi, addormentandomi in un secondo tempo accoccolato a lei.

La mattina seguente discutemmo sul da farsi le mie intenzioni di andare alla gendarmeria a denunciare il fatto furono ostacolate da mia madre e l'insistenza nel fare finire il tutto lì fu accettato da parte mia a malincuore, la giornata passò fra la rabbia per la disavventura della serata precedente e una strana sensazione di eccitazione...il sapere che mia madre era stata violentata, che un altro uomo era entrato dentro lei, l'aveva denudata e depositato il suo seme dentro la sua pancia mi dava una forte eccitazione, al punto che dovetti andare in bagno a masturbarmi.

Il tragitto che dal mio ufficio portava a casa era piuttosto lungo ma non mi accorsi minimamente del percorso, guidavo come in trance, nella mia testa in quel momento esisteva solo lei MIA MADRE, sali gli scalini a due e due fino alla mia porta...mia mamma mi accolse con un sorriso mi si getto addosso e baciandomi per tutto il volto disse:

“Tesoro mio!!! quanto ti ho aspettato, non vedevo l'ora che tu tornassi avevo bisogno di sentirti di vederti, le sue labbra s'incollarono alle mie la sua lingua violò la mia bocca, fu tutto un susseguirsi di sfregamenti di gemiti e palpeggiamenti il mio pene in erezione si appoggiò alla sua pancia, le misi le mani ai fianchi la sollevai e la portai in camera da letto, la depositai sulle candide lenzuola e guardandola in volto le dissi:

“Mamma...ti voglio" dalla sua bocca un sospiro prolungato mi diede l'impressione che le mie parple parole l'avessero colpita profondamente e fatta godere, istintivamente le infilai una mano sotto al gonna, risalii le gambe tornite accarezzandole fino ad arrivare alle mutandine, erano umide capii che i mie sospetti erano fondati.

“Giuliano ho paura!! io volevo sentirti e stare vicina a te, ma non credevo che tu volessi...si ci siamo capiti”

“Mamma ti prego non aver paura” era ritrosa e timorosa, ma quando le mie dita accarezzarono l'ingresso del sua fessura un ondata di miele caldo invase la mia mano, dalla sua bocca uscirono parole e gemiti incomprensibili e in quel momento capii che anche lei desiderava essere amata da suo figlio, in un attimo la spogliai, arpionando, tirando, strappando i vestiti, il reggiseno lo lacerai in più punti, mi piaceva essere violento la stessa fine capitò alle le bianche mutandine.
Finalmente la potevo vedere nuda fisicamente era integra, un pancetta lievemente accennata le dava un qualcosa di sensuale i seni piccoli ma benfatti s'integravano perfettamente nel suo fisico asciutto ed elastico alcune smagliature erano il residuo della mia gestazione ma nell'insieme era la classica figa da montare, cominciai a baciarle i seni, leccai il suo corpo lasciandole una scia di saliva dalla pancia alle cosce, la mia lingua s'insinuo dentro l'ombelico soffermandosi in un gioco astruso per poi scendere verso il sesso esplorando ogni anfratto, bevendo i succhi sempre più abbondanti del suo godimento, un gusto particolare riempii la mia bocca, il sesso di mia madre aveva un sapore salato, affondai il mio volto nel suo inguine mi piaceva l'odore che aveva fra le gambe leggermente aspro e pungente, annusando, titillando e mordicchiando le grandi labbra il piccolo cespuglio di peli biondi mi solleticò il mento e mentre le divaricavo le gambe la guardai in faccia e le sussurrai:

“Mamma non è che tu...” lei capii al volo ed aggiunse con un lieve sorriso:

“Si amore sono ancora feconda, però prendo la pillola”

“Mamma io non ti lascio più, voglio che tu rimanga con me a Parigi”

La mia risposta la colse di sorpresa avrebbe voluto sicuramente aggiungere altre cose, ma socchiuse gli occhi e spalancò la bocca...ero disteso sopra lei e stavo entrando dentro la sua pancia
il mio pene si apri un varco fra le pareti del sesso, il suo corpo s'inarcò per meglio ricevermi, i miei movimenti lenti e calcolati andavano all'unisono con i suoi, la cappella massaggiava le tenere pareti del utero e i sospiri di godimento di mia madre erano sempre più intensi e ravvicinati, gli umori lubrificavano il canale vaginale rendendolo agevole e scorrevole per un pene al massimo della sua durezza ed erezione, la sua vagina aspirava il mio pene lo stringeva lo avvolgeva lo succhiava per poi rilasciarlo, era come un grande mantice che mi elevava a livelli di godimento estremo, i nostri inguini si urtavano si toccavano emettendo suoni cupi e sordi, mentre i nostri peli pubici s'intrecciavano fra di loro la pancia di mia mamma strusciava con la mia dandomi sensazioni sublimi mai provate prima...il pensiero dolcissimo che stavo scopando mia madre che la stavo chiavando vi fece quasi venire.

I lombi mi dolevano mentre i colpi dentro l'utero di mia madre diventavano sempre più possenti e cruenti la soglia del godimento era all'apice, ed alternavamo gemiti rauchi a frasi dettate dall'erotismo più sfrenato, la mia bocca cerco i suoi seni martoriandoli con leggeri morsi, tirandoli, e succhiandoli fino a farli diventare paonazzi e turgidi, riducendo l'aureola scura ad un stretto alone attorno alla parte terminale del capezzolo.

“Siiii!!!! Giuliano mi piace quello che mi stai facendo sventrami, riempimi di sborra, continua cosi ti prego tesoro”

Questa frase ebbe la facoltà di essere la classica goccia che fece traboccare il vaso, come un fiume in piena riversai dentro lei tutto il mio seme accompagnando il tutto con un rantolo disumano, le sue gambe mi cinsero la vita in una stretta e poderosa e come una forsennata cominciò a dimenarsi muovendosi con il bacino a destra e a sinistra, il mio pene piantato dentro la sua vagina fu risucchiato e svuotato di ogni residuo e mentre lei godeva a pieni polmoni, la sua bocca si attaccò al mio petto lasciandomi succhiotti e morsi quasi a volere delineare che quel corpo ora era suo.

Per un tempo interminabile ci baciammo come due fidanzatini uno accanto all'altra, la mia mano scese fra le sue gambe e raccolse il rivolo di sperma che le fuoriusciva dalla passera ma dentro me sentivo crescere ancora la voglia, il vantaggio dei miei 24 anni era la pronta risposta alla subitanea ricarica erotica, mi sentii preparato per il secondo round, le strane voglie e i desideri immorali che un figlio non dovrebbe mai fare sulla propria madre confluirono in un unica parola INCULARE, si desideravo inculare mia madre l'occasione diventò da ipotetica in fattibile quando lei girandosi di lato per raccogliere un indumento mostrò il lato B del suo corpo le natiche sode e invitanti fecero il resto, con una mossa repentina mi appoggiai alle sue spalle appoggiando il mio arnese di nuovo in erezione fra i suoi glutei, lei capi immediatamente le mie intenzioni e con gli occhi sbarrati disse:

“Ehh!! NOO...NO...Giuliano scordati questa idea, questo proprio no!! passi per il rapporto incestuoso che abbiamo avuto già di per se abbastanza anomalo, ma il sedere proprio NO... scordatelo nemmeno tuo padre la mai avuto il piacere o il privilegio di sverginarlo”

“Mamma ti prego solo la punta dentro”

“Ma sei proprio un maiale ti ho detto di NOOO!!!!”

“Mamma sono ancora in erezione”

Divincolandosi dal mio blocco si giro verso me, mi guardò si concentrò sul mio pene, poi posizionandosi con il volto sul mio inguine senti la sua calda lingua leccare la mia cappella, con la punta solleticò la parte superiore poi le sue labbra si aprirono e tutto il membro entrò dentro la sua bocca, mi piaceva quello che stava facendo, era delicata la sua lingua era come una piuma solleticava il glande mentre le labbra scendevano e salivano con una cadenza ritmica perfetta, era un magnifico pompino, sicuramente in gioventù si era dedicata a questa pratica con molta dedizione, i mie testicoli venivano succhiati tirati e titillati, poi come era successo prima venni con uno spasmo prolungato e con mio immenso stupore lei ingoiò il mio seme, mia madre aveva deglutito la mia essenza lasciandomi perplesso ed euforico nello stesso momento.

“Ed ora Giuliano che si fà?”

“Mamma tu ti trasferisci qua da me”

“Amore non posso a casa ho un'attività da gestire, poi sebbene non te l'abbai mai detto ho una relazione con un mio amico già da sei mesi, poi io non sono più giovane e fra qualche anno ti stancheresti di me, ciò non toglie che ti verrò a trovare più spesso”

La cosa sul momento mi lascio triste, mi strinsi a lei e guardandola negli occhi capii il suo rammarico per avermi ferito.
“Mamma non voglio che tu vada con altri uomini, poi non e vero che sei vecchia sembri una trentenne” La sua risata piena e cristallina riempii la stanza:

“Amore abbiamo fatto una follia e forse qualche altra volta potremmo ripetere quest'esperienza, sono felice di quello che è accaduto, lo ammetto, ti ho desiderato appena arrivata all'aeroporto di Parigi, un desiderio osceno se fatto da una madre però tremendamente piacevole e ineguagliabile.

IL GIORNO SEGUENTE

Ci salutammo ci baciammo e mi consegnò un bigliettino con l' impegno che l'avrei letto solo dopo la sua partenza, il suo soggiorno in Francia era passato troppo in fretta, il mio sguardo la segui fino quando scomparve dietro la porta d'imbarco, erano state due settimane intense specialmente gli ultimi giorni ci avevano impegnato totalmente, ci lasciammo con una promessa che “il Natale l'avremmo passato assieme” la cosa mi rincuorò, poi ricordandomi del foglietto che mi aveva lasciato lo apri e lo lessi “Caro tesoro sono stati giorni bellissimi quelli vissuti con te, sono stata benissimo, mi sono sentita stupendamente bene ma soprattutto donna, ti amo moltissimo f.to Mamma.

P.S. La pillola non la prendo più da sei mesi, ti saluto figlio mio (oppure chissà dolce paparino, Chissà!!) Ciaooo!!.

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