Una mattina d'estate al parco Sempione

di
genere
trans

La storia che leggerete, e realmente accaduta anni fa nel mio periodo post adolescenziale, e la vado a raccontare cosi' come la trascrissi al tempo dal mio diario personale.

Il Sesso se fatto bene e consenzientemente, è Il dono piu’ bello che la natura ci abbia regalato, e se prese al momento adatto, le avventure diventano storie da raccontare, proprio come questa. Solo Oggi alla veneranda età di trentaquattro anni, capisco che non dev’esser stato facile per mia madre tenermi a bada e accettare tutte le mie avventure con gli uomini che trovavo. Con il fisico femminile che mi ritrovavo, ero come un’ape al Miele.

E Mamma? A lei toccava ascoltarmi godere ogni santa volta per telefono. La facevo ammattire lo so, e credo di averne approfittato anche troppo, ma ero giovane e con gli ormoni a pallettoni. Le facevo mille telefonate al giorno e sempre senza ritegno ne pudore, la costringevo ad assecondarmi ed ascoltare le vaccate che combinavo con i maschi di turno.

Starmi dietro anche se a distanza per una donna già anzianotta non era facile,ma mi aveva accettata cosi’, e adesso mi doveva sopportare. Ero nel pieno della tempesta ormonale, e avevo bisogno di sperimentare la mia parte femminile. Ripensandoci oggi, mi domando se potevo essere almeno un pochino piu’ discreta e lasciar tregua a mia madre. Una delle poche volte in cui non la coinvolsi nelle mie avventure sessuali amorose, fu quella mattina al parco sempione di Milano. Era una mattina di calda estate, un mattino caldo e soleggiato di fine Giugno, in una Milano già quasi deserta.

Al tempo lavoravo poco, e di tempo libero ne avevo fin troppo da sprecare per i miei vizi erotici. Decisi di farmi una bella passeggiata al Parco Sempione, un bel parco grande e pieno di verde e panchine, dove poter star sola e passeggiare indisturbata fino a mezzogiorno. Magari prendendomi anche un po di abbronzatura, io che sono bianca come il latte. Optai per un bikini da spiaggia nero, primo perche' mi slanciava, secondo perche' era l'occasione giusta per sfoggiarlo avendolo appena acquistato.

Reggiseno nero e tanga nero abbinato, coprendomi solo con un paio di shorts sgambatissimi in jeans, e una T-Shirt scollata a V senza maniche, occhiali a specchio sul naso, poco truccata e con i lunghissimi capelli biondi raccolti a coda di cavallo. Un paio di ballerine bianche ai piedi, uno zainetto con il necessario dentro, e mi avviai per il Parco. Dopo un lungo e fastidioso percorso con i mezzi pubblici, arrivai finalmente dentro al Parco, erano poco piu’ che le dieci del mattino, quando varcai le cancellate. Faceva già un caldo asfissiante, e dato che non vedevo anima viva, azzardai a togliermi la T-shirt restando con il reggiseno in bella vista, e gli shorts addosso. il sole batteva, e dopo poco, mi decisi a togliere anche gli Shorts restando con addosso solamente il bikini.

Gente non ve ne era, e tutto sembrava assai deserto sotto le ombre degli alberi, mi fermai ad una fontanella aperta per rinfrescarmi le braccia, indossai un berrettino rosso con visiera e tornai a camminare sulla lunga via dritta che stavo percorrendo fiancheggiata dal verde. in lontananza il rumore delle auto e attorno il suono degli uccelli. Un vero incanto, se solo non avesse fatto cosi’ caldo.

Ad un tratto vidi una panca al riparo di un grosso albero. Una pausa avrebbe fatto tirare il fiato, non ero abituata a fare tanta strada a piedi. Quando fui abbastanza vicina al posto, constatai con mia sorpresa che la panca non era affatto vuota come mi era sembrata in lontananza, anzi era occupata da un'uomo.

Mi fermai all’istante, a scrutare l'uomo che occupava quella panca, ad occhio e croce avrei detto avesse una cinquantina d'anni. Aveva i capelli corti e brizzolati, vestiva con una maglietta a maniche corte, e un paio di pantaloncini corti abbinati bianchi, un paio di scarpe da tennis bianche, e degli occhiali da sole con lenti scure. Mi avvicinai quasi senza accorgermene.

L'uomo a sua volta mi fissò da sotto le lenti per pochi istanti, prima di farmi un bel sorriso e invitarmi a sedere accanto a lui. Prego signorina - disse l'uomo, azzardando poi un - oggi fa davvero molto caldo - io ero rimasta di sasso, ovviamente non mi aspettavo di trovare qualcuno all'interno del parco, e nemmeno mi ero accorta che ero rimasta in bikini.

Mi accomodai accanto all'uomo, e subito non so per quale motivo, cercai ina giustificazione al mio abbigliamento. Si fa caldo - borbottai a fil di voce, mentre cercavo di accavallare le gambe per evitare che mi si vedessero i genitali. Fu l'uomo a togliermi dall'imbarazzo, dicendomi di non coprirli ma di divaricare le gambe.

Ancora più sorpresa feci come voleva, divaricai le gambe, lasciando che l'uomo prendesse il mio cazzo in erezione, e lo estraesse dal tanga del bikini. Iniziò a masturbarmi lentamente mentre io gemevo senza ritegno. Sei uno splendore - mi disse poi, mi tolse con l'altra mano il cappello senza smettere di segarmi, e mi sciolse i lunghi capelli sulla schiena.

A quel punto mi lasciai andare del tutto, mi buttai su di lui baciandolo appassionatamente. Lo aiutai a calarsi i pantaloncini e le mutande, eravamo soli e osammo tanto. Stavo vivendo un sogno ad occhi aperti, alla luce del sole, dentro ad un parco pubblico, su una panca al riparo dal calore dei raggi solari, mi alzai in piedi, e aiutata dall'uomo di cui nemmeno conoscevo il nome, mi sedetti sulle sue ginocchia, tenendomi aperte le natiche sudaticce e scostando da un lato il filo del tanga del bikini.

Senza pensare a usare protezioni di alcun genere, lasciai che la grossa cappella dell'uomo, scivolasse dritta dentro di me senza farmi troppo male. Quando il suo bel cazzo duro fu tutto dentro me, sospirammo all'unisono. Che intesa avevo con quell'uomo che avevo appena conosciuto, eppure sembrava ci conoscessimo da anni. Ancora con gli occhiali da sole dul visetto da bimba, gli misi le braccia attorno al collo, e aiutata da lui, iniziai s saltellare su e giù dalle sue ginocchia.

Credo che se fosse arrivato qualcuno in quel momento, si sarebbe goduto una scena davvero unica. Iniziai a sospirare ad ogni spinta sua e lui gemeva di piacere. Ci baciammo a lungo mentre mi scopava sempre più velocemente. Il tempo quando si gode a quel modo passa in fretta, e le cose attorno a noi scomparvero all'istante. Eravamo solo io e lui, il resto non contava. Le nostre teste erano così prese a godere di quel momento, che non ci accorgemmo nemmeno che nel frattempo, avevamo trovato pubblico che si stava gustando la scena dal vero come fossero al cinema.

Quattro ragazzi di pelle olivastra, si erano fermati a fissarci a qualche metro di distanza. Tornai alla realtà dei fatti, e voltando la testa, vidi quei quattro ragazzotti alti scuri e vestiti in modo trasandato. Forse egiziani o indiani. Non mi scandalizzi affatto, feci un breve sorrisetto ai quattro, e cercai di attirare l'attenzione del mio uomo, facendogli capire che avevamo visite. Anche l'uomo rimase impassibile e continuò a farmi saltellare sul suo bel cazzo duro. Lasciali guardare, ti piace se ti guardano? - mi chiese eccitato più che mai, gli risposi che mi sarebbe piaciuto averli con noi.

L'uomo si fermò nello scoparmi e mi fece cenno con la testa di approvazione. Alzai una manina e feci segno ai ragazzi di avvicinarsi. I quattro parlottarono nella loro lingua ma non osavano avvicinarsi. Rifeci il gesto di avvicinarsi, stavolta i quattro si mossero raggiungendoci. Timidamente iniziarono a toccarmi ed accarezzarmi i capelli, la schiena, l'uomo riprese a scoparmi mentre i nuovi arrivati si sciolsero estraendo i loro cazzi duri dai pantaloni e mettendomeli in bocca da succhiare.

Presi a succhiare due cazzi insieme, allargando quanto possibile la mia bocca carnosa. Allo stesso tempo saltellavo sul cazzo dell'uomo seduto sulla panca e godevo come una vacca. Ad un certo punto, non so cosa sia successo ai quattro ragazzi di colore, che mi presero per le braccia, sollevandomi di peso dal cazzo duro dell'uomo su cui stavo cavalcando, e mi portarono sull'erba dietro la panca, dove c'era uno spiazzo verde e soleggiato non riparto dal grande albero. L'uomo non protestò e li lasciò fare. Non aveva potuto svuotarsi dentro di me, ma non disse nulla, forse anche temendo che i ragazzini potessero offendersi, evito' discussioni inutili.

Mi adagiarono sull'erba, mi fecero mettere a pecorina, e nentre uno si mise davanti a me, infilandomi il suo bel cazzone nero in gola, l'altro senza tanti complimenti, mi montò in groppa sulla schiena, infilando il suo cazzo lungo dentro alle mie chiappe ormai belle aperte dall'uomo sulla panca, che si era nel frattempo ricomposto, e si stava godendo la scena senza intervenire. Ora era lui lo spettatore. Iniziarono a scoparmi così senza sosta, sotto i raggi del sole in pieno giorno sull'erba. Non ho opposto alcuna resistenza, e li ho lasciati fare godendo e urlando dal piacere. Poi si diedero il cambio con gli altri due rimasti a guardare. Andarono avanti per non so quanto tempo, mentre io con la mascella che doleva, i lunghi capelli arruffati e il culo ormai aperto come una voragine, un po' godevo, un po mi lamentavo per il dolore che iniziava ad acutirsi troppo.

Vennero riempiendomi di calda sperma culo e bocca, cercai di deglutire tutto mi sollevarono i capelli per guardarmi ingoiare. Poi toccò ancora agli altri due sborrare e rienpirmi nuovamente sulla sperma dei loro amici. Ormai doveva essere mezzogiorno passato da un pezzo, quando stanca sfinita, sudata e piena di sperma gocciolante, fui lasciata sdraiata sull'erba dai quattro mulatti. Si rivestirono e se ne andarono senza nemmeno ringraziare, da bravi cafoni. L'uomo invece rimasto li, accorse ad aiutarmi, le gambe non mi reggevano, ed ero un dolore su tutto il corpo. Non fu facile rimettermi in piedi tornare sostenuta dall'uomo, alla fontanella, lavarmi rivestirmi e ripercorrere il vialone per tornare all'entrata del parco. Zoppicante e trascinandomi non so come fino ai mezzi pubblici, tornai a casa da quella mattinata calda dolorante ma soddisfatta ancora una volta della mia troiaggine. chrisbabyface@libero.it
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scritto il
2023-09-09
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