La stanza al 14 piano

di
genere
saffico

Era così da tre mesi, da quando la mia nuova responsabile in azienda, donna dichiaratamente lesbica, seppe sedurmi e ad introdurmi per la prima volta all’amore tra donne.
Salvo rare eccezioni il giorno prestabilito agli incontri era il giovedì pomeriggio, mi veniva concesso metà giornata di permesso, in modo che dopo la pausa pranzo potessi prepararmi in modo adeguato.
Quel giorno il clichè si ripetè come sempre, dopo un breve pasto frugale mi dedicai alla cura del mio corpo con una doccia calda e rigenerante.
Quando finito di asciugarmi incominciai a stendermi la crema su tutto il corpo potevo percepirne i tremori. L’epidermide aveva un accenno di pelle d’oca, i capezzoli erano tesi e duri, la mia figa aveva un velo di bava costante che la rendeva sensibilissima al più piccolo sfioramento e alla vista con un evidente luccichio.
Mi vestii tutto sommato in modo semplice, il vero outfit lo avrei portato con me nella borsa che seppur piccola non faceva fatica a contenerlo..
Eh sì perché da sempre doveva essere uno e uno soltanto. Forse colpita dal film giapponese “Tokio decadence” dovevo presentarmi a lei come l’effigie della locandina, autoreggenti e corpetto neri e basta.
Durante il tragitto i miei pensieri si sovrappongono in modo continuo e incessante, in mezzo al traffico metropolitano vengo trasportata mio malgrado.
Eccomi giunta a destinazione, parcheggio nel garage da cui posso accedere direttamente alla hall. La stanza è da sempre la stessa, lei prenota sempre quella, al quattordicesimo piano di un elegante albergo che ne conta diciotto.
Il personale con solito garbo e accoglienza mi porge la chiave, vado verso gli ascensori con il battito che comincia ad accelerare.
Una volta in camera mi preparo un caffè americano con il bollitore, ci vorrà tempo perché lei arrivi.
Una volta pronta lo specchio mi restituisce la mia immagine, irriconoscibile rispetto a poco prima. Il mio seno è sostenuto ma al contempo scoperto dallo stretto bustino che mi stringe. Quest’ultimo lascia oscenamente esposto il mio pube. Le autoreggenti hanno la riga posteriore, il contrasto di colore deciso è dato dalle decollètè rosse fuoco che indosso con tacco 14 e plateau di 3.
Mi incammino al posto dove lei da sempre vuole trovarmi, l’ampia vetrata a parete intera a cui mi appoggio con i pami delle mani e con le braccia sollevate. Le gambe leggermente divaricate a V, adesso la locandina è perfettamente rappresentata.
Da questa altezza la visuale è assolutamente magnifica, appena sotto si vede la tangenziale con quel flusso continuo e costante di veicoli, più in lontananza come un drone si staglia tutto il centro cittadino che si appoggia sui colli.
Non avendo orologio lo scandire del tempo è dato solo dalle mie sensazioni, dalla mia bramosia, dalla mia eccitazione nell’attesa del suo arrivo.
Quando le luci del pomeriggio incominciano ad attenuarsi le mie gambe incominciano a dolermi, il desiderio e l’eccitazione sono invece cresciute in modo continuo e costante. Il continuo secernere di umori hanno incominciato a bagnare tutta la zona inguinale e l’interno cosce, vorrei potermi toccare ma non posso. E’ stata chiara in questo, ed io voglio attenermi a questa sua richiesta.
Le luci della sera oramai avvolgono tutto il mio vedere, la mia attesa sembra non conoscere una fine quando sento scattare la serratura della porta. Il silenzio viene infranto solo da quel suono, nessuna delle due parla, sento il rumore inconfondibile dei suoi passi avvicinarsi, il mio cuore sembra voglia sfondare la cassa toracica.
Sento il suo respiro sul mio collo, è un alito caldo denso di aspettative, si avvicina al mio orecchio sussurrando “eccomi sono qua…”.
Con le sue dita sfiora appena i miei capezzoli provocandomi un gemito incontrollato. Appena le appoggia in mezzo alle mie gambe vengo subito, immediatamente con un urlo liberatorio, se non fosse pronta a sorreggermi cadrei di schianto impossibilitata oramai a stare in piedi.
Mi fa girare, mi bacia con una forza, una sensualità ed una passione travolgenti. Contemporaneamente mi scopa fortissimo con tre dita, l’affondo è facilitato dall’impressionante fiume devastante di umori che continuo a produrre portandomi in breve ad un secondo e più incredibile orgasmo.
Ci stringiamo forte, il contatto ravvicinato dei nostri due petti fanno da cassa di risonanza dei nostri due cuori.
Torniamo a baciarci, poi le dice di mettermi a letto si darà una sciacquata e sarà da me.
Ci attende una serata meravigliosa tutta per noi, come altre ci sono già state, ed altre ancora continueranno in futuro…



scritto il
2022-02-17
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