Bollettino Osmer del 27 luglio, possibili temporali estivi
di
Lucrezia
genere
pulp
Correre, a perdifiato, verso un riparo improbabile.
Bagnate fradice, in costume, teli mare portati via dal vento come i nostri cappelli di paglia.
Folate di vento sotto un cielo diventato nero in meno di dieci minuti, mulinelli di sabbia grossa che grattano la pelle, le cose.
Schianti lontani, il pensiero corre a casa, avrò chiuso le finestre?
Casa di vacanze, finestre spalancate ma tapparelle giù contro la calura che oggi manca.
Uno schianto e il tetto di plastica della cabina dietro la quale ci eravamo rifugiate vola via.
Paura, folle paura, paura animale che davanti ad un pericolo immediato ti blocca, si drizzano i peli, apri la bocca ma non esce nessun rumore.
Poi via, si chiama istinto di conservazione o forse è solo paura, correre, ognuna per se, insieme abbracciate, mani nelle mani, mani che si lasciano, occhi che si cercano, mani che cercano le chiavi.
Casa, urla liberatorie, risate, baci e abbracci, l'abbiamo scampata bella, poi ancora rumori dalla strada, schianti e boato, sbircio dalla tapparella, un albero è venuto giù.
Domani sapremo, ora sedute attonite, è arrivato il momento in cui il cervello riprende a funzionare, a macinare logiche ed analisi, ci abbracciamo e cazzo l'abbiamo scampata.
Bagnate fradice, in costume, teli mare portati via dal vento come i nostri cappelli di paglia.
Folate di vento sotto un cielo diventato nero in meno di dieci minuti, mulinelli di sabbia grossa che grattano la pelle, le cose.
Schianti lontani, il pensiero corre a casa, avrò chiuso le finestre?
Casa di vacanze, finestre spalancate ma tapparelle giù contro la calura che oggi manca.
Uno schianto e il tetto di plastica della cabina dietro la quale ci eravamo rifugiate vola via.
Paura, folle paura, paura animale che davanti ad un pericolo immediato ti blocca, si drizzano i peli, apri la bocca ma non esce nessun rumore.
Poi via, si chiama istinto di conservazione o forse è solo paura, correre, ognuna per se, insieme abbracciate, mani nelle mani, mani che si lasciano, occhi che si cercano, mani che cercano le chiavi.
Casa, urla liberatorie, risate, baci e abbracci, l'abbiamo scampata bella, poi ancora rumori dalla strada, schianti e boato, sbircio dalla tapparella, un albero è venuto giù.
Domani sapremo, ora sedute attonite, è arrivato il momento in cui il cervello riprende a funzionare, a macinare logiche ed analisi, ci abbracciamo e cazzo l'abbiamo scampata.
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