L' amministratore-2-

Scritto da , il 2021-07-27, genere tradimenti

Quando decidemmo di acquistare casa non avrei mai pensato che l'amministratore del condominio fosse un condomino.

Ricordo che me ne parlò per prima la vicina di pianerottolo dicendomi che si chiamava Robert, descrivendola come persona molto seria, attenta al suo ruolo, e il fatto che abitasse anche lui lì risultava per tutti molto comodo. In una occasione me lo presentò, da subito mi rimase impresso il suo viso, molto carino con una bocca e dei denti bellissimi. Rimasi un pochino inquietata dal suo sguardo, che se da un lato era solare e gentile, dall'altro non sapeva nascondere un che di misterioso, non lo so descrivere, so solo che ogni volta che lo incrociavo mi sentivo il suo sguardo addosso come volesse bucarmi, davanti a lui avevo sempre la sensazione di essere nuda e senza veli di nessun tipo.

Nella stagione estiva ho sempre amato in ogni attimo di libertà curare la mia abbronzatura, anche nella nuova abitazione avevo preso la consuetudine quando potevo di stendermi in costume sul balcone.

Sta di fatto che ogni volta che lo facevo trovavo lui su quello di fronte a guardarmi con un fare un pò da voyeur. Quasi involontariamente cominciai a giocare come il gatto con il topo, iniziai ad indossare costumi sempre più succinti, in alcune occasioni mi misi in topless. Il sottile gioco di seduzione sembrava funzionare, ogni volta che uscivo in balcone lui era presente, e il modo come lui mi guardava e si toccava la patta erano inequivocabili.

Quando venne l'occasione di riceverlo in casa per firmare dei documenti volli capire fin dove saremmo stati capaci di spingerci. L'alchimia creatasi ci intrappolò in un rapporto a cui entrambi non riuscimmo a sottrarci.

Seguirono giorni di grandi ripensamenti su quanto accaduto, avevo agito d'impulso trascinata dalle emozioni, ma la preoccupazione era grande.

Forse se una voleva farsi un amante, cercarlo in un condomino non era sicuramente la scelta più azzeccata.

Mi feci fredda nei suoi confronti, anche lui sembrava in imbarazzo ogni volta che lo incontravo.

Le settimane passavano e fortunatamente tutto sembrava tornare come prima del nostro incontro.

Io però proprio allora cominciai a pensarlo con una certa costanza, nella mia mente riaffiorava l'immagine del suo membro maestoso che tanto mi aveva fatta godere. Mi chiedevo se anche lui, al di là della freddezza formale fosse agitato dagli stessi pensieri.

Un pomeriggio mentre ero stesa in balcone assopita dal sole venni svegliata dal telefono. Era mio marito che mi diceva che da lì a breve sarebbe giunto l'amministratore perchè doveva farmi firmare dei documenti.

Chiusi la telefonata rimanendo interdetta, sapevo benissimo che si trattava di una bugia, perchè dunque voleva rivedermi?

Fui colta da un attimo di pazzia, decisi che lo avrei accolto con un vestitino doposole in lino traforato senza indossare il costume.

Quando lo accolsi alla porta i miei capezzoli già molto duri uscivano dai fori del vestito, lui mi fissò per alcuni attimi a bocca aperta inebetito.

Con formale educazione lo feci accomodare invitandolo a sedere in poltrona. Subito dopo senza preamboli gli chiesi di darmi i fogli, mi spostai nel vicino tavolo della sala. Rimasi in piedi piegandomi a 90 gradi con gli avambracci sul piano e le gambe dritte e leggermente divaricate.

In quella posizione ovviamente il cortissimo vestito si era sollevato mostrando anche ad un cieco la mia vulva in bella mostra. Intanto, mentre facevo finta di leggere da uno specchio messo davanti a me guardavo lo osservavo, fermo, basito e con uno sguardo pieno di desiderio.

Passarono pochi istanti poi lo sentii alzarsi, non mi voltai. Sentii il suo respiro che oramai era sul mio collo. In un silenzio assurdo incominciò ad accarezzarmi lentamente l'interno cosce in risalita.

Quando arrivò alla figa la trovò calda, bagnata all'inverosimile. Prima che potesse prendere altre iniziative gli di dissi in modo imperioso "leccami!!"

Inginocchiatosi incominciò in modo calmo e senza foga a leccarmela, risalendo attraverso il perineo fino all'ano. Con una pazienza studiata mi fece giungere al mio primo orgasmo. Dopo incominciò in modo più deciso ad aiutarsi con la mano, quando mi leccava la figa mi scopava il culo con le dita e viceversa.

Gli orgasmi si succedevano senza soluzione di continuità, le gambe incominciavo ad essere molli, fortunatamente il tronco del mio corpo era spiaggiato sul tavolo.

Quando pensavo che da un momento all'altro mi avrebbe presa sentii suonare il suo telefono, di scatto si rialzò e, forse agitato da chi lo aveva chiamato mi disse "devo scappare".

Sentii chiudersi la porta mentre ancora ero stesa con il viso sul tavolo, portai la mano destra in mezzo alle gambe e accarezzandomi in modo languido tornai a pensare a questa storia che definire folle era riduttiva..

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