Dopo il diploma divenni elettricista.

Scritto da , il 2021-03-20, genere etero

Diplomatomi a diciottanni, prima presi la patente di guida poi deludei mio padre che desiderava un figlio laureato ma che sopratutto poteva vivere guadagnando bene seduto comodamente ad una scrivania e perciò, Medico od Avvocato me lo aveva sempre suggerito come mio futuro ma io non volevo invecchiare studiando ancora e quindi chiesi direttamente a lui di farmi lavorare come apprendista elettricista e mio padre era uno di quelli tra i migliori ed onesti in Roma. Dopo vari scontri, discussioni e litigi, la vinsi io e lui mi mise in regola come apprendista appunto. Un giorno mi disse di prepararmi ad andare ad un convitto femminile gestito da suore che ospitava studentesse universitarie e, dopo caricato sul furgone l'attrezzatura idonea, raggiungemmo il luogo segnalatoci. Ci ricevette la direttrice Suor Samaritana che ci parlò di problemi continui sull'impianto elettrico. Mio padre andò con una scaletta ad un punto sulla parete dove s'incontravano varie linee e vide subito che l'impianto era di tanti anni con i cavi a treccia e sarebbe bastato un corto circuito per dar vita ad un incendio ed allora scese giù dalla scala e fece presente la grave situazione che aveva qull'immobile. Dopo che rapidamente la Direttrice chiese un preventivo per un impianto nuovo di zecca con tanto di garanzia, mio padre prese alcune misure e concordarono insieme il costo del nuovo impianto che avremmo potuto installare lavorando alcuni giorni, però rimaneva tra le spese il tempo che avremmo impegnato a realizzare il nuovo impianto. Al mattino dopo eravamo là io e lui e nella sola giornata isolammo alcuni punti del circuito lasciando una parte funzionante. Il giorno dopo andai solo io a fissare sulle pareti la "canaletta" che sarebbe il percorso guidato per i nuovi cavi elettrici da porre internamente. Mentre lavoravo sentivo voci vicino ma non capivo da dove venivano. Quando mi fermai a metà mattino, sentii benissimo le voci offuscate prima dal mio trapano, ed allora, incuriosito mi diressi verso le voci sentite e scostando un poco la porta, rimasi allibito nel vedere una Suora giovane che stava sdraiata su una scrivania a cosce splancate ed una ragazza mezza nuda le stava leccando la figa sbrodolante di umori argentei. Poco distante dalle due donne, c'era una ragazzina che si sgrillettava gemendo di piacere ed io ebbi di conseguenza un'erezione da sballo e mi toccai il cazzo sopra i calzoni. Poi non potendone più di toccarmi, entrai nella stanza e sfoderai subito il cazzo fuori dalla patta e sia la Suora che le ragazze, rimasero incantate dal martoriato pene e quella che si stava sditalinando, venne subito senza dire nulla, a prendermi il cazzo in bocca slinguandolo fino a farmi sborrare ed ingoiò tutto in un fiato. La Suora poi mi chiese chi ero e cosa ci facevo lì, così le spiegai dei lavori al nuovo impianto elettrico. Sempre la Suora poi disse alla ragazza che prima le leccava la figa, di prendere il mio cazzo e dopo che scopai la biondina con le trecce, diedi una spazzolata alla Suora che, dopo che se ne venne bagnandomi tutto, mi disse che se volevo potevo farle anche il culo che lei aveva pentrato spesso con un pezzo di manico di scopa che poi oltre lei lo usavano anche altre suore e ragazze. Le slinguai l'ano ed aggiunsi un pò di sapone liquido per penetrarla senza attrito e dopo infilai il cazzo inculandola fino a sborrare nuovamente. Dopo che inculai anche la ragazza più giovane, dissi che dovevo interrompere il gioco per continuare il mio lavoro e la Suora mi disse che al mattino dopo avrei sempre lì ritrovato lei ma con altre suore o ragazze affamate di sesso. Non certo rifiutai l'invito e al giorno dopo mi feci trovare in quella stanza e già col cazzo in tiro. Venne quindi la Suora seguita da altre due suore e, dopo che ebbi scopato lei che disse poi di chiamarsi Lucia, mi disse di dedicarmi ad una sua consorella che con altre due di loro, era ancora vergine avanti, quindi ci condusse ad una stanza con vecchi mobili accatastati tra loro ma al centro c'era un letto a due piazze ed allora mi disse di spogliarmi e lei aiutò la verginalla a liberarsi delle vesti ampie che indossava, facendola poi sdraiare sul letto ed iniziò a baciarla sul collo mentre io le leccavo la fighina strettissima e pelosissima tanto da farmi eccitare nel vedere tanta peluria. Poi, quando mi sentii bagnato da i suoi umori, mi misi a baciarla in bocca e lei intanto mi diceva che aveva tanto desiderio di sentire un cazzo nella sua figa ma aveva anche una gran paura di sentire tanto dolore e intanto le stavo ciucciando e leccando i seni, così le parlai che doveva rilassarsi un poco ed attendere senza fretta che la facessi venire a lungo e, mentre le parlavo le accostai il cazzo all'ingresso della figa e la penetrai molto lentamente fino ad arrivare all'imene che sentii aderire al cazzo, poi, sempre parlandole ed accarezzandola, spinsi dentro di più sverginandola senza farla soffrire, penetrandola quindi dolcemente e lei, diede solo un urletto di sorpresa e mi ficcò la lingua in bocca baciandomi focosamente e lì iniziò a godere in pieno ed io allora la scopai con decisione ed infine, quando sentii che stavo per sborrare, feci uscire il cazzo e le schizzai sperma e sangue suo imbrattandole la pancia. Dopo che rimanemmo abbracciati a baciarci dappertutto, sentii di nuovo l'erezione ed allora la penetrai facendola sussultare e la scopai con foga e lì lei urlò ma di piacere e non di dolore!
La ex verginella si chiamava Anna. Lucia poi mi disse di non trascurare l'altra suora, Margherita si chiamava ed io diedi il ben servito anche a lei ma dopo dissi che dovevo lavorare e solo nel pomeriggio sarei stato disponibile per un altro incontro.

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