Metti una sera a cena

Scritto da , il 2020-07-23, genere etero

Avete presente quell’alchimia che si crea tra coppie di amici, quel condividere pensieri, idee, gusti e tante altre cose? In altre parole: lo stare bene insieme?

E’ ciò che c’è tra me (Aldo) e mia moglie Gigia con due coppie di amici: Mario e Erika e Federico e Chiara. Un’amicizia nata in facoltà che è continuata fino a sfociare in un matrimonio a 6 celebrato in una chiesetta di montagna, con solo gli intimi ad assistere e con 4 di noi che a turno facevano da testimoni agli altri due. Un patto, un impegno, un sugello.

E’ raro dite? Allora sono fortunato, e lo sono più di quanto mi aspettassi. Quest’ultima cosa l’ho scoperta venerdì scorso.

Nei due anni trascorsi dal matrimonio abbiamo fatto tutto o quasi insieme, compatibilmente con gli impegni personali poiché il lavoro ci ha un pochino divisi: uscite serali, vacanze etc. etc. con l’appuntamento fisso, il venerdì, di una cena tra noi alternando le nostre abitazioni.

Dopo due anni di matrimonio (e quattro di convivenza), tra me e Gigia c’erano ancora delle “fantasie” da sviluppare, ovviamente nel campo sessuale che, comunque, andava a gonfie vele. Era curiosità, voglia di trasgredire, di conoscere altri aspetti, di vivere altre situazioni.
Ci eravamo fissati da qualche settimana su quelli che, mi dicono, vengono chiamati “swingers”. Sì, gli scambisti, quelli che condividono con altri, conosciuti o meno, il/la partner.
In altre parole: quelli che si “ammucchiano”.

Tra me e Gigia avevamo chiacchierato, inconsapevolmente sondandoci a vicenda, di come avremmo preso il vedere l’altro/l’altra insieme a partner occasionali.
Ci eravamo confessati che sì, l’idea era eccitante, che non eravamo gelosi finché non ci si mettevano di mezzo i sentimenti, che però non sapevamo come avremmo potuto reagire all’atto pratico.

Eh sì, arrivati a questo punto già immaginate, o forse l’avete capito dall’inizio, che è lì che voglio andare a parare: voglio dirvi di come tale fantasia si è concretizzata, o meglio si sta concretizzando appieno.
L’argomento, ci raccontammo io e Gigia, era stato affrontato anche quando ci trovavamo divisi per genere: io, Mario e Federico nella birra dopo il calcetto, le ragazze durante lo shopping etc. etc. Tutti e due avevamo creduto di intuire che la cosa non scandalizzava, almeno non apertamente, che ognuno di noi provava un misto di curiosità e ritrosia insieme.
Ne parlammo anche durante le nostre cene, inizialmente come scherzo, e non ricordo nemmeno chi iniziò, del tipo:

- Eh Gigia, quello che ti farei… -

- Sì, e poi Chiara ti cava gli occhi –

- E perché? Magari io mi do da fare con Aldo -

- E noi altri dovremmo restare a guardare? -

Ecco, battute così, con scambio di sguardi a dir poco ambigui, che però contribuivano ad alzare la tensione. Avevo la netta sensazione che anche loro (non a caso ho detto all’inizio che condividiamo pensieri ed idee) sarebbero stati propensi, d’altronde meglio tra noi che con sconosciuti.
Ne parlai con Gigia sul fatto che sembrava attendessimo tutti che qualcuno facesse il primo passo ma anche noi esitavamo, consci che un errore di valutazione avrebbe forse rovinato questa amicizia così consolidata.
Ed arriviamo a venerdì scorso, l’ennesima cena, questa volta a casa nostra.
Gigia è una cuoca eccezionale tanto che pur avendo deciso di alternarci tra uomini e donne ai fornelli, la preferenza va sempre a lei che è ben lieta di accontentarci “per non farmi avvelenare tutti” come dice lei.
Facemmo onore al cibo ed al vinello bianco e frizzante che lo accompagnò, chiacchierando del più e del meno, raccontandoci aneddoti presenti e passati, ridendo tanto come ogni volta.
Eravamo al dessert e Federico, il “buffone” della compagnia, fece una delle sue tante battute:

- Ecco, dopo una cena così l’unica conclusione degna è… preparati Chiara, appena arrivati a casa… -

Ridemmo, sapevamo tutti che Federico e Chiara avevano una vita sessuale più attiva della nostra che pur non era proprio scarsa.

- Sei il solito. Fede è un maniaco, non riesco a fargli tenere le mani a posto, sono sicura che se non ci foste voi adesso mi farebbe appoggiare al tavolo e… -

Chiara arrossì rendendosi conto che stava forse trascendendo. Arrossì ma aveva negli occhi una luce eccitata. Le rispose Mario:

- Non vi formalizzate per noi, fate pure se volete. Io non mi scandalizzo, e voi? –

Si rivolse a me ed agli altri e tutti confermammo che per noi non c’era problema.
Federico ne approfittò per fare il gigione come sempre (è il più simpatico di noi, è impossibile non volergli bene) e si alzò.

- Ah, beh, allora… se per voi va bene –

Fece alzare Chiara, che rideva a crepapelle, e la fece chinare in avanti appoggiandosi a lei.

- Scemo –

Gli disse ma non si sottrasse all’abbraccio e, mi parve, si mosse per sentire meglio contro di se l’inguine del marito.

La scenetta durò meno di un minuto, con tutti noi che ridevamo, e poi si sedettero nuovamente.
Chiara proseguì nello scherzo:

- Tutto qui? Prometti prometti e poi… -

Federico rispose un pochino piccato allo scherno.

- Aspetta che siamo a casa, non voglio imbarazzare gli amici. Anche se dicono tutti che non si scandalizzerebbero, un conto è dirlo e un altro… -

La serata stava prendendo una piega strana, noi altri quattro eravamo incerti se Federico e Chiara stessero ancora scherzando o stessero per iniziare un litigio, le mimiche facciali non aiutavano. Per esempio: lo sguardo di Chiara a Federico era di sfida, di disappunto o di invito? Gigia intervenne:

- Credo che stasera i nostri maschietti andranno oltre il proprio dovere, vero ragazze? –

Le altre due risero e anche noi uomini ci unimmo, contenti che l’atmosfera perdesse tensione, però Gigia non si limitò a quello: si sporse verso di me e mi sussurrò all’orecchio:

- Ora o mai più –

E poi, a voce più alta:

- Però sapete una cosa? Io non ho voglia di aspettare –

Nel dirlo pose platealmente la mano tra le mie gambe. Io sussultai, gli altri risero ancora di più pensando lo scherzo continuasse e invece…
Invece Gigia scostò la sedia e scivolò sotto il tavolino mettendosi tra le mie gambe. Mi sciolse la cintura e mi aprì i calzoni. Ci mise qualche secondo a tirarmi fuori l’uccello dai boxer ed in quei secondi vidi l’espressione degli altri cambiare repentinamente. Chiara, che era di fianco a me e poteva vedere benissimo tutto, sgranò gli occhi guardando incredula prima verso il marito e poi verso gli altri; Federico capì che non si trattava più di uno scherzo e mi guardò fisso; Erika sussultò vistosamente guardando Chiara e chiedendole:

- Ma veramente…? –

Mario invece sogghignò. Tra noi tutti è quello di meno parole ma più intelligente, più intuitivo.
Erika si alzò di scatto e venne di fianco a Chiara per accertarsi personalmente, restando a bocca aperta nel vedere la testa di Gigia che già faceva su e giù sul mio pene.

- Oh cazzo –

Esclamò.

Dietro di lei si portò Mario, cingendole i fianchi e osservando curioso la scena sotto i suoi occhi.
Federico non resistette a fare un’altra battuta, questa volta però con la voce più roca, più… interessata:

- Mi sembra di riconoscere un “assolo per flauto scappellato di Boccherini” –

Nessuno rise: io ero incerto, preso tra il piacere che le labbra di Gigia mi donavano e gli sguardi attoniti, nel silenzio, degli altri. Però… però Erika si muoveva di schiena contro il suo Mario, Chiara aveva appoggiato una mano sulla coscia di Federico, loro due ancora seduti.
Gigia alzò la testa, smettendo per un istante il suo “lavoro”, e ci guardò tutti girandosi per poi fissare lo sguardo su Chiara e dire:

- Beh ragazze, mi lasciate da sola? –

Non so se il suo fu un invito a unirsi a lei su di me, oppure a darsi da fare con il proprio compagno. Vidi Erika sussultare, forse esitare, e per un attimo immaginai chiaramente i suoi capelli di fianco a quelli di Gigia. Sobbalzai, sia per la fantasia che per la bocca di Gigia che mi aveva nuovamente ingoiato, ed in quella frazione di secondo ebbi anche modo di avere paura di una possibile reazione di Mario. Però Erika non si inginocchiò, e provai un pizzico di rimpianto, ma si girò verso suo marito sussurrandogli qualcosa. La vidi mettere una mano a coppa sull’inguine di lui.
Chiara, poco più in là, spalancò gli occhi e sorrise prima di girarsi verso Federico.

In un minuto Mario e Federico “subivano” lo stesso mio trattamento da parte delle mogli.
Gemetti a un tocco più preciso della lingua di Gigia, mi fecero eco i sospiri degli altri due ed i rumori bagnati delle tre bocche all’opera.
Non so quanto durò, ed in ogni istante, girandomi, vedevo i volti estasiati e increduli dei miei amici.
Sentivo avvicinarsi l’orgasmo, e non volevo che quel momento “magico” finisse così presto.
Feci alzare Gigia, in verità dovetti insistere per farla smettere, e lei si rialzò guardandomi con occhi eccitati, le labbra umide di saliva. La condussi con me verso i divani dicendo, a tutti e nessuno:

- Mettiamoci più comodi –

Venimmo imitati presto dagli altri e fu il momento di ricambiare il favore alle nostre mogli facendole stendere, allargare le gambe per permetterci di scostare le mutandine (io le tolsi direttamente a Gigia trovandole umide) e appoggiare le labbra sulle micine pronte ad accoglierci.
Altri gemiti e sospiri riempirono la stanza.
I primi a cambiare furono Erika e Mario, con lei che febbrilmente si tolse di dosso gli abiti prima di sedersi a cavalcioni di lui.

Ammirai il suo corpo nudo.

L’avevo visto tante volte in costume ma mai così, non tanto per la nudità, che pure aveva un bel personale, quanto per il modo che aveva di muoversi, sensuale, eccitato ed eccitante.
Spinsi Gigia a fare lo stesso ed ebbi modo di ammirare anche il bel corpo di Chiara.

Sei amici, tre coppie, ognuna immagine speculare delle altre con lei che danzava sull’inguine di lui. Di fianco a me e Gigia c’erano Federico e Chiara e io non riuscivo a staccare gli occhi di dosso dal seno di lei che sobbalzava. Se ne accorse Gigia girandomi la testa verso se stessa, quasi rimproverandomi con gli occhi prima di incollare la sua bocca alla mia.

- Che bello Aldo, l’avevo immaginato proprio così –

In quel momento una mano mi coprì il viso. Era quella di Chiara che, muovendosi scomposta, mi aveva colpito leggermente. D’istinto le presi le dita in bocca e subito dopo guardai Federico con un senso di colpa. La sua unica reazione fu quella di sorridermi e di seppellire il viso tra i seni della moglie. Incoraggiato, continuai a leccare e succhiare le dita di Chiara sentendomi sempre più vicino al piacere. Gigia ci osservò un lungo istante e quindi mi serrò a se dicendomi:

- Sì, così amore. Scopami. Fammi godere –

Mollai le dita di Chiara per baciare mia moglie, intrecciare la mia lingua con quella di lei mentre aumentavo i miei movimenti e le stringevo le anche per attirarla a me, e infine godere gemendo forte nella sua bocca, bevendo insieme i suoi gemiti e la sua saliva.

Quando ci calmammo, potei vedere che anche gli altri avevano raggiunto l’orgasmo e stavano riprendendo fiato. Notai un certo imbarazzo in Erika, ancora sopra il suo lui.

Era il momento dei ripensamenti, forse dei rimorsi. Ma fu ancora Gigia a risolvere il tutto invitando le amiche a seguirla in bagno. Io e gli altri ci rassettammo, nemmeno ci eravamo spogliati completamente, e attendemmo le ragazze versandoci ancora del vino.
Nessuna parola su ciò che era appena successo, solo sorrisi complici.
Quando andarono tutti via, chiesi a Gigia se era pentita, o se lo erano le altre, e lei mi rispose che solo Erika era stata un pochino schiva all’inizio ma si era concluso tutto con un abbraccio a tre.
D’altronde come interpretare diversamente le espressioni soddisfatte di tutti? Gli ammiccamenti e i sorrisi?
Non c’era stato scambio ma un primo passo era stato fatto ed il futuro.... Anzi il presente, perché… oggi è venerdì.

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