Come diventai un attore 10

Scritto da , il 2020-06-07, genere etero

Riprendiamo la solita vita, quasi monotona se non per il fatto che il padrone del pub voleva sostituirci al lavoro. In effetti non era stato molto contento di vederci andare via anche solo per pochi giorni, soprattutto Angela. C’è quasi una sollevazione popolare tra le altre cameriere e la clientela e lui torna sulla propria decisione. In fondo è un brav’uomo, la sua forse è solo invidia per il nostro viaggio, e a noi fa un enorme piacere sentire la gente apprezzarci, difenderci e minacciare di non tornare più se noi andavamo via.

La settimana successiva mi chiama Giada per dirmi di andare da lei.

- Certo, avviso Angela e arriviamo –

-No, solo tu, e non dirle niente –

Riattacca. La richiesta è strana, sono incuriosito e preoccupato allo stesso tempo. Ovviamente vado inventando una scusa per Angela visto che dovrò fermarmi per una notte.
A casa di Giada ho un’altra sorpresa: Mila non c’è, è andata a far visita a un’amica. Anche questo strano, non l’ho mai vista separata da Giada.
Chiedo subito il motivo della convocazione e Giada invece temporeggia, mi dice di prendere possesso della camera che mi ha destinato, di farmi una doccia, mettermi comodo e poi riscendere. Obbedisco sempre più perplesso.
Quando scendo la trovo in cucina ai fornelli, c’è un tavolo apparecchiato per due, al centro un candelabro con una singola candela rossa accesa. Le luci sono morbide, c’è musica dolce in sottofondo. Sentendomi arrivare Giada si volta:

- E’ quasi pronto –

La vedo togliersi il grembiule. E’ incantevole mentre mi si avvicina. Si è cambiata. Ha un abito verde smeraldo, leggero e svolazzante come una piuma, scarpe in tinta col tacco altissimo, orecchini e collana pure verdi, non so se sono smeraldi autentici. Prende dal tavolo due bicchieri e me ne porge uno. E’ un vino bianco appena frizzante, fresco, gradevole.
Brindiamo e mi perdo nei suoi occhi appena più chiari dell’abito, pare emanino luce propria. Ha i capelli sciolti sulle spalle, si muove flessuosa come una pantera. Le labbra rosse sono una calamita per le mie, la bacio accorgendomi in quel momento che tutta la scena è rivolta alla seduzione, che i ruoli sono invertiti, ma non c’è bisogno di sedurmi e lei lo sa. Sono confuso.
La sua mano leggera sui pantaloni mi fa trasalire e eccitare, specie quando prosegue abbassando la zip, entrando nei boxer e tirandomelo fuori. Mi masturba con delicatezza, appoggiata a me, le sue labbra sempre sulle mie. Poi si stacca, mi lascia:


- Siedi. –
Eseguo cercando di rassettarmi.

- No, non rimetterlo a posto –

Eseguo ancora sempre più in confusione. Giada prende un piatto di portata e mi serve.

- Mangia –

Sono un automa nelle sue mani. Nemmeno so cosa sto mangiando perché la mia attenzione è tutta sulla sua mano che si carezza un capezzolo da sopra il vestito. Si fa scendere una spallina, s’inumidisce le dita e torna sul capezzolo turgido ora scoperto.
Giada non mangia, mi fissa torbidamente e si carezza il seno. La vedo mettersi due dita in bocca, succhiarle e poi scendere con la mano. Il tavolino mi copre ma immagino cosa stia facendo, la lingua che guizza sulle labbra mi dà il segno della sua eccitazione. Non resisto, poso la forchetta e me lo prendo in mano. Immagine speculare di lei mi carezzo lentamente. Un verso roco che le sfugge quasi causa il patatrak. Smetto di masturbarmi per non venire così, solo guardandola e udendola.
Si alza e viene verso di me. Facendolo tira giù l’altra spallina, si fa scivolare l’abito di dosso restando nuda, con solo le scarpe, davanti a me. Allunga la mano e mi afferra proprio lì, mi tira a se facendomi alzare. Sento il mio pene strusciare tra i nostri corpi stretti, il suo seno sul mio petto, le sue labbra sul mio collo.

Senza dire una parola mi prende per mano e mi conduce al divano in salotto, si sdraia e apre le gambe invitante. La sua micina è spalancata davanti ai mei occhi, glabra, solo un piccolo rombo di corti peli sul monte di venere. M’inginocchio e la lecco piano, indugiando sul bottoncino sensibile, poi allargo la sfera d’azione, le riempio di baci l’interno cosce a pochi centimetri dal pube, cerco di entrare in lei con la lingua, torno sul clitoride succhiandolo delicatamente. Giada apprezza, muove le anche sempre più velocemente e in breve raggiunge l’orgasmo tenendomi per i capelli, tirandomi con forza verso di lei. E’ un fiume in piena, mai ho visto tanti succhi del piacere in una donna, ho le labbra, la faccia e il naso completamente bagnati. Mi tiene a se ancora per un minuto, immobile. Alzando gli occhi le vedo il seno muoversi al ritmo del respiro pesante. Infine mi lascia i capelli, mi spinge indietro, si alza e mi spinge a sedermi sul divano. Ora è lei inginocchiata ai miei piedi, mi toglie le scarpe, i calzini, rapida mi slaccia la cintura e tira togliendomi pantaloni e boxer insieme. Poggia la lingua sul ginocchio, scivola all’interno e sale su, le mani precedono la lingua in una carezza su quelle parti sensibili, passano oltre il ventre e tirano i lembi della camicia strappando i bottoni. Non m’interessa, nemmeno me ne accorgo perché la sua lingua ora è su di me, gira intorno alla punta, stuzzica il forellino, scende ai testicoli a cui dedica ampie lappate, poi risale, lecca entrambi i lati e finalmente mi prende dentro la bocca. Calore, umidità, la carezza vellutata della lingua, tutto concorre a farmi galoppare verso un orgasmo esaltante ma no, Giada ha altre idee. Sente che sono vicino e si stacca, ignora il mio sguardo supplichevole, il mio verso strozzato di disappunto. Si alza e mi viene a cavalcioni, si fa penetrare scendendo piano, senza interruzioni finché non mi ha completamente dentro di se. Immobile per qualche secondo poi agita le anche in senso rotatorio, il mio orgasmo torna a salire. Si prende un seno in mano, lo offre alla mia bocca e io subito mi attacco come una ventosa al suo capezzolo. Lo succhio, lo lecco, lo mordicchio delicatamente. Lei continua a muoversi e all’improvviso accelera, il movimento da rotatorio diventa ondulatorio: fa avanti e indietro con veemenza, facendomi uscire da lei un poco e subito riprendendomi fino in fondo, a una velocità che mi manda in estasi. Sto per venire, cerco di fermarla per tirarmi fuori ma mi blocca, mi prende la testa tra le mani, avvicina la bocca alla mia, mi grida:

- Vienimi dentro, vienimi dentro –

Poi tace, non può più parlare, le sue labbra sono sulle mie, la sua lingua è nella mia bocca lottando furiosamente con la mia in un duello vecchio come il mondo, senza vinti, solo vincitori. Godiamo quasi insieme e i nostri mugolii si smorzano nella bocca dell’altro, il suo bacino che ora pare impazzito. Vengo e venendo mi sento girare la testa come raramente mi era capitato. E’ un orgasmo favoloso, quasi provassi il suo insieme al mio.
Poi ci distendiamo sul divano abbracciati, ancora a spiluccare baci mentre i corpi si rilassano, la tensione scende, il piacere scema lasciando dolci ondate di riflusso.

- Avevo voglia di averti per me sola –

Questo mi dice, e spiega tutta la scena della chiamata, della cena non consumata.
Restiamo ancora abbracciati per diversi minuti, la sua testa sulla mia spalla, mia guancia sulla sua, a occhi chiusi. Indi si muove, si divincola:

- ho fame –

Dice, e così com’è, nuda, il mio seme che le cola su una coscia, va in cucina invitandomi a seguirla.
Mi tolgo i resti della camicia e la seguo. Sediamo al tavolo e mangiamo della pasta ancora ottima anche se fredda,
Mangiando parliamo: del sito web, dei nostri amici, del futuro.

- Mauro, tu mi ami? –

Ci penso un attimo, e in effetti sono un po’ geloso delle attenzioni di Giada, meno se sono rivolte agli altri, per nulla se siamo tutti insieme. La amo? Non lo so, certo sono molto attratto da lei, più che dalle altre ragazze compresa Angela, ma amore?
Giada mi attrae e mi respinge allo stesso tempo. I momenti appena passati con lei sono stati deliziosi, eppure mi intimorisce, non riesco a comprenderla.

- Sì e no. Sono geloso se penso che potresti rivolgere le tue attenzioni a qualcuno che non conosco, no quando le vedo rivolte agli altri del gruppo. Non so spiegarlo, non c’è legame tra noi eppure mi sento legato a te non so come. Forse è amore? –

Pare sia la risposta che si attendeva, il sorriso le illumina gli occhi prima che la bocca, quegli occhi stupendi in cui mi perdo ogni volta che li guardo. Mi viene vicino e mi bacia, poi torna al suo posto e riprende a mangiare, in silenzio.
Finiamo presto, vorrei aiutarla a spicciare le stoviglie ma mi ferma, le lascia sul tavolo. Invece mi prende la mano e mi porta con se verso la scalinata. Saliamo al piano superiore, in bagno. Regola l’acqua e entra sotto la doccia tirandomi a se. Ci laviamo a vicenda con mille carezze, esplorando con le mani l’una il corpo dell’altro fin nei minimi anfratti. Conosco bene il suo corpo eppure ogni centimetro è una scoperta nuova.
Andiamo in camera e lì facciamo ancora l’amore, lentamente, gioiosamente, godendo solo già del contatto dei corpi, poi ci stendiamo supini fianco a fianco, nella penombra di una abat-jour accesa. Giada parla con tono nervoso, guardando il soffitto, la mano sul mio braccio disteso, ripete la domanda:

- Mi ami Mauro? Ho bisogno che mi ami –

La stretta sul mio braccio è forte, fastidiosa.

- Credo di sì Giada, non so se è amore ma mi piace stare con te, voglio stare con te –

La sento sospirare, girarsi verso di me appoggiandomi la testa al petto. Ci addormentiamo così.

Al mattino mi sveglio e lei non c’è. Sulla poltrona una camicia nuova sopra i miei pantaloni. Mi vesto e scendo sotto andando in cucina.
Subito un uragano biondo mi travolge saltandomi addosso. Mila.

- Mauro, che bello vederti. Come stai, che ci fai qui –

e tante altre domande tra una stretta e un bacio.
Giada è in cucina a preparare la colazione per tutti. Sorride vedendoci, è tutta un’altra persona con i capelli raccolti in una coda, le mani occupate da piatti e stoviglie, lo sguardo è dolce, la tonalità di verde è più chiara, sembra quasi una mamma che guardi la sua famiglia.

Mangiamo con gusto, colazione continentale a cui sono poco abituato ma che apprezzo annaffiandola con una grande tazza di caffè all’americana. Discutiamo un po’, Giada mi aggiorna sui rapporti con Jean. Gli siamo piaciuti. Ci riferisce anche un suo commento su noi “italiani caciaroni” che inizialmente mi stranisce fino a che Giada non mi fa rilassare dicendomi che è quel tipo di “confusione” che Jean vorrebbe introdurre, anche lui s’è accorto che i film in cui gli attori si “divertono” sono più richiesti.
Mi dice anche che questo aggancio con Jean le serviva per la propria carriera ma che è stata ben lieta di associare anche noi, sia per noi che per la nostra società.

Dopo aver sgomberato la tavola Giada torna a essere una donna d’affari. Frasi brevi, secche, cioè ordini. Dobbiamo fare un video con Filomena per “completarne la professionalità”. Usa questa frase che non comprendo appieno ma tant’è, se lo dice Giada si fa e basta. La sera dopo saremo in quattro, io, lei, Mila e Filomena. Mi dice di farmi trovare in forma, di non coinvolgere Angela per la quale ha altri progetti a breve. Riparto salutato da un ultimo bacio “profondo” di Giada e dall’esuberante bacio di Mila

Mentre guido verso casa penso a entrambe. A Giada che ancora mi incute timore, che riesce a farmi fare quel che vuole, perché in effetti finora ho fatto quel che voleva lei come un automa senza pensiero. A Mila, per cui nutro un affetto quasi fosse la mia sorellina, anche se ci dividono pochi anni e ho fatto, e farò, sesso con lei. Mi ha conquistato il suo essere solare dopo che ha iniziato a aprirsi con me, la sua spontaneità, la sua fragilità apparente. Mi piacerebbe sapere qualcosa in più di lei, e con questo pensiero arrivo a casa e mi metto a studiare. Angela tornerà solo la notte dopo il lavoro al pub, e io sono in arretrato di parecchio con lo studio.

La sera seguente torno allo studio. Siamo i quattro che aveva detto. Filomena è arrivata con mezzi suoi e è sorpresa di vedermi.
Siamo solo noi. Giada mi spiega che ha licenziato il giovane cameraman dell’altra volta. Non dà spiegazioni sul perché, dice solo che non serve più perché ha fatto installare diverse telecamere in posizione strategica. Le immagini da queste catturate, insieme a quelle di una o più cam manuali, in fase di montaggio daranno il filmato finale che finirà sul sito.
Questa sera in previsione c’è una sessione via webcam.
Io e Filomena ci trucchiamo in fretta. Lei si mette completamente nuda sul letto con Mila, io resto in disparte per il momento e mi metto ai controlli del computer dando loro il via e mettendole on line.
Pochi minuti e arrivano i primi utenti. Inizia lo spettacolo: Mila e Filomena si baciano, si accarezzano, interagiscono con gli utenti. Sullo schermo appaiono i traguardi da raggiungere e intanto loro limonano attraendo sempre più gente. Man mano che i pagamenti arrivano la scena si fa più hard. Dopo un sessantanove tra loro entro in scena io: Mila è distesa sul lettone, tra le gambe la testa di Filomena che la lecca appassionatamente. Io sono in piedi di fianco, Mila sporgendo il capo mi sta succhiando a testa rovesciata. Così riesce a prendermi molto più del solito e sento il piacevolissimo calore della sua bocca avvolgermi con costanza e dedizione. Andiamo avanti per qualche minuto fino al segnale di Giada. Ci sediamo tutti e tre davanti alla cam, leggiamo ciò che ci chiedono gli utenti e lo facciamo.

Così mi tiro indietro, steso supino, e Mila mi sale sopra volgendo la schiena alla cam. Mi cavalca con forza e leggerezza assieme. Mi sussurra paroline dolci e scherzose tra un mugolio e l’altro. E’ lavoro ma ci stiamo divertendo come se l’essere visti da qualche centinaio di persone facesse parte del gioco, semplicemente non ci badiamo. Di fianco a noi Filomena si masturba. Giada le porge due dildo, uno di misura normale e uno più piccolo. La vedo titubare un attimo prima di infilarsi davanti quello grande e dietro quello piccolo. Fa una piccola smorfia che vedo solo io, non è abituata, ma presto prende gusto a quella doppia penetrazione self made. Geme, si contorce. Quando Giada glielo chiede è con evidente dispiacere che se lo toglie per infilarlo lentamente nel buchino di Mila ancora intenta a cavalcarmi. Presto sia Mila che Filomena arrivano alle soglie dell’orgasmo. Io devo stringere i denti per non lasciarmi andare, è ancora troppo presto anche se sono sicuro di poter essere “operativo” anche subito dopo.
Sento Mila godermi addosso agitando i fianchi, le fa eco Filomena ancora col dildo profondamente infilato e mosso dalla sua mano. Arrivano i commenti e sono entusiastici nonostante qualcuno non si proprio “fine”. Le ragazze ringraziano sedute nuovamente davanti alla cam. Io da dietro accarezzo i seni di Mila, bacio il collo a lei e Filomena, ci rilassiamo in attesa di vedere cosa vogliono gli utenti.

Giada mi fa segno di stendermi ancora sul lettone e a Filomena di inginocchiarsi e prendermelo in bocca. Obbediamo spostandoci fino a che siamo entrambi ben inquadrati, il sedere di Filomena che sporge di trequarti. Mi sto godendo le labbra vellutate di Filomena quando vedo Giada avvicinarsi. Nuda, ci metto qualche secondo a notare che all’inguine ha uno strap-on di buone dimensioni. Mila si china per prenderlo in bocca, succhiarlo, bagnarlo con la saliva. Intuisco cosa vuol fare: è giunto il momento della “crescita professionale” di Filomena.
Le metto le mani ai lati della testa per non farla accorgere di nulla. Giada si avvicina, entra nell’inquadratura che vedo dal monitor. Mila va con la lingua sul buchino di Filomena, lo lecca e insaliva prima di metterci dentro uno dei suoi ditini affusolati. Vedo che lo muove allargando il muscolo che immagino contratto. Filomena geme ma pare gradire la piccola intrusione. Ancora non sa ma lo scopre subito, appena Giada si accosta e bruscamente le ficca dentro i primi centimetri.
Filomena rimane senza fiato. La sento irrigidirsi a bocca aperta, ho persino timore che mi morda, invece tira la testa indietro e urla:

- AAAAAHHHHHHHH. NO, NO, mi fai male, toglilo, mi fai male –

Giada non se ne cura, si ferma solo un poco per permetterle di abituarsi. Intanto Mila è andata con la mano sulla micina di Filomena, la masturba per compensare l’indesiderata intrusione nel suo culetto. Sono due minuti lunghissimi in cui vedo in primo piano il viso stravolto di Filomena, gli occhi serrati, la bocca spalancata da cui fuoriescono urletti e improperi. Subito dietro vedo Giada, una luce diabolica negli occhi. Ha afferrato la povera Filomena per i fianchi e è entrata ancora un poco. Si muove piano
Gradualmente e lentamente vedo il volto di Filomena rilassarsi. Sta cominciando a apprezzare, i mugolii che emette non sono più solo di dolore. Ben presto il piacere è prevalente. Mi prende ancora in bocca il pene e lo succhia con frenesia. Come pompino non si può definire ben fatto, troppo fervore, troppa precipitazione, la lingua vaga a caso, le succhiate della cappella sono irregolari, la mano che mi stringe l’asta preme con troppa forza sui testicoli, però come intensità è da primato.
Le afferro il capo e mi muovo io, le scopo la bocca come più mi piace e lei lascia fare trasformandola in un fodero umido e caldo per la mia spada. Presto Filomena gode, lo annuncia con frasi sconnesse togliendosi il mio cazzo di bocca per poi riprenderlo subito, e quando l’orgasmo la assale resta lì ferma, a pochi centimetri, la bocca aperta, mugolando forte, stringendo le mie cosce con forza inaspettata. E’ così che la coglie il mio orgasmo: il primo schizzo le arriva sul labbro superiore, appena sotto il naso, il secondo s’infrange su una guancia, piccole gocce le arrivano all’occhio. Il resto non va perso perché mi prende di nuovo in bocca succhiandomi via anche l’anima, ricevendo in gola gli ultimi schizzi e deglutendo vistosamente man mano che li riceve.

Mi abbandono all’indietro lasciando che lei con piccole lappate golose me lo ripulisca. Vedo Giada trionfante sopra tutti noi quasi ridere prima di tirarsi indietro e dirci di salutare i tipi collegati.
Lo facciamo a fatica, io mi ero quasi dimenticato della cam. I commenti sono tanti e tutti eccitatissimi. Le ragazze mandano un bacio, Filomena si pulisce con le dita la faccia dai residui di seme e poi se le mette in bocca mandando bacini verso la cam. Io faccio cenno con la mano, poi Giada stacca il collegamento.
Indugia un attimo sui comandi delle varie telecamere e poi si riavvicina. Filomena la guarda con occhi strani.

- mamma mia, lo avevo fatto poche volte. All’inizio mi hai fatto un male cane ma poi….. mmmmhhhh che delizia. Certo però che sei proprio stronza eh? –

All’insulto vedo Mila avere uno scatto quasi impaurito, Giada sorride, lo fa come lo farebbe un felino che ha stretto all’angolo il piccolo topolino. Filomena non nota niente, è ancora persa dietro le sue sensazioni.
Giada mi guarda e mi dice:

- Tu Mauro torna a casa, Filomena rimane. –

- Posso rimanere anche io? –

- No, questa è una cosa tra ragazze. Ci sentiamo domani per telefono –

Avevo chiesto di rimanere perché non mi sarebbe dispiaciuto un altro match però lo sguardo di Giada è categorico, inquietante.
Senza nemmeno farmi la doccia mi vesto e mi avvio all’uscita. Giada mi guarda con occhi strani, Mila mi manda un bacio felice e Filomena…….. Filomena mi fa cenno con la mano, un sorriso ebete sul volto, ancora non completamente presente a se stessa.
Mentre guido mi impongo di non pensare, di non pormi domande, di concentrarmi sulla strada e sul letto che mi attende. Ci riesco a fatica.

A casa trovo Angela appena rientrata dal pub. Si sorprende di vedermi lì, le avevo detto che avrei dormito fuori. E’ troppo stanca per fare altre domande, ci mettiamo a letto e dormiamo, solo il tempo di dirmi che Giada le ha detto di andare il giorno dopo da lei per un video, senza di me. Mi sento un po’ in colpa nei suoi confronti, per averle taciuto la mia visita di due giorni prima. La stanchezza vince anche me e mi addormento senza più pensare.

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