Una nuova vita 6

Scritto da , il 2016-12-14, genere trans

Quanto mi fanno piacere i vostri commenti e i vostri suggerimenti! Grazie! Spero questo capitolo non sia troppo romantico,

Mi sveglio la mattina successiva e il plug è ancora al suo posto, dentro di me. Lo tolgo e, per prima cosa, mi faccio il mio primo clistere da solo e, ovviamente, va tutto liscio e non è né difficile, né doloroso. Dopo essermi liberato, mi lavo, mi rado, mi lubrifico e inserisco nuovamente il plug anale: ho deciso che oggi proverò a tenerlo tutto il giorno, anche al lavoro. Scelgo e indosso l'intimo, finisco di vestirmi ed esco. I miei segreti aumentano e questo, unito alle bellissime sensazioni derivanti dal mio culetto, mi tengono in uno stato di leggera ma continua eccitazione per tutto il giorno. Sentire il plug stimolarmi mentre cammino, mentre guido o mentre resto seduto alla scrivania è bellissimo e mi fa venire tanta voglia. Ovviamente, le sensazioni non hanno niente a che fare con gli orgasmi che ho provato nei giorni scorsi, ma sono comunque molto piacevoli e mi rendono molto impaziente di tornare a casa. La giornata trascorre in questo modo e fatico a credere che nessuno abbia notato niente, ma la sera arrivo a casa incolume, curioso di vedere come 8 ore di penetrazione abbiano ridotto il mio povero culo. Entro in casa, mi spoglio, indosso le mie bellissime scarpe sexy e mi getto con impazienza sul letto, davanti al grande specchio. Estraggo il plug e, per un attimo, il buco rimane leggermente aperto, stupendomi ed eccitandomi ancor più di quanto non fossi già. Prendo il secondo dildo e lo lubrifico, provando subito a inserirlo. Questo ha lo stesso diametro di quello che ho appena tolto, ma è di una forma più cilindrica e meno conica, ma soprattutto è molto più lungo. Entra senza fatica e mi stimola punti che non avevo mai toccato prima d'ora, né con il dildo, né con le dita della farmacista. Comincio subito a stantuffare e riprendo il gioco dell'altra sera, fermandomi quando sento che l'orgasmo si avvicina e riprendendo appena si allontana. Proseguo così per un tempo che mi sembra lunghissimo e quando mi concedo l'orgasmo, godo in maniera devastante: è un orgasmo lunghissimo che produce una quantità impressionante di sperma e delle continue contrazioni dei muscoli che mi cominciano a dolere, quasi come se fossi stato in palestra. Nonostante questo, non smetto di scoparmi con il dildo e l'orgasmo continua fino a quando, sfinito, cado quasi svenuto. Sento il dildo uscire autonomamente piano piano e cado in un sonno profondo dal quale vengo però svegliato quasi subito da una chiamata. E' Carlo che si accorge subito che ho uno strano tono di voce, più dolce e alto del solito e con un accenno di affanno; mi chiede cosa mi sia successo e gli racconto tutto nei particolari. E' felicissimo e si rammarica solo di non aver potuto assistere ai miei giochi, però mi chiede di fargli vedere in cam come entra il dildo nel mio culo non più vergine. Accendo la cam e inserisco senza alcuna fatica il fallo. La sensazione non è più bella come prima dell'orgasmo ma è comunque piacevole e Carlo è eccitatissimo dallo spettacolo e mi dice che non vede l'ora che sia venerdì per potermi incontrare. Chiacchieriamo ancora un po' e poi ci salutiamo perché deve uscire. Io mi faccio una doccia e poi mi vesto completamente al femminile, anche se sono in casa da sola: trucco, intimo, gonna, parrucca e dei bei sandali con il tacco non troppo alto. Mi preparo una cenetta e poi stanco per tutte le novità e l'orgasmo fortissimo, mi addormento davanti alla tv. Quando mi sveglio, mi preparo per la notte e vado a letto.
Le giornate successive si svolgono all'incirca nello stesso modo, anche se l'eccitazione lascia lentamente il posto all'impazienza e alla voglia che arrivi il fine settimana. Ormai la masturbazione anale ha sostituito completamente le mie seghe quotidiane e, anche se necessitano di più tempo, mi regalano degli orgasmi ancora più soddisfacenti. Riesco anche a vincere quel poco di imbarazzo che mi era rimasto e una sera mi masturbo davanti alla cam, per gli occhi increduli e soddisfatti del mio amico al quale, finiti i nostri giochi, chiedo che programmi abbia per il weekend. Mi dice che gli piacerebbe cambiare meta e, dal mare, passare alla montagna; ha trovato una bellissima baita isolata in cui potremo trascorrere due giorni in assoluta solitudine, necessaria per poterci dedicare solo a noi stessi, senza disturbi indesiderati.
Finalmente arriva il venerdì e decido di fare una grande sorpresa a Carlo, sperando che la gradisca. Esco di casa, vestito al solito modo per evitare domande e dubbi da parte dei vicini, ma sul treno, mi reco al gabinetto, dove mi trasformo in Giulia: trucco, parrucca, scarpe, indumenti... Esco dal bagno, nervosa e preoccupata e torno al mio posto, in uno scompartimento fortunatamente vuoto. Il viaggio trascorre veloce e senza intoppi e, quando scendo dal treno, trovo Carlo ad aspettarmi. Mi guarda con un'espressione molto sorpresa e, quando gli arrivo vicino, mi abbraccia e mi bacia con passione. Sono davvero una donna adesso? Posso lasciarmi andare ad effusioni con un uomo in pubblico, senza destare troppi sguardi sconvolti e infastiditi? Carlo mi porta all'auto, mi apre la portiera e mi fa accomodare sul sedile del passeggero. Entra in auto e partiamo. Trascorriamo tutto il tragitto per la montagna, parlando delle mie esperienze della settimana e, anche se le conosce già nei particolari, capisco che si eccita a sentirmele ripetere. Ha sempre la mano sulla mia gamba sinistra e questo mi piace molto. Ad un certo punto, mi dice: "Senti quanto mi eccita sentirti raccontare delle tue esperienze sexy". Prende la mia mano e la porta sulla patta dei suoi pantaloni. Sento il suo cazzo che è molto duro e decido di accarezzarlo un po', per stuzzicarlo. Mi piace molto, ma a lui non basta: sposta la mano dalla mia gamba e la mette sulla mia testa, premendo dolcemente verso il basso. Io non ho mai fatto un pompino e speravo di poterlo fare in una situazione più tranquilla e romantica, ma sono eccitatissima e non mi faccio pregare. Mi abbasso e comincio a dargli dei morsi molto leggeri e delicati, attraverso la stoffa dei pantaloni, mentre con la mano gli accarezzo le gambe, per spostarmi presto sulle palle. Continuo per un po' così, fino a quando mi dice che se continuo così lo faccio morire. Allora, lentamente, gli apro i pantaloni e abbasso gli slip, facendo uscire un cazzo che sembra di marmo. Lo accarezzo e poi gli do dei baci sulla punta che è già molto umida. Temevo che il sapore e l'odore mi avrebbero fatto schifo ma invece sembrano entrambi molto piacevoli, tanto che sentirli sulle labbra non mi basta più e tiro fuori la lingua, leccando il cazzo di Carlo come fosse un gelato. La cappella è sempre più umida e non è solo saliva e non posso continuare così: ho voglia di mangiargli quell'obelisco di carne dura e calda e così apro la bocca e inizio a succhiarlo con una passione che non pensavo di avere. Lo voglio fare impazzire! Quando sento che sta per godere, mi fermo e aspetto che la sua eccitazione decresca per ricominciare appena sento che si è un po' calmato. Proseguo così per quasi tutto il viaggio, fino a quando mi prega di farlo venire. Quando viene, mi riempie la bocca di sperma e, per quanto mi sforzi, non riesco a ingoiarla tutta. Il sapore non è proprio buono, ma è accettabile e sentire un uomo così in mio potere è fantastico. Per fortuna, Carlo riesce a mantenere il controllo dell'auto, nonostante tutto. Ci fermiamo per cena nell'ultimo paesino prima della destinazione, richiudo i pantaloni del mio amico, cerco di darmi una sistemata e entriamo in una piccola trattoria in cui tutti mi guardano strano. Non avranno mai visto una persona come me, ma nessuno mi dice niente e tutti si rivolgono a me chiamandomi "signora". Finita la cena, percorriamo in auto i pochi chilometri che mancano e arriviamo presto alla baita e scendiamo dall'auto; troviamo le chiavi dove ci è stato detto ed entriamo nella casetta. E' molto carina e raccolta: una stanza unica con un letto matrimoniale, una piccola cucina, un tavolo da pranzo e un divano davanti al camino. Mentre Carlo accende il fuoco, io porto dentro la mia valigia: anche se è per soli due giorni è piuttosto ingombrante perché non ho esperienze con i vestiti da donna e, probabilmente, porto molto più di quando sia necessario. Raggiungo il mio amico sul divano e, trascorriamo un po' di tempo, accoccolati a guardare il fuoco, ma presto passiamo a qualcosa di più attivo: Carlo comincia a baciarmi e a toccarmi sotto la gonna e io riprendo ad accarezzargli la patta dei pantaloni. Questo petting fa tornare quasi subito l'eccitazione e il mio partner dalle carezze quasi innocenti alle mie parti intime, passa a un tocco molto più audace. Arriva presto tra i miei glutei e sente la base del plug anale che è ancora dentro di me: lo sfila e lo sostituisce prima con un dito e poi con due. Mi sento proprio donna in questo momento, con un uomo che masturba il mio buchetto, dopo aver infilato la mano sotto la mia gonna e velocemente il mio respiro si trasforma in un ansimare eccitato e voglioso. Sento che, finalmente, è arrivato il momento e sfilo camicia e pantaloni a Carlo, pregandolo di lasciarmi vestita e di togliermi solo gli slip. Carlo, nonostante io non sia leggera come una donna, mi prende in braccio, si alza in piedi e mi porta a letto. Dopo avermi adagiata dolcemente sopra le coperte, finisce di spogliarsi, si inginocchia tra le mie gambe, mi abbraccia e riprende a baciarmi con passione. Io sono eccitatissima e molto impaziente di farmi sverginare realmente, ma Carlo procede con molta calma. Dai baci in bocca, scende sul collo e poi sempre più giù, fino ad arrivare alle mie parti più intime. Sposta la gabbietta e la tiene sollevata con la mano e, con la lingua, inizia a leccare il mio culetto. Non avevo mai provato a essere leccata lì e vado quasi subito fuori di testa. E' una sensazione incredibile e io non capisco più niente. Gli prendo la testa con le mani e gliela muovo dove sento più piacere. Lo avvicino, lo allontano, lo stringo, lo sposto da una parte, sopra, sotto... Sono come impazzita e, senza accorgermene, mi sento implorarlo di scoparmi. Carlo non me la dà vinta e continua con la lingua e con le dita ancora per diversi minuti e allora decido di rendergli pan per focaccia, mi giro sotto di lui e, mentre lui non smette di leccarmi il buchetto, io prendo in bocca il suo cazzo che, nonostante abbia goduto da poco, è di nuovo durissimo e gocciolante. Mi accorgo di avere una passione per leccare e succhiare e riprendo il gioco scoperto in auto, cercando questa volta di far arrivare la cappella il più in fondo alla gola possibile. Nonostante l'inesperienza, devo essere brava perché Carlo mi dice che, se voglio essere scopata, devo smettere immediatamente. Gli rispondo per le rime: "Se vuoi scoparmi, devi farlo subito, altrimenti ti faccio godere in bocca!". Carlo si gira, mi sorride e mi bacia. E' già tra le mie gambe. Me le prende e se le appoggia sulle spalle, appoggiando la cappella tra i miei glutei. Io non ce la faccio più e lo prego di scoparmi subito. Carlo aggiusta la posizione del suo pene con la mano e inizia a spingere dolcemente. Che bello avere un uomo così paziente e di esperienza! Tutta la lubrificazione della saliva e la dilatazione di dildo e dita hanno il loro effetto che, unito a quello della mia estrema eccitazione, permettono al grosso cazzo del mio amico di farsi strada abbastanza velocemente e in maniera quasi indolore. Mi sento completamente piena di Carlo che presto inizia un lento movimento avanti e indietro. Ha un movimento di bacino stupendo che gli permette di continuare a baciarmi anche quando mi scopa con foga. La masturbazione con i falli di lattice mi regala sempre sensazioni bellissime, le dita della farmacista sono addirittura meglio, ma il cazzo di Carlo è il non plus ultra. Mi sento piena, posseduta, protetta e, in qualche modo, anche usata e sono tutte cose che mi piacciono moltissimo. Il mio amico mi scopa a lungo e, più passa il tempo, più sparisce qualunque forma di fastidio al buchetto e più aumenta il mio godimento. Abbraccio il mio amante molto stretto e lo bacio con passione e riconoscenza. Non sono molto snodata e la posizione delle gambe non mi è molto comoda, ma non la cambierei per niente al mondo. Il pensarmi e vedermi in questa posizione, mi dà l'ultima spinta necessaria a portare la mia eccitazione fin oltre il punto di non ritorno e il mio cazzo comincia a venire con tantissimo sperma che sporca tutta la mia pancia e quella di Carlo e che continua incessantemente, così come il mio orgasmo.
"Ti prego, Carlo, riempimi del tuo seme. Voglio sentirti venire adesso dentro di me!"
Non se lo fa ripetere e sento il ritmo cambiare e le spinte farsi più secche: "Oh, sì, vengo!!!!"
Carlo mi dà gli ultimi colpi e, dopo che il suo sperma mi ha riempito la pancia, si accascia su di me schiacciandomi con il suo peso. Lo bacio con riconoscenza e gli dico che è stato stupendo e lui risponde che lo è stato anche per lui e che era tanto che non godeva così. Siamo sfiniti e, dopo essermi sfilata solo le scarpe, tiro le coperte a coprirci e ci addormentiamo così, con lui sopra di me e ancora dentro di me.

Che ne dite? Peccato che sia proprio tutta solo fantasia...

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