La lezione della nonna

di
genere
incesti

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Luca non riusciva a togliere gli occhi da sua nonna. C’era qualcosa nel modo in cui lei lo guardava. Non superiorità, non semplice desiderio… qualcosa di più profondo, quasi magnetico. Una promessa. Un varco. Non percepiva alcun imbarazzo e tutto assumeva contorni sempre più incestuosi. Ma oramai era pronto ad arrivare fino in fondo. Fino a dove il piacere e la carne sarebbero divenuti una sola cosa.
Poche ore dopo era di nuovo pronto. Elena si avvicinò lentamente, la schiena dritta, le spalle morbide, il respiro calmo. Ogni suo passo aveva la sicurezza tranquilla di chi ha vissuto abbastanza da sapere esattamente cosa vuole.
“Sei teso,” mormorò con un sorriso che non era un sorriso: era un invito. “E questo mi piace.”
Luca arrossì, un rossore rapido, quasi violento.
“È che… non sono abituato a… a tutto questo.”
“Lo so.”
La sua voce aveva una morbidezza che scivolò sulla pelle di lui come seta calda. “Ma non devi esserlo. Devi solo essere presente. Con me.”
Si mosse ancora, finché fu così vicina che Luca poté sentire il calore del suo corpo arrivargli addosso come un’onda lenta. Lei non lo toccò subito; lasciò che fosse il silenzio stesso a creare il loro primo contatto invisibile. Solo quando vide il respiro di lui spezzarsi, allora allungò la mano.
Le sue dita sfiorarono la linea della mascella del ragazzo con un tocco che era quasi impercettibile, ma sufficiente a farlo fremere.
“Guardami, Luca.”
Lui obbedì, e nel farlo, il mondo intero sembrò ridursi ai suoi occhi, profondi, lucidi, carichi di qualcosa che non aveva una forma ma che bruciava.
“Non devi avere paura di sentire troppo.”
La sua mano scese, lenta, costante, lungo il collo, sul petto. “È questo il bello della prima volta: non sai controllare niente. E io… voglio vederti così.”
Luca inspirò forte, come se quel tocco gli avesse rubato l’aria. Elena lo percepì e sorrise appena.
“Non trattenerti, tesoro. Sono tua nonna, e questo mi rende la tua guida.”
Le sue dita continuarono il percorso, disegnando linee morbide sul torace del ragazzo, fermandosi ogni tanto, come per assaporare la reazione che gli scuoteva i muscoli. La lentezza era provocatoria, feroce nella sua delicatezza. Luca non riusciva a rimanere fermo: il suo corpo la seguiva senza che lui nemmeno se ne accorgesse.
“Vedi?” sussurrò Elena, avvicinandosi al suo orecchio. “Il tuo corpo sa già cosa vuole. Ora sei pronto.”
Luca non poteva più pensare. Tutto il suo corpo era focalizzato su di lei, su quel calore, su ogni lieve pressione, su ogni minima curva della pelle che percepiva. Era come se ogni nervo stesse urlando la stessa parola: di più.
Elena piegò la testa leggermente, lasciando che il suo fiato gli accarezzasse il collo. Luca inspirò bruscamente, e le gambe gli cedettero appena.
Lei sorrise appena, divertita e compiaciuta allo stesso tempo.
“Così,” sussurrò, “adesso senti veramente cosa significa perdere il controllo… senza aver paura.”

Il ragazzo si alzò d’impeto e abbassò i pantaloni...
scritto il
2025-11-23
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