Serva di Armira 2
di
Jay
genere
dominazione
La mattina dopo sono arrivata con Armira in ufficio verso le 6 del mattino
Mirela sua figlia era arrivata alle 2 di notte io mi ero addormentata sul divano del salottino di casa sua, poco prima finito di riordinare tutto, Armira mi aveva detto.
-Ormai dormi qui così domani mattina alle 5 mi porti in macchia al lavoro.
Scendendo ho trovato la fiancata della mia 500 tutta rigata evidentemente Mirela aveva preso dentro da qualche parte, sono salita in macchina e ho fatto finta di niente, quando siamo arrivate Armira ha acceso le luci degli uffici e mi ha portato negli spogliatoi che usava per cambiarsi.
Si è seduta sulla lunga panca che occupa tutta la parete
-Serva vieni a leccare figa di tua padrona. Ha ordinato
Sono andata ad inginocchiarsi davanti a lei, Armira ha alzato il camice da lavoro che si era messa e abbassò le mutande i suoi peli grigi sulla vagina mi eccitarono e cominciai subito a leccargliela con dolcezza, Lei era tutta bagnata con la lingua entravo e uscivo da dentro di lei al improvviso è esplosa in un orgasmo liberatorio
-Ohhh,ohh si sei la serva lena sei la mia serva lena la mia serva.
-Sii padrona Si padrona la vostra serva.
Mi ha preso per i capelli
-Domani ti porto a tagliare questi capelli una serva deve avere i capelli corti.
Io le ho baciato l’altra mano dicendole
- Si padrona come volete.
Poco prima delle otto sono entrate in ufficio le mie colleghe tutte insieme ho notato subito che avevano dei sorrisini beffardi.
-Ciao sguattera. Mi ha detto una e tutte le altre si sono messe a ridere.
-Come è fare la lavapiatti di Armira ? Mi ha chiesto un altra. Io non ho risposto.
Aprendo la porta del ufficio in modo deciso è entrata Armira. In in mano secchio e spazzolone
-Ragazze stasera venite tutte a cena da me che voglio farvi assaggiare delle specialità Albanesi.
Ha detto.
-Ah si veniamo volentieri Armira. Ha riscosso Elisa la più grande delle tre.
-Tu lavapiatti vieni alle 6 che mi dai una mano in cucina. Ha detto Armira rivolgendosi a me.
Tutte si sono messe a ridere.
Nella pausa pranzo mi chiamò Enrico il mio fidanzato per invitarmi a cena la sera stessa ma le dissi che avevo un impegno con le colleghe.
Enrico si lamentò che ci vedevamo poco e poi mi ricordo che Sabato pomeriggio saremmo dovuti andare a scegliere i mobili della sala della nostra casa che avremmo abitato dopo esserci sposati.
Per la serata Armira mi ha fatto indossare una grembiule in tela di iuta quello che si usa per i sacchi di patate molto grezzo, avvolgente con i lembi che mi arrivano sui fianchi e una larga pettorina, era lungo fino alle caviglie si chiedeva con due lacci, sul davanti con un ampia tasca centrale.
Mentre me lo faceva indossare suo padre Rezart mi guardava ed era chiaramente visibile che lo aveva duro come un sasso, ma non disse niente eusci a fare una passeggiata.
Le colleghe arrivato tutte e tre assieme, e quando mi videro così scoppiarono a ridere.
-Oh guarda lena come è messa ahh ahh, complimenti Armira l’hai propio schiavizzata.
In quel momento ha suonato di nuovo il campanello.
-Sbrigati cretina vai a aprire porta. Ordinò Armira
Sono andata ad aprire e stavo per svenire quando ho visto il mio fidanzato Enrico imbarazzatissima le gambe imbarazzata no sapevo cosa dire.
-Stupida fai entrare ospite grido Armira.
Enrico è entrato e non mi ha considerato minimamente ha salutato Armira le mie colleghe e Mirala la figlia di Armira.
-Tu vai in cucina e ti chiamiamo noi quando devi servire cena Ordinò Armira
L’ho guardata negli occhi ho abbassato la testa e ho fatto un inchino di riverenza prima di andare in cucina
Mirela sua figlia era arrivata alle 2 di notte io mi ero addormentata sul divano del salottino di casa sua, poco prima finito di riordinare tutto, Armira mi aveva detto.
-Ormai dormi qui così domani mattina alle 5 mi porti in macchia al lavoro.
Scendendo ho trovato la fiancata della mia 500 tutta rigata evidentemente Mirela aveva preso dentro da qualche parte, sono salita in macchina e ho fatto finta di niente, quando siamo arrivate Armira ha acceso le luci degli uffici e mi ha portato negli spogliatoi che usava per cambiarsi.
Si è seduta sulla lunga panca che occupa tutta la parete
-Serva vieni a leccare figa di tua padrona. Ha ordinato
Sono andata ad inginocchiarsi davanti a lei, Armira ha alzato il camice da lavoro che si era messa e abbassò le mutande i suoi peli grigi sulla vagina mi eccitarono e cominciai subito a leccargliela con dolcezza, Lei era tutta bagnata con la lingua entravo e uscivo da dentro di lei al improvviso è esplosa in un orgasmo liberatorio
-Ohhh,ohh si sei la serva lena sei la mia serva lena la mia serva.
-Sii padrona Si padrona la vostra serva.
Mi ha preso per i capelli
-Domani ti porto a tagliare questi capelli una serva deve avere i capelli corti.
Io le ho baciato l’altra mano dicendole
- Si padrona come volete.
Poco prima delle otto sono entrate in ufficio le mie colleghe tutte insieme ho notato subito che avevano dei sorrisini beffardi.
-Ciao sguattera. Mi ha detto una e tutte le altre si sono messe a ridere.
-Come è fare la lavapiatti di Armira ? Mi ha chiesto un altra. Io non ho risposto.
Aprendo la porta del ufficio in modo deciso è entrata Armira. In in mano secchio e spazzolone
-Ragazze stasera venite tutte a cena da me che voglio farvi assaggiare delle specialità Albanesi.
Ha detto.
-Ah si veniamo volentieri Armira. Ha riscosso Elisa la più grande delle tre.
-Tu lavapiatti vieni alle 6 che mi dai una mano in cucina. Ha detto Armira rivolgendosi a me.
Tutte si sono messe a ridere.
Nella pausa pranzo mi chiamò Enrico il mio fidanzato per invitarmi a cena la sera stessa ma le dissi che avevo un impegno con le colleghe.
Enrico si lamentò che ci vedevamo poco e poi mi ricordo che Sabato pomeriggio saremmo dovuti andare a scegliere i mobili della sala della nostra casa che avremmo abitato dopo esserci sposati.
Per la serata Armira mi ha fatto indossare una grembiule in tela di iuta quello che si usa per i sacchi di patate molto grezzo, avvolgente con i lembi che mi arrivano sui fianchi e una larga pettorina, era lungo fino alle caviglie si chiedeva con due lacci, sul davanti con un ampia tasca centrale.
Mentre me lo faceva indossare suo padre Rezart mi guardava ed era chiaramente visibile che lo aveva duro come un sasso, ma non disse niente eusci a fare una passeggiata.
Le colleghe arrivato tutte e tre assieme, e quando mi videro così scoppiarono a ridere.
-Oh guarda lena come è messa ahh ahh, complimenti Armira l’hai propio schiavizzata.
In quel momento ha suonato di nuovo il campanello.
-Sbrigati cretina vai a aprire porta. Ordinò Armira
Sono andata ad aprire e stavo per svenire quando ho visto il mio fidanzato Enrico imbarazzatissima le gambe imbarazzata no sapevo cosa dire.
-Stupida fai entrare ospite grido Armira.
Enrico è entrato e non mi ha considerato minimamente ha salutato Armira le mie colleghe e Mirala la figlia di Armira.
-Tu vai in cucina e ti chiamiamo noi quando devi servire cena Ordinò Armira
L’ho guardata negli occhi ho abbassato la testa e ho fatto un inchino di riverenza prima di andare in cucina
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